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Autore: Ili91    23/06/2014    4 recensioni
[Crossover Teen Wolf/Supernatural, Sterek, POST 3x12]
Un vecchio amico di John Winchester fa sapere a Dean e Sam che a Beacon Hills ci sono problemi e richiede il loro intervento. Intanto, sei mesi dopo gli ultimi eventi successi a Beacon Hills, Lydia trova due cadaveri in pochi giorni e Stiles e il resto del branco sono certi si tratti dell’opera di un licantropo. Derek, intanto, si è trasferito, ma una telefonata lo spinge a tornare a casa.
Leggesi anche come: Beacon Hills ha un alto tasso di mortalità, Derek e Stiles hanno sentito la mancanza l’uno dell’altro, e Dean ha un serio terrore di un’anziana signora e del suo pappagallo.
Tratto dal primo capitolo:
Senza smettere di battere sulla tastiera del portatile o cliccare con il mouse, Sam disse: «Un vecchio amico di papà - Timothy, lo ricordi? - mi ha fatto sapere che a Beacon Hills succedono cose strane e richiede anche il nostro intervento.»
[…]
«Hai trovato riscontri o il vecchio Timothy esagera?»
Sam si voltò verso di lui, guardandolo ad occhi sbarrati. «Esagerare? Penso che Beacon Hills dovrebbe essere citata come una delle città con il più alto tasso di mortalità dell'ultimo secolo.»
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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There is need of the Winchesters - CAPITOLO 15 Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Comico
Note e avvertimenti: 
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima, seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 15/16 (2159 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12


