Questa è la traduzione della storia
“30 Days” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’
da The-shiny-girl. Potete trovare il link
della versione originale nel profilo.
- Day 30 –
Cosa sta succedendo?
Dove sono andati?
Mi guardo di nuovo intorno,
sperando di trovare qualcosa che mi aiuti a capire.
Una qualche sorta di
indizio.
Ma non c’è nulla.
È una stanza vuota.
Non una cella. Una stanza.
Le guardie mi hanno presa
nel bel mezzo della notte e mi hanno portata qui.
Perché?
Se chiudo gli occhi, posso
ancora vedere la scena.
L’oscurità. E poi qualcuno
mi afferra, trascinandomi via dal materasso, fuori dalla cella.
C’era un lungo corridoio.
Poi delle scale.
E poi prima che potessi
capire cosa stesse succedendo, mi hanno spinta in questa stanzetta.
E mi hanno lasciata qui.
È già mattina.
E sono così stanca.
Non avrei potuto dormire
nemmeno se avessi voluto. Non c’è nulla nella stanza. Nemmeno un materasso o
una sedia. Niente.
Tutto ciò che posso fare e
starmene in piedi.
O camminare avanti e indietro.
Allora è questa?
La fine?
Trenta giorni.
È piuttosto poetico.
Ma non posso permettermi di
pensarci o diventerò pazza.
Cosa potrei mettermi a
pensare per intrattenermi un po’?
Piton.
Arrossisco, anche se sono
completamente sola. Nessuno può leggere la mia mente, nessuno sa a cosa sto
pensando, ma sembra comunque sbagliato anche solo pensarci.
Riguardo ciò che è successo
la scorsa notte.
Come potrei?
Perché lui - ?
Ugh.
Non riesco nemmeno…
Fortunatamente, presto non
dovrò più pensarci. Non dovrò più pensare a niente.
ooo
È buffo.
Dovrei essere un casino.
Dovrei piangere.
Urlare.
Dare calci alle mura.
Fare qualcosa.
Ma me ne sto semplicemente
lì.
In attesa.
Nell’ultimo mese ne ho
passate così tante.
E in qualche modo sembra come
se la paura della morte non sia poi così… spaventosa.
Sono tranquilla.
ooo
Mi si chiude la gola non
appena sento le porte aprirsi.
Finalmente.
“Vieni,” Sento una voce.
Faccio un passo avanti per
vedere chi sia.
M’irrigidisco
immediatamente.
È quella guardia.
Sono così stanca di
vederla.
Di avere a che fare con
lui.
Ma… perché non entra?
Se ne sta semplicemente
fuori la porta, aspettando che esca.
Ma non voglio farlo.
“Vieni,” Ripete.
Stai calma, Hermione.
Ti sta portando da qualche
parte.
Ma stando agli ordini di
chi?
Il suo volto è serio.
Non sta giocando con me.
E poi decido.
Bene.
Faccio un altro passo
avanti, poi lentamente esco dalla stanza.
ooo
Cos’è questo?
Cosa vogliono?
Sono in un ufficio.
Un ufficio semplice, ma ampio.
C’è una scrivania.
E delle librerie.
E una poltrona.
E una finestra.
Ma non riesco a vedere
niente per colpa delle tende scure.
È passato troppo tempo
dall’ultima volta che ho visto qualcosa di così…
normale.
In effetti ci sono dei libri.
Un momento. Cosa sto
facendo?
Dovrei cercare un’arma, non
ammirare la stanza.
Velocemente corro verso la
scrivania, aprendone i cassetti, cercando freneticamente di trovare qualcosa.
Un tagliacarte.
Qualcosa di affilato.
Qualunque cosa.
Ma non c’è nulla.
Solo fogli.
Gemo, frustrata, voltandomi
per guardare le librerie.
Deve esserci qualcosa.
Ma… e se questa fosse una
specie di trappola?
Perché mi avrebbero
lasciata da sola altrimenti?
Non sono stupidi.
Mi dirigo verso la
finestra, scostando le tende.
Il mio cuore accelera il
battito alla vista della libertà.
Posso vedere il mondo
esterno.
Non c’è molto da vedere.
Solo una foresta.
Ma questa è la prima volta
dopo un mese.
