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Autore: pink sweet    23/06/2014    1 recensioni
Rin, nonostante fosse passato quasi un anno, stentava a crederci, non avrebbe mai pensato che quel giorno sarebbe giunto, non per lui.
Era stato tutto così veloce, così spontaneo, così emozionante.
Lui sentiva che mancava qualcosa, uno scopo, qualcosa che lo spronasse a dare sempre il meglio di se, e non si riferiva soltanto al nuoto.
Poi quel qualcosa arrivò, poi incontrò lei.
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Ehila vi propongo questa nuova fic, inizialmente doveva essere di un solo capitolo, ma visto la sua lunghezza ho deciso di dividerla in due, nonostante questo spero che leggerete entrambi i capitoli nello stesso lasso di tempo perchè sono strettamente collegati :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SALVAMI
 
Angolino dell'autrice:
Prima che leggiate questa fic, devo dirvi delle cose
1) per chi non avesse visto l'ultima puntata dell'anime, le prime due righe della parte in corsivo contengono spoiler, perciò inizate a leggere dalla terza che si capisce ugualmente ;)
2) come già scritto nell'introduzione questa ff doveva essere di un solo capitolo, ma per comodità ho deciso di dividerla in due parti, ed è per questo che pubblicherò subito il secondo capitolo in modo che "l'atmosfera" creata non vada persa.
detto questo vi auguro una buona lettura :D
Pink sweet

 
Rin, nonostante fosse passato quasi un anno, stentava a crederci, non avrebbe mai pensato che quel giorno sarebbe giunto, non per lui.
Era stato tutto così veloce, così spontaneo, così emozionante.
Rin Matsuoka non capiva come si sentiva quel giorno, di certo provava qualcosa di grande, forse troppo grande persino per lui.
Sapeva che la sua vita era cambiata irrimediabilmente, eppure tutto quello che riusciva a fare era ricordare.
Perché Rin, e questo lo sapeva bene, non avrebbe mai dimenticato.
 
Era il secondo anno che il Matsuoka frequentava la Samezuka, una scuola prestigiosa, con un club di nuoto ben fornito.
Ormai si era lasciato alle spalle tutta la storia con Haru, era riuscito a gareggiare di nuovo con lui e con i suoi amici perciò ora era felice e trascorreva una normale vita da diciottenne qual’era.
Però Rin sentiva che mancava qualcosa, uno scopo, qualcosa che lo spronasse a dare sempre il meglio di se, e non si riferiva soltanto al nuoto.
Poi quel qualcosa arrivò, poi incontrò lei.
Lei l’aveva fin da subito incuriosito, nascondeva qualcosa che le altre non avevano, era decisamente speciale, ma questo Rin ancora non lo sapeva.
Ogni sabato la vedeva in piscina, dalle 14.30 alle 16.00, a fare nuoto libero. Vedeva una figura snella, ma robusta, nuotare come se fosse una sirena, senza mai riposarsi. Nuotava specialmente a stile libero e a farfalla  ed era veloce, molto, ma c’era qualcosa di impreciso nel suo stile, qualcosa che andava corretto, e lui si arrabbiava vedendola perché avrebbe potuto fare molto di più se quel qualcosa fosse stato corretto.
E fu allora che decise che lui l’avrebbe salvata.
 
Rin sorrideva a quel ricordo, sapeva che il loro primo incontro non era stato dei migliori, ma sapeva anche che lui non si sarebbe arreso tanto facilmente, perché Rin Matsuoka è una grande testa calda.
 
Era ormai estate e il sole brillava allegro nel cielo.
Fu in quel giorno che Rin decise di aiutarla.
Si avvicinò con passo deciso al bordo della piscina, che conosceva meglio delle sue stesse tasche, esclamando un –Yo-  alla ragazza ottenendo però la totale indifferenza da parte sua.
Irritato per essere stato ignorato si sedette sul bordo della vasca dicendo, con voce un po’ più alta
-Ehi sto parlando con te-
Questa volta ottenne l’effetto desiderato, infatti, la ragazza si girò verso di lui con aria spazientita
-Dimmi-
-Non è così che devi nuotare-
Per qualche secondo ci fu il più totale silenzio, in cui la ragazza continuò a tenere quell’espressione di totale indifferenza che la faceva apparire annoiata.
Poi il silenzio venne interrotto proprio dalla ragazza
-Prima non ti presenti e poi vieni qui a dirmi in modo, non del tutto garbato, che nuoto da schifo, dimenticandoti che non ci conosciamo neanche.-
-Tsk, Rin Matsuoka piacere, e sappi che non ho detto che nuoti male, ma che fai qualche errore tecnico-
-E perché proprio tu dovresti aiutare una sconosciuta?-
Quella domanda spiazzò Rin, sapeva perfettamente perché voleva aiutarla, vedeva del grande potenziale in lei e sarebbe stato davvero un peccato sprecarlo così, se quella ragazza avrebbe voluto, sarebbe potuta arrivare alle nazionali.
Ovviamente però Rin era troppo orgoglioso per dirle questo.
-Perché mi va-
-Ah, invece a me non va, arrivederci Rin Matsuoka-
E lo lasciò così, come un fesso, al bordo della piscina.
 
Rin stavolta ghignava, in effetti lei era davvero un demone, ma lui era un idiota, e non aveva capito di cosa era realmente capace la ragazza.
Per qualche tempo la lasciò stare, frustato dall’essere stato respinto così in malo modo, ma come già detto, Rin era davvero una testa dura, perciò ci riprovò  qualche mese dopo.
 
