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Autore: Severa Crouch    22/06/2014    0 recensioni
Questa storia nasce in occasione del compleanno di Pseudopolis Yard.
Dal primo capitolo:
Il primo a voltarle le spalle era stato proprio lui, quando aveva conosciuto Audrey, e l'aveva sposata, e aveva avuto due bellissime bambine ed era tornato a pensare alla propria carriera al Ministero; poi c'era stata Med, che era così assorbita da Oliver e dal campionato di Quidditch - lei! - e dai turni del San Mungo da non riuscire a gestirla insieme al resto; infine, c'era stato Charlie.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Gli incubi erano tornati ad ossessionarla come un tempo, più di quanto non facessero i primi giorni trascorsi a Roma.

Claudia si era accorta immediatamente dell'aria con cui l'indomani Fera si era presentata in Basilica e del modo in cui aveva detto a Percy di partire quando lui, ancora una volta, si era presentato con l'aria smarrita di chi non ha capito nulla.

Percy infine era partito, anche perché le visite e le riunioni con il Ministro della magia italiana erano terminate e lui non aveva altri motivi per trattenersi a Roma.

La sua partenza, tuttavia, non aveva portato il sollievo sperato.

Fera continuava a lavorare in Basilica con il solito impegno, anche se era meno brillante, meno divertente e meno concentrata del solito. Persino il prete che ogni volta che andava in Basilica per il turno delle confessioni e passava a salutare “i ragazzi del Museo”, come li amava definire, persino lui si era accorto che qualcosa non andava in Fera.

Le domandò se avesse voglia di parlare con qualcuno, di raccontare cosa le stava succedendo, ma Fera declinò l'offerta con estrema gentilezza. Non voleva essere maleducata, ma non poteva rivelare a un prete – per quanto simpatico e alla mano – che lei era una strega e che era vissuta nel mondo magico e tutto quello che tornava a farle male.

Era stato Federico, quindi, ad imporle di parlare. Il primo giorno di riposo di Fera era andato a trovarla preoccupato dal suo silenzio. Di solito, loro si sentivano tutti i giorni e commentavano le puntate delle serie tv che guardavano assieme e si raccontavano la giornata rivelandosi una marea di aneddoti. In quei giorni, tuttavia, aveva notato che qualcosa si era come spezzato. Inizialmente non vi aveva fatto caso, anche perché era alle prese con un importante progetto a lavoro, la sera usciva tardi dall'ufficio e con Fera si erano sentiti velocemente per darsi la buonanotte.

Tuttavia, non appena l'emergenza lavoro era rientrata e la consegna era stata rispettata, Federico non aveva potuto fare a meno di notare il silenzio della sua ragazza sul telefono e, cosa inaudita, sui social network.

Erano giorni che non commentava i blog che seguiva ed erano altrettanti giorni che non gli lasciava un messaggio o una mail. Il fiume di parole che alimentava costantemente Fera sembrava essersi prosciugato all'improvviso e questo era estremamente preoccupante.

Federico vagava per il piccolo monolocale di Fera, cercando segni che potessero rivelargli il malessere della sua fidanzata quando trovò appoggiata sulla scrivania quella che aveva l'aria di essere una bacchetta magica.

Fera uscendo dal bagno lo sorprese ad osservare incuriosito la bacchetta in una mano.

“Cosa stai facendo?” gli domandò.

Federico le sorrise, sistemò gli occhiali con quel gesto che – Rowena – le ricordava Percy più di quanto non avrebbe voluto ammettere e disse: “Sei caduta nel tunnel dei giochi di ruolo, vero? Una cosa come il Signore degli Anelli, giusto? Ed è per questo che non sei più tu. Devo chiamarti Gandalf la bianca?”

Fera guardò Federico per un istante. Si soffermò sul profilo regolare, sugli occhi verdi e curiosi, sul fisico asciutto e sportivo, sul taglio nuovo che si era fatto e che continuava a sembrarle troppo corto. Pensò che lei non era meglio di Percy, visto che in quel preciso momento stava mentendo a quel ragazzo, tenendogli nascosta una parte della sua vera natura e il suo passato.

“La verità potrebbe sconvolgerti, Fede,” gli disse piano.

Le si avvicinò ridendo, l'attirò a sé dalla cintura dell'accappatoio che ancora aveva indosso e le disse: “Che non sei diventata Gandalf il bianco, ne ho appena avuto la prova, che cosa dovrebbe sconvolgermi?”

“Il fatto che sono una strega,” gli disse.

Federico alzò gli occhi al cielo, sbuffò e le disse: “Fera, quante volte ti ho detto che nei giochi di ruolo è bello cambiare? Non puoi essere sempre una donna! Insomma, lì fuori è pieno di orchi e chissà quali altre creature che vogliono mettere le mani su una fanciulla graziosa come te, e tu ti metti su un piatto d'argento?”

Fera allontanò Federico, indossò una lunga t-shirt con il logo degli Stark di quella nuova serie che avevano appena iniziato a seguire “Game of Thrones”, lo guardò mentre aveva ancora in mano la sua bacchetta magica e gli disse: “Non c'è nessun gioco di ruolo, Fede. Io sono una strega, lo sono davvero.”