Cerco di aprire la
finestra, ma poi sento una voce.
“Hermione.”
Salto in aria dallo shock e
mi volto, il mio cuore sta battendo all’impazzata.
Lupin.
Chiude le porte dietro di
lui e inizia a incamminarsi nella mia direzione lentamente.
“Non si avvicini!” Lo
avverto, ma poi mi rendo conto che non ho niente con cui minacciarlo.
Con mio stupore si ferma,
portando le mani in alto, “Va tutto bene.”
Va tutto bene?
“Cosa vuole?” Chiedo, cercando con tutte le mie forze
di restare calma, “Dove sono tutti? Cosa sta succedendo? Cosa ci faccio qui?”
“Ti spiegherò ogni cosa,” Dice lui, “Dovresti
sederti.”
Perché mi sta parlando in questo modo? Perché il suo
tono di voce è così gentile e tranquillo?
Sta cercando di imbrogliarmi.
“No,” Scuoto la testa, “Non mi siederò.”
Lui sospira, ma poi annuisce, “D’accordo.”
“Dov’è Voldemort?” Chiedo.
“Hermione,” Inizia lui, “Abbiamo solo un paio di
minuti.”
“Di cosa sta parlando?”
Non appena apre la bocca per rispondere, lo
interrompo, “No, non voglio saperlo! Non voglio parlarle. Non voglio guardarla.”
“Hermione, ti prego.”
“E la smetta di dire il mio nome!”
È così sbagliato.
Sembra quasi che sia io quella pazza, perché sono arrabbiata e sto urlando e lui invece
sta parlando in modo calmo, anche il suo tono lo è.
Lui prende un bel respiro, “Io…
non so come dirtelo.”
“D-dirmi cosa?”
“Hermione,” Fa un passo avanti, guardandomi negli
occhi, “Pensa a quest’ultimo mese. Non c’è niente che ti sembra strano?”
Annuisco, “Sì. Mi sembra strano che mi sono sempre
fidata di lei.”
“No, Hermione, sono serio. Pensa a quest’ultimo mese.”
Di cosa sta parlando?
“Sei al sicuro qui,” Dice lui.
Gli lancio un’occhiata.
“Non c’è alcun… Mangiamorte
qui.”
Cade il silenzio.
Cosa sta dicendo?
Cosa sta cercando di dire?
Continua, “Non c’è nessun Tu-Sai-Chi.
O almeno non qui.”
“C-cosa?”
Mi sta guardando in modo strano e io sto lentamente
perdendo la pazienza.
“Cosa sta dicendo?” Alzo la voce, “Può dirmi tutto
insieme o sta prolungando la cosa per ottenere un effetto drammatico?”
“Mi dispiace così tanto.”
Mi sfugge una risata, “Adesso le dispiace? Credo sia
un po’ troppo tardi per questo. Traditore.”
“Hermione.”
Sta lottando per trovare le parole.
“La smetta di parlare.”
“Ascoltami,” Mi ordina, “Sto per dirti qualcosa che
potrebbe sconvolgerti.”
Il tono della sua voce mi sorprende.
Alla fine mi guarda, “L’Ordine ha un settore speciale.
Un settore segreto. Solo alcuni ne sono a conoscenza.”
“Non voglio ascoltare! Non parlerò dell’Ordine con
lei.”
“Hermione, ascolta!”
Alza la voce anche lui.
Gli lancio un’occhiata, con la voglia di urlargli contro
e insultarlo, ma la curiosità prende il sopravvento e aspetto che continui.
“Questo settore è incaricato di occuparsi di compiti
speciali e rischiosi,” Spiega lui, “E uno di questi compiti è testare se ci si
può fidare di una persona oppure no.”
Io ascolto.
“E questo è esattamente cosa è successo a te
nell’ultimo mese. Un test.”
Silenzio.
E poi mi sfugge una risata.
Lui in realtà è divertente.
Sta cercando di farmi morire dalle risate?
Sto ridendo così forte che mi escono le lacrime dagli
occhi.
E quando alzo lo sguardo verso di lui, inizio a ridere
ancora più forte per via dell’espressione sulla sua faccia.