Anche se inizialmente si era sentito offeso e arrabbiato aveva voluto comunque riprovarci ed era per questo che quel sabato autunnale  si trovava nella terza corsia della piscina della Samezuka, a fare nuoto libero.
E come ogni sabato lei apparve in tutta la sua bassezza, anche se tanto bassa non era infatti superava il metro e sessantacinque.
Per un attimo la sua faccia assunse un’espressione sorpresa alla vista di Rin,a quanto pare non si era dimenticata di lui.
Nonostante questo entrò composta nella piscina, preparandosi a fare lo stile libero quando il suo braccio venne trattenuto.
-Ehi-
-Cosa vuoi ancora-
-Voglio aiutarti-
-Ma…-
-E non dirmi che non ci conosciamo nemmeno, è vero, ma potremmo conoscerci-
-Non mi interessa-
-Dovrebbe invece-
-Perché?-
-Perché si-
-Non la ritengo una valida risposta, se c’è qualcosa che non ti piace nel mio stile non è un mio problema e ora, se permetti- disse indicando il braccio – dovrei nuotare.
Rin la lasciò andare, stupito da come non si fosse scomposta o spaventata.
E successe come l’ultima volta, rimase  li a guardarla da lontano, nuotando in silenzio quasi come se l’acqua, attraverso le sue forti bracciate, potesse capirlo e consolarlo.
 
Ciò che Rin non sapeva allora, è che lui non fu l’unico a rimanere sorpreso, anche lei guardando il suo stile, ammirando la sua potenza, lodando il suo ritmo rimase sorpresa, e anche se non l’avrebbe mai ammesso  quel Rin Matsuoka nuotava davvero bene.
 
Quel giorno l’aria era particolarmente frizzante, forse perché ormai erano a dicembre.
Quel giorno successe qualcosa che Rin non si sarebbe mai aspettato, vide una figura slanciata avvicinarsi e guardarlo con occhi fieri, occhi che sembravano quelli di una tigre pronta a colpire la sua preda, eppure le parole che uscirono dalla sua bocca, non furono aggressive, al contrario.
-Puoi aiutarmi?-
Una domanda semplice, che veniva fatta spesso, qualcosa di banale, ma non per lui, non per loro e anche se Rin avrebbe potuto ignorarla, congedarsi con qualche scusa o addirittura arrabbiarsi, rispose con una semplice sillaba.
-Si-
 
E così iniziarono a vedersi , in quella stessa piscina, per fare un addestramento speciale.
Rin più ci pensava e più stentava a crederci, tra di loro c’era qualcosa di sorprendente. Fin da subito riuscivano a capirsi velocemente. Non c’era bisogno di parole, a loro bastava uno sguardo.
Ed era straordinario come un’occhiata riuscisse a leggere il cuore e l’anima dell’altro, e viceversa.
Anche quando Rin incominciò ad essere il suo personale istruttore, non facevano grosse chiacchierate, lui spiegava, lei seguiva con attenzione ed annuiva, e subito metteva in pratica ciò che le era stato insegnato.
 
All’inizio il loro rapporto era basato solo sulla relazione allievo-maestro, ma col passare dei giorni cominciavano ad aprirsi un po’ di più, incominciarono a parlare dei propri interessi, passioni, famiglia.
Rin aveva scoperto un sacco di cose su quella ragazza, che ora aveva un nome: Shiemi Aritsawa.
Aveva capito che sotto quella maschera di indifferenza si nascondeva una ragazza dolce e solare, piena di fantasia.
Aveva anche scoperto, come gli aveva suggerito il suo istinto, che Shiemi era una nuotatrice provetta e, anche se con molta fatica, l’aveva convinta ad unirsi alla squadra femminile di nuoto della Samezuka, dove il suo talento non sarebbe stato sprecato.
Anche se una parte di lui non l’avrebbe mai ammesso, l’aveva fatto anche per poter trascorrere più tempo insieme a lei, spesso infatti le due squadre, maschile e femminile, facevano allenamenti combinati, ed era capitato più volte che Rin l’accompagnasse fino alla fermata del tram.
 
Allora, probabilmente, non aveva capito ancora i suoi sentimenti per lei, e forse sarebbe stato meglio non capirli mai. Così forse non si sarebbe trovato in quella situazione.
E Rin lo sapeva che era egoista, e si odiava per quello, perché avrebbe voluto essere più simile alla sua Shiemi, di cui aveva scoperto una qualità del tutto inaspettata: la generosità.
Perché lei se vedeva qualcuno in difficoltà non esitava ad aiutarlo, perché lei era una di quelle persone che rischiava  di slogarsi una caviglia per prendere un gattino impaurito su un albero.
Perché lei, anche se non sorrideva spesso, lo faceva con l’anima, anche se Rin mai e poi mai si sarebbe dimenticato il suo primo e vero sorriso.
 
Finalmente ce l’aveva fatta, era stata una dura lotta, ma alla fine ce l’aveva fatta.
Rin era riuscito a chiederle un appuntamento.
Aveva preparato tutto nei più piccoli dettagli:  erano andati ad un festival, avevano visto un sacco di bancarelle e sembravano entrambi molto divertiti.
Verso sera andarono sulla spiaggia a guardare i fuochi d’artificio.
Rin avvicinò una mano tremante verso la spalla della ragazza  e quando la raggiunse si sarebbe aspettato di tutto, perfino  uno schiaffo.
Lei, infatti, girò lentamente la testa verso la sua, ma quello che vide lo spiazzò non poco. Un sorriso enorme contornava la sua faccia, il rossore che aveva sulle guancie le donavano un’aria tenera, e i fuochi artificiali illuminavano i suoi grandi occhi marroni.
Rin non la trovò mai così bella.
 
  
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