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Autore: Miss Simple    21/06/2014    3 recensioni
"Cos'è un nome?
Quella che chiamiamo "rosa"
con un altro nome avrebbe il suo profumo"
- William Shakespeare
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciò che non si aspettava quella mattina era la chiamata imprevista di sua zia. Non era un’abitudine chiamarsi, lo si faceva solo quando qualcosa non andava. In realtà, Donghae ha sempre cercato di costruire un rapporto con lei, era l’unica familiare biologica in vita: ma nulla, lei era sempre ostile nei suoi confronti.
Come vedeva suo nipote? Solo una fastidiosa bocca in più da sfamare. Non aveva mai cercato di avere un atteggiamento materno nei suoi confronti, mai una parole dolce, ma neanche cattiva. C’era solo indifferenza.
Per la donna, lui era stato un imprevisto che non aveva mai voluto, ma non poteva tirarsi indietro e abbandonarlo. Forse per coscienza o forse temeva che l’anima del defunto fratello, nonché padre di Donghae, le venisse in sonno e le avrebbe fatto passare le pene dell’inferno. Ma quella mattina qualcosa cambiò e decise di lavarsene le mani del tutto.
“Pronto?”
“Donghae, sono io.”
“Zia Soyun?”
“Sì, sono io.”
“Oh… qualcosa non va?”
“Si, cioè no… senti mio caro, ormai sei abbastanza grande quindi è ora che io non mi occupi più di te. Non pagherò più l’affitto e non avrai più un soldo da parte mia, l’unica cosa che posso fare è continuare a pagare gli studi universitari, perché… perché glielo devo. Questo è tutto!
Ah sì! Dimenticavo: io e tuo zio andremo a vivere in America. Buona fortuna mio caro.”
“C-cosa? Mi stai dicendo che… sai cosa Soyun?! Non sentirti in dovere di fare nulla! Non pagare i miei studi! Non devi niente né a me né a mio padre.” E con ciò Donghae riattaccò in preda all’ira. Ira che non riusciva a controllare, finendo per distruggre tutto ciò che avesse davanti.
“Perchè tutto a me? Perché non posso essere amato come tutte le persone di questo mondo?” era un grido disperato, forse un grido di aiuto. Non gli importava nulla dei soldi, con quelli non si comprava ciò che a lui era sempre mancato. E per la seconda volta era stato abbandonato.
Se questo era il “buongiorno” non osava immaginare come sarebbe stata il resto della giornata.
Cercò di ripulire tutto il casino che aveva fatto, ma quando si ritrovò davanti al suo laptop, in salone, per istinto mandò un email a chi non si sarebbe mai aspettato. Aveva bisogno di parlare, poteva benissimo farlo con Leeteuk, ma decise che, forse, parlare con un estranio sarebbe stato la cosa giusta.
 
To:MONKEY86
Monkey!! Appena puoi scrivimi!

 
Non passò molto che il suonò della sua email catturò subito la sua attenzione… era la persona di cui aveva bisogno in quel momento.
 
From:MONKEY86
Oh, il signorino Donghae…A cosa devo l’onore?
Pensavo che sarei stato io a disturbarti per primo, di nuovo.

To: MONKEY86
No niente, lascia stare…
Non hai nulla da fare che stare su internet?

 
From:MONKEY86
Chi ti dice che io non sia occupato e che tu non mi stia disturbando? Eh?
E tu? Niente università o cos’altro?
 
To:MONKEY86
No, non mi va di andare all’università… Aspetta! Ma tu come… Vabbè lasciamo stare.
Comunque scusa se ti ho disturbato… Non volevo. Ciao!!

 
From:MONKEY86
Non essere stupido non mi disturbi, anzi.
Mmmh cosa c’è che non va? Qualcosa ti turba? Se vuoi puoi parlarmene, sono qui.
 
Non sapeva darsi una valida ragione ma si lasciò andare, raccontò un po’ di quello che era successo. Non pensava che ne sarebbe stato in grado, ma gli venne più facile di quando doveva raccontare le cose a Leeteuk.
Monkey non lo giudicò -non che Leeteuk lo facesse- e cercò di confortarlo e di dargli forza.
 
From:MONKEY86
Bene, adesso mio caro è ora di alzare il culo dalla sedia e uscire.
Vai a cercare un lavoro!!
Non hai bisogno di nessuno, sei abbastanza forte per farcela da solo. 
Adesso vai e ritorna a casa con un lavoro. Quando tornerai sarò qui per festeggiare insieme a te.