“L-lei crede davvero che
crederò a tutto questo?” Chiedo, ancora ridacchiando, “Non sprechi il suo
tempo. Sono qui, mi finisca e basta. Metta fine a tutto questo. Mi uccida e – “
“Nessuno ti ucciderà.”
Smetto di ridere.
Il suo tono di voce è serio.
E per un breve istante credo che magari stia dicendo
la verità.
Ma no.
È da pazzi.
“Non hai mai visto Tu-Sai-Chi,”
Dice Lupin, “Come mai, secondo te?”
All’improvviso mi sento male.
“P-perché… perché lui… i Mangiamorte dovevano…” Non
so cosa dire.
E non sono così sicura che possa reggermi all’in
piedi.
Le mie gambe potrebbero tradirmi in qualsiasi momento
adesso.
“Mi dispiace così tanto, Hermione. Non avrei mai
voluto che tutto questo accadesse, ma… non avevo
scelta.”
Lentamente mi dirigo verso la sedia e mi siedo.
Dov’è finita tutta l’aria?
“Ci sono delle persone che hanno più potere di me.
Persone che ne sono i responsabili,” Lupin continua a parlare, ma non riesco a
concentrarmi su ciò che sta dicendo.
Ho bisogno di un po’ di tempo.
È vero questo?
Era tutto una… finzione?
Non c’era nessun Voldemort.
Nessun Mangiamorte.
“Ma…” Dico alla fine, “Le
guardie?”
“Membri più anziani, specializzati in ogni tipo di
esperimento.”
Esperimento?
Io ero un esperimento?
“Ci sono persone che devono parlarti,” Spiega Lupin.
Non dico niente. Non riesco nemmeno ad annuire.
Poi lo sento andare via, sento le porte aprirsi, poi
chiudersi di nuovo.
Sono sola.
Scatto all’in piedi, buttando la sedia per terra.
Col cavolo che crederò a questa storia.
Questo è un altro dei loro giochetti.
I-io
devo trovare qualcosa.
Se devo arrendermi, non lo farò senza aver prima
lottato.
I miei occhi analizzano la stanza velocemente. È
un’altra specie di illusione? Un’altra visione?
Mi dirigo nuovamente verso la scrivania, ma mi volto
immediatamente non appena le porte si aprono di nuovo.
Avvertendo il bisogno di difendermi afferro la prima
cosa che mi viene in mente.
Un libro.
Che cosa stupida.
Lupin entra di nuovo nella stanza. Ha qualche problema
nel guardarmi negli occhi.
E poi entra anche un paio di altre persone.
Non li riconosco.
Probabilmente Mangiamorte.
Mentre faccio un passo indietro, qualcun altro entra.
E tutta l’aria dei miei polmoni viene risucchiata.
Oh mio Dio.
Il Professor Silente.
Me lo sto immaginando.
Deve essere così.
Ecco qua.
Sono ufficialmente diventata pazza.
“Miss Granger,” Inizia Silente, la sua voce è
confortante. Proprio come la ricordavo.
“Credo che sei stata informata di tutto,” Dice,
incamminandosi nella mia direzione.
Non riesco a distogliere lo sguardo da lui.
Continuo a cercare un difetto, qualcosa che mi dica
che lui non è reale.
Ma tutto sembra reale.
C’è anche quella piccola scintilla nei suoi occhi.
“Magari dovresti accomodarti,” Dice lui e Remus rialza
la sedia dal pavimento.
“Nessuno smetterà mai di dirmelo?” Urlo.
Silente annuisce, “Come desideri.”
“I-io pretendo una
spiegazione,” Mi sforzo di dire.
“E la otterrai.”
Mi sento vulnerabile.
Io sono sola. E loro sono in cinque. La scrivania è
l’unica cosa che ci divide. E l’unica arma che ho è il libro che ho in mano.
“Sei al sicuro adesso, Miss Granger,” Dice Silente,
“In effetti, sei sempre stata al sicuro per tutto questo tempo. Non avremmo mai
lasciato che le cose andassero troppo in là.”
Fa sul serio?
Tutto questo è folle.
Annuisco, “D-d’accordo.
Diciamo che le credo.”
Tutti aspettano in silenzio che io continui.
“E lasciarmi morire di fame, invadere la mia privacy,
umiliarmi, picchiarmi… tutto questo non è stato
considerato come ‘troppo’?” Chiedo, con voce tremante.
