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Autore: theshinygirl    21/06/2014    5 recensioni
Severus Piton e Hermione Granger vengono catturati. Osserva la loro relazione cambiare in 30 giorni durante i quali vengono tenuti prigionieri in una cella.
-traduzione-
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Mangiamorte, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Questa è la traduzione della storia “30 Days” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.

 

 

 

Day 30 –

 

Cosa sta succedendo?

 

Dove sono andati?

 

Mi guardo di nuovo intorno, sperando di trovare qualcosa che mi aiuti a capire.

 

Una qualche sorta di indizio.

 

Ma non c’è nulla.

 

È una stanza vuota.

 

Non una cella. Una stanza.

 

Le guardie mi hanno presa nel bel mezzo della notte e mi hanno portata qui.

 

Perché?

 

Se chiudo gli occhi, posso ancora vedere la scena.

 

L’oscurità. E poi qualcuno mi afferra, trascinandomi via dal materasso, fuori dalla cella.

 

C’era un lungo corridoio. Poi delle scale.

 

E poi prima che potessi capire cosa stesse succedendo, mi hanno spinta in questa stanzetta.

 

E mi hanno lasciata qui.

 

È già mattina.

 

E sono così stanca.

 

Non avrei potuto dormire nemmeno se avessi voluto. Non c’è nulla nella stanza. Nemmeno un materasso o una sedia. Niente.

 

Tutto ciò che posso fare e starmene in piedi.

 

O camminare avanti e indietro.

 

Allora è questa?

 

La fine?

 

Trenta giorni.

 

È piuttosto poetico.

 

Ma non posso permettermi di pensarci o diventerò pazza.

 

Cosa potrei mettermi a pensare per intrattenermi un po’?

 

Piton.

 

Arrossisco, anche se sono completamente sola. Nessuno può leggere la mia mente, nessuno sa a cosa sto pensando, ma sembra comunque sbagliato anche solo pensarci.

 

Riguardo ciò che è successo la scorsa notte.

 

Come potrei?

 

Perché lui - ?

 

Ugh.

 

Non riesco nemmeno…

 

Fortunatamente, presto non dovrò più pensarci. Non dovrò più pensare a niente.

 

 

ooo

 

 

È buffo.

 

Dovrei essere un casino.

 

Dovrei piangere.

 

Urlare.

 

Dare calci alle mura.

 

Fare qualcosa.

 

Ma me ne sto semplicemente lì.

 

In attesa.

 

Nell’ultimo mese ne ho passate così tante.

 

E in qualche modo sembra come se la paura della morte non sia poi così… spaventosa.

 

Sono tranquilla.

 

 

ooo

 

 

Mi si chiude la gola non appena sento le porte aprirsi.

 

Finalmente.

 

“Vieni,” Sento una voce.

 

Faccio un passo avanti per vedere chi sia.

 

M’irrigidisco immediatamente.

 

È quella guardia.

 

Sono così stanca di vederla.

 

Di avere a che fare con lui.

 

Ma… perché non entra?

 

Se ne sta semplicemente fuori la porta, aspettando che esca.

 

Ma non voglio farlo.

 

“Vieni,” Ripete.

 

Stai calma, Hermione.

 

Ti sta portando da qualche parte.

 

Ma stando agli ordini di chi?

 

Il suo volto è serio.

 

Non sta giocando con me.

 

E poi decido.

 

Bene.

 

Faccio un altro passo avanti, poi lentamente esco dalla stanza.

 

 

ooo

 

 

Cos’è questo?

 

Cosa vogliono?

 

Sono in un ufficio.

 

Un ufficio semplice, ma ampio.

 

C’è una scrivania.

 

E delle librerie.

 

E una poltrona.

 

E una finestra.

 

Ma non riesco a vedere niente per colpa delle tende scure.

 

È passato troppo tempo dall’ultima volta che ho visto qualcosa di così… normale.

 

In effetti ci sono dei libri.

