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Autore: Mary SG    22/06/2014    1 recensioni
Dal capitolo 1:
"Mi afferrai al muretto del lungo mare e mi sporsi un po’ più avanti chiudendo gli occhi e inalando l’acqua marina. Il vento di febbraio mi sfiorava il viso, era fresco ma piacevole. Pensai un attimo alla mia schifosa vita, che stava per finire in quest’oceano.
Ero psicologicamente pronta quando sentii i passi di qualcuno avvicinarsi a me cautamente, rimasi immobile facendo finta di niente, poi sentii una voce maschile e così calda dietro le mie spalle.
“Cosa vorresti fare?” chiese con tutta tranquillità l’uomo dietro di me."
| prima storia che pubblico sugli a7x, spero vi piaccia! Buona lettura :) |
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Fallen Souls
Capitolo 4
"Sometimes I don't know why
we'd rather live than die,
we look up towards the sky
for answers to our lives"

Bat Country.


Quella mattina mi svegliai  indolenzita a causa della nottata passata sul divano. Mi stiracchiai le braccia e mi strofinai gli occhi, notando che avevo ancora del trucco addosso, così mi alzai e mi diressi in bagno per farmi una doccia calda. Purtroppo mi ricordai tutto quello che successe la sera prima, alla festa di Jimmy; ricordavo ancora la reazione di Brian/Synyster e lo sguardo amareggiato di Zacky.
Mi sentivo in colpa ma allo stesso tempo mi auto convincevo di aver fatto la cosa giusta. La vita mi aveva recato troppe sofferenze e pensavo che Zacky fosse stato dalla mia parte quella sera, ma ne dubitavo, infondo la sua migliore amica se n’era andata per tre anni ed era troppo ovvio che avrebbe difeso il suo amico nonché membro della sua band. L’acqua calda che picchiettava sul mio viso scendeva sul mio corpo, dandomi un po’ di calore in più.
Dopo essere uscita dalla doccia mi sistemai e mi asciugai i capelli, lasciandoli un po’ mossi; mi vestii con una felpa dei Green Day, jeans  e i miei adorati anfibi, poi entrai in cucina per preparare il caffè e fare colazione. Mentre stavo sistemando in salotto sentii il campanello della porta suonare. Sobbalzai leggermente al suono metallico del campanello, erano solo le 8:30, forse sarà successo qualcosa di grave. Mi precipitai ad aprire la porta e mi ritrovai davanti Zacky.
“Ciao” disse un po’ freddamente appena gli aprii la porta.
“Hey Zacky, entra” lo feci entrare e lo feci accomodare in cucina, offrendogli un caffè. Si comportava come se stesse in casa di uno sconosciuto e questo suo atteggiamento mi stava infastidendo. Dopo avergli offerto il caffè e aver fatto colazione con me, restammo in silenzio per qualche minuto.
“E’ successo qualcosa?”
“Sinceramente? Si. Credimi, non ho dormito tutta la notte perché dovevo pensare a cosa dirti, come scusarmi e..” parlò fin troppo velocemente e tirò un sospiro.
“Zacky, tranquillo. Forse avrei dovuto scusarmi io, sia con te che con lui. Ma in quel momento non ci stavo ragionando perché era come se mi avesse preso per il culo solo perché mi aveva vista sul..” non continuai la frase, balbettai soltanto, cercando le parole giuste da dirgli. Non potevo dire al mio migliore amico che avevo conosciuto quel tizio proprio nel momento in cui volevo suicidarmi. Mi aveva già vista troppe volte in quello stato e non volevo confessargli che avevo, in un certo modo, ricominciato. 
“Beh scusa” dissi avvicinandomi a lui e abbracciandolo forte, sedendomi sulle sue gambe. Lui rise e ricambiò l’abbraccio, stritolandomi quasi con le sue braccia muscolose.
“Oggi non vai al negozio?” mi chiese mentre sistemavo in cucina, levando le tazze dal tavolo e mettendole in lavastoviglie.
“No, oggi no. Il sabato stiamo chiusi”