“Capisco che sei arrabbiata, ma lasciami spiegare,”
Risponde Silente, “So che capirai che è stato necessario.”
Mi sbilancio un po’ all’indietro, “Si spieghi.”
“Sei una delle migliori amiche di Harry. E con questo
hai delle responsabilità…”
Il tempo sembra rallentare.
“… immagina quanto sarebbe pericoloso se certe
informazioni venissero fuori…”
“… non sei abbastanza forte…”
“… tradimento…”
“… hai avuto delle lezioni… occlumanzia…”
“… più forte dopo tutto questo…”
“… più intelligente…”
“… ci hai dimostrato chi sei…”
Finalmente smettono di parlare.
Finalmente riesco a trovare la mia stessa voce.
“E… io ho passato il test?”
Chiedo, tranquilla.
“Sì, Miss Granger,” Risponde Silente.
“Ma ho cercato di uccidermi.”
“Non hai mai accettato di passare al lato oscuro o di
offrirgli alcun tipo di informazione. Hai dimostrato la tua lealtà.”
Cade un lungo silenzio.
Passa un minuto.
Poi un altro.
E un altro.
Ma se ne stanno tutti in silenzio.
Ci crederò davvero?
“Io… sono stata via per un
mese?” Chiedo, “Cosa… cosa avete detto alla mia
famiglia? Harry e Ron?” Poi mi rendo conto di una cosa, “Harry sa niente di
tutto questo?”
Silente scuote velocemente la testa, “No. Non sa
nulla.”
“Non sarebbe d’accordo,” Dico, “Non vi permetterebbe
mai di fare una cosa del genere.”
Silente resta in silenzio per un istante prima di
parlare di nuovo, “I tuoi genitori non sanno nulla. Hanno ricevuto le tue
lettere, come sempre.”
Deglutisco, “Voi… voi avete
mandato loro delle lettere da parte mia? Loro credono che io sia ad Hogwarts?”
“Dobbiamo tenere questa cosa segreta, Miss Granger.
Sono sicuro che capirai.”
Capire?
Guardo Remus che è in piedi dietro Silente, ma non mi
sta guardando. C’è della vergogna sul suo volto?
Poi un pensiero mi trafigge come un coltello, “C-cosa mi dice di… Piton? Anche
lui ne fa parte?”
“Sì. Puoi pensare a lui come tuo mentore. Il suo ruolo
era quello di accompagnarti lungo il percorso,” Spiega Silente.
All’improvviso tutto mi passa davanti agli occhi.
Tutte le nostre conversazioni.
Noi che ci baciamo.
Noi che facciamo la doccia insieme.
La scorsa notte.
E l’hanno visto tutti. Lo sanno tutti.
Non mi sento bene.
Mi piego in due, tenendomi lo stomaco.
“Hermione, stai bene?” Chiede Lupin, venendo verso di
me.
Io mi scosto da lui, “Non mi tocchi!” Urlo,
lanciandogli il libro contro.
Lo colpisce al petto ed indietreggia immediatamente.
“Dov’è?” Chiedo, “Voglio vederlo. Voglio parlarci.”
“Severus?” Chiede Silente, “Lui…
non è disponibile al momento.”
“Beh, signore,
lo renda disponibile,” Sibilo, “Pretendo di vederlo.”
Il Preside alla fine annuisce, guardando Lupin, il
quale sospira e poi lascia la stanza.
“Severus ha chiesto di non vederti,” Dice Silente
tranquillamente.
“Lui… beh, io voglio vederlo.”
“Molto bene.”
Silenzio.
Non riesco a credere che stia accadendo.
Sto sognando?
“Miss Granger, non sei l’unica.”
“C-cosa?”
“Chiunque sia importante per l’Ordine deve essere
testato. Anche il tuo amico Ronald Weasley.”
“Ron?” Alzo lo sguardo verso di lui, scioccata.
“Durante l’estate,” Dice Silente.
“Questo è il motivo per cui…
lui non mi ha mai scritto…” Tutto inizia ad avere
senso adesso, “Cosa… è stato così anche per lui?”
“Non esattamente. Ci sono test diversi per tutti, Miss
Granger.”