 
Quelle parole, le sue parole, erano quello che gli serviva in quel momento. Prese il suo giubbino di pelle e uscì. Durante il tragitto mandò un messaggio a Kyu per informarlo che quella mattina non sarebbe andato a lezione. Kyuhyun era la scelta giusta, lui non gli avrebbe mai chiesto delle spiegazioni.
Per tutta la mattinata cercò qualsiasi tipo di lavoro in ristoranti, minimarket, caffetterie, ma ancora nulla. Era più facile che a dirsi che a farsi, ma si era ripromesso -anzi aveva promesso a Monkey- che  avrebbe trovato lavoro prima della fine della giornata.
Girando per le strade di Seoul, si ritrovò vicino alla pasticceria di Ryeowook. Ormai erano ore che gironzolava così decise di fermarsi un po’ e prendere qualcosa di rigenerante.
Ryeowook quel giorno non era presente, prese comunque posto e ordinò un pezzo di Devil Cake che gustò con molta calma, pensando in quale parte di Seoul potesse andare per trovare un lavoro. Era perso nei suoi pensieri quando una mano si appoggiò sulla sua spalla.
“Donghae?”
“Eunhyuk?”
“Già…” sorrise con un leggero imbarazzo
“Che ci fai qui?”
“Niente, stavo solo andando ad allenarmi e visto che la pasticceria è sulla strada ho pensato di prendere qualcosa per dopo.”
“Capito…” Il silenzio calò tra i due. Eunhyuk controllò il suo orologio da polso e notò che doveva andare.
“Senti, se non hai nulla da fare che ne dici di farmi compagnia?”
“Bhè, non saprei.”
“Dai, ci divertiremo. Non farti pregare!” Eunhyuk sfoggiò uno dei suoi sorrisi, quelli ai quali nessuno avrebbe potuto dire di no. E a quanto pare neanche Donghae visto che adesso si trovava in una scuola di ballo, apparentemente chiusa, insieme a lui.
“Come facciamo ad entrare?”
“Ho queste.” Eunhyuk uscì dalla sua tasca un mazzo di chiavi che fece girare sul suo indice. Donghae, in risposta, gli rivolse uno sguardo interrogativo.
“La scuola appartiene ai genitori di uno dei miei amici di crew.” disse mentre entravano. Il luogo era imponente, metteva suggestione. Nelle pareti erano appese delle foto di ballerini , nei corridoi c’erano delle cristalliere dove erano esposti i vari trofei e riconoscimenti. “Ed io ho l’opportunità di venire anche quando la scuola è chiusa.” concluse Eunhyuk mentre entrarono in una delle sale.
“Credevo che le crew facessero pratica per le strade”
“Bhè si, ma noi abbiamo l’opportunità di farlo dentro una sala… Senti ho sentito che anche a te piace ballare, che ne dici...” disse facendogli intendere di allenarsi insieme a lui.
“Oh no! Non sono così bravo… non voglio farti perdere tempo.”
“Ma che dici! Dai balla con me.” detto ciò, Eunhyuk accese lo stereo e cominciò a riscaldare i muscoli invitando un incerto Donghae a fare lo stesso finchè non accettò. Eunhyuk mise su una coreografia per loro e passo dopo passo riuscirono a trovare un’armonia. I loro corpi si muovevano contemporaneamente, sembravano un’unica persone in quel momento. Provarono fino allo sfinimento: erano ormai passate ore da quando avevano iniziato.
Si lasciarono cadere sul parquet cercando di riprender fiato.
“Allora, cosa ci facevi in giro oggi? Non avevi università?”
“Si avevo lezione ma…” ad un tratto si fermò e ricordò il motivo per cui non era andato a lezione: un lavoro. E invece era chiuso in una sala a ballare “Dannazione, scusami ma ora devo proprio andare.”
“Cosa? Che ti prende?”
“Niente, dovevo cercare un lavoro e invece sono qui.”
“Oh, è per questo.” disse Eunhyuk pensando a qualcosa “Senti, se vuoi io ho la soluzione: potresti lavorare qui. I proprietari stanno cercando qualcuno che stia alla reception e che si occupi delle iscrizioni e di tutto quello che riguarda la segreteria… So che non è molto ma…”
“Oh, sarebbe magnifico! Solo che…”
“Aspetta solo un attimo. faccio una telefonata. Non te ne andare.” Con ciò Eunhyuk prese il telefono e si allontanò.
Certo gli sarebbe piaciuto lavorare in una scuola di ballo.
Quando Eunhyuk ritornò, aveva un sorriso soddisfatto stampato sul suo viso.
“Amami.”
“C-come scusa?”
“Oddio scherzo, ma dovresti farlo davvero visto che ti ho trovato il lavoro. Puoi iniziare direttamente domani. Alle 16:00 devi essere qui.”
“Sei serio? Non mi stai prendendo in giro, vero?”
“Ti sembra che stia scherzando?”
“Oddio, non so come ringraziarti!” Eunhyuk alzò le spalle come se non avesse fatto nulla di così importante.
Dopo averlo salutato e ringraziato, Donghae ritornò nel suo appartamento, stanco ma felice.
 
To:MONKEY86
Trovato!! Da domani lavorerò in una scuola di ballo.
Grazie per avermi spronato… non so se senza di te ce l’avrei mai fatta.
  
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