There is need of the Winchesters

15

Dean si risvegliò con un'emicrania terribile e con un dolore insistente nella parte alta del cranio, come se lo avessero colpito con qualcosa.
Era proprio così, rammentò, aprendo gli occhi e ritrovandosi legato ad una sedia; una corda era avvolta intorno al busto e le braccia, un'altra era stretta intorno alle caviglie e un'altra ancora gli bloccava i polsi. Era stato il demone, aveva catturato lui e Sam.
A proposito... dov'era suo fratello?
«Sam!» chiamò preoccupato e guardò alternativamente a sinistra e a destra febbrilmente.
«Sono qui» disse una voce roca alla sue spalle, che poi emise un colpo di tosse.
Lui e Sam dovevano essere legati schiena contro schiena.
Peeta era posseduto da un demone, ancora non riusciva a crederci. Avrebbe dovuto accorgersene prima, riconoscere i segnali. Scosse la testa, non era il momento di pensarci, dovevano liberarsi, uccidere il mostro e fuggire.
Aveva un coltello nascosto nella fodera della giacca, se fosse riuscito a prenderlo. «Il demone dov'è?» chiese Dean.
«Sono qui» rispose Peeta, comparendo sulla soglia. Dean deglutì nervosamente quando vide i due coltelli da cucina che il ragazzo stringeva e che fece sfiorare tra di loro ottenendo un suono raccapricciante.
L'essere legato e torturato gli ricordava l'inferno, un periodo della sua vita che non avrebbe mai dimenticato.
Facendo attenzione a non farsi scoprire, Dean mosse le mani e infilò due dita nel buco sul fondo della tasca, a tentoni, alla ricerca dell'arma.
Fece un respiro profondo quando riuscì a sfiorarla.
Peeta gli accostò una delle sue lame al collo e Dean si immobilizzò. Essa lo ferì leggermente e sentì un rivolo di sangue colargli lungo la pelle.
«Non sembrate poi così pericolosi, che n'è delle storie che si raccontano su di voi?» Mentre parlava, fece scorrere la lama sulla clavicola, creando una sottile linea rossa. Dean promise a se stesso che avrebbe fatto pagare ogni secondo di quella situazione al demone. Fece uno sbuffo divertito. «Ogni leggenda ha il suo fondo di verità, non lo sapevi?»
«Scoprirò se è vero, quando avrò sgozzato entrambi, immagino.»
«Che ne è stato del vero Peeta?» chiese Sam e Dean ringraziò mentalmente il fratello per quel momento di distrazione e per essere così curioso.
Il demone smise di curarsi di lui e andò verso Sam. Dean ne approfittò per prendere il proprio coltello.
«È qui, da qualche parte» disse Peeta con una scrollata di spalle. «Vado e vengo. Prendo il suo posto e faccio qualcosa, come per esempio l'incidente in cui sono morti i suoi. È stato divertente, se non fosse per il fantasma tornato per tormentarmi. Una scocciatura, non che potesse sul serio nuocermi.»
Mentre l'altro parlava, Dean aveva tagliato la corda attorno ai polsi e ora stava facendo lo stesso con quella di Sam. Poi... un'occasione, avrebbe solo avuto bisogno di un'occasione.
«E la vecchia? Perché è ancora in vita?» chiese Dean, insistendo nel suo tentativo di distrarre il demone.
Peeta sbuffò, sembrava seccato dalla domanda. Fece roteare i coltelli intorno alle braccia, come un giocoliere. «Ho ricevuto un richiamo per aver lasciato morire mamma e papà senza aver comprato prima le loro anime. Con la nonna dovrà andare diversamente. Ah, se non fosse per quel dannato demone degli incroci...»
Dean trattenne un sorriso, qualcosa in comune l'avevano ed era l'odio per il re dell'inferno, Crowley.
«E ci sei riuscito?»
«Quasi, ma la nonnina adora suo nipote, l'unica cosa che gli è rimasta, soprattutto ora che non ha più il suo animale da compagna...»
«Un momento!» lo interruppe Sam. «Pensavo che Katniss fosse stata uccisa dal fantasma.»
Il demone gettò la testa all'indietro e rise. «No, sono stato io. Peeta era così devastato dalla perdita e non sa nemmeno di esserne il responsabile.»
«Lui è innocente!» replicò Dean, perdendo la calma. Non avrebbe permesso che un ragazzo s'incolpasse per qualcosa in cui non c'entrava.
«Le mani che si sono sporcate del sangue di quel pappagallo sono le sue.»
Ora. Dean si sfilò le corde e infilzò il demone con il coltello. «Come mie sono le mani sporche del tuo sangue e con vero piacere.»
Non sarebbe bastato, lo sapevano, ma dava loro qualche secondo di vantaggio. Avrebbero potuto usare il coltello di Ruby, che avevano nella propria stanza, ma in quel modo avrebbero ucciso anche Peeta e volevano evitare di arrivare a tanto. Per fortuna, c'era qualcos'altro che avrebbero potuto usare.
Dean e Sam corsero lungo le scale con il demone alle calcagna.
«Cercate le vostre armi?» ringhiò Peeta con rabbia. «Pensavo non voleste uccidere il ragazzo.»
Sam venne raggiunto e spinto con violenza sul pavimento. Dean si fermò, guardandosi indietro.
«Corri, Dean!» urlò Sam, sdraiato prono, sollevando la testa. Stava bene, ma sembrava un po' intontito. Peeta lo ignorò per concentrarsi su di lui.
Dean attraversò il corridoio, avrebbe pensato dopo al suo fratellino. Spalancò la porta della camera e attraversò la soglia. Solo un metro...
«Sei in trappola!» disse Peeta, alle sue spalle.
Dean si voltò e sorrise, trionfante. «Penso che lo sia tu.» Gettò un'occhiata eloquente al soffitto, dove un incisione rossa macchiava la tinteggiatura incrostata color bianco sporco.
Il demone lo guardò infuriato e sconfitto. Ora sarebbe andato tutto bene e se era lui a dirlo doveva essere così.