 

Un momento. Cosa sto facendo?

 

Dovrei cercare un’arma, non ammirare la stanza.

 

Velocemente corro verso la scrivania, aprendone i cassetti, cercando freneticamente di trovare qualcosa.

 

Un tagliacarte.

 

Qualcosa di affilato.

 

Qualunque cosa.

 

Ma non c’è nulla.

 

Solo fogli.

 

Gemo, frustrata, voltandomi per guardare le librerie.

 

Deve esserci qualcosa.

 

Ma… e se questa fosse una specie di trappola?

 

Perché mi avrebbero lasciata da sola altrimenti?

 

Non sono stupidi.

 

Mi dirigo verso la finestra, scostando le tende.

 

Il mio cuore accelera il battito alla vista della libertà.

 

Posso vedere il mondo esterno.

 

Non c’è molto da vedere.

 

Solo una foresta.

 

Ma questa è la prima volta dopo un mese.

 

Cerco di aprire la finestra, ma poi sento una voce.

 

“Hermione.”

 

Salto in aria dallo shock e mi volto, il mio cuore sta battendo all’impazzata.

 

Lupin.

 

Chiude le porte dietro di lui e inizia a incamminarsi nella mia direzione lentamente.

 

“Non si avvicini!” Lo avverto, ma poi mi rendo conto che non ho niente con cui minacciarlo.

 

Con mio stupore si ferma, portando le mani in alto, “Va tutto bene.”

 

 Va tutto bene?

 

“Cosa vuole?” Chiedo, cercando con tutte le mie forze di restare calma, “Dove sono tutti? Cosa sta succedendo? Cosa ci faccio qui?”

 

“Ti spiegherò ogni cosa,” Dice lui, “Dovresti sederti.”

 

Perché mi sta parlando in questo modo? Perché il suo tono di voce è così gentile e tranquillo?

 

Sta cercando di imbrogliarmi.

 

“No,” Scuoto la testa, “Non mi siederò.”

 

Lui sospira, ma poi annuisce, “D’accordo.”

 

“Dov’è Voldemort?” Chiedo.

 

“Hermione,” Inizia lui, “Abbiamo solo un paio di minuti.”

 

“Di cosa sta parlando?”

 

Non appena apre la bocca per rispondere, lo interrompo, “No, non voglio saperlo! Non voglio parlarle. Non voglio guardarla.”

 

“Hermione, ti prego.”

 

“E la smetta di dire il mio nome!”

 

È così sbagliato.

 

Sembra quasi che sia io quella pazza, perché sono arrabbiata e sto urlando e lui invece sta parlando in modo calmo, anche il suo tono lo è.

 

Lui prende un bel respiro, “Io… non so come dirtelo.”

 

D-dirmi cosa?”

 

“Hermione,” Fa un passo avanti, guardandomi negli occhi, “Pensa a quest’ultimo mese. Non c’è niente che ti sembra strano?”

 

Annuisco, “Sì. Mi sembra strano che mi sono sempre fidata di lei.”

 

“No, Hermione, sono serio. Pensa a quest’ultimo mese.”

 

Di cosa sta parlando?

 

“Sei al sicuro qui,” Dice lui.

 

Gli lancio un’occhiata.

 

“Non c’è alcun… Mangiamorte qui.”

 

Cade il silenzio.

 

Cosa sta dicendo?

 

Cosa sta cercando di dire?

 

Continua, “Non c’è nessun Tu-Sai-Chi. O almeno non qui.”

 

C-cosa?”

 

Mi sta guardando in modo strano e io sto lentamente perdendo la pazienza.

 

“Cosa sta dicendo?” Alzo la voce, “Può dirmi tutto insieme o sta prolungando la cosa per ottenere un effetto drammatico?”

 

“Mi dispiace così tanto.”

 

Mi sfugge una risata, “Adesso le dispiace? Credo sia un po’ troppo tardi per questo. Traditore.”

 

“Hermione.”

