Capitolo
2 -
Famiglia
«Tesoro,
sai benissimo che stai sbagliando. Non
dovresti andartene da lì, quella è la tua
famiglia e ti vogliono bene. Ne
soffrirebbero»
«Ma
nonna, io non posso approfittare di loro,
capisci?»
La
nonna gli sorrise così tanto, che sembrava
brillare di luce propria. La sua voce si affievoliva sempre di
più, Teddy
sentiva che quel sogno stava per finire…
«Tesoro
mio, tu sei come un figlio per Harry e
dovresti restare, davvero. Appartieni a loro e lo
sai…» la nonna si alzò e
iniziò a camminare, dopo aver fatto un cenno
all’amato nipote. Teddy iniziò a
correre ma non riusciva mai a raggiungerla. Era stremato; continuava a
chiamarla ma questa non si voltava… fin quando….
«Teeeeeddyyyy…
Alzati, su! Mamma dice che la colazione è pronta e che ha
bisogno del tuo
aiuto, tra poco arrivano gli ospiti!!» Un marmocchio dai
capelli indefiniti
tanto scompigliati, saltò sul letto di Ted Remus Lupin, quel
31 dicembre.
Teddy
finalmente
aprì gli occhi dopo aver mugugnato qualcosa di indefinito;
volse il suo sguardo
a sinistra in cerca del marmocchio e, non appena si volse a destra,
vide un
James Sirius Potter sfoggiare un sorriso a trentadue denti che stava a
dieci
centimetri dal suo viso.
«AAARGHH!
Jamie,
maledizione! Mi hai messo paura!»
James
scese in
fretta dal letto e uscì ridendo come un forsennato dalla
stanza di Ted, che
considerava come un punto di riferimento da quando era nato, e come un
fratello
maggiore da quando viveva lì, precisamente 6 anni ormai.
Ted, fino ai suoi 11
anni, aveva vissuto con la sua nonna materna, Andromeda.
Quest’ultima però si
era ammalata ed era morta in pochi mesi. Il piccolo, al suo primo anno
ad
Hogwarts, era subito stato accolto in casa del suo padrino, che aveva
fatto di
tutto pur di farlo stare bene e gli aveva dato, assieme a Ginny, tutto
l’amore
possibile di una famiglia. Ted era felice in quella casa, quella
famiglia la
sentiva sua. Ma sapeva che in realtà Harry e Ginny non erano
i suoi genitori e
così, per non recare più loro alcun disturbo dato
che doveva loro tanto per
tutto quello che avevano fatto per lui, aveva deciso che compiuti
diciassette
anni e uscito da Hogwarts, si sarebbe trovato un lavoro e avrebbe preso
casa a
Londra, da solo. I suoi genitori e sua nonna Andromeda gli avevano
lasciato un
gruzzoletto niente male, che gli avrebbe permesso di poter realizzare
quest’idea.
Qualche
mese prima
aveva comunicato questa decisione ad Harry e Ginny, e loro, seppur
riluttanti e
tristi per la decisione del grande di casa, avevano approvato.
L’avrebbero
appoggiato in tutto ciò che lo avrebbe reso felice, anche se
questo comportava
un allontanamento da lui.
Mentre
Ted si
alzava dal letto e tastava con i piedi il pavimento in cerca delle sue
pantofole, vide sulla sua scrivania poco più in
là un quotidiano di annunci. Si
alzò e lo afferrò, rileggendo gli annunci di
lavoro e gli affitti che aveva
cerchiato qualche giorno prima. Voleva mostrarli a Harry e sapere cosa
ne
pensava. Non aveva mai fatto niente in vita sua senza aver chiesto un
parere al
suo padrino.
«Buongiorno
tesoro,
le tue frittelle ai mirtilli sono pronte!» disse Ginny che
fece capolino dalla
cucina, con un sorriso stampato in faccia non appena vide Teddy entrare
in sala
da pranzo.
«Grazie,
Gin!
Buongiorno anche a te»
Mentre
Ted
prendeva posto a tavola tra Harry e James, poggiò sul tavolo
il giornale, che
attirò subito l’attenzione del secondo.
«Dov’è
Al?» chiese
Teddy, non vedendo il secondo piccolo Potter in tavola.
