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Autore: Julia_Fred Weasley    22/06/2014    5 recensioni
Beh questa è un'altra song-fic. Le strofe nella storia però sono scritte in italiano, perchè secondo me rendeva meglio il loro significato. Scusate ma amo molto la musica! E per di più questa è una canzone fenomenale! Coomunque... vedremo un Fred un po' diverso nella storia, dato che si basa sul testo della canzone. Ma alla fine che mantiene sempre il suo fondo ilare. Entrambi sono combattuti in un amore confusionario, straziato, pazzo! E entrambi si chiedono cosa davvero stia accadendo tra di loro. Ma forse, lo capiranno troppo tardi, o precisamente... qualcuno. Se ne volete sapere di più, entrate nella storia e leggete se vi va! :D A presto e grazie di tutto! :3
Julia :D
Dal testo:
- No. Perché non vuoi ammettere che sei innamorato della Granger!
- Perché io non sono innamorato di lei!
[...]
- Sei patetico!
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Wicked Game
 
 
Il mondo era in fiamme
E nessuno poteva salvarmi eccetto te
È strano come il desiderio renda pazze le persone
Non ho mai sognato che avrei incontrato qualcuno come te
Non ho mai sognato che avrei perso qualcuno come te

 
 
Ed eccolo, adorante della sua fama di nullafacente, attraente, spavaldo, sguardo furbo e battuta pronta. Le sue mani nelle tasche, cravatta allentata e capello ribelle. Testa alta a godersi gli occhi che le ragazze gli lanciavano. Al suo fianco, suo fratello, George faceva lo stesso. Ma non con il suo stesso ardore. Anzi lui aveva occhi solo che per una ragazza. Che però non era facile da avvicinare. Anzi sembrerebbe che la sua interessata, avesse sguardi solo per suo fratello. Ma George, forse, sapeva qualcosa che Fred non sapeva. L’amore rendeva cieche le persone, questo era vero, ma George non si sarebbe mai aspettato che su suo fratello, facesse un effetto annebbiante. Con tanta di mente bacata all’appello!
Era arrivata l’ora di spacco, per gli studenti. Quindi in quel momento molti di loro si riversarono nel corridoio, che poco prima era adibito solo a pochi. Cioè quelli degli ultimi anni. I gemelli si ritrovarono quasi circondati da ragazzini del primo anno. Che però, purtroppo, non avevano più l’occasione di sfruttare come vittime dei loro scherzi. E questo grazie, alla prefetto della loro casa. Hermione Granger. Fred trovava in lei puro odio e antipatia certe volte. Ma dopo che lei muoveva qualche passo più vicino a lui, per sgridarlo. Quell’ostilità scompariva. Anzi cambiava totalmente. La trovava addirittura… bella! E Fred si ritrovava ogni volta a scuotere la testa con negatività, prima che i suoi pensieri diventassero troppo strani e veri per ammetterli. Per lui era una cosa da non accettare, era il suo peggior incubo, ma poi quando la vedeva, tutta la sua superficialità scompariva. Si guardò ancora intorno, alcuni ragazzi del terzo anno si impossessarono del giardino, altri di alcuni muretti del corridoio, e altri ancora del campo da Quidditch. La primavera stava avendo inizio, e un leggero calore e adrenalina si faceva largo tra gli studenti. Infatti le maniche mal piegate della camicia di Fred, fino ai gomiti, lo dimostrava. Così come la sua cravatta allentata, della divisa, e i due bottoni fuori dalle asole. Con non così spinta disinvoltura, continuo a sorridere. Sperando che il suo peggior incubo non incappasse nei corridoi. Ma ormai si sa, che quello che si spera, non accade.
Hermione Granger, eccola lì, col suo libro alla mano, il mantello sempre ordinato, occhi furtivi e ingegnosi, come la sua mente. Le lentiggini in vista come il suo ego fatto di intelligenza. I capelli, a differenza del mantello, erano un enorme cespuglio svolazzante, che seguivano la brezza del venticello primaverile. Fred si era sempre chiesto se in quei capelli non ci nascondesse qualcosa. Quella capigliatura le copriva quasi tutto il volto e le spalle. Poi i suoi pensieri si ritrovarono a pensare al colore dei suoi capelli, ammise che era un bel colore… si ritrovò di nuovo a scuotere la testa. La abbassò in modo irritato, per poco non tolse la mano dalla tasca per strapparsi i capelli. La ragazza, stava venendo dall’altra parte del corridoio, e man mano che lei camminava, si ritrovarono faccia a faccia. Lei spostò il libro al fianco, e quel movimento non fece altro che esaltare le sue forme, per Fred. Alle quali si ritrovò a pensare. Lei gli rivolse uno sbuffo infastidito, quasi di disprezzo. Mentre lui, nascondendo la voglia di ucciderla, le sorrise in modo astuto e falsamente gentile, salutandola con la mano. George, con ghigni nascosti si godeva la scena, sperando che Fred capisse sul serio perché tra loro due capitavano scene del genere. Ovviamente Fred, credeva che quello sbuffo era un evidente antipatia per loro, per i loro scherzi e per la loro immaturità. Ma soprattutto perché davano più lavoro alla Granger, che da prefetto doveva pensarci lei.
Lei, la prefetto, non si direbbe neanche tutta casa e chiesa, come molti si immaginavano. Era brava a dare del filo da torcere, era brava a farti venire strane idee in mente, era brava a farti impazzire. Ma lei ovviamente negava. Oppure era solo l’immaginazione del povero ragazzo ribelle, a credere che lei lo stesse provocando? Perché quelle risate quando la incontrava di notte, nei corridoi? Perché lo guardava con quegli occhi, che ovviamente Fred si immaginava troppo belli?. Gli sguardi, le frasi inconcluse, che ti facevano pensare ad altro.
 
