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Autore: Katie88    18/08/2008    5 recensioni
Tutti conosciamo la storia di Robin Hood e della bella Lady Marian... La giovane nobile che si innamora dell'affascinante fuorilegge di Sherwood... Ma cosa è successo prima che Robin partisse per le Crociate? Prima che egli diventasse il leggendario Robin Hood, quando era ancora conosciuto solo come Robin di Locksley? Long fic sulla nascita di una delle più belle storie d'amore di tutti i tempi (ovviamente Robin/Marian)!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Festa di Fidanzamento




Marian contemplò assorta il paesaggio che scivolava velocemente attorno a lei, e sospirò.


Era su una carrozza, in compagnia di suo padre ed, insieme, si stavano recando a Locksley per la tanto attesa festa di fidanzamento.


Si sentiva stranamente nervosa, in ansia. Eppure sapeva che non avrebbe dovuto.


Non doveva fare più nulla. Ormai era già tutto deciso: da lì ad un paio di ore sarebbe diventata la futura moglie di Robin.


Non si poteva più tornare indietro.


Marian chiuse gli occhi e annaspò leggermente, impaurita da quella prospettiva. Nel giro di un paio di mesi era passata da ragazza totalmente libera a ragazza quasi fidanzata, in attesa di diventare signora e padrona di Locksley.


Marian, Lady Locksley.


Un piccolo sorriso fece capolino dalle sue labbra.


Dio, se suonava bene!


Tornò ad ammirare il panorama che la circondava, tentando di calmare i battiti veloci del suo cuore, e inspirò profondamente.


Sir Edward si voltò verso sua figlia. Aveva l’aria pensierosa mentre guardava fuori dalla carrozza e, con una mano, tamburellava nervosamente sul suo abito.


In quel momento, il senso di colpa gli attanagliò lo stomaco.


“Agitata?” le chiese, sfiorandole la spalla.


Marian saltò su, spaventata. “Cosa? Oh no! Non vi preoccupate, padre. Sto benissimo! Perché dovrei essere agitata?”


Sir Edward le si avvicinò ancora e le prese dolcemente una mano. “Marian, bambina mia, so di essere stato piuttosto duro ultimamente, ma sappi che io voglio solo il meglio per te.”


Marian annuì, sorridendo appena. “Lo so, padre. E voglio che sappiate che...”


“Aspetta.” La interruppe l’uomo. “Voglio dirti una cosa prima di cambiare idea.” La ragazza annuì di nuovo e l’uomo riprese. “Mi dispiace di averti forzato in questa storia del fidanzamento, nonostante tu fossi palesemente contraria, e non vorrei mai che tu, mia figlia, la luce della mia vita, fossi infelice a causa mia.” Si fermò e prese un bel respiro. “Quindi, Marian, nel caso in cui tu fossi ancora decisa a non voler sposare il giovane Robin, sappi che io ti appoggerò e sosterrò.”


Marian sgranò gli occhi sorpresa. “Ma padre, non avevate detto che...”


“So benissimo quello che ho detto, Marian, ma ho pensato molto in questi giorni. Mi sono chiesto e richiesto se era giusto costringerti a fare qualcosa che non volevi. Qualcosa che forse ti avrebbe reso infelice per tutta la vita e ho capito che la tua felicità, per me, vale molto di più di qualsiasi titolo nobiliare o pezzo di terra. Quindi se sei ancora convinta della tua decisione, appena arrivati a Locksley, parlerò io con Sir Thomas e risolverò questo guaio in cui ti ho messo.”


Marian continuò a fissare suo padre, sbalordita.


“Allora, Marian, cosa ne pensi?”


La ragazza si morse leggermente il labbro inferiore, indecisa. Aveva capito bene?


Per la prima volta nella sua vita, suo padre le stava dando la possibilità di scegliere. Di decidere da sola del suo futuro.


Ma sei sicura di non averlo già fatto? Le chiese una vocina nella sua testa.


Poteva rifiutare il fidanzamento e il matrimonio.


Sei sicura che sia la scelta giusta?


Poteva scegliere di essere felice.