«Ha
fatto
colazione molto presto ed è salito subito in camera
sua» rispose James
riluttante
«E
come mai?»
chiese Ted, mentre addentava la prima frittella della giornata.
«Ha
detto che
doveva cercare una cosa per Rose…» disse Harry
distrattamente, mentre sfogliava
la gazzetta del profeta che era appena arrivata.
Ginny
prese posto
in tavola accanto a Lily, esattamente di fronte a Teddy e al fianco
opposto di
suo marito.
James
non aveva
staccato gli occhi dal giornale di Teddy, mentre cercava di leggere
qualcosa
seppur fosse molto distante da esso.
Sembrava
combattuto, infine si rivolse a Ted e disse
«Teddy,
perché hai
portato giù questo giornale?»
Harry,
Ginny e
Lily lo notarono, e fissarono Ted interrogativi, in attesa di una
risposta da
quest’ultimo.
«Beh,
ecco… Io ho
trovato degli annunci interessanti…»
Subito
Harry
afferrò il giornale e la sua espressione si
incupì, Ginny si avvicinò al marito
e dopo aver capito a cosa si riferiva Teddy, lo guardò
visibilmente triste e preoccupata.
«Che
annunci?»
chiese ancora James che ora sembrava preoccupato. Lily guardava con gli
occhi
sbarrati alternativamente Teddy e James, il primo imbarazzato e il
secondo
piuttosto curioso.
Teddy
guardò prima
Lily e poi James e, impacciato ma cercando di sorridere, disse
«Dopo
che… dopo
che mi sarò diplomato, molto probabilmente
prenderò casa da solo e mi cercherò
un lavoretto…»
Lily
abbassò il
capo, triste, e sua madre la strinse a sé con un braccio.
La
reazione di
James fu diversa.
Si
alzò e si parò
davanti a Ted, con un’espressione corrucciata in viso
«Ma perché vuoi
andartene?»
«Beh,
io… Voglio…
voglio trovare la mia strada e ho già approfittato troppo di
voi…» disse con
tatto al piccolo, che prontamente rispose, quasi urlando
«Ma
noi siamo la tua
famiglia! Perché vuoi abbandonarci?»
Ted cercò di
assumere adesso un’espressione
autorevole, tipica da fratello maggiore.
«James,
non è così
semplice…»
«Si
invece, tu non
ci vuoi più bene, non è
così?» il maggiore di casa Potter corse via dalla
sala da
pranzo, mentre ricacciava indietro le lacrime che minacciavano di
uscire. Salì
in camera sua e, dopo aver sbattuto la porta dietro le sue spalle,
scoppiò in
lacrime sonoramente.
Ginny
guardò il
marito e seguì il figlio in camera, mentre Lily non si
muoveva dal suo posto, e
fissava Teddy.
«Io…
io non volevo
ferirlo»
Harry
sorrise
tristemente al figlioccio e gli strinse la mano che aveva poggiato sul
tavolo,
come per dargli forza.
«Tesoro,
sai
quanto ti adora… Sei come un fratello per lui, non vorremmo
mai che tu andassi
via da qui, lo sai…»
«Allora…
Allora
perché non gli dici che deve restare qui?» chiese
Lily spiccia
«Tesoro,
non
posso… Teddy è grande e…»
«E
vuole andare
via… vero?» chiese Lily a Teddy, speranzosa di
ricevere un no come risposta.
Teddy però annuì, seppur tristemente,
così la piccola si fece rabbiosa
«Allora
è vero,
non ci vuoi più bene… Anche per me sei mio
fratello, sai? Esattamente come
James e Albus, solo che tu mi tratti come una principessa! E se te ne
vai, chi
si prenderà cura di me?» disse Lily, prima di
lasciare anche lei la stanza in
lacrime.
Teddy
a quel punto
si alzò dalla sedia, a dir poco triste.
«Ted,
se vuoi
possiamo ancora parlarne…» disse Harry titubante
«No,
lascia stare…»
«Harry,
tesoro!
Potresti andare tu ad aprire?»
Harry
si diresse a
grandi falcate verso il portone d’ingresso, con i marmocchi
di casa che
saltellavano alle sue spalle. Erano tutti eccitatissimi, erano
già arrivati
tutti i Weasley tranne Ron e la sua famiglia e i Paciock.
Aprì
la porta e
sorrise radioso.
«Neville!
