Nella vita di ogni coppia arriva il momento di parlare di matrimonio. Presto o tardi che sia, quando due persone hanno vissuto per troppo tempo insieme scatta improrogabilmente l’ora della discussione.
Shikamaru e Temari non facevano eccezione.
Anche se l’avrebbe volentieri evitato. Perché infatti, caso strano, non ne stavano discutendo civilmente da brave persone adulte e responsabili, ma ovviamente, stavano litigando facendo ingigantire la cosa fino a problema di sicurezza nazionale.
-Non ti avevo forse detto che venire a vivere da te avrebbe portato a questo?- sbraitò Temari lanciando un cuscino  dall’altra parte della stanza.
-Potevi sempre dire di no, neanch’io muoio di gioia all’idea-
-Cooosa? E allora potevi non chiederlo e basta!-
-Ma…! Stai facendo un giochino per il quale ogni cosa che dico diventa sbagliata? Se sì, non mi sto divertendo seccatura-
Lui voleva avere una moglie normale, una vita normale, non una tempesta del deserto a cui andava bene tutto e niente contemporaneamente. Non ci capiva più nulla insomma. È vero che era stato lui a chiederle di vivere insieme, ed era anche vero che non aveva pensato alle conseguenze di quella sua richiesta. Sinceramente si era stufato di trasferirsi per qualche giorno in una stanza dall’albero ogni volta che veniva in città e fuggire di casa neanche avesse tredici anni. Ora che a Temari era stato dato l’incarico semi permanente a Konoha e aveva cominciato a cercare casa, gli era sembrato stupido continuare a vivere separati. Ma c’era un problemino che non aveva calcolato.
Ora era lui il capoclan ed era sempre lui ad aver l’obbligo di residenza nella villa di famiglia, doveva badare ai cervi e anche all’archivio. Non si era mai sentito di un Nara che vivesse non a casa Nara.
-Se stessimo giocando non dovrei neanche fare fatica per vincere. Mi proponi una cosa e poi te li rimangi?-
-Non mi sembravi entusiasta all’idea- ribatté con tutta quella poca pazienza che gli era rimasta.
-Ah scusa dovrei fare i salti di gioia?-
-In teoria…-
-In teoria un corno Nara-
Ed eccola di nuovo con il cognome. Era come sentire le trombe del giudizio: quando si passava da Shika a Shikamaru voleva semplicemente dire che era passata dalla modalità umana a quella seccatura, ma quando si passava da Shikamaru a Nara poteva solo dire che lui era seriamente nei guai.
Lo stadio “Shikamaru Nara” sillabato ad alta voce era stata una disgrazia che li avevi quasi portati a non rivolgersi più la parola.
-“Seccatura, mi sa che ci dobbiamo sposare se vuoi venire da me, hmmm?”- disse Temari scimmiottando la “proposta” del suo ragazzo.
-Eh allora?-
-E allora!?- urlò quella inviperita, si girò, si rigirò, prese il cuscino, strinse il cuscino e poi lo lascio andare.
Emise un sospiro sconfitto. –Allora –ripeté come se stesse parlando ad un mentecatto – Io mi trasferisco a Konoha tra due mesi e tu mi hai proposto di vivere insieme e io di ho detto che mi andava bene. Oggi te ne vieni fuori che non se ne fa niente perché dovremmo vivere da te e per farlo dovremmo sposarci e quindi salta tutto-
-Riassunto magistrale seccatura-
-E non ti suona nulla di strano?-
-…-
-Proprio nulla?-
-…-
-Kami-sama!- esclamò guardando il soffitto in  cerca di un aiuto divino. Sospirò di nuovo e si buttò sul letto che era stato testimone di un acceso incontro solo poche ore prima. Ogni volta che stavano lontani era la finivano sempre per non uscire di casa e tutti sapevano che per almeno un giorno i due non sarebbe stati disponibili. La loro storia era iniziata dopo la guerra, o almeno era quello che tutti credevano, visto che avevano cominciato ad uscire molto prima. Il loro problema era stato che con il passare del tempo, anni ormai, non si erano abituati alla lontananza o ci avevano “fatto il callo”, ma anzi era diventato più difficile distaccarsi. Si erano ormai asuefattii alla reciproca compagnia, alle liti, a starsene tranquilli in casa a fare nulla di particolare e ad ogni partenza tutto questo veniva lacerato per poi essere ripreso mesi dopo. Erano  adulti, con dei bisogni da adulti e con quel desiderio di stabilità che tutti agognano.
-Seccatura- disse Shikamaru imitandola e sedendosi sul letto –Anche tu avevi detto che non ti volevi sposare-
Sospirò di nuovo e ripropose l’atteggiamento sto-parlando-con-un-ragazzo-speciale: -Si, ma vedi che siamo davanti ad un bivio? Non ne volevamo parlare, ma ne dobbiamo parlare-
Si grattò la testa come faceva sempre nelle situazioni in cui era in difficoltà, stranamente sempre quando era in sua presenza. Lui doveva ragionarci sulle cose, doveva ruminarle e digerirle, non era pronto a quella battaglia.