Sei sicura di non esserlo già?


Poteva scegliere un uomo di cui innamorarsi, che l’amasse davvero per quella che era.


Sei sicura di non averlo già trovato?


A quella domanda, un’immagine comparve nella mente di Marian: un giovanotto dall’aria simpatica, con gli occhi di un azzurro intenso e un sorriso sfrontato sulle labbra.  


Sei sicura di non averlo già trovato, Marian? Ripeté di nuovo la vocina.


Un sorriso spontaneo illuminò il volto della giovane. Forse sì.


Suo padre fraintese quel piccolo gesto. “Bene.” Sentenziò, risoluto. “Allora non appena arriveremo a Locksley...”


“No, padre.” Lo interruppe Marian. “Non voglio.”


Sir Edward guardò confuso sua figlia. “Ma Marian, io pensavo che...”


Marian strinse entrambe le mani del vecchio genitore e gli sorrise. “No, padre.” Ripeté, convinta. “Vedete in questi mesi, ho capito una cosa: se fossi stata davvero

contraria a questo fidanzamento, credete che in questo momento saremmo qui, nella nostra carrozza, diretti a Locksley?”


Sir Edward scosse la testa. “No... Non credo...”


“Infatti.” Convenne la ragazza. “Avrei fatto qualunque cosa per non sposarmi, persino scappare e chiudermi in convento. Ma non l’ho fatto. E sapete perché? Perché in tutto questo tempo, ho iniziato ad abituarmi all’idea di diventare la moglie di Robin e devo ammettere che la cosa non mi dispiace affatto.” Fece una pausa e guardò di nuovo fuori. “Non so ancora se quello che provo per lui è davvero amore, ma, in questo momento, sono sicura che è Robin la persona più adatta per stare al mio fianco.”


Sir Edward, ancora totalmente incredulo, sorrise a sua figlia e l’abbracciò. “Se questa è la tua decisione, io la rispetterò. Ma se lo fai per me, Marian...”


“No, padre.” Lo rassicurò. “Lo faccio per me.”






“Allora come sto?”


Much aggrottò la fronte e studiò per un attimo il giovane che aveva di fronte. “Devo essere sincero, padrone?”


Robin inarcò un sopracciglio. “No, Much. Puoi anche mentire.”


“Ah, d’accordo! Allora siete molto affascinante.” Rispose il giovane servo, non cogliendo il sarcasmo di Robin.


“Perché? Cosa c’è che non va?” chiese frustrato.


“Padrone, questo abito non è adatto a voi! E’ troppo elegante! Non vi si addice affatto!”


“Much! E’ la mia festa di fidanzamento! Cosa avrei dovuto indossare? Gli abiti che uso per andare a cavallo?”


“Perché no?” chiese il servo, tranquillo. “Scommetto che Lady Marian non riuscirà nemmeno a riconoscervi vestito da damerino!”


“Ah, è così che la pensi, allora? Servo ingrato!” e, dopo essersi avvicinato minaccioso a Much, gli saltò addosso.


“Smettetela padrone!” disse Much, tentando di difendersi con scarsi risultati. “Rovinate il vostro abito!”


“Il mio abito da damerino, intendi?” osservò Robin, non riuscendo a trattenere le risate.


Un attimo dopo, la ‘lite’ fu interrotta dall’ingresso di Thornton.


L’anziano servitore guardò sorpreso i due giovani a terra e scosse la testa con disapprovazione. “Padrone!” esclamò. “Sir Edward sta per arrivare. Dovreste andare ad accoglierlo, invece di stare qui a giocare!”


Robin si rialzò e si pulì gli abiti, sorridendo. “Si, Thornton, hai ragione. Scendo subito.”


Il servitore uscì dalla stanza, subito seguito dai due giovani.


Insieme scesero le scale e attraversarono il vasto salone, per poi arrivare alla porta di ingresso, dove li attendeva Sir Thomas.


Robin si affiancò a suo padre ed entrambi videro la carrozza dello sceriffo avvicinarsi.