“Ah, perfetto. Quindi mi potrai accompagnare dal tatuatore!” disse sorridendo felicemente come se fosse un bambino di dieci anni.
“Dimmi, che tatuaggio vorresti fare? Ormai hai le braccia quasi piene!”
“Appunto. Quasi! Le voglio avere entrambe tutte tatuate!”
Tirai un sospiro, scuotendo la testa e sorridendo; non ero contraria ai tatuaggi anzi mi piacevano ma non mi piaceva il fatto di fare un tatuaggio, un marchio che resterà per il resto della tua vita nella tua pelle, senza senso. Se avessi voluto farmelo un giorno avrei preferito tatuarmi qualcosa con un significato preciso.
“Dai, te lo faccio fare anche a te!”
“Cosa? No no bello. Lo farò quando sarò pronta”
“Non è un esame o un figlio, è solo un tatuaggio”
“Io non sono come te che si fa mettere inchiostro sulla pelle senza un significato”
“Guarda che i miei tatuaggi hanno tutti un significato” rispose in modo quasi solenne.
“Okay, se lo dici tu! Dai, aspettami che prendo le mie cose e andiamo” dissi sorridendo.
Zacky scese per mettere a moto l’auto e io lo seguii non appena chiusi a chiave l’appartamento e scesi le scale. Entrata in auto mi ritrovai il cd “Famous Monsters” dei Misfits  e subito ci guardammo sorridendo, ricordando i vecchi momenti quando lui strimpellava “Helena” e io mi limitavo a cantare. Quelli erano gli unici momenti di felicità della mia infanzia, passati tutti con Zacky, lui era davvero speciale con me, era come se fosse veramente un fratello. Sorridevo alle scene che mi passavano in mente, guardando dal finestrino il centro quasi affollato di Huntington Beach, lui invece si limitava solo a guardarmi qualche volta e a sorridere.
“A che pensi?”
“A quando eravamo piccoli” mi girai verso di lui guardandolo sorridente. Lui ricambiò il sorriso e ritornò a guardare la strada.
Non appena arrivati allo studio, entrammo e aspettammo che il tatuatore si preparasse. Fece entrare Zacky nel suo studio per iniziare a tatuarlo, mentre io aspettai nella sala d’attesa, sfogliando il libro in cui c’erano ogni tipo di disegno; rimasi colpita da uno in particolare: era un’ancora in cui attorno c’era un tipo di pergamena con scritto “Reckless and Brave”. Mi piaceva il modo in cui era disegnato e stavo iniziando a dare un mio significato personale al disegno.
Dopo un'ora circa, Zacky uscì dallo studio sorridente, venne verso di me e mi mostrò il suo nuovo tatuaggio, posto dietro il braccio sinistro.
“Beeh, che te ne pare?” mi domandò sfoggiando un sorriso appagato.
“Devo dire che questa volta è meraviglioso!” risposi guardando meglio il tatuaggio.
“Beh, l’ho fatto per te” mi disse con un sorriso tenero. Il tatuaggio raffigurava il logo storico dei Misfits, e vedendolo sulla sua pelle, mi faceva capire che teneva alla nostra infanzia e voleva, in qualche modo, ricordarsi dei bei momenti passati insieme. Mi commossi all’ultima frase del mio amico e lo abbracciai stretto, sussurrandogli un “ti voglio bene”. Sciolto l’abbraccio Zacky pagò il tatuatore e uscimmo dallo studio dirigendoci in auto.
“Ora dove andiamo?” chiesi allegramente.
“Pensavo di andare a fare un giro in centro e poi andare a mangiare in un fast food lì vicino”
“Si, l’idea mi piace ma.. come mai un giro in centro?” Zacky odiava fare shopping e soprattutto girare per i negozi quindi la sua proposta mi sembrava alquanto strana.
“Questa sera io e la mia band ci esibiremo in un locale e vorrei trovare qualcosa di abbastanza figo, sai, giubbini con le borchie, anfibi..”
“Mh, capisco. Si dai, si può fare”
“E tu devi assolutamente venire!” disse in un modo quasi severo.
“Certo, ma solo per ascoltare te, Matt, Jimmy e il tizio con la cresta, il nanetto… com’è che si chiama?”
“Ahh, Jhonny” disse ridendo.
