Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: ChibiRoby    22/06/2014    6 recensioni
E se dopo la morte di Maria, German non fosse scappato dal passato?
Violetta vive in una gabbia dorata finché non le si presenta l'occasione di fuggire, grazie al suo amore per la musica e a un paio di occhi verdi troverà il suo posto nel mondo.
Pablo e Angie sono una coppia sposata alle prese con un arrivo speciale che rivoluzionerà la loro vita.
Diego e Camilla da sempre migliori amici si ritroveranno alle prese con un nuovo sentimento mai provato prima.
E German dopo anni di paure scoprirà che si può sempre tornare ad amare.
Tratto del capitolo 11
[...] -Non credevo che provassi quello che provo io. – ammise abbassando lo sguardo imbarazzata.
-Invece è così, mi piaci da impazzire Violetta, fin dalla prima volta che ti ho vista, mi sei entrata dentro e non riesco a smettere di pensare a te. – le rivelò alzandole il mento con due dita per guardarla negli occhi.
-Tu non mi piaci Leon, io ti amo! – rivelò con un’audacia che neanche lei sapeva di avere, annullò nuovamente la distanza tra i loro volti e lo baciò. [...]
Leonetta, Pangie, Fedemilla, Camiego accenni Naxi, Marcesca, Andresx?, Larax?, Brodwayx?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla, Diego, Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Capitolo 3 – Prime volte 2/2