Dopo qualche istante, il mezzo si fermò e Sir Edward e sua figlia scesero a terra.


Robin rimase senza fiato: quella sera, Marian era bellissima! Indossava un abito verde scuro, finemente lavorato, che metteva in risalto il suo corpo sinuoso e i capelli erano stati raccolti in un elegante chignon, arricchito da un elaborato fermaglio.


Sembrava quasi un angelo.


“Edward! Amico mio!” esclamò suo padre, abbracciando calorosamente l’amico. “Come state?”


“Bene, Thomas. Vi ringrazio per l’invito.”


“Oh suvvia! Cosa sono questi sciocchi convenevoli! Ormai siamo quasi parenti!” e si voltò verso Marian. “Mia cara, diventate ogni giorno più bella.” E le baciò elegantemente una mano.


Marian rispose con un leggero inchino. “Vi ringrazio, Sir Thomas. Siete sempre molto gentile.”


“Padre, adesso che ne direste di entrare in casa?” Robin parlò per la prima volta, dall’arrivo degli ospiti. “Ci sono molti invitati che ci attendono.”


Sir Thomas annuì. “Robin ha ragione. Edward vogliamo entrare?” e i due uomini fecero il loro ingresso in casa, lasciando Marian e Robin soli.


I due giovani di guardarono per un attimo, imbarazzati. Poi Robin prese in mano la situazione e le si avvicinò.


“Mio padre ha ragione.” Le disse, prendendole una mano. “Diventi ogni giorno più bella. Quando sei scesa dalla carrozza, sono rimasto senza fiato.”


Marian gli sorrise, compiaciuta. “Bene. Era proprio quello che volevo.”


Robin rise. “Donna crudele! Vuoi uccidermi prima del fidanzamento così sarai libera, eh?”


“Mi dispiace, milord, ma non ne ho nessuna intenzione.” Marian avvicinò le labbra all’orecchio di Robin. “Non sarà così facile sbarazzarsi di me, Robin di Locksley.” Gli sussurrò.


“Non ne ho nessuna intenzione, milady.” Rispose lui, ad un centimetro dalle labbra di Marian.


“Non sai cosa ti aspetta...”


“Non vedo l’ora di scoprirlo, mia cara.” Affermò Robin, facendo scoppiare a ridere Marian.


“Cosa c’è?” chiese confuso.


“Nulla.” Disse Marian tra le risate. “E’ che avevi una voce così strana! ‘Non vedo l’ora di scoprirlo, mia cara.’ ” Lo prese in giro. “Dì un po’, stai cercando forse di conquistarmi, Robin?”


Il ragazzo inarcò un sopracciglio e le sorrise. “Pensavo fosse evidente.”


“Smettila di giocare a Mr Fascino con me, Locksley. Lo sai che tanto non attacca.”


“Io non ne sarei così sicuro. Altrimenti perché saresti qui, stasera?”


Marian alzò le spalle. “Pura curiosità. Ho sentito dire che stasera ci sarà un fidanzamento tra una giovane ed affascinante ragazza e un nobile sciocco e presuntuoso. Li conosci?”


Robin rise divertito e decise di stare al gioco. “Certo che si. Lui è un ragazzo molto attraente, corteggiato da tutte le ragazze del villaggio mentre lei è solo un’acida bisbetica che... AHI!”


Robin si staccò dalla ragazza e prese a massaggiarsi il braccio dolorante.


“Quello è per l’acida bisbetica...” spiegò Marian, indicandogli il braccio.


“Tu mi hai definito sciocco e presuntuoso.” Rispose Robin offeso.


Marian si voltò verso il ragazzo e gli sorrise innocente. “Ma quella era la verità.”


Robin alzò gli occhi al cielo. “Ah ah ah. Davvero spiritosa.” Si avvicinò di nuovo a Marian e la prese per mano. “Adesso però che ne diresti di entrare? In fondo è o non è la nostra festa?”






L’ampio salone era gremito di gente.


C’erano persone che chiacchieravano, che mangiavano e che danzavano, ma tutti gli ospiti, sebbene impegnati nelle loro attività, erano desiderosi di sapere il motivo di quella festa a Locksley.


