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Autore: saralovetokiohotel    22/06/2014    1 recensioni
Hope, una ragazza diciottenne diversa dalle solite ragazze liceali.
Nonostante alla sua semplicità però riesce a rubare il cuore al ragazzo che potrebbe avere tutte le donne del mondo ma lui, vuole lei.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi staccai dolcemente e rimasi perplessa –wow- sospirai
Lui mi sorrise dolcemente e mi accarezzò il viso con le punta delle dita.
-Tom, ehm non so che dire ma forse è meglio che vada-
-ho fatto qualcosa di sbagliato?-
-No non sei tu il problema sono io, scusami e grazie di tutto ancora- mi voltai e me ne andai. Lui rimase impalato come una candela, non so cosa si aspettava da me, ma ero sicura che dovevo assolutamente parlargli. *cosa faccio vado subito, aspetto, subito, aspetto non so che fare* alla fine decisi di ritornare a casa e pensarci su.
Arrivata a casa truccata e vestita mi buttai sul letto con un paio di cuffie nelle orecchie e la musica a tutto volume, dopo alcuni minuti mi addormentai, il mio risveglio fu causato da mia mamma che urlava –Hope, scendi immediatamente!- urlò.
Che cosa voleva da me alle otto di mattina? Con molta fatica mi alzai dal letto e guardandomi allo specchio mi spaventai di me stessa, sembravo un procione, tutto il trucco sbavato e i miei vestiti stropicciati. Andai a lavarmi la faccia velocemente e poi scesi.
-mamma cosa ce? Perché urli già a quest’ora-
-Mi chiedi perché? Dov’eri ieri sera fino a quell’ora?-
-Sono uscita-
-senza chiedermi? Sei rientrata alle due-
-mamma ormai è passata, tranquilla sono a casa e sto bene-
-Hope non mi rispondere in quel modo-
-perché ti devi arrabbiare così? Sono grande abbastanza!-
-sono tua madre, mi preoccupo e non voglio che cresci troppo in fretta-
-sai mamma mi hai rotto, lasciami un po’ di libertà-
-Hai 18 anni non ne hai 30 e finchè tu abiterai sotto il mio tetto si rispetteranno le mie di regole che sia chiaro!-
-okey allora me ne vado- mi girai e corsi sopra
-dove vuoi andartene?- mi urlò dietro, ma io non le diedi risposta.
Presi la mia borsa e ci infilai dei vestiti, presi il cellulare e scesi di nuovo.
-Mamma io me ne vado, quando ti sarai calmata dimmelo- senza ascoltare la sua risposta me ne andai.
 