-Che ne dici di fare una lista di pro e contro?-
-Se proprio tocca-
-Passami il blocchetto e la penna sul comodino-
Fece due belle colonne e sottolineò più volte i titoli per poi rivolgersi a quella sottospecie di essere umano che aveva coperto gli occhi con le braccia come per difendersi. Si cominciava bene.
-Pro…-
-Incominciamo dai contro va’-
-E va bene contro:-
-Mmm forse è meglio iniziare dai pro-
-Shikamaru….-
-Hmmm-
-Ho un modo per risolvere tutto senza lista e prevede la tua eliminazione-
Temari non era una donna di molte parole, ma di fatti quindi non si fece abbindolare neanche per un secondo dal tono scherzoso, troppe volte si era trovato un pugnale alla gola senza aver avuto neanche il tempo di pensare.
-Allora pro: vivremo insieme che è quello da cui tutto ha avuto inizio-
-Contro dovremmo sposarci- replicò annotando tutto –Che significa a parte firmare un sacco di scartoffie, mettere due leoni in una gabbia-
-Però mi libererei di mia madre- aggiunse.
-Mi appiopperei tua madre. Che poi scusa, dove dovrebbe vivere? Con noi? Mi salterebbe al collo dopo pochi secondi-
-Più che facile che sia il contrario- finse un colpo di tosse e proseguì con tono più alto: -Ma se via adorate! Comunque mamma dovrebbe nell’altra ala. Non sarebbe scomodo potrebbe badare ai bambini-
-Bambini?- sgranò gli occhi.
-Sto vagliando tutte le opzioni possibili-
-Non correre, tigre. Non so neanche se voglio dei figli. Potrei diventare come mia madre-
-E che ha fatto di male quella povera donna a parte non accorgersi di aver messo al mondo un demonio-
-E’ stato mio padre a mettere Shukaku…-
-Stavo parlando di te amore- concluse dandole un buffetto sulla fronte –Comunque penso ci guadagneresti se diventassi come tua madre, ma secondo me se più portata ad essere una seccatura come la mia. Io potrei diventare quello schiavetto che era mio padre. Anche se non si è mai lamentato-
La vide inarcare un sopracciglio.
-Volevo dire che non si è mai pentito della sua scelta. Magari borbottava qualcosa ogni volta che le cose non gli andavano proprio a genio, ma era felice di stare con lei-
-E tu saresti felice?-
-Non farmi dire ovvietà-
E a lei, il silenzio bastò.
-Contro: anche se decidessimo di farlo, non potremmo mai fare qualcosa di poco…appariscente. Il tuo clan ha le sue cerimonie, mio fratello le sue regole e io sarei anche la sorella del Kazekage…-
-Dimentichi Naruto che trasforma qualsiasi cosa in una baraonda di proporzioni epiche-
-Evviva- mugugnò allungando sempre di più la lista.
-Pro: avresti finalmente un cognome!-
-Eh?-
-Diventeresti Temari Nara-
-A Suna non si usano cognomi, sono sopravvissuta senza fino a questo momento, posso continuare così-
-Eh paese che vai…-
-Shika…-
Questi allungò il collo per vedere cosa gli stava mostrando: un’enorme lista di contro e qualche pro, molto spesso cancellato. Sembrava proprio voler dire che non se ne faceva nulla seriamente. Però lui non si sbagliava: Temari non era felice del risultato, guardava quel blocchetto come se si fosse rassegnata in qualche modo a quel destino. Se tutto diceva “no” chi era Temari per contraddirlo?
Fortunatamente lui non era così.
Le prese la penna dalle mani e scrisse qualcosa sulla lista dei pro. Appena scostò la mano Temari poté vedere un “ti amo” scritto a lettere cubitali. Sbuffò in risposta e si riprese la penna tracciando una freccia da quelle due parole fino alla lista dei contro. Sorrideva di quel suo sorriso malizioso a cui lui proprio non sapeva rinunciare. Continuando a guardarla negli occhi con quel mezzo ghigno le tolse blocchetto e penna per poi lanciarli in qualche punto poco definito dalla stanza. Le si fece avanti gattonando sul letto per poi posizionarsi tra le sue gambe. Le accarezzò la fronte con la punta del naso prima di baciarla.
Gli tolse subito la maglietta, mordicchiandogli la clavicola.
-E’ un sì?-
 

Un’ora più tardi era distesi ancora su quel letto a guardare il soffitto. Shikamaru aveva un braccio attorno alle spalle di Temari che riposava la testa sul suo petto e uno dietro alla testa.
-Certo che non è stata la solita cosa dell’anello e dell’inginocchiarsi. Sarà divertente raccontarlo ai bambini-
-Shikamaru, mi stai cominciando a spaventare con questa storia-
-E’ compito della signora Nara dare una discendenza-
-Oi!-




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Buono ShikaTema day a tutte!
Questo è il mio quinto giorno gioigloriosio...credo, sto diventando vecchia e comincio a perdere la memoria. Però c'è qualcosa che non si dimentica: festeggiare come si deve il 23 di giugno!
La fanfic qui proposta, per cui mi scuso enormemente con tutti soprattutto per gli errori che mi saranno sicuramente sfuggiti,  è stata "leggermente" influenzata dallo stupendo capitolo 678 <3<3 che ci ha portato gioia ENORME in un'epoca in cui eravamo andati alla deriva.
Alla prossima!