***
 
Derek vide Stiles dirigersi verso la propria auto e lo guardò incuriosito. Si allontanò dagli altri, il branco – che comprendeva anche l'intrusa Allison –, e si avvicinò a lui. «Vai a casa?» chiese. Sperò in una risposta positiva, ma doveva esserlo; Stiles certo non pensava di venire con loro, vero?
L'altro sobbalzò, portandosi una mano al petto. «Derek, non arrivare così alle spalle della gente!» si lamentò. «Uhm... no. Andiamo a casa tua, adesso. L'altra.»
Derek rimase in silenzio e via via lo sguardo di Stiles si fece più consapevole. «Oh, non vuoi che venga. Immagino che un umano senza particolari abilità non sia molto utile in battaglia, ma non sarò un peso. Voglio aiutare, fare qualcosa.»
«Stiles... è meglio che tu stia qui. Doversi preoccupare della tua sicurezza, ci... distrarrebbe il branco.» Derek non pensava assolutamente che Stiles fosse inutile o incapace, ma, semplicemente, non era un lupo mannaro, il che lo rendeva più fragile.
Si era affezionato a Scott, Isaac e Stiles, ma mentre i primi due avrebbero avuto meno difficoltà a difendersi da soli, Stiles aveva solo il cervello dalla sua. E a volte non bastava nemmeno la forza fisica. Derek aveva provato sulla propria pelle quando fosse fragile la vita, a cominciare dalla sua stessa madre, l'Alpha più forte che avesse mai visto, perita in un incendio.
Voleva essere un uomo e un beta migliore, avrebbe dato la sua vita senza pensarci due volte per proteggere i suoi cari e metterli in pericolo non era nei piani.
«Siamo ancora alla fase “non mi fido di te”?» Le ultime parole le pronunciò con voce grossa, furiosa, con un tono che probabilmente era un rimando a quello di Derek.
«Non è questo!» replicò, sulla difensiva.
«Ti fidi di me?» chiese Stiles, solenne, fissandolo negli occhi.
«Sì, mi fido di te» rispose Derek, senza esitazione.
L'altro sorrise. «Anch'io.» Ci fu una pausa. «Di te, intendo. Mi fido di te.»
Derek si ritrovò a fissare le sue labbra. Non si era pentito di averlo baciato, era stato inaspettato e doveva essere pazzo a pensare di poter essere felice con qualcuno, di avere una relazione, con le brutte esperienza che aveva alle spalle, ma quello che aveva detto era vero: lui si fidava di Stiles e non aveva ancora perso la speranza di un qualcosa di buono nella propria vita.
Derek guardò Stiles e lesse nei suoi occhi lo stesso desiderio che provava lui stesso. «Stiles...» cominciò. Due occhi marroni lo fissarono, in attesa, ma venne interrotto da Scott.
Di nuovo? Non era la prima volta che lui e Stiles venivano interrotti, era successo anche la sera prima, per colpa di Peter.
Derek era in dormiveglia, in quel momento, ma ricordava perfettamente di aver sentito la presenza di Stiles e il suo avvicinarsi. Il suo respiro sulla pelle.
«Andiamo, Derek?» chiese Scott, poi si rivolse a Stiles, il quale fissava l'amico con espressione scocciata. «Tu cosa fai?»
Stiles si rigirò il mazzo di chiavi tra le dita. «Credo che andrò a casa» rispose con disappunto. Il suo viso era come un libro vivente, rivelava tutto, senza nascondere nulla.
Stiles aprì la portiera della sua jeep e scivolò all'interno dell'abitacolo, prendendo posto sul lato del guidatore. Prima di mettere in moto, posò un braccio sul finestrino abbassato e si girò a guardarli. «Fatemi sapere il prima possibile.» Batteva le dita ritmicamente, denotando nervosismo. Forse non si rendeva nemmeno conto del suo gesto.
Scott annuì, mentre Derek si limitò a fissarlo. Stiles ricambiò l'occhiata e sembrò che volesse dire o fare qualcosa, ma se ne andò subito dopo aver fulminato un'altra volta Scott con lo sguardo.
«Ho fatto qualcosa?» chiese quest'ultimo, mentre la jeep si allontanava.
Derek non riuscì a trattenere un sorriso e non rispose. «Andiamo» disse invece, facendo marcia indietro verso la sua Camaro. Scott lo seguì.