Mentre camminavo lungo il lungo mare il mio telefono squillò, di sicuro era mia madre.
-Pronto? Mamma non ritorno a cas…-
-Sono Tom-
-Oh scusa, solo che me ne sono andata e mia madre mi fa incazzare-
-ti va di vederci, credo che dobbiamo parlare-
-Si lo credo anche io, dove?-
-Royal hotel, stanza numero 483-
-arrivo-
Attaccai e mi incamminai verso l’hotel, iniziai a farmi girare in testa le cose che gli avrei detto e spiegato, ma ero troppo agitata, ormai erano un po’ di volte che lo vedevo ma l’agitazione non andava mai via!
Arrivata all’hotel mi accolse un guardiano abbastanza grande e muscoloso che mi disse –Le è la signorina Hope?-
Io perplessa risposi –Si devo andare dal signor..-
-Si lo so me lo ha detto che aspettava una ragazza, mi permette di portarla dalla stanza?-
-Si certo- era molto gentile, non si penserebbe di una guardia del corpo, lo seguii fino alla stanza 483.
-Prego signorina, buona giornata-
-grazie a lei- e se ne andò sorridendo.
Dopo aver fatto un lungo sospiro bussai alla porta, inizialmente non sentii nulla ma poi sentii la serratura muoversi e mi ritrovai davanti a lui a dorso nudo con una maglia in mano, io mi coprii la faccia con le mani ed esclamai –Oddio, scusami-
Ridendo mi disse –tranquilla sono un bello spettacolo-
-sei proprio modesto tu- affermai mentre entrai nella stanza.
Feci la sorpresa, ma in realtà non lo ero manco un po’, me l’aspettavo una suite del genere, con un balcone che dava sul mare, un’area bar ed un letto enorme.
-hai proprio risparmiato eh?-
-mi piace risparmiare- disse prendendomi da dietro e avvolgendo le mani alla mia vita.
-mantenere le distanze dal mio corpo sarebbe una cosa migliore- sospirai staccandomi
-hai ragione scusami, ma dimmi cos’è successo?-
-non credo che vuoi sentire le mie lamentele, sono passata qui solo per scusarmi-
-Non devi scusarti sono andato troppo veloce scusami, ora siediti e racconta-
-non ho bisogno di uno psicologo-
-forse no ma di qualcuno che ascolti si-
Aveva ragione avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse ma lui era la persona giusta? Arrivai alla conclusione di raccontagli tutto.
-Ieri sera quando sono arrivata a casa tutti erano già a letto, ma mia mamma mi deve aver sentito perché stamattina mi ha urlato contro dicendomi di comportarmi meglio, di non diventare una ragazza che esce troppo, che sono ritornata troppo tardi devo ritornare prima e bla bla bla, ogni giorno esce un’altra discussione non c’è la faccio più, sto impazzendo e ora ho fatto le valige e cerco un posto dove stare-
-ehm…wow naturalmente puoi stare qui se vuoi, ma cosa le hai risposto poi?-
-le ho solo più detto che quando cambierà di farmi uno squillo e fino a quel giorno non ritornerò a casa-
-capisco, mi dispiace ma tranquilla qui ti puoi rilassare, c’è una piscina da sballo, un bar pure da sballo e nel prezzo è pure compre un bel ragazzo con un fisico da paura- disse indicandosi
-Non ti ho manco ancora detto di si scemo- risposi ridendo
-lo deciso io in questo istante.- mi prese le valige e me le posò in camera da letto e poi mi fece accomodare sul divano.
-Vuoi qualcosa da bere? Direi non alcolici dato il tuo stato quindi te, una coca cola, acqua, caffè, cosa desidera signorina?-
-Un bicchiere d’acqua naturale, grazie-
-e che acqua sia-
mi porse il bicchiere e poi si sedette accano a me e mise il suo braccio attorno al mio collo, il modo in cui mi toccava con le sue mani delicate mi fece venire una scia di brividi sulla schiena, stavo vivendo un momento che ogni ragazza voleva vivere ma solo io avevo l’onore di essere li fra le sue braccia, più i giorni passavano e più mi fidavo di lui era un bravo ragazzo, eravamo praticamente diventati migliori amici, volevamo andare con calma non affrettarsi troppo.
I giorni passavano in fretta e lui mi sosteneva in un modo incredibile anche se non era successo nulla di particolare ma mi trattava come la sua piccola sorellina da proteggere non avrei mai potuto immaginare che potesse avere un lato così dolce.
Era sabato sera ma decidemmo di stare sulla terrazza sul tetto dell’hotel dove c’era pure la piscina, dopo che ci servirono due cocktail ci coricammo sullo sdraio a due piazze a vedere il sole che tramontava dietro l’oceano.
-è stupendo- affermò
-già starei qui tutta la notte peccato che fa più freddo di notte-
-hai fretto? Hai i brividi-
-un po’ ma sto bene-
Non mi lasciò manco il tempo di finire la frase che mi ritrovai il suo braccio dietro la mia testa e la sua mano che mi accarezzava la spalla.
-questi giorni sono stati stupendi insieme a te – mi disse lui
-si stupendi, mi hai stupito Tom-
-perché?-
-non pensavo che eri così dolce e simpatico-
-sei tu che mi hai fatto cambiare-
-positivo o negativo?- risposi perplessa
-più che positivo insomma grazie a te ho imparato ad amare davvero, credo di essermi innamorato, quei tuoi bei occhi, quel tuo bellissimo sorriso che mi fa venire i brividi, sei stupenda..-
-ohw Tom..-
-sai sei diventata davvero importante per me, e mi sono reso conto che voglio solo te, Hope credo di ama..-
-sta zitto e baciami-
Mi sorrise e poi mi prese il viso e mi baciò, era una delle sensazioni più belle che avevo mai provato in vita mia.
 -Ti Amo Tom Kaulitz-
-Ti amo anche io Hope-
 
 
 
  
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