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Autore: sassa    23/06/2014    5 recensioni
In un mondo che segue precise e rigide regole, cosa accadrebbe se due ragazzi per legge incompatibili si innamorassero? Sfiderebbero tutto e tutti o si limiterebbero a subire e conformarsi?
Dal capitolo IX:
...-Ma le mie mani, per quanto abili, sono vuote- disse confidandole il suo dubbio.
-Non più: ora custodiscono il mio cuore-
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Vieni, angelo- disse Agatha ad Elizabeth davanti casa della sorella –entra pure-; nel momento in cui si avvicinarono alla porta, questa si aprì e dall’abitazione uscì una signora bionda con un fagotto tra le braccia.
-Oh!- esclamò nel vedere Elizabeth.
-Salve, signora- si presentò educatamente la Diamante:-io mi chiamo Bessie- mentì.
-Molto piacere, io sono Madge, la sorella di Agatha. Di che Essenza sei, Bessie?!?-
-Legno- mentì di nuovo Elizabeth controvoglia: quella donna era tanto cortese e lei non si faceva problemi a rifilarle una bugia.
In quel momento pensò a ciò che era successo poche ore prima:
“Ritengo sia troppo pericoloso per te” le aveva detto Leonard “presentarti agli abitanti di Pelsat come l’Essenza di diamante figlia di Tanet, come la ragazza che è scappata dalla sua vita, come Elizabeth: potrebbero aver chiesto di trovarti e riportarti a Ersal e qui non sono tutti ospitali.” Avevano quindi pattuito che si sarebbe presentata come Bessie, un Legno che voleva imparare il mestiere di Agatha e avrebbe cambiato colore di capelli, già che c’era, tanto per render più difficile riconoscerla.
Lo sguardo di Elizabeth andò alle lunghe ciocche chiare che le cadevano sulle spalle formando dei boccoli.
-Ecco, questa è la mia piccola Talia- sorrise Madge scoprendo il visino della bimbetta dai grandi occhi blu avvolta in un panno blu scuro –dobbiamo portarla dal Grande Ordinatore per sapere quale sarà la sua Essenza. Sono così emozionata! E tu, Bessie?-
Anche Agatha, sentito quel falso nome, aveva richiamato alla mente dei ricordi: non era ora di preparare la tavola per il pranzo quando Leonard era corso da lei a chiederle di sostenere la tesi della falsa identità di Elizabeth; ricordava di averlo visto con le mani congiunte e di aver sentito una nota preoccupata nel suo tono pacato. Dopo averlo ascoltato parlare, acconsentì a mantenere il segreto.
Poco distante il giovane Leonard stava camminando verso la locanda di Sean per ripetere ancora quella preghiera; tutti quelli che sapevano chi fosse in realtà Elizabeth avevano deciso di aiutarli e, sapeva, Sean avrebbe fatto lo stesso.
Tutto questo per Elizabeth.
Improvvisamente i pensieri del pittore si soffermarono su quello che era successo due sere prima: le aveva accarezzato il volto e sentiva di dover fare qualcosa, gli era parso di sentire un nodo stringergli lo stomaco e aspettava di vedere il suo cuore balzare fuori dal petto, per quanto aveva preso a battere in fretta; probabilmente l’avrebbe baciata, pensò, desiderava farlo, ma dannazione se era sbagliato! –“sbagliato” è dir poco- disse fra sé –è contro la legge, è impossibile, è… è “sbagliato”!-

 

Vedi lo scrigno davanti la quale siamo tutti in fila?- indicò Agatha.
-Ehm… veramente no- Elizabeth cercò di guardare oltre la dozzina di persone che aveva davanti.
-Quello ovale, color ebano. Sul coperchio c’è un fregio d’argento; Madge ha portato Talia nella stanza in fondo a destra, dove la bambina sarà bagnata con acqua di rose, come per sottolineare la sua purezza, e poi quando toccherò a noi, dovrà porre la sua manina al centro del fregio, così che…-
-Aspetta, perché l’acqua di rose?-
-Non me lo chiedere, è un’antica tradizione che risale a millenni fa… Dicevo che la scatola si aprirà, rivelando l’Essenza della bambina-. Madge la raggiunse.
-E come si capisce di quale sia l’Essenza?- chiese Elizabeth.
-Chiedilo al Grande Ordinatore: lui è nello scrigno-
-Il Grande Ordinatore in un posto così piccolo?-
-Lui è ovunque, bambina mia. Comunque, a seconda del materia di cui è fatto il piccolo ovale nella scatola, Talia avrà un’ Essenza-
-Vuoi dire che il nostro futuro è deciso da quella scatola?! Tutto ciò è assurdo!-
-Calmati, El… Bessie-

Il fregio sulla scatola rappresentava le tre Essenze: una vanga ed una lancia incrociate tra loro erano legate da una corona. La bimba appoggiò la mano e lo scrigno si aprì sprigionando una soffusa luce bianca.
-Legno!- annunciò Madge tirando fuori un solido ovale in legno di castagno.

-Incredibile quello che fa quello scrigno!- disse Agatha non appena furono sole.
-Io non ci credo più di tanto, sai?!- ribatté Elizabeth.
-Non dovresti dubitarne: incredibili e portentose cose sa fare-
-Scommetto che in tanto tempo non son mai state registrate cose “incredibili e portentose”-
-Diciotto anni fa, invero, se vuoi contare anche i mesi della gravidanza, una donna andò dal Grande Ordinatore perché incinta. Di due bambini- aggiunse con aria grave
Elizabeth sapeva il destino che attendeva le donne di Pelsat che aspettavano gemelli: uno solo riesce a vedere la luce, l’altro muore, così come la madre, tra indicibili sofferenze-
-A Pelsat non ci sono dottori capaci e la donna era troppo povera per viaggiare fino ad Ersal o per chiamarne uno, così fece ciò che facciamo tutti quando non vediamo altre soluzioni: andò dal Grande Ordinato a pregare-
-Le persone disperate si affidano sempre alle loro divinità, quando non trovano altre vie d’uscita-
-Ogni giorno per nove mesi- Agatha riprese il suo racconto –finché non nacquero due bambini. Il primo biondo e fragile, l’altro coi capelli più scuri e robusto e che ora è uno delle migliori guardie della città-
-E l’altro?-
-L’altro è il giovane pittore con più talento nel raggio di circa dieci miglia!-
-Leonard…- sussurrò Elizabeth.

 

 

 

Il mio piccolo angolino felice:
Ed eccoci giunti alla fine di questo capitolo.
Sì, sì, lo ammetto: ho preso il nome Madge da uno dei personaggi di “Mondo Senza Fine” di Ken Follett; capitemi, su, è uno dei miei libri preferiti (ma non supererà mai “I pilastri della terra” muahahahah), non potevo non prendere qualcosa… a proposito, la nostra Elizabeth mi è uscita molto “Caris” con il suo… come dire, scetticismo nei confronti della fede.
Ora tutti quelli che non conoscono “Mondo senza fine” staran guardando lo schermo con un’aria molto perplessa, lo so e l’unica cosa che gli posso suggerire, oltre che di assecondarmi, è di leggere quel fantastico libro. Davvero, ve lo consiglio.
Quelle “sofferenze indicibili” di cui parlo nella storia delle madri con due gemelli mi assillavano da quando ho iniziato a scrivere il capitolo, quindi non potevo non mettercele.
Detto ciò,
spero che questo VI capitolo vi sia piaciuto,
Sally che ancora non riesce ad ingrandire le dimensioni del testo

 

 

  
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