No, Fred, è solo frutto della tua immaginazione, lei ti sta rendendo pazzo, non sei innamorato, non vorresti che fosse tua per sempre. È la ragazza più antipatica e secchiona di tutta la scuola, tu ti meriti di meglio, non è così?!
 
Fred, dava troppo ascolto ai suoi pensieri. Il ragazzo che segue il suo istinto, adesso per una ragazza, segue i suoi pensieri. Le cose cambiavano, radicalmente! E Fred non se lo sarebbe mai aspettato. Sia George che Fred, di solito, si ritrovavano nella torre di Astronomia. Fred che girava avanti e indietro, con le mani tra i capelli, e George che a braccia conserte guardava la sua scena patetica.
- No… n-non può succedere, n-son sono… non sono… “quella roba lì”! No! Di lei poi?! George, ti sarai bevuto qualcosa.
- No. Perché non vuoi ammettere che sei innamorato della Granger! Non c’è niente di male, e dentro di te sai che è così! Avanti! Non fare l’idiota! Ron se la prenderà, e lei non potrà fare altro che accettare, ha un debole per lui dal primo anno. Ma tu non vuoi stare ad ascoltarmi! Vuoi andare a puttane per sempre?! È così che vuoi la tua vita! Perché non vuoi essere felice?
- Perché io non sono innamorato di lei!
- Allora, era inutile che mi svegliavi, dopo uno dei tuoi tanti problemi e che mi portasti qui, nel bel mezzo della notte, a parlare di lei!
Ma Fred non voleva cedere al consiglio di suo fratello, non riusciva a immaginarsi una cosa del genere, non riusciva a pensare che un desiderio così represso come il suo, l’avrebbe portato alla pazzia, che avrebbe incontrato una ragazza come lei, il primo anno. Ma George aveva ragione, Ron se la stava portando via man mano, e per la prima volta il fratello minore era più avanti di lui.
 
 
No, non voglio innamorarmi
Questo mondo ti spezzerà il cuore
No, non voglio innamorarmi
Questo mondo ti spezzerà il cuore
Di te
Di te


 
No, non posso! Io non mi innamorerò mai! Troppo occupato a divertirmi, troppo occupato a godermi la vita! E poi si sa che la strada dell’amore è un posto difficile… troppo impegnativo e sappiamo che io non sono uno che non si impegna, soprattutto della Granger. Ma chi ha bisogno di lei!
 
