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Autore: DaisyBuch    21/06/2014    1 recensioni
Olivia, Yvonne e Jolene non si conoscevano, ognuna di loro aveva una storia diversa, un passato diverso. Eppure quella sera si erano trovate, ma erano rimaste coinvolte da una cassaforte. La vita delle tre ragazze sarà rovinata da un colpo troppo grosso, che le porterà ad un'avventura al di sopra delle loro aspettative.
Dal capitolo 7:
"-Per quanto tempo ancora continuerai a non guardarmi negli occhi?- le chiese Max.
Olivia dovette fare uno sforzo per rispondere e per guardarlo, quindi ci concesse un po’ di tempo prima di farlo e un grande respiro per l’autocontrollo. Avrebbe potuto rispondergli peggio, ma la ragione le ricordava che quella sera avrebbero avuto bisogno del suo aiuto.
-Fino a che non me ne andrò.- rispose Olivia. Finì in una sorsata il caffè e si alzò dalla tavola. Lui ovviamente non disse niente, non reagì. Lui non faceva mai niente."
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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cap7 La mattina dopo Olivia si svegliò con un gran mal di testa, sdraiata sul letto dei suoi. La luce che entrava dalle finestre e i molto gradi che avvertiva la fecero sentire peggio, inoltre le indicavano che doveva essere passata da poco l’ora di pranzo. Era ancora vestita come la sera precedente e puzzava da morire. Decise di andarsi a fare una doccia prima di scendere al piano inferiore, scelse con cura di evitare di ricordarsi quella notte, pensò solo a lavarsi. La sua mente era molto più silenziosa del solito, come la casa del resto, non le dava fastidio il disordine che c’era in camera, non si preoccupava di asciugarsi e piastrarsi i capelli o di rendersi presentabile. Scese e si diresse verso la cucina, sul divano vide Yvonne dormire con la bocca aperta, controllò in camera e Jolene dormiva come un angelo, ed aveva deciso saggiamente di mettersi il pigiama, al contrario suo. Il pensiero di Max l’attraversò di sfuggita, non si permise di pensarci, andò dritta verso il bancone della cucina per farsi un caffè, aprì lo sportello del frigo per prendere il latte e quando lo chiuse davanti a lei apparve Max, voleva sicuramente prenderla di sorpresa ma lei non si fece spaventare.
Fece finta di niente e versò un po’ di latte, lui era di nuovo nudo ed era intento a guardarla mentre beveva dalla bottiglia.
Olivia lo ignorò completamente ed adesso che i ricordi stavano riaffiorando, si sedette sulla sedia e bevve lentamente il caffè scrutando un punto indecifrabile davanti a lei. Max si mise sulla sedia davanti a lei, interrompendo il flusso dei suoi silenziosi pensieri, e facendole spostare lo sguardo da un’altra parte.
-Per quanto tempo ancora continuerai a non guardarmi negli occhi?- le chiese Max.
Olivia dovette fare uno sforzo per rispondere e per guardarlo, quindi ci concesse un po’ di tempo prima di farlo e un grande respiro per l’autocontrollo. Avrebbe potuto rispondergli peggio, ma la ragione le ricordava che quella sera avrebbero avuto bisogno del suo aiuto.
-Fino a che non me ne andrò.- rispose Olivia. Finì in una sorsata il caffè e si alzò dalla tavola. Lui ovviamente non disse niente, non reagì. Lui non faceva mai niente.