“Perché non me l’ha detto?” Sussurro, calma, “E cos’ha
detto a loro? Harry e Ron?”
“Loro credono che tu sia con la tua famiglia,
prendendoti cura di tua madre che sta male da un po’ a questo punto.”
Tutte queste bugie.
Bugie.
Bugie.
Questo è troppo per me.
Sono stanca.
E ho sonno.
E ho fame.
Alzo lo sguardo verso il Preside, “Lei è… reale?”
Lui sorride flebilmente, “Te lo assicuro, Miss
Granger, sono reale per davvero.”
Mi circondo con le braccia e aspetto in silenzio.
“Signori, potete lasciarci adesso,” Dice Silente alle
persone alle sue spalle.
Fanno tutti un cenno di assenso e si avviano verso la
porta.
Abbasso lo sguardo, notando quanto sembrino magre le
mie gambe e quanto io sia sporca.
Sono piena di lividi.
Ho delle cicatrici.
I miei capelli sono più corti.
Ed è tutta colpa loro.
Loro mi hanno fatto questo.
Non Voldemort.
L’Ordine.
Li ho protetti per tutto questo tempo e loro sono
stati quelli che mi hanno fatto tutto questo.
“Preside.”
Quella voce mi fa venire i brividi.
Alzo lentamente gli occhi, notando che è qui.
Piton.
Sta evitando il mio sguardo, lo vedo.
“Miss Granger ha richiesto la tua presenza, Severus.”
“Capisco.”
Alla fine dico, “I-io volevo
parlare con lui… in privato.”
Lui s’irrigidisce.
Sta almeno respirando?
Silente annuisce, “D’accordo. Tornerò tra qualche
minuto. Ci sono alcune cose di cui dobbiamo discutere.”
E poi se ne va.
Sono da sola con Piton.
Di nuovo.
Stiamo evitando entrambi di guardarci.
Non riesco a guardarlo.
Continuo a ricordarmi della scorsa notte.
Quando tremavo di piacere contro di lui.
E nemmeno lui riesce a guardarmi.
Prendendo un bel respiro, finalmente trovo la forza di
parlare, “Perché?”
È la prima parola che mi viene in mente.
Lui se ne sta in silenzio per un lungo istante.
Raccolgo il coraggio e mi dirigo verso di lui,
dandogli uno schiaffo sul viso. La sua testa scatta di lato per quanta forza ci
ho messo, ma questo è tutto. Lui non reagisce. Non mostra dolore. Niente.
Voglio colpirlo di nuovo.
E di nuovo.
E di nuovo.
Ma prima che la mia mano possa incontrare di nuovo la
sua faccia, lui l’afferra, guardandomi con fare pericoloso.
Tiro via la mano con uno strattone.
“Perché?” Chiedo di nuovo, “Mi risponda.”
“Mi hanno ordinato di farlo.”
Sembra che sia stato torturato.
Sembra stanco.
Imbarazzato.
Devo sentirmi dispiaciuta per lui?
“È vero questo?” Chiedo, “O è un altro gioco? Un’altra
visione?”
“No. È tutto vero.”
Prendo un respiro esitante, “Lei…
tutte le cose che ha fatto… tutto ciò che è successo
nella cella… hanno visto tutti…
sanno ogni cosa?”
I suoi occhi incontrano i miei, “No. Non è così.”
“Allora com’è?”
“Non ci hanno sentiti. Non ci hanno osservati. Quando
eravamo nella cella, eravamo soli. Solo io
e te.”
“Non le credo.”
“Credimi, Miss Granger. Tutto ciò che sanno è ciò che
ho detto loro.”
Lo ascolto, sperando e pregando che non stia mentendo.
Lui continua, “Durante le visite al bagno parlavo con loro, dicevo loro cosa pensavo
avrebbero dovuto sapere. Informazioni sul tuo stato mentale, i tuoi progressi,
le mie opinioni personali. Ma non ci hanno mai visti nella cella.”
“Allora perché mi ha…
baciata? E… la scorsa notte? Cos’era?”
Lui si avvicina di un passo, la sua voce è cupa, “Loro
non sanno niente di tutto questo. E non devono mai venirne a conoscenza.”
“Perché… perché l’ha fatto…?” Chiedo di nuovo.