E mentre pensava a questi suoi futili pensieri che andò a scontrarsi contro qualcuno. Alla quale caddero alcuni libri dalle mani. Fred abbassò la testa e i suoi drammi si presentarono in gonnella di fronte a lui.
- Ehm… scusami Fred, non ti avevo visto. – lei fu in procinto di abbassarsi e prendere i libri, aveva un sorriso sul volto, che non era da lei. E Fred si ritrovò a pensare che era ancora più bella del solito.
- No, lascia stare, faccio io. – così da buon gentiluomo qual era, si piegò mantenendo lo sguardo su di lei, con quella maliziosità che è sempre sul suo viso, così da celare la tempesta dentro di lui. Quando le porse i libri, Fred osservò il suo viso, abbassato alle sue mani che prendevano i libri da lui. Notò che aveva del rossore sul viso, accompagnato da un irrefrenabile sorriso. Non diede conto neanche ai suoi pensieri che cacciò la frase senza neanche accorgersene. – Come mai quel sorriso, Granger? – le chiese. Hermione, strabuzzò gli occhi, presa alla sprovvista, neanche se n’era accorta di essere lei stessa così felice. Sorridere senza saperlo non era una cosa da tutti.
- Oh… ehm, niente Fred. Perché non posso sorridere? – la Granger ritornò nelle sue espressioni normali, mostrando uno sguardo sospetto e che richiamava sfida. Il solito che sfoggiava quando era in presenza dei gemelli.
- No, affatto… solo che mi sembri… diversa. – “Più bella del solito” avrebbe voluto rispondere, ma se lo tenne per se e mostrò un sorriso malizioso, mascherandosi. Hermione abbassò il tono di superiorità, riflettendo su se stessa. Se Fred aveva ragione, veramente era cambiata? Non avrebbe mai pensato che l’amore la potesse rendere così. Così fuori di sé. Lei stava quasi per replicare, ma una voce la chiamò. La ragazza si ridestò e mosse la testa al suono di quella voce. Dietro Fred, a un paio di passi da lui, c’era Ron. Fred osservò il viso di Hermione senza neanche dar conto a suo fratello. Sentì qualcosa dentro di sé, rompersi quando il viso che stava mascherando ritornò come quello di prima, luminoso e sorridente. Aveva una luce negli occhi che forse nessuno avrebbe spento. Lei, cominciò a correre, lasciando Fred da solo.
Quest’ultimo guardò la scena che si concluse in un loro abbraccio, e per concludere Ron le prese la mano, intrecciando le dita con le sue. I due si guardavano, bisbigliavano e si scambiavano delle risate. Entrambi guardarono Fred, al quale fu rivolto un saluto di Hermione. E poi tutta la sua attenzione andò a Ron. Il viso di Fred, sapeva mascherare bene le sue espressioni, forse avrebbe preso a calci suo fratello, se solo avesse potuto. Ma si limitò a sorridere anche lui, a denti stretti e a salutare Hermione. Ora capiva perché si sentiva così, capiva quel dolore inspiegabile che aveva provato dentro di sé. Quella felicità, pensò, lui non sarebbe stato capace di dargliela. Non era per merito suo, ovviamente, che era felice. Anche se avrebbe tanto voluto essere lui la causa. Fred ritornò su suoi passi.
E mentre percorreva il corridoio, la sua rabbia interna, che non aveva avuto ancora occasione di dimostrarsi, venne fuori, dando un pugno nel muro. Questo bastò soltanto a fare qualche insignificante crepa, non era abbastanza per la sua rabbia. Ma si ritrovò con le nocche rosse, viola, rosa, una miscela di colori. C’erano lividi, e la mano sanguinava. Anche le dita mostravano un sfumatura che andava dal rosso sangue fino a schiarirsi sulle unghie col suo rosa carne. Tutto quel dolore forse lo fece dimenticare del dolore interno che provava, ma non era minimamente paragonabile.
 
 
Che gioco malvagia da giocare, farmi sentire cosi
Che cosa malvagia da fare, lasciarmi sognare te
Che cosa malvagia da dire, che non ti sei mai sentita cosi
Che cosa malvagia da fare, lasciarmi sognare te

 
 
Dopo quel episodio, Fred neanche si sarebbe immaginato di sentirsi più male di prima. Hermione era diventata l’ossessione che la sua mente gli riportava di continuo. George aveva perso le speranze con lui, perciò si ritrovò a lottare quella lotta interiore dentro di sé. Senza neanche palesarla. Non aveva nessuno con cui parlare, era solo. E Fred non si sentì mai così depresso in tutta la sua vita. Quella notte sognò lei, lui era nella sua totale contemplazione. Un sogno quasi inquietante. Ma lo divenne ancora di più, quando si sentì precipitare in un baratro, senza via di fuga. Era così che si sentiva. Senza via di fuga, sapendo però che lei allo stesso tempo non avrebbe portato nulla di buono. Era un angelo travestito da Satana. Ecco cos’era. Aveva un forza attrattiva su di lui, ma che alla fine non avrebbe fatto altro che portarlo nella sua trappola. No… non doveva cedere. Se stava bene con Ron, meglio per lui. Lui avrebbe trovato il meglio. Se lo ripeteva di continuo, non aveva bisogno di Hermione.
- Guarda che è ora di pranzo, Fred! – intervenne George nei suoi pensieri prepotenti.
- Non scendo, non ho fame. – gli rispose.
- Sei patetico! Fai così solo perché non vuoi vederla. Fa qualcosa! – lo rimproverò.
- Ti ho detto che non ho fame, e che non scendo per quello che pensi tu! Io non sono innamorato di nessuno, non so cosa sia l’amore, ok?! Ora va dalla tua stupida ragazza e lasciami stare. – gridò Fred, balzando dal letto, stringendo forte le dita intorno a una delle colonne del baldacchino. George furioso per il suo atteggiamento, abbandonò la stanza.
- Sei patetico! – fu l’unica parola che si sentì dire quella giornata. Anche gli occhi di alcuni ragazzi che incontrava in corridoio sembrava gli dicessero dire la stessa cosa. Il senso di colpa lo divorava, i suoi pensieri venivano sempre nascosti nella sua parte più buia del cervello, non li dava ascolto. Non voleva dargli ascolto, perché sapeva che dicevano la verità. Ma lui sosteneva prepotentemente che non poteva essere lei, la considerava una cosa innaturale.
 