“Ecco. Synyster, Brian, come cazzo si chiami, lui no. Mi sta sul cazzo quello” dissi mettendomi a braccia conserte e corrugando la fronte.
“Ma dai, non ti avrà mica chiamato puttana e ti avrà detto di scopare!”
No Zacky, forse l’intento era quello, ma si era preso gioco di me, fingendosi depresso in modo da raccontargli la mia schifosa vita. Oltre al mio migliore amico, non avevo nessuna confidenza con gli altri, non avevo nessuno con cui confidarmi e in quegli anni in cui mi trasferii, soffrii moltissimo la mancanza di Zacky; nella mia infanzia molte persone mi maltrattarono e a causa di questo non mi fidavo della gente, neanche di quei pochi amici che avevo.
Andammo nel centro commerciale e aiutai il mio migliore amico a scegliere cosa mettere al concerto di quella sera. Comprò un paio di anfibi neri dall’aspetto usato e un giubbino nero in pelle con applicate qualche borchie che si abbinava agli anfibi. Dopo aver passato quasi un paio d’ore nei negozi, ci dirigemmo in un fast food che si trovava nel centro commerciale. Mi abbuffai tanto perché Zacky aveva ordinato porzioni extra di tutto e mi costringeva a mangiare poiché mi vedeva magra e pallida.
Parlammo tantissimo in quel momento, era come se fossero passati secoli al posto di tre anni: mi parlò del progetto della band, della sua famiglia e delle sue intenzioni nella vita. Io rimasi ad ascoltarlo, non stancandomi mai, ma lo invidiavo un po’, la sua vita sembrava quasi perfetta mentre la mia sembrava una vita giusto per esistere, senza nessuna meta da raggiungere.
Durante la passeggiata post-pranzo ci fumammo una sigaretta e vedemmo uno dei volantini sparsi per la città in cui diceva che la band di Zacky suonava allo “Xtreme”, lo presi e lessi il nome della band e l’ora.
“Vi chiamate Avenged Sevenfold?”
“Si, ti piace?” disse aspirando la sigaretta e buttando il mozzicone per terra calpestandolo.
“Si, è figo!” sorrisi e piegai il foglietto in due mettendolo nella tracolla che avevo addosso.
“Prima abbiamo parlato tanto di me, ora parlami di te!”
“E cosa dovrei dirti? Per adesso non ho nessuna band” dissi mostrando un sorriso
“No, ma magari del negozio oppure se disegni ancora… a proposito, disegni ancora??” disse voltandosi verso di me accennandomi un sorriso. Da piccola amavo disegnare, e secondo il parere di Zacky erano meravigliosi, mi piaceva disegnare mentre lui strimpellava la sua chitarra in giardino dei suoi genitori. Ora che ero diventata adulta, avevo tante cose a cui pensare e disegnavo a malapena.
“No, in realtà no. Purtroppo sono impegnata col negozio e i vari ordini che non ho più tempo per me, infatti appena torno a casa devo mettermi a ordinare le cose che mancano in negozio” dissi passandomi una mano sulla fronte “A proposito, che ora è?” domandai voltandomi verso Zacky.
“Le 4 pm”
“Oddio sono in ritardo, fra meno di un’ora devo fare l’ordine! Mi accompagni a casa?” lui annuì e ci dirigemmo verso l’auto per poi portarmi a casa. Lo salutai frettolosamente e gli dissi che quella sera sarei andata a vederlo con la band. Quella sera avrei rivisto lo stronzo, ma non ero assolutamente dell’idea di scusarmi con lui.
 
 
 Author's corner:
Saaalve a tuti! Rieccomi col... quarto capitolo! Wow non ci credo sto aggiornando e c'è gente a cui piace la mia storia! Io vi amo awww Scusatemi se non aggiorno come avrei voluto stabilire ma cercherò di aggiornare ogni tre/quattro giorni (i promise) Ringrazio di cuore tutte le belle personcine che leggono questa "storia" (se la possiamo definire così, perchè io la definirei obbrobbrio)  e spero di, in qualche modo, farvela piacere. Alla prossima! Con affetto
Mary SG

 
  
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