In meno di un minuto Violetta si ritrovò circondata da diversi ragazzi della sua età che la guardavano con curiosità. Abbasso lo sguardo, fissando con attenzione il pavimento, non era abituata a stare in posti affollati e tutti quegli occhi puntati su di lei la mettevano a disagio.        
Alzò la testa solo quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e incrociò gli occhi di Leon. –Tranquilla, ci sono io con te. – sussurrò talmente piano che solo lei riuscì a sentirlo.
-Grazie. – bisbigliò sorridendogli dolcemente.
Vargas fece per dirle qualcosa ma Ludmilla lo bloccò con un finto colpo di tosse.
 -Scusa Lion, te la rubò per un secondo o due. – sorrise poggiando un braccio intorno alle spalle dell’amica, costringendola a fare qualche passo in avanti.
-Ragazzi… - iniziò rivolta specialmente al gruppo di ragazzi che poco prima stava ballando sul palco insieme a lei – … lei è Violetta Castillo, una mia cara amica perciò trattatemela bene o ve la vedrete con me! – concluse sorridendo, sembrava che stesse scherzando ma bastava guardarla negli occhi per scorgere una flebile scintilla di malvagità, la stessa che animava costantemente lo sguardo della vecchia Ludmilla Ferro. Il gruppo si scambiò occhiate preoccupate, sapevano fin troppo bene di cosa era capace la bionda se veniva provocata.
-Così tu sei la famosa Violetta! – esclamò una ragazza dai lunghi capelli rossi, sorridendole – Sono Camilla Torres. Leon mi ha parlato moltissimo di te! – aggiunse maliziosa facendola arrossire.
-Anche lei è cotta! – pensò entusiasta vedendo il sorriso della Castillo mutare da timido a raggiante, il tipico sorriso da ragazza innamorata.   
-Diego Casal. – s’intromise un ragazzo moro dall’accento spagnolo –Se Leon ti fa arrabbiare o allunga troppo le mani chiamami, lo rimetto a posto! – scherzò amicandole con fare giocoso. Annui imbarazzata. Era senza alcun dubbio un ragazzo affascinante ma agli occhi di Vilù nessuno poteva battere il suo amato messicano.
-Dopo facciamo i conti. – pensò Leon fulminandoli con lo sguardo, gli stavano facendo fare una pessima figura davanti a Violetta.
Diego si accorse del modo in cui lo fulminava l’amico e ghigno divertito mentre Camilla gli faceva una linguaccia.
Fortunatamente Violetta non si accorse di nulla, troppo intenta a ascoltare le presentazioni di Andres, Brodway, Francesca, Marco e Maxi.
Stava per l’appunto facendo conoscenza con il rapper quando le si avvicinò l’ultima ragazza del gruppo.
-Piacere di conoscerti, sono Nata. – si presentò porgendole la mano con un sorriso timido appena accennato – Anch’io ho sentito parlare molto di te ma da Ludmilla e Federico. – continuò indicando la coppia che sorrise con nonchalance.
-Il piacere è tutto mio, Ludmilla mi ha parlato molto di te! – spiegò stringendole allegramente la mano. Nata era esattamente come gliela aveva descritta la Ferro, all’iniziò era stata molto gelosa del loro rapporto, aveva sognato di avere un’amicizia speciale come la loro. Sapevano tutto l’una dell’altra e erano ancora amiche.
-Non sapevo che vi conosceste. – commentò Lena avvicinandosi, avrebbe voluto farlo prima ma, anche se non lo avrebbe mai ammesso, tutti quei ragazzi più grandi l’avevano un po’ intimidita.
-Vi conoscete? – domandarono contemporaneamente indicandosi a vicenda.
-Sì. – annuì divertita – Nata è mia sorella mentre Violetta l’ho conosciuta stamattina in una situazione… - si bloccò cercando le parole adatte per descrivere il loro incontro senza menzionare il quasi incidete -… particolare! – concluse infine certa di aver trovato l’aggettivo giusto.
-Che cosa intendi con particolare? – si intromise Federico che fino a quel momento era rimasto in silenzio felice di vedere finalmente Violetta fuori di casa, ma quel aggettivo l’aveva insospettito e non era il solo, anche Leon sentiva che dietro quel “particolare” si nascondesse qualcosa. Incrociò le braccia al petto affiancando Federico, nella medesima posizione.
Lena si scusò con lo sguardo con Violetta e fece qualche passo indietro, lasciandola sola ad affrontare gli sguardi seri e indagatori dei due ragazzi più importanti della sua vita.
-Vilù che intende Lena con situazione particolare?
-Maledizione! Perché sono cosi sospettosi? - pensò abbassando lo sguardo. Non voleva farli preoccupare per questo aveva chiesto a Lena di non dire a nessuno come si fossero conosciute. Doveva immaginare che non sarebbe bastato, sembrava che Federico avesse un radar per che lo avvertiva quando faceva qualcosa che non voleva dirgli, lo stesso radar che aveva anche Leon visto il modo in cui la stava fissando.
 -Quando sono uscita di casa ero talmente felice che non guardavo dove mettevo i piedi e se non fosse stato per Lena probabilmente sarei stata investita. – parlò velocemente sussurrando l’ultima parte ma non abbastanza piano da non essere sentita.
-Ti sei fata male? – le domandò Leon avvicinandosi preoccupato, la scrutò con attenzione, alla ricerca di un graffio o di un livido.
-Sei impazzita? – sbottò Federico reagendo in modo molto simile a quello di Angie e Pablo –Saresti potuta finire sotto una macchina oppure potevi perderti e finire in un brutto guaio!
-Mi dispiace, non ci ho pensato, volevo solo uscire di casa e vedere lo studio. – spiegò con voce incerta trattenendo a stento le lacrime. Si sentiva una vera egoista, era uscita di casa senza pensare a cosa avrebbero provato le persone che le stavano intorno se le fosse accaduto qualcosa.
-Va tutto bene, l’importante è che stai bene. – s’intromise Leon porgendole un fazzoletto – Solo, promettimi che la prossima volta che vorrai uscire chiamerai uno di noi due, va bene?
-Te lo prometto. – accennò ad un sorriso timido e torno a guardare l’italiano, che continuava a guardarla seriamente.
-Leon ha ragione, per stavolta ti perdono… -  non riuscì nemmeno a finire di parlare che Violetta gli saltò letteralmente addosso, abbracciandolo con foga.
-Grazie Fede, ti giurò che non lo farò mai più! – sussurrò felice mentre Federico ricambiava l’abbraccio.
 
 
***
 
 
-Mi dispiace German ma devi assolutamente farlo tu, sai che vuole collaborare a stretto contatto con almeno due di noi. – spiegò Francisco.
-Partirei io ma Marcella ha quasi terminato il tempo, non posso perdermi la nascita del nostro primogenito ne lasciarla sola con Jade – aggiunse Matías LaFontaine, terzo socio in affari che da sempre partiva insieme a Francisco per i viaggi d’affari più lunghi.
-Va bene. – sospirò German, conosceva Jade, era una brava donna ma molto stupida e non sarebbe stata capace di occuparsi della cognata e del nipotino che sarebbe presto venuto al mondo, e poi non poteva costringere Matías a privarsi della gioia di assistere alla nascita del figlio.
Sperava solo di non pentirsi di aver accettato.
 