E non voglio innamorarmi
Questo mondo ti spezzerà il cuore
No, non voglio innamorarmi
Questo mondo ti spezzerà il cuore
Di te
 
Fred, era nella torre di Astronomia, questa volta suo fratello non c’era. Era entrato in paranoia, si tirava i capelli, aveva gli occhi lucidi. Un’aria trasandata, che chiunque lo incontrasse faceva fatica a riconoscerlo. Lo guardavano come una povera creatura maltrattata. Quello sguardo di pena, cominciava a dargli fastidio. Non voleva che gli altri lo guardassero così. Era a gambe a penzoloni, infilate nella ringhiera del balcone, stava guardando il tramonto. Provava a non ascoltare le voci nella sua testa, così rumorose in quel silenzio. Aveva trovato uno sfogo alla sua tristezza, alla sua rabbia, il fumo. Inalare quell’aria nociva dentro ai suoi polmoni, lo rilassava. Aveva trovato un pacchetto di sigarette nel capannone di suo padre. Ancora non aveva capito a cosa servivano, ma di soppiatto le prese, motivandosi che avrebbe capito lui lo scopo di quei bastoncini cilindrici colorati di bianco e giallo ocra. Credeva che gli sarebbero serviti per un suo nuovo prodotto, se sarebbe nato. Ma poi un giro nella Londra babbana, gli fece capire il contrario. Lui stesso aveva capito lo scopo di quelle “sigarette” come le chiamavano i babbani. Il cuore spezzato, ha bisogno di aiuto, per rimarginarsi. Ma quello era solo una scusa patetica. Il fumo che gli usciva dalle labbra schiuse, gli suscitava interesse. Si incantava in quelle nuvolette bianche. Lo aiutavano a non pensare, o almeno a pensare con cognizione. Aveva già da tempo trovato il motivo di quell’ostilità verso l’amore. Non voleva soffrire. Non voleva essere ferito. Aveva una tremenda paura di innamorarsi della persona a cui lui ambiva. Aveva paura di essere rifiutato. Perciò decise di volersi innamorare di nessuno. Nessuno poteva avere il suo cuore, e lui non lo avrebbe dato a nessuno. Forse era da codardi, ma non voleva rischiare. Sapeva lui stesso di essere patetico. Ma la paura lo divorava. Era diventato pazzo, pazzo di una persona che non poteva avere, che non ricambiava i suoi sentimenti. Il cuore già glielo avevano spezzato.
 
 
Il mondo era in fiamme
E nessuno oltre a te poteva salvarmi
È strano come il desiderio rende pazze le persone
Non ho mai sognato che avrei amato qualcuno come te
Non ho mai sognato che avrei perso qualcuno come te

 
 