Sir Thomas era stato piuttosto misterioso al riguardo: “Non vi preoccupate. Sarà solo una cena tra amici...” aveva detto. Ma tutti sapevano che c’era qualcosa sotto.


E fu proprio per questo motivo che, quando, a metà serata, il padrone di casa raggiunse il centro del salone e reclamò l’attenzione dei suoi ospiti, tutti tacquero all’istante.


Sir Thomas sorrise soddisfatto e si schiarì la gola. “Cari amici” iniziò con tono solenne “vi ringrazio moltissimo per aver accettato il mio invito questa sera. Come avrete capito, questa non è una festa come tutte le altre.” Un mormorio di assenso percorse la sala. “Infatti quest’oggi, davanti a voi, nobili signori, ho l’immenso piacere di annunciare il fidanzamento di mio figlio Robin e dell’incantevole Lady Marian, figlia del nostro amato e stimato sceriffo!”


Un applauso fragoroso riempì l’ampio salone e tutti gli sguardi vennero calamitati verso i due giovani che, proprio in quel momento, stavano raggiungendo Sir Thomas, al centro della stanza.


Una volta accanto a suo padre, Robin tirò fuori dalla tasca del suo abito un piccolo e delicato anello d’argento decorato con minuscole pietre turchesi. “Dello stesso colore dei tuoi occhi, Marian.” Le sussurrò il ragazzo, infilandoglielo all’anulare sinistro.


“Grazie.” Rispose Marian, emozionata. “E’ bellissimo.”


Sir Thomas scambiò un’occhiata soddisfatta con Sir Edward e levò il calice in aria. “A Marian, futura Lady Locksley!”


“A Lady Locksley!” ripeterono tutti in coro, bevendo alla salute della nuova coppia.


Un istante dopo la musica riprese, e così anche le chiacchiere e le danze.


I due giovani fidanzati furono immediatamente circondati dagli invitati che presero a congratularsi con loro mentre i loro padri non facevano che ripetere quanto quell’unione li rendesse felici ed orgogliosi.


Subito Robin fu trascinato via da alcuni nobili suoi coetanei e, voltandosi verso Marian, vide la ragazza, in evidente imbarazzo, accerchiata da una folla di donne ridacchianti.


Dopo circa mezz’ora, Robin, stanco ormai di quelle inutili chiacchiere, si scusò con i suoi ospiti e si diresse in giardino.


Marian, dall’altra parte della stanza, lo vide allontanarsi. Approfittando di un momento di distrazione delle ragazze che la assediavano, si alzò e gli andò dietro, sperando di non essere seguita.


Quando raggiunse il giardino, Marian vide il suo ormai promesso sposo appoggiato alla staccionata, con l’aria pensierosa.


Gli si avvicinò silenziosa e lo abbracciò da dietro.


Robin sorrise immediatamente, riconoscendo il suo dolce profumo.


“Ehi” gli sussurrò con dolcezza la ragazza. “Qualche brutto pensiero?”


“No, tutto il contrario.”


“Meno male.” Osservò lei sollevata. “Credevo che c’avessi già ripensato.”


Robin ridacchiò. “Bè, è ancora presto. Dammi tempo almeno fino a domani.”


“Così tanto? E pensi che io riesca a sopportarti fino a domani?”


Robin si liberò delicatamente dal suo abbraccio e la fece sedere sulla staccionata, in modo che i loro visi fossero alla stessa altezza. “Io spero proprio che tu ce la faccia, Marian, perché ora” e sfiorò appena il piccolo anello d’argento della ragazza “è ufficiale. Siamo fidanzati. E confesso che la cosa suona veramente bene.”


“Davvero?” chiese Marian, con un filo di voce. Raramente le era capitato di vedere Robin così serio.


“Sì, davvero.” Ripeté lui, convinto. “E mi rendo conto che per te può non essere lo stesso, ma...”


Marian lo interruppe, posandogli due dita sulle labbra. “No” disse, scuotendo la testa.


Robin la guardò confuso. “No?”