Quando Olivia uscì fuori per buttare la spazzatura, notò il garage vicino alla casa, nascosto dalla casetta degli attrezzi, non ci andava da molto tempo e se l’era quasi completamente scordato. Lo aprì alzando molta polvere che la fece starnutire, e dentro trovò la vecchia macchina del padre a cui non voleva neanche avvicinarcisi, l’orrore della sua infanzia si rifaceva vivo, ma adesso era cresciuta, e pensò di dover affrontare quelle cose. L’ultima volta che ci era entrata si ricordava che era quando aveva accompagnato sua madre all’ospedale perché suo padre le aveva rotto il naso, e lei piangeva e sanguinava. Respirò profondamente.
 Era solo una macchina alla fine, con dei brutti ricordi allegati. Ma era una macchina. Guardò la macchina di Max e pensò con ardore che avrebbe preferito guidare quella, ma era troppo orgogliosa per farlo, perciò entrò in garage e si diresse in città con quella del padre. Nel viaggio non mise nemmeno la musica, affrontò con calma la situazione, e quando parcheggiò la macchina in città capì di esserci riuscita, da quel momento la giornata aveva preso una piega migliore e lei si sentiva molto meglio. Entrò in un market a comprare qualcosa da mangiare per la sera,  prese anche delle aspirine per il suo mal di testa ed eventualmente anche per quello delle altre.  Quando uscì dal negozio, si fermò ad osservarne un altro a pochi metri con vestiti eleganti molto costosi, se ne stava per andare quando un tizio che era uscito proprio da quel negozio la investì in pieno. Le buste non le caddero per fortuna e quando stava per dirgli di fare più attenzione il vecchio signore si scusò per primo –Mi scusi.- disse velocemente. Quando Olivia lo guardò lo riconobbe subito: era il signor Warlett. Le caddero le buste dalle mani e lei rimase a bocca aperta e impietrita, stava pensando che volesse arrestarla o che l’avesse beccata. Lui si limitò a guardarla dall’alto verso il basso e se ne andò di fretta. Olivia ci mise un po’ per realizzare che se ne era andato, e che lei era rimasta in mezzo alla strada con le gocce di sudore che le scendevano lungo la fronte e la spesa a terra. Per tutto il viaggio di ritorno non poteva che essere scioccata da quell’incontro. Sapeva che il signor Warlett era a Las Vegas,  che sicuramente quella sera avrebbe partecipato all’asta e che non l’aveva riconosciuta. Decise di giostrarsela bene, aveva un punto di partenza in più adesso, dovevano stare attente quella sera al mausoleo ma di lei non sapeva nulla, perciò doveva usare questo come punto a loro favore.

Non appena tornò a casa vide Yvonne e Jolene sul divano intente a guardare il telegiornale.
-Novità?-chiese Olivia mettendo a posto la spesa.
-Solo che hanno delle piste per la collana.- rispose Jolene preoccupata.
Non era una notizia rilevante, pensò Olivia, era quello che si diceva quando non sapevano cosa fare.
-Tu come stai?- chiese Yvonne.
-Un po’ scioccata.- convenne Olivia riferendosi all’incontro di poco prima.
-Per ieri sera?- domandò. Olivia passò in rassegna tutti i ricordi che aveva di quella notte: lei aveva bevuto molto, avevano giocato e Jolene aveva vinto una marea di soldi. Anche se in realtà questi erano le cose che lei aveva preferito ricordare.
Yvonne non le diede nemmeno il tempo di rispondere. –Io non so se ti ha dato fastidio.. però mi sento in colpa, volevo parlartene oggi perchè non voglio che tu sia arrabbiata con me.- disse in fretta Yvonne. Wow delle scuse da parte di Yvonne.
-Parlarmi di cosa?- chiese Olivia spaesata.
-Wow, eri proprio ubriaca.- rise Jolene.
-Io e ehm, Max, ci siamo baciati.- disse Yvonne a bassa voce e mordendosi le labbra. Olivia che aveva represso quell’evento con così tanta cura e difficoltà se lo vide passare davanti tutto insieme.
Guardò Yvonne per un secondo, provò a parlare ma si fermò e poi ci riprovò –Beh, lo conoscevi solo da un giorno.. ma non ti farò la predica per questo.- concluse Olivia sorridendo. Non voleva far sentire in colpa Yvonne facendole la predica, lei era fatta così e chi era lei per giudicarla? L’unica nota dolente forse era quel “Max”.
-Ho capito che forse tra voi due c’è qualcosa.. e io non volevo per niente..- stava dicendo Yvonne quando Olivia la interruppe.
-Non c’è niente tra noi due.- precisò subito facendo cadere la lattina di pomodoro per terra.
Yvonne la guardò per un attimo e si scambiò un’occhiata con Jolene.
-Beh, ma quando io l’ho baciato, lui mi ha fermata.. e mi ha detto che gli piacevi tu.- disse Yvonne. Olivia venne totalmente investita da quella notizia, il respirò le manco per molti secondi e dovette reggersi al tavolo.
-Non ha usato proprio quel verbo.. beh, ne ha usato un altro.- ammise Yvonne, che si sentiva un po’ in colpa, ma che adesso era più preoccupata per l’espressione di Olivia e se andare avanti o meno. Ma oramai non aveva scelta.
-Ha detto che ti ama, Olly.- concluse Yvonne. Olivia non parlò per molti minuti, troppi shock per una sola giornata. In realtà era molto stupita da quella notizia, ma d’altra parte pensava che non era vero.  Insomma loro non si vedevano da due anni, come faceva ad amarla? Era tutto di pessimo gusto. Olivia resistette  alla voglia di andarsene in camera e distruggere qualcosa per sfogarsi, si limitò a fare l’ennesimo profondo respiro, a dimenticare quella conversazione  e parlare della cosa più importante.
-Ho incontrato il signor Warlett.- annunciò. Jolene ed Yvonne caddero in silenzio e la fissarono impaurite.

   
 
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