 
***
 
 
-Allora, come ti sembra la tua prima giornata in libera uscita? – le domandò Leon mentre passeggiavano per le strade di Buenos Aires insieme a Ludmilla e Federico, anche se era come se fossero soli dato che i due fidanzati camminavano davanti a loro, cosi concentrati sul loro amore da ignorare il resto del mondo.
-Fantastica! – esclamò entusiasta e il sorriso che le illuminava il volto era l’ennesima conferma che la giornata appena trascorsa era stata meravigliosa, ricca di sorprese e nuovi incontri. Decisamente migliore di ogni sua più rosea aspettativa.
Gli insegnanti dello Studio le avevano permesso di seguire le loro lezioni e per la prima volta aveva mangiato in un fast-food.
Finite le lezioni mattutine era andata al McDonald insieme a Federico, Ludmilla, Diego, Camilla e Leon che aveva insistito per offrirle il pranzo.
In quel momento suonò il telefono, che la costrinse a riemergere dal viale dei ricordi.
-È papà! – urlò allarmata, attirando l’attenzione di Federico e Ludmilla che si voltarono di scatto – Che faccio? Si accorgerà sicuramente che non sono a casa, sono rovinata!
- Vilù calmati e rispondi. – le suggerì Federico venendo completamente ignorato, Violetta sembrava in preda a un attacco di panico.
-Violetta calmati! – intervenne Leon prendendola per le spalle guardandola dritta negli occhi – Rispondi al telefono e comportati come se non fosse successo nulla. – continuò quando fu sicuro che si fosse calmata abbastanza da ascoltarlo.
Annuì completamente rapita da quei occhi che le trasmettevano pace e sicurezza, con un gesto quasi meccanico rispose al telefono – Pronto.
-Violetta! – l’urlò spacca timpani dell’ingegnere Castillo venne udito da tutti e tre i ragazzi che istintivamente si tapparono le orecchie –Accidenti, per poco non diventavo sorda! – pensò allontanando il telefono.
-Perché non hai risposto subito? – il tono di voce si abbassò, sembrava sollevato.
-Scusami, ero in bagno. – mentì ringraziando che non potesse vederla, l’avrebbe beccata subito, lei e le bugie erano come due rette parallele destinate a non incontrarsi o almeno lo erano fino a quel momento.
 -Va bene, ti chiamò per dirti che sarò a casa tra massimo mezz’ora, potresti chiamare Federico e dirgli di tornare a casa? Ho una notizia da darvi.
Sentendo quelle parole Violetta sbianco, mettendo in allarme gli altri tre. –Va bene, a dopo. – sussurrò chiudendo la chiamata.
-Papà torna a casa tra mezz’ora e se non mi trova sono morta!
-Cosa? Ma non doveva stare fuori tutto il giorno? – domandò ricordando quello che gli aveva detto quella mattina a colazione.
-Dillo a lui, ha detto che deve darci una notizia! – spiegò Violetta con un pizzico di acidità, quella situazione la terrorizzava e Federico con le sue domande non l’aiutava a calmarsi.
Leon la prese per mano –Andiamo o non faremo mai in tempo!
Iniziarono a correre come se avessero il diavolo in persona a inseguirli e forse l’avrebbero preferito. Se non fossero arrivati in tempo il Demonio sarebbe parso un agnellino se paragonato a German Castillo.
 