Lui distoglie lo sguardo, “Io…
volevo solo fare qualcosa per te.”
Dopo un lungo istante finalmente torna a guardarmi,
“Non ero d’accordo con tutto ciò che stava succedendo. E ho cercato di… rendere le cose più semplici per te, almeno per un paio
di istanti. Di compensare per tutto.”
“E lei…” Non riesco nemmeno
a trovare le parole, “Quindi… non era tutto pianificato?
Silente non le ha ordinato di sedurmi?”
“No,” Scuote la testa immediatamente, “Non lo farei mai…”
“Questo significa che è stato lei. Perché?”
Lui deglutisce rumorosamente, “Miss Granger. Sono
stato anch’io in quella cella. Ero lì con te. Per quasi un mese. E… sono successe delle cose. Cose di cui non vado fiero.”
“Lei…”
“Sono più vecchio di te. Sono il tuo Professore. Ma io
sono un uomo e tu sei una… donna. E io non sono perfetto, Miss Granger. E sono
pronto ad accettare qualsiasi tipo di provvedimento per ciò che ho fatto. Lo
capirò se hai voglia di mandarmi ad Azkaban. Hai
tutto il diritto di volerlo.”
Una risatina mi sfugge, “Sono stata così stupida.
Voltandomi indietro… me ne rendo conto chiaramente.
Lei non era mai in disperato bisogno di qualcosa e sembrava che sapesse che non saremmo morti. Tutte le
cose che ha detto… sul non fidarsi di nessuno, tutte
le lezioni di Occlumanzia, lei mi stava preparando. Allenando. E quando ha
rifiutato quando io… le ho chiesto di… sa… Sapeva che non saremmo
morti. Sapeva che le guardie non avrebbero fatto niente del genere. Perché
avrebbe portato il tutto troppo in là.”
Lui non dice niente.
Prendo un respiro profondo e calmo, “Ma tutte quelle
piccole cose… i commenti della guardia sulla sua
famiglia, sul suo…” Indico verso la parte bassa del
suo corpo, “… problema.”
Lui s’irrigidisce, “Abbiamo cercato di renderlo il più
realistico possibile. Sarebbe stato sospetto se avessi avuto solo tu dei
momenti imbarazzanti.”
Era un capolavoro.
“Allora… erano tutte bugie?”
Chiedo.
Lui scuote lentamente la testa, “No. Non tutte.”
Non sono sicura di volerne sapere di più.
“E se fossi morta?” Chiedo, “Quella notte in cui mi
sono tagliata?”
“Quello è stato un errore. Ho cercato di convincerli a
finirla con tutto questo quando è successo, ma non hanno voluto ascoltarmi.”
“E quella guardia?
Chi è?”
“Un membro dell’Ordine. Qualcuno che ci ha aiutato con
cose del genere.”
Mi fa male la testa.
Mi appoggio contro il muro, “E quella ragazza? Rose? È
morta davanti ai miei occhi! L’ho vista morire!”
“Non è morta.”
“Ma – “
“Miss Granger, tu tra tutte le persone dovresti sapere
cosa può fare la magia.”
Non riesco a respirare.
“Come ha potuto?” Chiedo con calma, “Perché non ha
messo fine a tutto questo? Avrebbe potuto… dirlo a
qualcuno. Il Ministero…”
Lui non dice nulla per un lungo istante.
Continuo a fissarlo, in attesa.
“Non spettava a me,” Dice alla fine, “Ho fatto del mio
meglio per renderti le cose più facili, ma non c’era molto altro che potessi
fare.”
“Davvero? E come ha cercato di rendermi le cose più facili,
esattamente?”
Lui si avvicina a me, “Volevano tenerti sveglia per molti
giorni. Ricordi quel braccialetto? È stata una mia idea… aiutarti a procurare un po’ di
sonno. Sono andato contro i loro ordini per aiutarti.”
Lui continua, la rabbia è evidente nel suo tono di
voce, “E secondo i loro piani io avrei dovuto voltarti le spalle molto, molto tempo prima, ma mi sono
rifiutato.”
“P-perché?”
“Perché non volevo lasciarti sola lì dentro.”
Dovrei credergli?
Cambierebbe qualcosa?