Tutto intorno a lui, stava andando in frantumi. Più la sua vita andava avanti più capiva che non aveva nessuno al suo fianco. La guerra era arrivata alle porte di Hogwarts, pronta per disseminare morte e distruzione. Il trio ricercato da Voldemort era ritornato a Hogwarts. E ora… cosa poteva fare. L’avrebbe rivista. Era riuscito a placare quella forza demolitrice dentro di lui, ora che lei se n’era andata. Sapeva che l’unica sua medicina era lei stessa. Solo lei poteva salvarlo da quella testa incasinata che si ritrovava. Ma poi si ricordò che lui non aveva bisogno di lei. Non doveva innamorarsi. Lei ci era riuscita, l’aveva reso pazzo. Lui la desiderava, lei non era sua. Lui la voleva ma non poteva averla, era nelle grinfie di suo fratello. Era strano come il desiderio rendeva pazze le persone, non è vero Fred?. Erano nella Stanza delle Necessità. Stavano ultimando l’ultima strategia prima di attaccare. Fred stava dando un’attenta occhiata alla Mappa del Malandrino, era così concentrato, che riuscì ad occupare la mente… che l’udito. Delle dita si mossero sulla sua spalla. Lui alzò la testa cauto, cercando di capire se veramente aveva sentito quel tocco. Quando distolse gli occhi dai piedi di Piton, davanti a lui si ritrovò la Granger.
- Ciao, allora… sta succedendo qualcosa? – Hermione indicò la Mappa con gli occhi. Fred stette per un bel po’ a fissarla. Quanto era diventata grande, neanche lui se ne capacitava. La sua bellezza era sempre la stessa, distruttiva. – Ehm… Fred? – lo chiamò.
- Ehm… sì scusa! – scosse la testa. – no, ho visto Piton girare nel suo ufficio, ma niente di più. Lei annuì. Tra i due scorse un silenzio imbarazzante. Lei era agitata, sfregolava le mani, nervosa, spostando il suo peso da un piede all’altro. – Scusami Fred! – sputò fuori. Lui alzò un sopracciglio.
- Per cosa? – chiese.
- Ehm… i-io provavo qualcosa per te. – sputò fuori, si tolse un peso di dosso a dirlo. Era stanca di portare quel peso dentro di sé. Non riusciva più a contenersi. Voleva bene a Fred, moltissimo. E provava anche qualcosa che andava oltre l’amicizia.
- Perché mi vieni a dire questo?! – biascicò lui, osservando di nuovo la Mappa. Non voleva guardarla negli occhi.
- I-io credevo che tu provavi lo stesso! – disse quasi arrabbiata.
- E invece no! Non sei sempre al centro dell’attenzione miss so tutto! – le rispose, tirò fuori dalla tasca una sigaretta che accese, con la punta della bacchetta. Hermione corrucciò le sopracciglia, non capendo niente di quello che stava accadendo. Da quanto fumava?!
- Sono solo venuta a dirti che non ho intenzione di farti una dichiarazione, ma a farti delle scuse… per aver scelto Ron. – a dirlo tirò quasi un sospiro di sollievo. – I-io ti amavo, solo che tu… non ti facevi avanti, non sapevo cosa pensare, eri scostante, freddo.
- Chissà come mai, forse perché… non provavo qualcosa per te?! – fece cinico. Aveva messo in mostra la sua maschera migliore per parlare con lei. Le soffiò del fumo sul viso, che lei scostò con la mano.
- Io sì però! – si arrabbiò, la sua gola bruciava per tutto quello che gli stava dicendo. Ma era convinta comunque che era la cosa giusta da fare. C’era la guerra, doveva liberarsi di tutti i rimorsi, di tutto quello che teneva dentro. Ma ora non sapeva se credere veramente alle sue parole. Quindi dopo quello che era successo, l’aveva presa solo in giro? Niente era stato vero?. Fred aveva sempre pensato che Hermione provava qualcosa per suo fratello, forse… se lei glielo avrebbe fatto capire prima, che provava qualcosa per lui, allora le cose forse sarebbero andate molto diversamente. Aveva ragione George, era lui che doveva darsi una mossa, era lui che doveva svegliare la sua mente bacata. Doveva capirlo da solo, ma non aveva mai avuto il coraggio di provarci, perché sapeva che gli avrebbe spezzato il cuore. Hermione aveva gli occhi lucidi, ma Fred non si fece impietosire, rimase impassibile, si arrabbiò con se stesso, e decise di dare il fine a quella conversazione.
- Mi dispiace Granger, ma io non ho mai provato e mai proverò qualcosa per te. A volte alcune persone sono fatte per non stare insieme. – lei si girò, impettita. Ammetteva il suo amore per Ron, lo amava più della sua vita, ma doveva anche liberarsi di questo peso. Ora che glielo aveva detto, gliene fregava poco o niente di quello che lui le aveva risposto. Lei aveva svolto il suo compito. Anche se mille volte aveva pregato che lui si facesse avanti. Era rimasto sempre un ottuso, dal primo anno. Non poteva farci niente.
-  Addio Fred. – rigettò fuori. Lui mai come in quel momento capì come tutto era successo così velocemente, tutto davanti ai suoi occhi, l’aveva incontrata e adesso gli aveva detto addio. Fred fece finta di interessarsi alla Mappa, quando invece stava prestando attenzione, a Ron e Hermione. Lui che si preoccupava della sua incolumità, e che gli baciava la fronte, mentre lei con occhi socchiusi, si abbandonava a quel bacio. Era stanca, spossata per la guerra. E mentre Fred li osservava, in lontananza si sentirono le prime grida, la guerra, i passi veloci, gli incantesimi, i fulmini. Stava iniziando.
 
 
No non voglio innamorarmi
Questo mondo ti spezzerà il cuore
No, non voglio innamorarmi
Questo mondo ti spezzerà il cuore
Di te, di te

 
 