 

Sta lottando per trovare le parole.

 

“La smetta di parlare.”

 

“Ascoltami,” Mi ordina, “Sto per dirti qualcosa che potrebbe sconvolgerti.”

 

Il tono della sua voce mi sorprende.

 

Alla fine mi guarda, “L’Ordine ha un settore speciale. Un settore segreto. Solo alcuni ne sono a conoscenza.”

 

“Non voglio ascoltare! Non parlerò dell’Ordine con lei.”

 

“Hermione, ascolta!” Alza la voce anche lui.

 

Gli lancio un’occhiata, con la voglia di urlargli contro e insultarlo, ma la curiosità prende il sopravvento e aspetto che continui.

 

“Questo settore è incaricato di occuparsi di compiti speciali e rischiosi,” Spiega lui, “E uno di questi compiti è testare se ci si può fidare di una persona oppure no.”

 

Io ascolto.

 

“E questo è esattamente cosa è successo a te nell’ultimo mese. Un test.”

 

Silenzio.

 

E poi mi sfugge una risata.

 

Lui in realtà è divertente.

 

Sta cercando di farmi morire dalle risate?

 

Sto ridendo così forte che mi escono le lacrime dagli occhi.

 

E quando alzo lo sguardo verso di lui, inizio a ridere ancora più forte per via dell’espressione sulla sua faccia.

 

L-lei crede davvero che crederò a tutto questo?” Chiedo, ancora ridacchiando, “Non sprechi il suo tempo. Sono qui, mi finisca e basta. Metta fine a tutto questo. Mi uccida e – “

 

“Nessuno ti ucciderà.”

 

Smetto di ridere.

 

Il suo tono di voce è serio.

 

E per un breve istante credo che magari stia dicendo la verità.

 

Ma no.

 

È da pazzi.

 

“Non hai mai visto Tu-Sai-Chi,” Dice Lupin, “Come mai, secondo te?”

 

All’improvviso mi sento male.

 

P-perché… perché lui… i Mangiamorte dovevano…” Non so cosa dire.

 

E non sono così sicura che possa reggermi all’in piedi.

 

Le mie gambe potrebbero tradirmi in qualsiasi momento adesso.

 

“Mi dispiace così tanto, Hermione. Non avrei mai voluto che tutto questo accadesse, ma… non avevo scelta.”

 

Lentamente mi dirigo verso la sedia e mi siedo.

 

Dov’è finita tutta l’aria?

 

“Ci sono delle persone che hanno più potere di me. Persone che ne sono i responsabili,” Lupin continua a parlare, ma non riesco a concentrarmi su ciò che sta dicendo.

 

Ho bisogno di un po’ di tempo.

 

È vero questo?

 

Era tutto una… finzione?

 

Non c’era nessun Voldemort.

 

Nessun Mangiamorte.

 

Ma…” Dico alla fine, “Le guardie?”

 

“Membri più anziani, specializzati in ogni tipo di esperimento.”

 

Esperimento?

 

Io ero un esperimento?

 

“Ci sono persone che devono parlarti,” Spiega Lupin.

 

Non dico niente. Non riesco nemmeno ad annuire.

 

Poi lo sento andare via, sento le porte aprirsi, poi chiudersi di nuovo.

 

Sono sola.

 

Scatto all’in piedi, buttando la sedia per terra.

 

Col cavolo che crederò a questa storia.

 

Questo è un altro dei loro giochetti.

 

I-io devo trovare qualcosa.

 

Se devo arrendermi, non lo farò senza aver prima lottato.

 

I miei occhi analizzano la stanza velocemente. È un’altra specie di illusione? Un’altra visione?

 

Mi dirigo nuovamente verso la scrivania, ma mi volto immediatamente non appena le porte si aprono di nuovo.

 

Avvertendo il bisogno di difendermi afferro la prima cosa che mi viene in mente.

 

Un libro.

 

Che cosa stupida.

