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Autore: frosty lily    23/06/2014    2 recensioni
Dal prologo:
Quando la risata dei due ragazzi si interruppe, si guardarono negli occhi, con l'allegria che hanno gli amici quando sono insieme.
"Mia" disse il ragazzo "qualunque cosa accada, noi non ci separeremo mai, vero?". Mia rise ancora, poi sussurrò: "Ma certo che no, hai forse qualche dubbio?".
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Durbe/Dorube, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo
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Il vecchio molo della spiaggia di Heartland era davvero spettacolare. Ed era il posto preferito di Mia e Durbe per incontrarsi. Anche quel giorno avevano deciso un incontro di rappacificazione. Mia infatti gli aveva tenuto il broncio per una settimana finchè Durbe non l'aveva pregata in ginocchio di smettere. Tenace, la ragazza. L'unico aspetto in cui assomigliava a Thomas: sapeva essere crudele quando voleva, dolce quando serviva...

 

La loro risata si spense nel tramonto. Ecco, Mia non amava il sole. La sua pelle diafana si scottava facilmente, per questo d'estate la si vedeva quasi solo all'alba e al crepuscolo. Avevano finalmente fatto pace, e ora ridevano insieme, come sempre. Erano proprio una coppia perfetta, una di quelle coppie che quando le vedi ti commuovi, in perfetta sincronia, sempre insieme col bello e col cattivo tempo.

 

IV li osservava da lontano. Era geloso, si vedeva a un miglio. E tanto.

"Si, bravo. Continua così... Continua a guardarli e lascia che la gelosia entri nel tuo corpo..."

IV non sapeva da dove venisse quella voce, ma la ascoltò. Il suo sguardo si spostò dai "fidanzatini" alle vecchie travi che reggevano il molo. Non erano molto solide, constatò. Quindi, senza avere più pieno possesso di sè, prese una grossa pietra da terra e la scagliò verso la trave principale. Quella si crepò. Poi si spezzò a metà.

 

"Cos'è questo rumore?" chiese Mia con aria interrogativa. Durbe ci mise meno di due secondi a identificare il rumore come pericolo. Non ci pensò due volte: abbracciò Mia proteggendo in questo modo la sua testa. Un attimo dopo il molo crollò rovinosamente. I due volarono giù, finendo a mollo. Niente di grave, direte voi. Sbagliato! Dopo qualche secondo Mia sentì la presa dell'amico farsi più debole, poi cedere del tutto. La ragazza cercò disperatamente il suo braccio, ma non lo trovò.

 

Quella stessa mattina...

 

"Dai Yuma! Siamo in ritardo!" stava dicendo Astral. Il ragazzino correva da una parte all'altra della casa, cercando ora il costume, ora la maschera, ora la crema di cui non aveva realmente bisogno, vista la sua pelle abbronzata. "È una parola! Tu non devi portarti dietro niente!" protestò Yuma.

Quando finalmente ebbero tutto, si incamminarono, o meglio, corsero, verso la spiaggia, dove Kotori, Rio e Shark (mai sottovalutare il potere persuasivo di Rio) li stavano aspettando.

Verso le quattro, decisero di prendere il largo con una barchetta (indovinate chi remava?)

Al tramonto, tornarono a riva. Guardarono il vecchio molo. Era una delle pietre miliari della città. "Attenzione!" esclamò Kotori. Shark si chinò giusto in tempo per evitare un pietrone, che andò a colpire le travi del molo. Quelle si spezzarono a metà. Impegnati a proteggersi gli occhi e la testa, non videro i due ragazzi che cadevano dall'alto. "Guardate!" disse Rio, quando riaprirono gli occhi. Una ragazza annaspava, poco lontano dalla barca. Bastò poco per ripescarla. Ma lei sembrava agitata, come se avesse perso qualcosa. "Stai bene?" chiese Yuma. "No..." rispose lei "Dov'è? Dov'è?". Loro non capivano. "Che cosa?"

 

Mia si sentì ripescare e appoggiare sul fondo di una barca. Aprì gli occhi, sperando di vedere Durbe. Ma niente, c'erano cinque volti sconosciuti, ma non lui. Si rialzò, scrutando l'acqua calma e sperando di vederlo riemergere. Niente. "Stai bene?" le chiese un ragazzino moro. "No..." rispose lei "Dov'è? Dov'è?". Loro però non sembrarono capire. "Che cosa?" chiesero. Lei non rispose. Poco più in là, adocchiò una chiazza rossa. Si tuffò senza pensarci mezzo secondo e riuscì ad afferrare il polso del Bariano. Si tirò su a fatica, riuscì a tenere la sua testa e quella di lui fuori dall'acqua. Non fece caso alle facce dei ragazzi che erano sulla barchetta, arrivò a riva ansimante e si buttò sulla sabbia. Si rialzò subito e prese la testa di Durbe sulle ginocchia. Sanguinava, e parecchio. Con tutta la delicatezza di cui disponeva, prese un lembo del vestito candido e tamponò la ferita.

Più lontano, IV aveva ripreso pieno possesso di sè. E si era spaventato terribilmente. "Ma che ho combinato?" pensò sgomento. Decise di tornare a casa: se consultare o meno i suoi fratelli, restava da stabilire.

 

 

 

 

 

 

* Angolino dell'autrice che fa sempre soffrire i poveri personaggi*

Salve! Ora che finalmente ho l'ispirazione e il tempo per metterla a frutto, giuro che mi impegnerò!!!

 

  
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