Hermione, non sapeva neanche dove aveva trovato il coraggio di sputare in fretta quelle parole. Perché alla fine, come tutti non pensano, qualcosa c’era stato. Era veramente successo qualcosa, che era solo loro. Nessuno l’avrebbe mai scoperto. E Fred sembrava essere nello stesso incantesimo degli altri, l’ignoranza del loro accaduto. Tutto era accaduto nei corridoi, lei non riusciva a dormire e decise di fare un giro per i corridoi della scuola, stando ben attenta a Gazza e Mrs Purr. Forse era strano, ma riusciva a schiarirsi le idee essendo in silenzio, da sola, con un atmosfera lugubre a farle compagnia. Erano anche momenti di guerra, quindi poteva capitare qualsiasi cosa da un momento all’altro.
Era così incasinata con se stessa. A volte Ron era la scelta più impensabile da fare, ma si sentiva così bene con lui che non aveva bisogno di altri dubbi. Aveva fatto la scelta giusta, ora o mai più si disse. Ron… così superficiale e goffo, anche antipatico in alcuni casi. Ma non avrebbe mai pensato di innamorarsi di lui, in fondo era stato proprio a lui a invitarla ad uscire, si era fatto avanti, come qualcuno non aveva fato. Quel qualcuno che lei desiderava tanto, ma lui era scostante, freddo. Si allontanava e non sapeva neanche il perché, neanche poteva credere che una persona potesse farla sentire così male, così uno schifo. Aveva paura, Fred era più pericoloso di Ron, poteva sembrare il ragazzo pazzo che tutti vedevano, ma dietro di lui si nascondeva un’anima che non si era mai fatta vedere. Questo lei lo sapeva, perché l’aveva visto.
Un ragazzo così fragile che combatteva contro se stesso, contro il mondo. Era seduto sul muretto del corridoio, aveva una sigaretta in mano e il fumo di essa sembrava essere così in armonia con l’atmosfera. Appena lo vide, fece un passo indietro che purtroppo venne udito. Era stata troppo goffa, come sempre. Voleva andarsene, non voleva che la vedesse, quando stava con lui, le sue gambe cominciavano a tremare, e il cuore sembrava non esserci da quanto batteva. Era completamente persa. Lui si girò, indifferente, ebbe un guizzò di emozione quando la guardò, con il suo sguardo timido, imbarazzato. Fece un grugnito e poi si rigirò alle stelle nel cielo. Hermione non aveva gradito quell’atteggiamento.
Era stanca di vederlo scostante, ormai era diventato quasi invisibile dalle poche volte che si vedeva in giro. Lei aveva uno sguardo sprezzante verso di lui, le sue sopracciglia corrucciate facevano capire quanto era complesso agire con uno come lui. Sapeva che era troppo pericoloso, ma forse era questo che l’attraeva in lui. Non poteva farci niente, era attratta da lui più di quanto si aspettasse. Tendeva sempre a nascondere quell’emozione dentro di sé, quando lo incontrava. Lei aveva Ron, Ron e basta, era lui che doveva farle provare quelle emozioni, lui che doveva farla rabbrividire, era lui che doveva farla sentire confusa. Ma a parte puro amore, non c’era nient’altro. Sembrava quasi una pantomima. Hermione non si arrese, voleva capire più a fondo il motivo del suo comportamento. Si sedette al suo fianco, ammirando anche lei il paesaggio dell’erba e dell’infinito lenzuolo blu notte, tappezzato di stelle. C’era così silenzio che forse si sarebbe addormentata lì. L’atmosfera era così armoniosa… anche con Fred vicino, forse era proprio la sua presenza a creare quella magia. Lui fece l’indifferente, non pensando all’esile figura che gli era seduta accanto.
- È così bello, non è vero? – disse per spezzare la tensione che si era creata quando aveva deciso di rivolgergli la parola, ecco… Ron non gli faceva provare neanche questa adrenalina e confusione quando doveva parlargli.
- Come ti pare… - rispose lui, sull’espressione di Hermione fu delusa. Lui soffiò un’altra nuvoletta di fumo, che infranse l’aria davanti a sé come una freccia. Per poi accomodarsi nell’aria stessa, aspettando che l’aria la portasse via.
- Perché sei così? – chiese lei, prendendo il coraggio a due mani, stanca di essere nascosta dal mostro che lo divorava.
- Così come?! Io sono normale! – le rimbeccò acido.
- Non è vero! Non ti ho visto scherzare da settimane, ormai. Non sto togliendo punti da un bel po’ a voi due, cosa state tramando… qualcosa di grande scommetto! Se siete stati fermi per tutto questo tempo…
- Per te ha solo importanza la mia educazione, non è così?! Basta che fai il tuo lavoretto da capetto e poi stai bene, ti senti sicura, fai pace con te stessa. – sputò fuori. Hermione si soprese, tanto da non poter più pensare per quello che aveva detto. Era la… verità.
- No… cioè… sì… non lo so! – era così indecisa, sembrava parlare con un altro Fred! La cosa la metteva quasi in soggezione. – Voglio solo sapere perché sei così, Fred.
- E perché dovrei dirlo proprio a te… ah, è ilare questa cosa non credi… ma proprio non capisci?! – Fred, sembrava quasi lottare dentro di sé, tra la verità e la bugia.
- Cosa dovrei capire! Tu… tu… - Hermione ancora doveva trovare le parole giuste a quell’insulto che stava per lanciargli che Fred fece prima a concludere ogni cosa. Lanciò la sigaretta altrove, si girò e la baciò. Voleva avere quello che da tempo desiderava. Che bramava e contemplava da tempo. Avendo paura comunque. Non doveva ascoltare il suo istinto… lo sapeva, ma la preda era così vicino, che si disse: o ora o mai più!. Hermione neanche se lo aspettava, ora tutto si collegava come puzzle nella sua mente, tutto sembrava acquisire senso.
Quelle emozioni che lei aveva sempre tenute nascoste dentro di sé, si riversarono tutte d’un botto. Le sue gambe tremarono, la testa le girava, ed era così rossa in viso che neanche credeva di raggiungere quella temperatura. Hermione sentì l’odore del tabacco, lo respirò e mai avrebbe pensato che potesse essere così buono, o così buono perché provenisse da lui. Le sue braccia si intrecciarono alle sue spalle. Fred si alzò e la portò con sé nei corridoi, dove finalmente poteva assaggiare di più il suo corpo. Le sue mani andarono sui fianchi, alzandole la maglietta, mentre con le sue labbra continuava a tormentarle il collo. Hermione si rese conto solo ora di quello che stava facendo.
Era accaduto tutto così in fretta che non aveva avuto neanche tempo di ascoltare i suoi pensieri. In Fred tutto era così misterioso, eccitante, sconvolgente, quello che stava provando non l’avrebbe mai, mai interrotto! Quando aveva acconsentito a quel bacio neanche si era pentita. Le emozioni che provava con lui, mai le avrebbe vissute con Ron. Hermione si staccò da lui, lo spinse forte, quasi da farlo cadere sul pavimento. – Non posso…
- Sempre a pensare a Ron, vero, miss Granger?! – la schernì.
- Sì… io non provo niente per te! – disse sprezzante, dirlo la fece sentire più uno schifo di prima. Ma forse Fred stava solo scherzando. La stava prendendo in giro, oppure voleva consolarsi con lei dopo quello che gli stava accadendo. La sua mente cercò di pensarla in questo modo, perché sapeva che la causa era un’altra. Ma lei aveva scelto Ron, lo amava, anche se non le faceva provare emozioni estreme come le sue. Quella per Fred, era solo pura cotta, solo attrazione e mistero, niente di più. Certo Hermione, continua ad ingannarti.
 