***
 
La casa era deserta: suo padre era ancora al lavoro e non sarebbe tornato prima di sera tardi.
Appena arrivò, Stiles si diresse direttamente verso la sua camera. L'Alpha aveva richiesto un incontro, ma lui non avrebbe creduto si fosse presentato davvero fino a che Scott non gli avesse detto il contrario. Dopo tutto quello che aveva fatto per non farsi scoprire, per non combatterli faccia a faccia, non aveva senso che avesse cambiato strategia così di colpo.
Per questo, Stiles aveva intenzione di ricontrollare il suo schema dell'indagine. Sentiva che la risposta che cercava era lì in mezzo, nascosta sotto i suoi occhi.
Nel corso della mezz'ora successiva, fece il giro della stanza almeno una decina di volte, buttò all'aria fogli, fotografie e collegò fili di un triste rosso – casi irrisolti – per una lunghezza di almeno tre metri in totale.
E poi la risposta arrivò, sotto forma di messaggio. Non l'aveva detto a Scott, ma si era appuntato il luogo dove avevano trovato Isaac e aveva sfruttato qualche conoscenza di suo padre per svolgere qualche ricerca: per esempio, chi fosse il proprietario di quella casa, sperando fosse di una qualche utilità.
In effetti, lo era.
Da principio, sebbene non fosse esattamente sorpreso, si rendeva conto di quanto fossero stati stupidi.
Di sicuro spiegava perché tutte le strade – o i fili – portassero a Peter Hale.
Era stato proprio il lupo mannaro a metterli sulla pista di Arianna, di rivelare che era lei la cacciatrice, li aveva anche avvertiti del messaggio dell'Alpha. Li aveva proprio fregati.
Ora, tutto aveva un senso.
Da quando era tornato in vita, Peter doveva aver finto di essere un beta, nascosto le sue reali capacità e scovato un modo per prendere il potere di Scott. Un Alpha che uccideva un altro Alpha doveva generare una grossa quantità di energia, sarebbe stata una buona spiegazione.
Eppure, Stiles sentiva il bisogno di un'ulteriore conferma, una prova. Fu con questo pensiero che si mise alla guida, raggiungendo in pochi minuti l'appartamento di Peter, sperando segretamente che non fosse in casa come credeva.
Solo una prova e avrebbe avvertito gli altri. Era anche preoccupato, chissà che cosa stavano facendo alla casa degli Hale.
Scosse la testa, non era il momento di pensarci. Stava facendo qualcosa di stupido e  avventato, doveva prestare attenzione alle sue azioni.
Scassinò la porta ed entrò, ringraziando che i lupi mannari non pensassero di aver bisogno di un sistema di sicurezza più complesso di una semplice serratura.
Stiles si aggirò tra le varie stanza dell'appartamento, alla ricerca di un qualche indizio. Sul pavimento del bagno trovò delle bende e un asciugamano macchiati di sangue.
Non era sufficiente, perché Peter aveva ammesso di essere stato ferito nello scontro con l'Alpha. Sospirò. Cominciava a temere con quale Alpha Peter si fosse scontrato. Poi, notò un lembo di tessuto nascosto tra le pieghe dell'asciugamano, anch'esso sporco. Stiles s'inginocchiò sul pavimento prendendolo tra le dita per esaminarlo.
Era piuttosto sicuro che fosse un pezzo della maglietta di Scott, strappatosi il giorno che avevano liberato Isaac, il giorno in cui avevano incontrato l'Alpha trasformato.
Ecco la prova.
Erano stati degli sciocchi a credere per tutto quel tempo alle menzogne di Peter, non erano stati abbastanza diffidenti nei suoi riguardi.
Prese il telefono dalla tasca e compose il numero di Scott con frenesia, imprecando quando questi non rispose. Si chiese se ci fosse un motivo grave per cui Scott non potesse parlare e cercò di convincersi che fosse solo impegnato. Sta bene, si disse. Sbuffò, poi chiamò Derek.
«Stiles?» Quest'ultimo rispose dopo un paio di squilli. L'agitazione che provava gli fece a malapena notare il fiatone di Derek.
«È Peter!» esclamò, senza perdere tempo. «È lui l'Al...» Il cellulare gli venne strappato di mano e lanciato via con tanta forza sul pavimento, tale che il telefono si spaccò in mille pezzi.
Stiles si lamentò per il dolore e si portò una mano all'orecchio, che sanguinava per i graffi che gli solcavano la pelle. Si voltò verso Peter, sgranando gli occhi.
«Guarda un po' chi è venuto a far visita al lupo cattivo.»
Oh, non si metteva bene...

[to be continued...]


Spazio Autrice: Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, è così triste. Questa storia mi ha accompagnato così a lungo che... lasciamo le lacrime alla prossima settimana.
Allora... Peter è l'Alpha. Sì, già, è complimenti a chi aveva indovinato, anche se penso che il capitolo quattordici avesse reso abbastanza chiara la cosa. Spero che la soluzione vi piaccia. Che Peter fosse l'Alpha è una decisione che è stata presa quasi immediatamente. Dopo aver capito che il mio progetto di fare una oneshot per fare semplicemente incontrare i due fandom fosse una stima fin troppo ottimista, avevo bisogno di trovare il colpevole e poteva essere solo Peter (continuo a volergli tanto bene anche se è il cattivo della mia storia). Deciso questo, ho gettato le basi e gli indizi, che sono stati colti per la maggior parte. Per la cronaca, ogni volta che Peter faceva un'insinuazione, non era solo un'insinuazione.
Ovviamente, solo Stiles poteva arrivarci e nel prossimo lui e Peter avranno una grande scena. 
Per il resto... Sam e Dean ritrovano le loro capacità di cacciatori e sistemano il demone (non sono sicura di come sia venuta la cosa. Ho fatto del mio meglio, ma...).
Nel prossimo capitolo: La trappola, Sterek, tanto Peter e... la conclusione.
Alla prossima settimana!
Ilaria
   
 
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