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Autore: Drakets    22/06/2014    0 recensioni
" perchè? perchè? non me ne potevo restare a casa a farmi le mie seghe e a guardare i tramonti dalla finestra invece di venire qua a rischiare la vita... poi per che cosa? per fargliela pagare a quel figo maestoso di mio fratello!? basta me ne torno a casa, e stavolta è per sempre."
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: il bel paese e il coniglio-mamma
 
Risalimmo la montagna fino al casello della cittadella dove un uomo con una tunica ci accolse chiedendo se eravamo dei terun, chiesi cosa fossero, e lui disse che venivano da assula ed erano acerrimi nemici dei polenti.
I polenti erano la razza della cittadella ed erano tutti molto servili e ospitevoli anche se guardavano sempre storto i servetti; così il signore che ci accolse nella cittadella disse di chiamarsi ferno e ci portò a casa sua.
Disse che chiunque non fosse un terun era bene accetto a casa sua dandomi poi il benvenuto a Mila, il vero nome della città.
Conobbi poi sua moglie e le sue figlie che mi salutarono con uno sguardo ammiccatore.
Improvvisamente poi la moglie di ferno notò le scarpe sporche di mihnea ordinandogli di toglierle, e così fece poi ferno mi invitò a prendere una babbà, tipica bevanda della cittadella creata con i tipici frutti dell’albero d’oro.
La accettai graditamente poi le sue figlie mi invitarono a seguirle nella loro casetta in giardino, dissero di chiamarsi mina e tina poi una di loro chiese da dove venissi e risposi da brea, non faceva altro che guardarmi l’altra.
Erano tutte e due sui 16 anni più o meno anche se erano molto prosperose per quell’età, così mentre parlavamo senza sosta una di loro allungò la mano su di una mia gamba così pensai subito a mio fratello che mi diceva:
 
-e dai darius!! Se non te le schiacci dopo certi segnali non hai speranze per il futuro!!
 
Non ce la feci più così le buttai sul letto e niente da quel momento ebbe più senso.
così i servetti, sentendo del baccano entrarono nella casa, trovandomi a cantare:
 
O mia bela Madunina
che te brilet de luntan,
tuta dora e piscinina
ti te dominet Mila!
 
Mihnea era sconvolto mentre balan e irimia ridevano, io dissi loro che era tutta natura e che certi segnali non si potevano declinare, poi mina disse di rivestirsi prima che loro padre fosse arrivato, altrimenti sarebbero stati guai.
Quella sera ferno mi portò nel gran consiglio dei polenti dove conobbi il sindaco della città, chiese dove stessi andando e perché fossi arrivato a Mila, risposi che stavo andando alle terre dell’abisso, ma non dissi il perché; tutti rimasero sconcertati, dicendo che un posto simile non era adatto per un bambino, risposi un po’ incazzato che non ero un bambino, 15 anni per dio!
Il sindaco poi spiegò che nelle terre dell’abisso viveva un mostro terribile detto artiglio d’argento dai nativi della zona, dissi che non mi importava, lo avrei evitato in qualche modo.
Uno del consiglio poi rispose che era impossibile evitarlo, i suoi occhi di fuoco scrutavano ogni cosa a chilometri di distanza, il suo fiuto infallibile sentiva una puzzetta dall’altro capo del mondo ed il suo udito maestoso percepiva una mosca volare in una cascata.
Risposi che tutti questi aneddoti mi avevano fatto venire fame andandomene via, poi sentii uno dire che era l’ultima volta che mi avrebbero visto, non mi importava così tornai a casa di ferno.
C’era un gran silenzio mentre mangiavamo così Ferno sbattendo sul tavolo disse che non dovevo andare poi anche mina e tina lo dissero.
Spiegai che non mi interessava, avevo una missione e fosse calato il sole io l’avrei portata a termina, era un fatto d’onore.
Ferno non disse più nulla poi, mentre mina e tina erano tristi, mi chiedevo perché gli importasse tanto, in fondo erano affari miei, no?
La mattina seguente mi svegliai presto dicendo a Ferno che dovevo andare, era molto triste per questo ma che doveva farci… poi mina e tina mi diedero una crostata che avevano preparato con le loro mani, baciandogli le mani dissi che sarei tornato per loro.
Mihnea cercò nuovamente di convincermi a tornare ma non vedevo santi, dovevo portare a termine la mia missione; poi mentre riscendevamo la montagna arrivammo ad una segheria accanto ad un fiume dove tanti piccoli esseruncoli lavoravano la legna, poi uno di loro con fare indispettito urtò irimia, ordinandogli di spostarsi, poi lo bloccai dicendogli di essere più garbato con gli altri, poi mi prese con quel braccino che si ritrovava a mi lanciò nel fiume.
Mi rialzai di scatto andandogli contro ma mi diede un cazzotto sulla caviglia buttandomi a terra, mentre irimia, balan e mihnea cercavano di acchiapparlo ma non ci riuscivano finchè non comparse il loro capo che disse al piccoletto di fermarsi, era un po’ più grande degli altri ma sempre piccolo.
Mi venne vicino e si scusò per il comportamento del suo subordinato chiedendomi cosa stessimo facendo lì, dissi che stavo scendendo la montagna per arrivare alla contea di Abbra, il piccoletto disse che se lo avessimo aiutato con una cosuccia ci avrebbero dato il paspartout per entrare ad abbra, pensai che kalem non me lo avesse detto, quel bastardo.
Dissero poi di essere gli homuncus, una razza di nani lavoratori dalla forza sovrumana che periodicamente esportano la legna in tutta nadija.
Dissi che li avrei aiutati ed il piccoletto, dicendo di chiamarsi galabriel, spiegò che gli serviva aiuto per entrare in una grotta in cui viveva un mostro, pensai che il mostro per quei piccoletti fosse qualche lupo o qualche volpe.
Mi portarono davanti ad una grotta immensa così chiesi che mostro fosse, spiegarono che era orribile e molto feroce così mi dissero di entrare e posizionarsi sul cerchio luminoso per qualche minuto.
Così arrivammo al cerchio che illuminava poco e niente e dall’oscurità della grotta un mostro orribile fece un gemito per poi rivelarsi essere un coniglietto.
Io mi misi a ridere finche quel coniglietto non si trasformò in un coniglio demone attaccandoci, così cominciammo a lottare e mentre se la prendeva con i servetti io gli andai dietro e gli tagliai il batuffolo riportandolo alla forma normale.
Lo portai poi da galabriel che mi ringraziò poi entrarono nella grotta dove trovarono dei cuccioli, galabriel spiegò che il coniglio rubava la legna dal deposito degli homuncus ma non avrebbero mai pensato che fosse per i cuccioli così galabriel parlò on il coniglio chiedendo di restituire la legna e che gli homuncus l’avrebbero donata periodicamente purchè il coniglio non creasse più problemi.
Così galabriel mi diede il passpartout e giunsi fino alle porte di abbra.
  
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