Ma ora le sembrava tutto più chiaro, quella notte, era stata un episodio. Non aveva fatto altro che chiarire le sue idee. Ancora si stava chiedendo cosa stava aspettando. Lei finalmente lo aveva ammesso, si stava ingannando da sola. Così tanto che per poco non stava per crederci. Ron poteva essere un buon amico, ma niente di più. Lo voleva così bene, che quell’affetto che provava nei suoi confronti, poteva essere scambiato per qualcos’altro.
Ma mentre il tempo si accorciava tra un incantesimo e l’altro, mentre la vita poteva cederle da un momento all’altro, pensò che quello era il momento giusto. Era stata una completa deficiente a dirgli “scusa”. Non doveva, non dopo aver ingannato i suoi sentimenti, ed essersi raggirata da sola. Doveva dirlo, quello che provava fino a quel momento! Doveva dire cosa veramente stava scoppiando in lei, altrimenti tutto sarebbe finito. Non le importava di Ron in quel momento. Sperò solo che rimanesse vivo, stessa cosa che pensava di Fred in quello stesso istante.
Dopo quella litigata sperò che avesse i nervi saldi abbastanza da affrontare una battaglia come quella. Sto arrivando Fred, non morire! Si ripeteva. I suoi passi stavano diventando così grandi che per poco non cadde in vari corpi accasciati a terra, schivava incantesimi anche senza vederli, come se fosse governata da una forza superiore. Non vedeva neanche chi aveva davanti, che scaraventava i corpi a terra, pur di raggiungerlo. Saltava, schivava, spingeva, aveva il cuore in preda alla pazzia, gli occhi frenetici ovunque guardasse. Dove sei Fred, dove sei! Gridava la sua mente.
Poco più lontano si sentì un frastuono, Hermione intuì che era andato in frantumi qualcosa, il suono si avvicinava a quello. Pensava che potessero essere i Mangiamorte che aveva sfondato qualche altra porta per entrare, ma quando la Signora Weasley, preoccupante andò verso il frastuono. Hermione la seguì con il cuore in gola, gli veniva quasi la nausea dalla preoccupazione che aveva. La Granger si mosse, tra la folla, spingendo ancora molte persone, quando arrivò poi alla scena che tutti stavano guardando. Vedeva dei capelli rossi. Ron, non l’aveva visto da quando lei lo aveva abbandonato per rincorrere Fred, che neanche lui trovava.
Era Percy, sì… lui riusciva a distinguerlo. Questo non prometteva niente di buono, se Percy stava piangendo, sicuramente era uno dei suoi familiari ad essere sotto il suo corpo. Molly con tutte le forze, aiutò Percy ad alzarsi, anche lei era in lacrime, era distrutta, accasciata anche lei a quel corpo a cui aveva dato la vita. A Hermione gli si spezzò il cuore, distrutta, si sentiva fragile… esposta al mondo. Le gambe non ressero più, Fred aveva sempre quell’effetto su di lei, la faceva tremare come nessuno era mai riuscito. A carponi si avvicinò al ragazzo morente, le sue lacrime gli bagnarono il viso, aveva gli occhi aperti, quel sorriso che nessuno aveva visto per settimane era riapparso sul suo volto. Hermione si accasciò su di lui, le fronti di entrambi si toccarono. Fred aveva un respiro così debole, che poteva già definirsi morto. Ma l’unica cosa che disse, con sincerità, e senza neanche un minimo punto di scherno, fu una parola semplicissima.
Ti amo. – Hermione pianse più forte, quando la testa di Fred si accasciò completamente sulle sue cosce, le sue mani ebbero lo scopo di accarezzare quella testa rossa insopportabile. I singhiozzi di Hermione potevano sentirsi attraverso tutto il castello. Tutto così in silenzio, dove l’unica cosa che riecheggiava era un amore straziato.
- Anch’io… scusami… scusami! – ripeteva in una cantilena, mentre lei sfiorava la sua guancia con la sua, ormai fredda. Molly, era morta anche lei ormai, insieme a suo figlio. Allora… era questo, un insulso gioco macabro. Si erano aspettati per ottenere solo questo, nessuno si sarebbe innamorato di qualcuno, troppo tardi. Troppo codardi, troppa paura. Troppi fraintendimenti. Era questo che li aveva fregati. Stavano conducendo un gioco tutto sbagliato. Ci vollero delle ore, forse anche giorni prima che Hermione si convincesse davvero di quello che era accaduto. Per giorni era stata da sola, non voleva vedere nessuno. Soprattutto George, gli ricordava troppo suo fratello. Con Ron non aveva parlato dalla guerra, quando si rincontrarono era passati due mesi dopo la battaglia. Entrambi si salutarono, e Hermione lasciò che lui la prendesse per mano. Non aveva detto niente della scena della morte di Fred, e gliene fu grata. In fondo era stata disonesta con tutti. E decise quindi di voltare pagina, e continuare una nuova vita.
 