 

Lupin entra di nuovo nella stanza. Ha qualche problema nel guardarmi negli occhi.

 

E poi entra anche un paio di altre persone.

 

Non li riconosco.

 

Probabilmente Mangiamorte.

 

Mentre faccio un passo indietro, qualcun altro entra.

 

E tutta l’aria dei miei polmoni viene risucchiata.

 

Oh mio Dio.

 

Il Professor Silente.

 

Me lo sto immaginando.

 

Deve essere così.

 

Ecco qua.

 

Sono ufficialmente diventata pazza.

 

“Miss Granger,” Inizia Silente, la sua voce è confortante. Proprio come la ricordavo.

 

“Credo che sei stata informata di tutto,” Dice, incamminandosi nella mia direzione.

 

Non riesco a distogliere lo sguardo da lui.

 

Continuo a cercare un difetto, qualcosa che mi dica che lui non è reale.

 

Ma tutto sembra reale.

 

C’è anche quella piccola scintilla nei suoi occhi.

 

“Magari dovresti accomodarti,” Dice lui e Remus rialza la sedia dal pavimento.

 

“Nessuno smetterà mai di dirmelo?” Urlo.

 

Silente annuisce, “Come desideri.”

 

I-io pretendo una spiegazione,” Mi sforzo di dire.

 

“E la otterrai.”

 

Mi sento vulnerabile.

 

Io sono sola. E loro sono in cinque. La scrivania è l’unica cosa che ci divide. E l’unica arma che ho è il libro che ho in mano.

 

“Sei al sicuro adesso, Miss Granger,” Dice Silente, “In effetti, sei sempre stata al sicuro per tutto questo tempo. Non avremmo mai lasciato che le cose andassero troppo in là.”

 

Fa sul serio?

 

Tutto questo è folle.

 

Annuisco, “D-d’accordo. Diciamo che le credo.”

 

Tutti aspettano in silenzio che io continui.

 

“E lasciarmi morire di fame, invadere la mia privacy, umiliarmi, picchiarmi… tutto questo non è stato considerato come ‘troppo’?” Chiedo, con voce tremante.

 

“Capisco che sei arrabbiata, ma lasciami spiegare,” Risponde Silente, “So che capirai che è stato necessario.”

 

Mi sbilancio un po’ all’indietro, “Si spieghi.”

 

“Sei una delle migliori amiche di Harry. E con questo hai delle responsabilità…

 

Il tempo sembra rallentare.

 

“… immagina quanto sarebbe pericoloso se certe informazioni venissero fuori…

 

“… non sei abbastanza forte…

 

“… tradimento…

 

“… hai avuto delle lezioni… occlumanzia…

 

“… più forte dopo tutto questo…

 

“… più intelligente…

 

“… ci hai dimostrato chi sei…

 

Finalmente smettono di parlare.

 

Finalmente riesco a trovare la mia stessa voce.

 

E… io ho passato il test?” Chiedo, tranquilla.

 

“Sì, Miss Granger,” Risponde Silente.

 

“Ma ho cercato di uccidermi.”

 

“Non hai mai accettato di passare al lato oscuro o di offrirgli alcun tipo di informazione. Hai dimostrato la tua lealtà.”

 

Cade un lungo silenzio.

 

Passa un minuto.

 

Poi un altro.

 

E un altro.

 

Ma se ne stanno tutti in silenzio.

 

Ci crederò davvero?

 

Io… sono stata via per un mese?” Chiedo, “Cosa… cosa avete detto alla mia famiglia? Harry e Ron?” Poi mi rendo conto di una cosa, “Harry sa niente di tutto questo?”

 

Silente scuote velocemente la testa, “No. Non sa nulla.”

 

“Non sarebbe d’accordo,” Dico, “Non vi permetterebbe mai di fare una cosa del genere.”

 

Silente resta in silenzio per un istante prima di parlare di nuovo, “I tuoi genitori non sanno nulla. Hanno ricevuto le tue lettere, come sempre.”

