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Autore: YlariaJongIn    22/06/2014    1 recensioni
"L’unica cosa che potei fare in quel momento, era quello di andarsene a gambe elevate, sperando di arrivare in tempo, anche se ci voleva qualche minuto. Eppure, proprio quando decisi di farlo, sentì un forte dolore alla nuca, che mi fece cadere ancora una volta.
Mckenna si accucciò disponendosi di fronte a me.
Il solo ricordo che ho di quell’attimo di secondo, era il sasso che teneva stretto nel pugno e il suo atteggiamento da omicida psicopatica.
Subito dopo non vidi più nulla..."
~Tratto dal 3 capitolo~
Una ragazza di nome Hyllary, decide di fare un'escursione in un bosco con la sua migliore amica Mckenna, alla quale fa grande affidamento. Improvvisamente, qualcosa di terribile accade alla giovane, ritrovandosi da sola in una grotta particolarmente misteriosa e inquietante, che metterà alla prova le sue più grandi fobie.
~Personaggi~
LAY-KAI-MINHO(Shinee)-TAO-KIM JAEJOONG-MAX CHANGMIN-ZELO-SUNGJAE (Btob)-KIM MYUNGSOO- VIXX (N)
Genere: Avventura, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kai, Kai, Lay, Lay, Nuovo personaggio, Tao, Tao
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 34
The Devil Cannibal
 
Il primo morso di un piranha provoca il sangue;
il sangue richiama il branco.”

 
Non rimasi a riflettere per molto tempo, di scatto voltai la testa nel lato sinistro,
intravedendo immediatamente tre piranha venirmi incontro.
Creature complesse e oscure, appassionate di carne umana, con quei disgustosi denti aguzzi che gli caratterizzavano, pronti ad azzannare la loro preda da un momento all’altro.
La conoscevano in maniera eccellente, tanto da accorgersi della mia preoccupazione,
solamente attraverso il mio sguardo.
Sconvolta e sottopressione.
Comprendevano che in quel preciso istante, potevano avere il controllo,
senza alcuna difficoltà.
Erano talmente felici e soddisfatti di aver trovato della carne così appetibile,
che non si soffermarono molto all’attesa.
Non vedevano l’ora di poter saziare il loro palato affamato,
con tutta quella carne a disposizione a pochi centimetri di distanza.
Mi circondarono molto velocemente,
e subito dopo iniziarono ad avvicinarsi furtivamente.
L’unica cosa che riuscivo a intravedere sotto quell’immensa quantità di acqua,
erano i loro occhi rossicci e la gran parte delle loro branchie inzuppate di sangue,
che pian piano cominciarono ad accarezzare le mie braccia.
Davvero molto disgustante,
visto che quel liquido rosso si trasportò lungo tutta la superfice della mia pelle.
Ma, nonostante tutto, non era ancora arrivato l’aspetto più inquietante e ripugnante
che avessi visto in quella prova.
No. C’era qualcosa di più preoccupante.
E non era solo il sangue.
Persino la loro struttura, si presentava talmente dura e resistente, che per un attimo pensai che ciò che gli costituiva fosse una materiale simile all’acciaio.
Qualcosa d’inimmaginabile.  
Assurdo e fuori dal comune.
Una delle cose che avevo sempre più temuto.
Essere sconfitti in acqua da delle presenze molto più esili e piccole del proprio corpo,
ma molto più potenti e malvagie di qualsiasi altro essere che avessi mai incontrato.
Animali addestrati per fare del male a qualsiasi essere vivente che avesse la capacità di respirare che fosse dotato di organi e di vita.
A quel punto, capì con che forza avrei avuto a che fare.
Mi risvegliai dal mio stato ansioso e prestai attenzione ad ogni mossa futura, cercando di mantenere la calma, provando a mostrare maggior attenzione a ciò che avrei dovuto fare,
avendo a disposizione solamente il mio coraggio e la lama che mi era stata donata.
Che cosa mi aveva portato in quella zona?
Come avrei dovuto utilizzare quella lama?
 
Avrei dovuto pensare al più presto ad una risposta,
prima che quei tre cannibali mi avrebbero consumata del tutto.
“Una lama in una vasca…Una lama..”
Utilizzai la mia mente oltrepassandola di idee, probabilità e soluzioni,
che fossero più soddisfacenti possibili.
Che mi avessero potuto aiutare a sconfiggere quel mondo di oscurità marina, che ormai stava prendendo possesso del mio ossigeno.
Esattamente come stavano facendo quella specie di piranha.
Strutture, comportamenti e identità completamente differenti,
ma entrambe con delle grandi potenzialità,
che messe insieme potevano arrivare a distruggere migliaia di individui in un colpo solo.
 
Intuivo che c’era una risposta.
Avrei solamente dovuto darmi una mossa a trovarla.
 