-Mi sembra di essere in un film d’azione. – penso Violetta mentre correva mano nella mano con Leon per le vie di Buenos Aires, facendo di tanto in tanto slalong tra la folla che li guardava in un modo strano che cosi su due piedi non riusciva a decifrare e non aveva né il tempo né la voglia di mettersi a decifrare gli sguardi di sconosciuti che non avrebbe rivisto.
Si fermarono solo dopo che furono entrati nel cortile di Villa Castillo.
-Forse ce l’abbiamo fatta. – sussurrò Leon col fiatone appoggiandosi con la schiena al muro per riprendere fiato.
-Speriamo. - mormoro la ragazza imitandolo, non era abituata a correre tanto, quasi non si sentiva più le gambe e senza accorgersene appoggiò la testa sulla spalla di Vargas e chiuse gli occhi.
-È bellissima! – si ritrovo a pensare mentre la guardava di sottecchi. Fin dal loro primo incontrò aveva sentito l’istinto di proteggerla e di farla sorridere, non aveva mai provato delle sensazioni simili prima e non riusciva ancora darle un nome ma di una cosa era certo, lo faceva stare bene. Chiuse gli occhi e sorridendo appoggiò la testa su quella di lei.
In quel momento arrivarono Federico e Ludmilla, il primo fece per parlare ma venne bloccato dalla fidanzata che sorridendo in modo furbo tirò fuori il cellullare e scattò un paio di foto ai futuri piccioncini. –Saranno uno splendido regalo per Vilù!
-Non è scomodo dormire in piedi come i cavalli? – scherzò l’italiano.
-Non stiamo dormendo, stiamo riprendendo fiato! – ribatté Vargas riaprendo gli occhi per fulminarlo.
-Con gli occhi chiusi? – domandò Ludmilla divertita, aveva appena scoperto che punzecchiarli poteva rivelarsi molto divertente.
-A volte siete dei veri rompiscatole! – s’intromise Violetta che fino a quel momento era rimasta in silenzio godendosi la vicinanza del suo amore segreto.
Il cigolio del cancello bloccò sul nascere ogni possibile risposta della coppia, si voltarono sicuri che fosse German e si stupirono quando al posto del uomo apparve la chioma bionda dell’insegnante di canto – Visto Pablo? Te l’avevo detto che non c’era da preoccuparsi, Violetta è già qui! – esclamò appena li vide.
-Veramente eri tu quella preoccupata. – la contradisse richiudendo il cancello.
–Sapevo che Leon, Federico e Ludmilla non avrebbero permesso che le accadesse qualcosa.
Lo disse con un tono talmente fiducioso che i loro cuori non poterono fare a meno di riempirsi di orgoglio sapendo che il loro insegnante si fidava ciecamente di loro.
-Va bene. – taglio corto Angie facendo sorridere dolcemente il marito, l’unico a conoscenza della verità celata dietro i suoi improvvisi cambi d’umore. –Ora entriamo prima che arrivi German.
-D’accordo. – concordo Violetta a malincuore, avrebbe voluto rimanere ancora un po’ con Leon. –Allora ci vediamo presto?
-Certo, verrò a trovarti presto. – la rassicurò la Ferro prima di salutare il fidanzato con un bacio, gli adulti con un cenno del capo e andarsene.
-Non ce neanche bisogno di chiederlo. – ammiccò Leon – Non ti liberai facilmente di me. – aggiunse dolcemente, suonava come una promessa che avrebbe mantenuto per sempre.
-Sono così carini! – pensò Angie che da sempre credeva che Vargas sarebbe stato il ragazzo perfetto per sua nipote. E iniziò a spingere Pablo verso l’ingresso della casa, facendo segno a Federico di seguirli.
-Leon dillo che vuoi venire con noi! – esclamò Federico indicando con malizia un punto tra lui e Violetta, ridacchiò immaginando la loro reazione e seguì i due insegnanti. I due abbassarono lo sguardo e arrossirono rendendosi conto che le loro mani erano ancora intrecciate.
-Scusami, non men ero accorto. – mormorò sciogliendo la stretta.
-Tranquillo, non è successo nulla. – sussurrò Violetta imbarazzata, lo baciò delicatamente sulla guancia e corse verso la porta.
-A presto Leon. – sorrise timidamente prima di entrare, lasciandolo lì, con un sorriso da ebete dipinto sul volto.   
 
 
******
 
Eccomi qui con la seconda parte del capitolo come avrete notato alcuni allievi dello studio come Maxi e Francesca in questo capitolo vengono appena accennati ma tranquilli, più avanti avranno la loro parte.
Inoltre fa la sua comparsa Matías che in questa storia è socio di German e Francisco e marito di Marcella. Non ho ancora deciso se la famiglia LaFontaine farà la sua comparsa più avanti o meno.
Nel prossimo capitolo scopriremo la notizia di German e ci sarà una parte dedicata a Leon e una a Camilla. E poi la storia entrerà nel vivo.
Un bacione alla prossima!   

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: ChibiRoby