 

Deglutisco, “Voi… voi avete mandato loro delle lettere da parte mia? Loro credono che io sia ad Hogwarts?”

 

“Dobbiamo tenere questa cosa segreta, Miss Granger. Sono sicuro che capirai.”

 

Capire?

 

Guardo Remus che è in piedi dietro Silente, ma non mi sta guardando. C’è della vergogna sul suo volto?

 

Poi un pensiero mi trafigge come un coltello, “C-cosa mi dice di… Piton? Anche lui ne fa parte?”

 

“Sì. Puoi pensare a lui come tuo mentore. Il suo ruolo era quello di accompagnarti lungo il percorso,” Spiega Silente.

 

All’improvviso tutto mi passa davanti agli occhi.

 

Tutte le nostre conversazioni.

 

Noi che ci baciamo.

 

Noi che facciamo la doccia insieme.

 

La scorsa notte.

 

E l’hanno visto tutti. Lo sanno tutti.

 

Non mi sento bene.

 

Mi piego in due, tenendomi lo stomaco.

 

“Hermione, stai bene?” Chiede Lupin, venendo verso di me.

 

Io mi scosto da lui, “Non mi tocchi!” Urlo, lanciandogli il libro contro.

 

Lo colpisce al petto ed indietreggia immediatamente.

 

“Dov’è?” Chiedo, “Voglio vederlo. Voglio parlarci.”

 

“Severus?” Chiede Silente, “Lui… non è disponibile al momento.”

 

“Beh, signore, lo renda disponibile,” Sibilo, “Pretendo di vederlo.”

 

Il Preside alla fine annuisce, guardando Lupin, il quale sospira e poi lascia la stanza.

 

“Severus ha chiesto di non vederti,” Dice Silente tranquillamente.

 

Lui… beh, io voglio vederlo.”

 

“Molto bene.”

 

Silenzio.

 

Non riesco a credere che stia accadendo.

 

Sto sognando?

 

“Miss Granger, non sei l’unica.”

 

C-cosa?”

 

“Chiunque sia importante per l’Ordine deve essere testato. Anche il tuo amico Ronald Weasley.”

 

“Ron?” Alzo lo sguardo verso di lui, scioccata.

 

“Durante l’estate,” Dice Silente.

 

“Questo è il motivo per cui… lui non mi ha mai scritto…” Tutto inizia ad avere senso adesso, “Cosa… è stato così anche per lui?”

 

“Non esattamente. Ci sono test diversi per tutti, Miss Granger.”

 

“Perché non me l’ha detto?” Sussurro, calma, “E cos’ha detto a loro? Harry e Ron?”

 

“Loro credono che tu sia con la tua famiglia, prendendoti cura di tua madre che sta male da un po’ a questo punto.”

 

Tutte queste bugie.

 

Bugie.

 

Bugie.

 

Questo è troppo per me.

 

Sono stanca.

 

E ho sonno.

 

E ho fame.

 

Alzo lo sguardo verso il Preside, “Lei è… reale?”

 

Lui sorride flebilmente, “Te lo assicuro, Miss Granger, sono reale per davvero.”

 

Mi circondo con le braccia e aspetto in silenzio.

 

“Signori, potete lasciarci adesso,” Dice Silente alle persone alle sue spalle.

 

Fanno tutti un cenno di assenso e si avviano verso la porta.

 

Abbasso lo sguardo, notando quanto sembrino magre le mie gambe e quanto io sia sporca.

 

Sono piena di lividi.

 

Ho delle cicatrici.

 

I miei capelli sono più corti.

 

Ed è tutta colpa loro.

 

Loro mi hanno fatto questo.

 

Non Voldemort.

 

L’Ordine.

 

Li ho protetti per tutto questo tempo e loro sono stati quelli che mi hanno fatto tutto questo.

 

“Preside.”

 

Quella voce mi fa venire i brividi.

 

Alzo lentamente gli occhi, notando che è qui.

 

Piton.