Il mondo intero mi è appena crollato addosso.
“Ricordi quando hai avuto un pasto diverso dal solito
pane e acqua? Anche per quello sono stato io,” Sibila lui, “Non cercare di
rendermi un mostro più grande di quanto lo sia.”
“E adesso?” Sussurro, “Cosa c’è…
tra di noi?”
Lui si schiarisce la gola, allontanandosi da me.
Come potrò superare tutto questo?
Sarò mai capace di lasciarmi tutto alle spalle?
“Miss Granger, starai bene.”
C’è qualcosa
nel suo tono di voce.
Ma quando apro la bocca per chiederglielo, Silente
entra di nuovo nella stanza.
“Spero di non interrompere nulla, ma dobbiamo porre
fine alla faccenda,” Dice lui a Piton.
“Voglio andare a casa,” Sussurro.
Silente sospira, “Miss Granger. Hai dimostrato a te
stessa quanto vali. E sarai ricompensata per questo dopo la Guerra.”
“Non mi ringrazi, Preside,” Lo interrompo, “Non ho
ancora finito.”
Entrambi mi guardano.
Io continuo, “Io le farò causa.”
L’espressione di Silente non cambia.
Perché non c’è preoccupazione sul suo viso?
“Non mi ha sentito?” Chiedo, “Quello che ha fatto è illegale. Non importa quanto fossero nobili le sue intenzioni. Non importa se
capisco perché l’ha fatto. È
sbagliato. Mi ha violentata. Ha violentato il mio corpo, la mia mente. Chi
crede di essere?”
Mi dirigo verso di loro, la rabbia cresce lentamente
dentro di me, “Avrò bisogno di andare in terapia per il resto della mia vita!
Sa cosa significa vivere nella paura per un mese? Chi le ha dato il diritto di
farlo? Lei non è meglio di Voldemort, dopotutto.”
“Miss Granger – “ Inizia Piton.
“Anche lei! Come riuscirò a tornare ad Hogwarts? Come
riuscirò ad assistere alle sue lezioni e guardarla e non pensare a… a tutto ciò che è successo?”
Lui parla lentamente, “Non dovrai farlo.”
“Cosa… cosa sta dicendo?”
Lui mi guarda dritto negli occhi, “Sei molto
coraggiosa, Miss Granger. Mi hai reso orgoglioso di te molte volte.”
Perché mi sta parlando come se non ci dovessimo vedere
più? Come se mi stesse dicendo addio?
Silente s’intromette, “Per la tua sicurezza…
per il tuo bene, i tuoi ricordi verranno rimossi.”
I miei occhi si spalancano per lo shock, “Cosa?”
“Solo fino alla fine della Guerra.”
“No! Lei non farà una cosa del genere!” Urlo.
“Miss Granger.”
“Allora qual era il senso di passare tutto quello che
ho passato se poi non me ne ricorderò affatto? Qual era il senso delle lezioni
di Occlumanzia e – “
Silente m’interrompe, “Ricorderai alcune cose.
Conoscenze che hai acquisito per la maggior parte. Ma non ricorderai dove le
hai acquisite. È l’unico modo per proteggere te e noi.”
“Non fa sul serio,” Cerco di andarmene verso la porta,
ma Piton mi afferra il braccio.
“Miss Granger, devi smetterla. Usa la testa,” Mi dice.
“Mi lasci andare!” Mi dimeno, “Mi rifiuto! E me ne
vado!”
Perché non mi lascia andare il braccio?
“Mi dispiace,” Mi sussurra.
E poi capisco.
“No,” Mi dimeno ancora di più, “Non potete farmi
questo! È illegale! Potreste andare ad Azkaban per
questo!”
Silente punta la sua bacchetta contro di me, “Mi
dispiace, ragazza mia. Ma è per il bene di tutti.”
Guardo Piton, “La prego, mi aiuti. Non glielo
permetta!”
“Mi dispiace,” È la sua unica risposta, “Mi dispiace
così tanto.”
“No!” Cerco di sfuggire alla sua presa, ma è inutile.
Mi afferra anche l’altro braccio e sono obbligata a
guardare Silente.
“Oblivion.”
N.d.T.
Non è finita qui, c’è ancora l’epilogo! ;)
A presto,
Sijack