E’ vero, la velocità non era mai stata il mio punto forte,
ma in quell’occasione sarebbe stato l’aspetto principale,
che mi avrebbe dato la vittoria.
 
Senza nemmeno avere il tempo necessario per eseguire ciò che mi ero prefissata di fare,
uno dei mostri, nuotando ancor più adiacente alla mia pelle, mi fece distrarre, tanto da farmi perdere l’ossigeno che stavo mantenendo all’interno della mia bocca.
Lo abbandonai in una frazione di secondo.
 
Subito dopo, cercai di boccheggiare per riaverlo,
ma non riuscì che immettere altro che acqua.
Mi sentivo soffocare.
Non stavo respirando.
A quel punto, nel mio cuore si scatenò la rovina.
Aumentò notevolmente di battiti cardiaci provocandomi ancora una volta paura e terrore,
il mio corpo, di conseguenza, iniziò ad agitarsi ferocemente,
tentando in ogni maniera di riprendere ciò che avevo perso. La vita.
 
“Hai paura adesso?”
Chiese una voce famigliare, in tono sarcastico.
“NO!” Gridai selvaggiamente,
 spingendomi di lato verso il vetro più vicino al mio fisico.
Il mio sguardo divenne carico d’intensità, le labbra secche e pallide e la pelle del mio viso si rinsecchì esageratamente, da farla sembrare sottile e indebolita.
Mi mancava l’ossigeno.
Il mio corpo ormai si stava riempiendo di quella sostanza.
Di quella paura, che stava inoltrando all’interno del mio corpo.
Essa prima o poi avrebbe ricoperto e pervaso l’intero corpo.
Persino la mia anima e la mia speranza.
 
Sentivo che sarei  potuta morire da un momento all’altro.
Che tutto questo ben presto si sarebbe concluso così.
Ma non volevo.
Non volevo che finisse presto.
Io volevo vivere.
Volevo rivedere la vita davanti ai miei occhi.
Volevo che il coraggio mi pervadesse il cuore.
Ben presto, difatti, notai che di fronte ai miei occhi si intravedeva quella scossa elettrica che circondava l’intera costruzione, accorgendomi del suo percorso perfettamente delineato e preciso.
Per un momento, rimasi immobile a fissarla.
Non riuscivo a vederla molto bene,
visto che la mia vista iniziò a offuscarsi sempre di più,
ma era impossibile non vedere la sua colorazione.
Precedentemente si presentò di color azzurro/blu,
eppure quando mi avvicinai maggiormente ad essa divenne di un rosso intenso.
Ero incredula difronte a tale immagine.
Totalmente affascinata dal suo cambiamento improvviso.
Se fosse stato un segno?
Se fosse stato un aiuto?
Decisi di non toccarla subito,
 dato che avevo paura di che cosa potesse succedere se lo avessi fatto.
 Essa non era solamente disegnata.
Stava quasi incidendo la struttura.
Dava quasi l’idea che la stesse dividendo in due parti per orizzontale.
 
Allora, senza esitare, strinsi l’impugnatura del coltello,
percependo una parte del metallo accarezzarmi le dita delle mani, molto delicatamente.
Quando però decisi di alzare la lama verso la direzione della linea tratteggiante,
uno dei piranha mi sorprese addentandomi il polso e una parte della mano.
Il morso si presentò profondo e alquanto pericoloso.
Non mancavano molte azioni per eliminarla completamente.
Se avessi mosso il pollice di solo pochi millimetri, ero sicura che si sarebbe spezzato,
lasciandomi pochi possibilità di infilare la lama.
Il sangue scorreva continuamente dalla ferita, colorando l’acqua di rosso,
rendendo così, la vista maggiormente difficoltosa.
Subito dopo, anche un secondo piranha,
con una velocità improbabile, scagliò i suoi denti nel mio polso,
provocandomi una successiva ferita grave,
che ben presto mi avrebbe portato a perdere del tutto la mano.
  Si, in quel momento stavo morendo.
Soffrivo come una bestia.
Non respiravo e percepivo un dolore lacerante pervadermi tutto il braccio,
ma nonostante tutto ciò non avrei mollato.
Essi tentarono più volte di avvicinarsi, per mordere in varie parti del corpo,
continuamente e assiduamente.
Non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi, fin tanto da tremare lungo tutto il perimetro del vetro.
 
Ma, anche se tutto sembrava perduto, mi resi conto che era arrivato il momento di riempirmi d’adrenalina e d’energia necessarie a tagliare quella maledetta incisione.
 
 Potei solamente sentire un dolore lacerante alla testa,
e successivamente, accorsi di avere davanti agli occhi la lama di Hakyeon,
proiettata verso l’ignoto e ebbi la sensazione di essere trasportata dalla forza incrollabile dell’acqua in una direzione alquanto sconosciuta.
 
  
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