Un giorno, all’insaputa di tutti, decise di andare al cimitero, trovò subito la sua lapide, si accovacciò e accarezzò la foto, un ragazzo sorridente, avvenente, e chiunque l’avrebbe visto, di sicuro avrebbero potuto notare che non se la meritava quella morte. Sotto il vaso di fiori che la madre gli aveva lasciato, aveva fermato il foglio, lasciando che la frase sbucasse fuori, senza che il vento se la portasse via.

Conservo ancora il tuo bacio… vieni a prenderlo, ti prego!”
 
Di Hermione, non c’era più nessuna traccia. Che gioco malvagio da giocare, Fred. Farle sognare di te, farla bramare di te. Tu ti sentivi diverso. Ma ti ingannavi. Il mondo era in fiamme, e potevi salvarla solo tu. Il desiderio ti ha reso pazzo, tanto pazzo da non fare niente. Quando invece avresti voluto fare qualsiasi cosa per lei. Non voleva innamorarsi di te, sapeva che eri pericoloso. Ma come si suol dire, innamorarsi è un incidente. Sapeva che le avresti spezzato il cuore. Che gioco malvagio da giocare, Fred. Farla sentire così. Quindi alla fine, nessuno si innamorava di qualcuno. Che gioco, pazzo, infantile, proprio da te Fred.
 
 
Nessuno ama Qualcuno.







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A.A - Spero che la storia, anche se triste è piaciuta. Era da tanto che non scrivevo una loro ff. E sono anche bloccata con l'ultimo capitolo della mia long, quindi qualcosa su di loro dovevo pur scriverla per sbloccarmi. Anche se credo che a breve spero di scriverla. Se vi piace la storia, beh... non posso altro che dirvi grazie! :3
Se invece l'avete letta, e poi non vorreste altro che scrivere una critica... bene... io l'accetto però sappiate che questo animo tormentato di Fred, non è OOC! Alla fine, come ho detto nella descrizione, all'inizio della storia è sempre il solito è vecchio Fred. Solo che il dubbio di Hermione, lo mette in conflitto e quindi si trasforma. Credo che in un essere umano accada, sapete! Perciò non fatemi nessuna paternale del genere, grazie! Ovviamente potete dire la vostra opinione eh, non mangio. Ma vi ricordo solo che il personaggio si basa sulla canzone!
Per il resto... grazie di tutto sul serio, io ho bisogno di scrivere, perchè ho troppi pensieri nella testa da riordinare e che con la scrittura riesco a fare in parte. E voi non fate altro, con le vostre recensioni, spronarmi a continuare. Anche se io non mi sento proprio brava! Anzi per niente, ma è una cosa che mi piace e quindi la faccio e non me ne frega niente dei commenti cattivi o di altre cose spiacevoli.
Beh... grazie ancora!
A presto,
Julia :D

p.s - RECENSITE!! <---- AHAHAHAHA xD
  
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