Professore,
vieni qua!» disse Harry sorridendo, con fare solenne,
accogliendo tra le sue
braccia l’amico che rise di rimando.
«Ciao
Hannah!
Dov’è la piccola… Alice, ciao
tesoro!» disse Harry, avvolgendo prima la moglie
e poi la figlia dell’amico.
«Ciao
principessa,
hey campione!!! Harry, dov’è il mio
figlioccio?»
Neville
avvolse in
un unico abbraccio sia James che Lily, mentre Albus stava nascosto
dietro un
vaso enorme, ridacchiando. Faceva sempre questo giochetto quando
Neville lo
veniva a trovare, si nascondeva perché gli piaceva quando il
suo padrino lo
trovava e gli faceva il solletico. E Neville che lo sapeva, stava al
gioco ogni
volta.
«Heeeey
sciocchino… Sono qui!» strillò una
vocetta
«Ahhhh,
eccotii!
Vieni qua, ti faccio vedere io chi è lo sciocchino
qui!»
Il
rito iniziò,
mentre tutti si dirigevano verso l’enorme sala da pranzo dei
Potter.
Teddy
parlava con
Victoire che lo guardava incantata e rideva, Molly e Lucy, le figlie di
Percy,
ammiravano la grande e ricca libreria di casa (seppur avessero ancora
rispettivamente dieci e nove anni, mostravano di avere
l’animo studioso del
padre), Dominique, Louis, Fred e Roxanne giocavano con un gioco di
società che
aveva portato loro George, per tenerli buoni, direttamente dal negozio
Tiri
Vispi Weasley. Avevano tutti loro più o meno la stessa
età;
mentre Victoire
era la più grande dei nipoti di Molly e Arthur Weasley,
frequentava il sesto
anno a Hogwarts e, come tutti in famiglia, era una Grifondoro. Proprio
come
Ted, che però frequentava il settimo anno.
Non
appena Harry
varcò la soglia della sua sala da pranzo, un’altra
scampanellata raggiunse le
sue orecchie, così si riprecipitò dinuovo verso
l’ingresso, con dietro il suo
trio di bambini.
Aprirono
la porta
e, mentre tutti erano stati colti di sorpresa, Lily aveva urlato
gioiosa e si
era tuffata tra le braccia dell’ospite inaspettato.
«AAAAAHHH!
Lunaaa!»
Luna
Lovegood,
amica di Harry e migliore amica di Ginny, si era presentata davanti a
casa
Potter, rendendo più che felice la sua figlioccia Lily.
La
avvolse in un
abbraccio tenero e successivamente abbracciò Harry e i
piccoli.
«Luna,
avevi detto
che non saresti venuta! E’ un piacere averti con
noi!»
«Oh,
beh, sai… Raccoglievo
dei Plimpli d’acqua dolce quando mi sono resa conto che mi
stavo annoiando,
così sono subito venuta qui. Spero di non
disturbare…»
Harry
sorrise
radioso, divertito dal tono della sua amica. Era felice
che
almeno lei fosse sempre la stessa, dopo quella terribile guerra che
avevano
combattuto insieme.
Un
altro
scampanellio, l’ultimo della giornata, annunciò
l’arrivo di Ron, Hermione, Hugo
e Rose…
«Finalmente,
Granger! Ti facevo una puntuale!» disse Harry divertito a
Hermione, che alla
frase dell’amico lanciò un’occhiataccia
al marito, che arrossì. Si avvicinò ad
Harry e gli sussurrò «Miseriaccia Harry, ho preso
l’automibole…»
«Automobile,
Ron»
lo interruppe Harry divertito
«Si,
insomma…
quella! Credevo di sapere la strada e invece… ci siamo persi
un paio di volte!
Non dire mai più niente riguardo al nostro ritardo, o
Hermione mi ucciderà!»
disse Ron, che fece ridere nuovamente il suo migliore amico, che
avvolse le sue
spalle con un braccio e disse
«Avanti
Ron,
sbrigati ad entrare, o dovrai sorbirti la predica di tua
sorella!»
Così
Ron
attraversò l’uscio di casa Potter e si diresse con
Harry in tavola, dove tutti
li attendevano già.
Ciao a tutti! Ecco il secondo capitolo della storia, spero vi piaccia! Ringrazio Babyramone per aver recensito! alla prossima -Marauder11