Federico la guardò divertito, ma sembrava ancora non riuscire a crederle sul serio, tanto che disse: “Sì, va bene, quando ti arrabbi sei terrificante, ma non ti sembra di esagerare, al massimo sarai una fata...”

Fera sorrise per la sciocchezza che aveva appena sentito, si decise a prendergli la bacchetta dalle mani e farne uscire delle scintille rosse dalla punta.

“Vedi? E poi, le fate sono creature sciocche, i maghi e le streghe le usano come elementi decorativi, non osare paragonarmi a una fata!”

Federico guardò la bacchetta: l'aveva studiata a lungo senza trovare alcun tasto.

“Molto divertente, qual è il trucco?”

I Babbani... Era proprio vero che crederebbero a tutto pur di non vedere la magia, anche se ce l'hanno sotto gli occhi. Fera mosse la bacchetta e fece levitare un paio di libri nella stanza, e quando Federico la guardò con aria dubitativa per l'ennesima volta, si incavolò e fece levitare anche lui. Alla fine, lui le credette.

“Fera, è grandioso, perché non me l'hai mai detto?” esclamò realizzando che la magia esisteva nel mondo reale e non era solo una finzione letteraria!

“Perché non volevo più usare la magia, perché nel mondo magico sono stata fin troppo male...” rispose lei.

“Il mondo magico? Vuoi dire che non sei l'unica?”

Fera sospirò e dovette raccontargli di come tutto ebbe inizio il giorno che la professoressa Sprite bussò alla porta di casa sua, di Hogwarts, di Diagon Alley, della guerra, dei suoi genitori che non riusciva più a rintracciare e... di Charlie.

“Vuoi dire che il tuo ex era un allevatore di Draghi? Come quelli di Danaerys?”

Fera scosse la testa: la sua vita non era un videogioco o un telefilm!

“Sì, più o meno...”

“Che figo!” si lasciò sfuggire Federico.

Fera perse la pazienza, perché non poteva sopportare che anche lui subisse il fascino di quelle lucertole sputafuoco e non avrebbe tollerato che giustificasse Charlie: “No, non è figo, non è per niente figo! Mi ha lasciato per andare nella Terra del Fuoco con quei maledetti Draghi e realizzare il sogno di un allevamento dove fossero liberi di scorazzare!”

“Fera, capisco che ti abbia ferito, e lui è un idiota a perderti così, ma cavolo... i Draghi!”

Esasperata, Fera provò a recuperare le fila del discorso: “Sono stata così male che la mia magia si è spenta: anche le magie più semplici non mi uscivano, forse volevo tornare a vivere da Babbana, perché da piccola ero felice...”

“Babbana?” la interruppe Federico.

“I Babbani sono coloro che non hanno poteri magici,” spiegò.

Federico ci rifletté su e poi disse: “Ad ogni modo, sembra offensiva come parola...”

“Beh, non lo è... è da sempre che gli umani senza magia si chiamano Babbani, quelli con i poteri magici sono i Maghi e le Streghe,” spiegò Fera e continuò: “A volte capita che nelle famiglie Babbane nasca un Mago o una Strega, anche se non è ancora chiaro perché la magia nasca in alcune persone spontaneamente. Ad esempio, i miei genitori sono Babbani.”

“Adesso la tua magia sta tornando?” le domandò Federico.

“Sì, e non so cosa fare... è come se due parti di me, il mio passato e il mio presente fossero in guerra tra loro.”

“Fera, che tu abbia la magia o no, tu sei sempre Fera, sei sempre la ragazza meravigliosa che amo,” le disse prendendole le mani tra le sue.

Fera si lasciò andare all'abbraccio di Federico, anche se sapeva che l'entusiasmo iniziale si sarebbe raffreddato e che una volta assorbita la notizia sarebbero emersi i problemi e non sapeva se sarebbe stata in grado di spiegargli tutto e tradurre ogni cosa. Ad esempio, cosa avrebbe detto Med di lui? E Oliver? E i suoi amici del mondo magico? E lui come avrebbe giudicato il mondo da cui proveniva? Come una gabbia di matti?

Poteva spiegargli che si entrava a Diagon Alley dal retro di un pub battendo la bacchetta su dei mattoni, e come sarebbe stato per lui osservare le magie senza poterle fare?

Tutte queste domande le ronzavano nella testa, anche se in quell'esatto momento, mentre lui la stringeva a sé, Fera voleva credere con tutta sé stessa che ogni cosa sarebbe andata bene e che era possibile per un Babbano avere la moglie strega ed essere felici in entrambi i mondi.

“Ma dimmi,” le disse accarezzandole i capelli, “sai anche viaggiare nello spaziotempo?”

Fera ridacchiò e si limitò a rispondere: “Sono una strega, non un Signore del Tempo...”

“Peccato, allora dovremo continuare ad aspettare una cabina blu.”

Fera si addormentò tra le braccia di Federico e ringraziò mentalmente Rowena Ravenclaw di avere un fidanzato con la mente aperta e il senso dell'umorismo.