 

Sta evitando il mio sguardo, lo vedo.

 

“Miss Granger ha richiesto la tua presenza, Severus.”

 

“Capisco.”

 

Alla fine dico, “I-io volevo parlare con lui… in privato.”

 

Lui s’irrigidisce.

 

Sta almeno respirando?

 

Silente annuisce, “D’accordo. Tornerò tra qualche minuto. Ci sono alcune cose di cui dobbiamo discutere.”

 

E poi se ne va.

 

Sono da sola con Piton.

 

Di nuovo.

 

Stiamo evitando entrambi di guardarci.

 

Non riesco a guardarlo.

 

Continuo a ricordarmi della scorsa notte.

 

Quando tremavo di piacere contro di lui.

 

E nemmeno lui riesce a guardarmi.

 

Prendendo un bel respiro, finalmente trovo la forza di parlare, “Perché?”

 

È la prima parola che mi viene in mente.

 

Lui se ne sta in silenzio per un lungo istante.

 

Raccolgo il coraggio e mi dirigo verso di lui, dandogli uno schiaffo sul viso. La sua testa scatta di lato per quanta forza ci ho messo, ma questo è tutto. Lui non reagisce. Non mostra dolore. Niente.

 

Voglio colpirlo di nuovo.

 

E di nuovo.

 

E di nuovo.

 

Ma prima che la mia mano possa incontrare di nuovo la sua faccia, lui l’afferra, guardandomi con fare pericoloso.

 

Tiro via la mano con uno strattone.

 

“Perché?” Chiedo di nuovo, “Mi risponda.”

 

“Mi hanno ordinato di farlo.”

 

Sembra che sia stato torturato.

 

Sembra stanco.

 

Imbarazzato.

 

Devo sentirmi dispiaciuta per lui?

 

“È vero questo?” Chiedo, “O è un altro gioco? Un’altra visione?”

 

“No. È tutto vero.”

 

Prendo un respiro esitante, “Lei… tutte le cose che ha fatto… tutto ciò che è successo nella cella… hanno visto tutti… sanno ogni cosa?”

 

I suoi occhi incontrano i miei, “No. Non è così.”

 

“Allora com’è?”

 

“Non ci hanno sentiti. Non ci hanno osservati. Quando eravamo nella cella, eravamo soli. Solo io e te.”

 

“Non le credo.”

 

“Credimi, Miss Granger. Tutto ciò che sanno è ciò che ho detto loro.”

 

Lo ascolto, sperando e pregando che non stia mentendo.

 

Lui continua, “Durante le visite al bagno parlavo con loro, dicevo loro cosa pensavo avrebbero dovuto sapere. Informazioni sul tuo stato mentale, i tuoi progressi, le mie opinioni personali. Ma non ci hanno mai visti nella cella.”

 

“Allora perché mi ha… baciata? E… la scorsa notte? Cos’era?”

 

Lui si avvicina di un passo, la sua voce è cupa, “Loro non sanno niente di tutto questo. E non devono mai venirne a conoscenza.”

 

Perché… perché l’ha fatto…?” Chiedo di nuovo.

 

Lui distoglie lo sguardo, “Io… volevo solo fare qualcosa per te.”

 

Dopo un lungo istante finalmente torna a guardarmi, “Non ero d’accordo con tutto ciò che stava succedendo. E ho cercato di… rendere le cose più semplici per te, almeno per un paio di istanti. Di compensare per tutto.”

 

“E lei…” Non riesco nemmeno a trovare le parole, “Quindi… non era tutto pianificato? Silente non le ha ordinato di sedurmi?”

 

“No,” Scuote la testa immediatamente, “Non lo farei mai…

 

“Questo significa che è stato lei. Perché?”

 

Lui deglutisce rumorosamente, “Miss Granger. Sono stato anch’io in quella cella. Ero lì con te. Per quasi un mese. E… sono successe delle cose. Cose di cui non vado fiero.”