Marian gli accarezzò una guancia, sorridendogli dolcemente. “Prima di venire, mio padre ed io abbiamo parlato. Si è scusato per la sua insistenza e la sua ostinazione e si è offerto di sciogliere l’accordo fatto con tuo padre.”


“Perché non l’ha fatto?”


“Perché gli ho chiesto non farlo.”


“Per quale motivo?”


“Non volevo.” Disse Marian semplicemente. “Stasera io sono qui, non perché me l’abbia imposto mio padre, ma perché volevo stare qui. Capisci la differenza?”


Robin annuì e non riuscì a trattenere un sorriso soddisfatto. “Allora il mio fascino ha colpito anche te, eh?” le domandò antipatico.


“Smettila di gongolare, Robin. Altrimenti potrei anche cambiare idea.”


Il ragazzo l’abbracciò di slancio e affondò il viso nei suoi capelli profumati. “Ogni vostro desiderio è un ordine, mia signora.”


Marian accennò un sorriso e rispose all’abbraccio, circondando con le braccia il collo di Robin.


D’un tratto qualcosa, o meglio qualcuno, all’interno della casa, attirò la sua attenzione.


“Robin?” chiese, allontanandosi leggermente dal ragazzo. “Vuoi scusarmi solo un momento?”


Lui la guardò confuso. “Sì, certo. Cosa devi fare? Incontrare un ammiratore segreto?” le domandò, aiutandola a scendere dalla staccionata.


Marian sorrise furba. “No. Tutto il contrario.”


Si sistemò il vestito ed entrò in casa. Subito individuò dov’era.


Prese un bel respiro e si avvicinò alla giovane di spalle. “Anne?”


La ragazza di voltò e la guardò indifferente. “Si, milady?”


Marian le sorrise appena. “Posso parlarti solo un attimo?”


Anne le rivolse un’occhiata velenosa, ma acconsentì e la guidò in una stanza più tranquilla.


“Dovete dirmi qualcosa, milady?” domandò Anne, una volta da sole.


“Si, Anne.” Rispose Marian decisa. “Solo una cosa. Stai lontana da lui.”


Anne fu colta di sorpresa. Non pensava che quella ragazza potesse essere così diretta. “Vi sentite forse minacciata, Lady Marian? Cosa avete intenzione di fare? Dire a Robin o a vostro padre che mi sono comportata male con voi?” le chiese provocatoria.


Marian sorrise. “Si vede che non mi conosci affatto, Anne.” Le disse, lanciandole un’occhiata penetrante. “Voglio dirti una cosa: quando ho un problema, io non corro in lacrime da mio padre o dal mio fidanzato” calcò volutamente l’ultima parola “come farebbe la maggior parte delle ragazze sedute in salone. Oh no! Io sono abituata a cavarmela da sola, mia cara. Se un problema mi si para davanti, io lo affronto. Da sola. Senza la protezione e l’aiuto di nessuno.”


Anne non rispose, ma incrociò le braccia al petto, stizzita.


“Quindi, se ti vedrò ancora girare intorno a persone a cui non devi, risolverò io stessa la questione. Sono stata abbastanza chiara, Anne?”


Anne ridusse gli occhi a due fessure, guardandola furente, e Marian, per un attimo, pensò davvero che le sarebbe saltata addosso, ma la ragazza annuì impercettibilmente col capo e lasciò la stanza.


Marian sorrise soddisfatta.


“Però!” esclamò una voce familiare alle sue spalle. “Non ti facevo così gelosa, Marian. Sono colpito.”


Marian sorrise e si voltò verso Robin. “Non sono gelosa. Mi infastidisce il fatto che Anne stia dove non deve stare.”


“Magari vicino a me?” chiese lui compiaciuto.


“Forse.” Disse lei, fintamente disinteressata. “O forse no.”


Robin ridacchiò divertito, subito seguito da Marian.


Le si avvicinò, scuotendo la testa, e le circondò la vita. “Sei stata fantastica.”


“Grazie.”


“Ed ora ti meriti un bel premio.”


“Davvero? E cioè?”