Quella pace ritrovata tra i due mondi, tuttavia, in conformità a tutte le statistiche di Babbanologia, non sarebbe durata a lungo. Infatti, la professoressa Burbage aveva sempre spiegato che il momento più difficile per un Babbano che ha una relazione d'amore con una strega arriva dopo: nello gestire lo Statuto di Segretezza Magica, non poter dire a nessuno la condizione della propria fidanzata e il senso di inferiorità che man mano affiora.

Fera si era attrezzata per far fronte a tutto ciò: aveva continuato a vivere da Babbana come se niente fosse, anche se ogni tanto la magia riaffiorava in modo spontaneo. Erano cose da poco conto, piccole levitazioni quando lui le faceva il solletico, luci fluttuanti e quegli esempi di magia spontanea che compaiono anche con i bambini. Fera aveva bisogno di esercitare i propri poteri magici per riprendere il controllo sulla magia e passava la sera a ripassare gli incantesimi imparati ad Hogwarts.

Federico guardava con timore la bacchetta magica sul comodino da quella volta in cui le aveva chiesto di trasformare il peluche in un ranocchio e lei lo aveva accontentato.

Nei giorni seguenti, Federico divenne strano. Fera studiò nuovamente il testo di Babbanologia, consultò gli appunti suoi e quelli di Percy per trovare qualcosa che potesse aver detto la Professoressa Burbage a lezione e che poteva esserle sfuggito, senza tuttavia trovare nulla.

Federico stava diventando meno divertente e questa volta era lui a parlare di meno, come se la mente fosse da un'altra parte.

Fera provò a parlarne con lui, che tuttavia negava qualsiasi problema, sostenendo solo che fosse un periodo difficile a lavoro e che il loro rapporto non era cambiato.

Si maledì per non avere né del Veritaserum – sebbene il suo uso fosse deprecabile – né per essere brava nella Legilimanzia – sebbene Med avesse insistito migliaia di volte per darle delle lezioni. Avrebbe potuto scrivere a Med se non fosse incerta sul dove trovare un gufo per consegnarle la lettera. Al pensiero del gufo, Fera si ricordò improvvisamente delle foto scattate con Percy che aveva fatto stampare e che non era riuscita a consegnargli. Ricordò le chiacchiere con lui e pensò che persino un consiglio di Percy – che aveva sempre ragione – le avrebbe fatto bene per fare un po' di chiarezza a quanto stava accadendo a lei e Federico.

L'aggiornamento della homepage di Facebook, tuttavia, rese superfluo ogni consiglio. Sulla home in tutta la sua brutalità comparve la verità che Fera tanto cercava. I colleghi di Federico avevano pubblicato una serie di foto scattate durante la festa dell'azienda cliente per la quale avevano lavorato giorno e notte. In tutte le foto Federico era attaccato ad una tizia bionda: parlavano in secondo piano rispetto ai due colleghi che avevano postato le foto, in un'altra foto – addirittura – ballavano! E c'era anche chi faceva lo spiritoso nei commenti per la nuova conquista di Federico.

Mentre scorreva la galleria di immagini, la verità emergeva sempre più nitida e così anche il nome della tizia: Giada. La gelosia e le lezioni di informatica fecero il resto. In poco tempo Fera riuscì a risalire al profilo Facebook di questa Giada, un senso di nausea l'assalì quando vide la foto profilo con lei in bikini.

“Tipico...”

Gli stati, poi, erano di uno svenevole che neanche la fanfiction più fluffosa avrebbe potuto raggiungere. Quel “so che mi pensi...” con quei puntini sospensivi messi per alludere al fatto che sì, Federico, il suo Federico quel giorno a quell'ora era con lei, nel suo monolocale con l'aria assente, mentre lei stava colpevolizzandosi per la sua natura da strega!

Quella storia andava avanti da prima che lei confessasse la sua natura magica. All'improvviso vide il viscido essere che era: altro che “i Draghi sono fighi!” o “Sei la mia streghetta speciale!” Quest'affronto era peggiore del tiro che Bill aveva tirato a Med! A pensarci bene, questa Giada assomigliava anche a quell'oca starnazzante di Fleur!

Fera nascose la bacchetta perché Federico sarebbe arrivato da lì a poco e avrebbe rischiato di fare una brutta fine se lei avesse avuto la bacchetta a portata di mano. Sentì bussare, ma non era la porta, era un gufo che batteva il becco contro il vetro della sua finestra con una lettera legata alla zampa.

 

 

 

 

NdA: Ecco il quarto capitolo!

Forse non l'ho detto, ma la storia è ambientata nel 2011 e nell'Aprile 2011 è andata in onda in America la prima stagione di Game of Thrones, quindi fate riferimento a quel periodo per tecnologia/serie tv. La prima stagione con Eleven va in onda nel 2010 e quindi anche i riferimenti a Rory e Amy sono pertinenti, o almeno credo di non aver fatto casino e dovrebbe tornare tutto, se c'è qualche errore, perdonatemi! :D
Al prossimo e ultimo capitolo! 
Sev

   
 
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