 

Lei…

 

“Sono più vecchio di te. Sono il tuo Professore. Ma io sono un uomo e tu sei una… donna. E io non sono perfetto, Miss Granger. E sono pronto ad accettare qualsiasi tipo di provvedimento per ciò che ho fatto. Lo capirò se hai voglia di mandarmi ad Azkaban. Hai tutto il diritto di volerlo.”

 

Una risatina mi sfugge, “Sono stata così stupida. Voltandomi indietro… me ne rendo conto chiaramente. Lei non era mai in disperato bisogno di qualcosa e sembrava che sapesse che non saremmo morti. Tutte le cose che ha detto… sul non fidarsi di nessuno, tutte le lezioni di Occlumanzia, lei mi stava preparando. Allenando. E quando ha rifiutato quando io… le ho chiesto di… sa… Sapeva che non saremmo morti. Sapeva che le guardie non avrebbero fatto niente del genere. Perché avrebbe portato il tutto troppo in là.”

 

Lui non dice niente.

 

Prendo un respiro profondo e calmo, “Ma tutte quelle piccole cose… i commenti della guardia sulla sua famiglia, sul suo…” Indico verso la parte bassa del suo corpo, “… problema.”

 

Lui s’irrigidisce, “Abbiamo cercato di renderlo il più realistico possibile. Sarebbe stato sospetto se avessi avuto solo tu dei momenti imbarazzanti.”

 

Era un capolavoro.

 

Allora… erano tutte bugie?” Chiedo.

 

Lui scuote lentamente la testa, “No. Non tutte.”

 

Non sono sicura di volerne sapere di più.

 

“E se fossi morta?” Chiedo, “Quella notte in cui mi sono tagliata?”

 

“Quello è stato un errore. Ho cercato di convincerli a finirla con tutto questo quando è successo, ma non hanno voluto ascoltarmi.”

 

“E quella guardia? Chi è?”

 

“Un membro dell’Ordine. Qualcuno che ci ha aiutato con cose del genere.”

 

Mi fa male la testa.

 

Mi appoggio contro il muro, “E quella ragazza? Rose? È morta davanti ai miei occhi! L’ho vista morire!”

 

“Non è morta.”

 

“Ma – “

 

“Miss Granger, tu tra tutte le persone dovresti sapere cosa può fare la magia.”

 

Non riesco a respirare.

 

“Come ha potuto?” Chiedo con calma, “Perché non ha messo fine a tutto questo? Avrebbe potuto… dirlo a qualcuno. Il Ministero…

 

Lui non dice nulla per un lungo istante.

 

Continuo a fissarlo, in attesa.

 

“Non spettava a me,” Dice alla fine, “Ho fatto del mio meglio per renderti le cose più facili, ma non c’era molto altro che potessi fare.”

 

“Davvero? E come ha cercato di rendermi le cose più facili, esattamente?”

 

Lui si avvicina a me, “Volevano tenerti sveglia per molti giorni. Ricordi quel braccialetto? È stata una mia idea… aiutarti a procurare un po’ di sonno. Sono andato contro i loro ordini per aiutarti.”

 

Lui continua, la rabbia è evidente nel suo tono di voce, “E secondo i loro piani io avrei dovuto voltarti le spalle molto, molto tempo prima, ma mi sono rifiutato.”

 

P-perché?”

 

“Perché non volevo lasciarti sola lì dentro.”

 

Dovrei credergli?

 

Cambierebbe qualcosa?

 

Il mondo intero mi è appena crollato addosso.

 

“Ricordi quando hai avuto un pasto diverso dal solito pane e acqua? Anche per quello sono stato io,” Sibila lui, “Non cercare di rendermi un mostro più grande di quanto lo sia.”

 

“E adesso?” Sussurro, “Cosa c’è tra di noi?”

 

Lui si schiarisce la gola, allontanandosi da me.

 

Come potrò superare tutto questo?

 

Sarò mai capace di lasciarmi tutto alle spalle?