Robin la guardò furbo. “Hai notato che stasera non ho ancora baciato la mia fidanzata?”


“Un vero peccato.” Osservò lei, avvicinandosi.


Un attimo dopo le labbra di Robin sfiorarono quelle di Marian in un bacio delicato e tenero. Bacio che ben presto divenne passionale e profondo, quando Marian attirò il ragazzo ancora più vicino.


“Robin?” chiamò la giovane dopo un po’, sottraendosi alla sua ‘attività’.


“Mh?”


Afferrò Robin per il colletto. “Se ti vedo ancora con lei, giuro che ti uccido con le mie mani.” Gli disse, sfoderando un sorriso dolce come il miele, ma utilizzando un tono che non ammetteva repliche.


Robin sorrise contro le labbra di Marian. “Mi piace quando fai la gelosa.” Disse lui, prima di tornare a baciarla.






Finalmente!! Sono riuscita a finire anche questo capitolo! E’ stato quasi un parto gemellare e mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto (come se tutti fremessero in attesa della tua storia! NdVoi)! Comunque siamo quasi alla fine (Dio, mi viene quasi da piangere!)... Ci sarà ancora un altro capitolo e poi un piccolo epilogo per chiudere il tutto. I due capitoli finali li ho già scritti e devo soltanto ricontrollarli, quindi credo proprio che aggiornerò prestissimo! Ora però spazio ai ringraziamenti:


GinevraMalfoy90: Sono contenta che il chap ti sia piaciuto e spero che questo non ti abbia deluso troppo! A presto!


Nikelaos: Quando vedo una tua recensione mi preoccupo sempre un po’ (vista anche la bellezza delle tue storie per niente paragonabili alle mie piccole schifezze!), però sappi che apprezzo moltissimo i tuoi consigli e sono sempre pronta a seguirli! Per quanto riguarda Jonas, anche io lo adoro perché, oltre ad essere un bellissimo attore, è incredibilmente bravo e sono d’accordissimo con te... io mi ‘accontenterei’ volentieri di lui! Comunque anche io amo lo Sceriffo: “Un aiutino? NO!”... Mi fa morire dal ridere!


Hila: Sono contenta che tu abbia trovato i personaggi IC e, per quanto riguarda Anne, la penso come te... Per fortuna che in questo chap, Marian l’ha messa finalmente al suo posto!

P.S: Ho letto le tue storie e, personalmente, ho adorato “PERDITE” e “NON POSSO VIVERE SENZA DI TE” che ho subito aggiunta tra i preferiti!


Bluesky: Grazie mille per i complimenti! Sono felice che la storia ti piaccia e che continui a seguirla!


Giuggiolina43: Sono assolutamente d’accordo con te! Anne è una vera vipera! Se vuoi possiamo menarla insieme! E comunque anche io amo il meraviglioso Jonas ( come ho già detto anche alla cara Nikelaos)!


Mar: Grazie mille! Anche io come te amo il lieto fine e ho odiato profondamente il finale della seconda stagione (che, nel complesso, è davvero incredibile! Persino più bella della prima! Se solo non l’avessero rovinata con quella sciocca decisione di far morire la nostra eroina! Grrr...). Spero proprio che la BBC aggiusti questo bel casino!


Werty: Grazie e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!


Gwenhwyfar: Oh mio Dio, mi viene da piangere! Sono davvero commossa! Non merito tutte queste belle parole! Grazie! Non sai quanto mi facciano piacere! Continua pure a darmi consigli... io li accetto volentieri! A presto!


WaterAlch: Grazie! Anche se mi piacerebbe molto leggere la tua versione della storia... In fondo, non ho mica l’esclusiva?


Ayumina: Ti ringrazio e spero tanto che continuerai a seguire la mia storia e a farmi sapere cosa ne pensi!


Menestrella07: Sono sempre contenta di avere nuovi lettori e nuove recensioni! Se poi i lettori sono gentili come te, è anche meglio!


Un ringraziamento come sempre a tutti quelli che hanno inserito la storia tra i preferiti! Un bacione!!

  
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