 

“Miss Granger, starai bene.”

 

C’è qualcosa nel suo tono di voce.

 

Ma quando apro la bocca per chiederglielo, Silente entra di nuovo nella stanza.

 

“Spero di non interrompere nulla, ma dobbiamo porre fine alla faccenda,” Dice lui a Piton.

 

“Voglio andare a casa,” Sussurro.

 

Silente sospira, “Miss Granger. Hai dimostrato a te stessa quanto vali. E sarai ricompensata per questo dopo la Guerra.”

 

“Non mi ringrazi, Preside,” Lo interrompo, “Non ho ancora finito.”

 

Entrambi mi guardano.

 

Io continuo, “Io le farò causa.”

 

L’espressione di Silente non cambia.

 

Perché non c’è preoccupazione sul suo viso?

 

“Non mi ha sentito?” Chiedo, “Quello che ha fatto è illegale. Non importa quanto fossero nobili le sue intenzioni. Non importa se capisco perché l’ha fatto. È sbagliato. Mi ha violentata. Ha violentato il mio corpo, la mia mente. Chi crede di essere?”

 

Mi dirigo verso di loro, la rabbia cresce lentamente dentro di me, “Avrò bisogno di andare in terapia per il resto della mia vita! Sa cosa significa vivere nella paura per un mese? Chi le ha dato il diritto di farlo? Lei non è meglio di Voldemort, dopotutto.”

 

“Miss Granger – “ Inizia Piton.

 

“Anche lei! Come riuscirò a tornare ad Hogwarts? Come riuscirò ad assistere alle sue lezioni e guardarla e non pensare a… a tutto ciò che è successo?”

 

Lui parla lentamente, “Non dovrai farlo.”

 

Cosa… cosa sta dicendo?”

 

Lui mi guarda dritto negli occhi, “Sei molto coraggiosa, Miss Granger. Mi hai reso orgoglioso di te molte volte.”

 

Perché mi sta parlando come se non ci dovessimo vedere più? Come se mi stesse dicendo addio?

 

Silente s’intromette, “Per la tua sicurezza… per il tuo bene, i tuoi ricordi verranno rimossi.”

 

I miei occhi si spalancano per lo shock, “Cosa?”

 

“Solo fino alla fine della Guerra.”

 

“No! Lei non farà una cosa del genere!” Urlo.

 

“Miss Granger.”

 

“Allora qual era il senso di passare tutto quello che ho passato se poi non me ne ricorderò affatto? Qual era il senso delle lezioni di Occlumanzia e – “

 

Silente m’interrompe, “Ricorderai alcune cose. Conoscenze che hai acquisito per la maggior parte. Ma non ricorderai dove le hai acquisite. È l’unico modo per proteggere te e noi.”

 

“Non fa sul serio,” Cerco di andarmene verso la porta, ma Piton mi afferra il braccio.

 

“Miss Granger, devi smetterla. Usa la testa,” Mi dice.

 

“Mi lasci andare!” Mi dimeno, “Mi rifiuto! E me ne vado!”

 

Perché non mi lascia andare il braccio?

 

“Mi dispiace,” Mi sussurra.

 

E poi capisco.

 

“No,” Mi dimeno ancora di più, “Non potete farmi questo! È illegale! Potreste andare ad Azkaban per questo!”

 

Silente punta la sua bacchetta contro di me, “Mi dispiace, ragazza mia. Ma è per il bene di tutti.”

 

Guardo Piton, “La prego, mi aiuti. Non glielo permetta!”

 

“Mi dispiace,” È la sua unica risposta, “Mi dispiace così tanto.”

 

“No!” Cerco di sfuggire alla sua presa, ma è inutile.

 

Mi afferra anche l’altro braccio e sono obbligata a guardare Silente.

 

“Oblivion.”

 

 

 

 

 

 

N.d.T.

Non è finita qui, c’è ancora l’epilogo! ;)

A presto,

Sijack

  
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