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Autore: ElfoMikey    18/08/2008    8 recensioni
STORIA SCRITTA A QUATTRO MANI: da chemicalLady & ElfoMikey
...forse dirlo a piccoli passi è la cosa migliore, ma il comportamento di Frank mi uccide, mi innervosisce.
No, non dirò nulla a nessuno!
Anzi, compirò una missione degna di Kim Possible: entro la fine del mese, Frank Anthony Iero si sarà tolto dalla testa questa atrocità di dire tutto.
Io sono disperato per la miseria!! Non so che fare!!
Ma un modo lo troverò e ecco la mia missione: entro la fine del mese tutti sapranno cosa tra me e Gee a costo di fare una conferenza stampa!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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jessgre


 
 
 
Frank pov
 
 
Io e Mikes abbiamo passato una bella serata dopo tutto…
Come sempre del resto, è una delle poche persone che mi aiutano a dimenticarmi i dispiaceri…
“Ora vado a letto” mi dice mentre entriamo in hotel “sono cotto!”
“a chi lo dici…” replico io sbadigliando “a domani”
“ciao Frankie!” mi dice sparendo dietro alla sua porta.
Infilo la mia chiave nella toppa, quando una brutta sensazione mi assale.
Un nodo allo stomaco inizia a formarsi mentre inizio a respirare affannosamente.
Mi fa quasi male il cuore, tanto che porto una mano ad esso…
Ma che caspita…
Inconsciamente cammino sino ad arrivare davanti a una porta.
La camera di Gerard.
Qualcosa non va… non so perché ma lo sento….
Mi fa male il petto…
“Gee” busso una, due, venti volte ma niente “GERARD!” inizio a urlare, dando degli schiaffi alla porta.
Bob sbuca dalla sua stanza “è successo qualcosa?”
“no… devo vedere Gerard però…”
Lui annuisce “ha cambiato stanza… ora sta al quinto piano… stanza 234…”
Non aggiungo altro e non ascolto quello che Bob mi dice, volo su per le scale come un razzo…
Faccio una fatica allucinante, ok, ma continuo a correre.
Dannate gambe corte e dannati polmoni affumicati da anni e anni di camel light!
Arrivo davanti alla porta e prendo a bussare disperato… e questa si apre…
Gee non lascia mai la porta aperta… mai… anzi rompe un sacco le palle chiedendomi se ci ho dato un giro di chiave quando vado a trovarlo figuriamoci se lui lascerebbe tutto aperto…
“Gee?” chiamo, entrando.
Ma non ricevo risposta… a parte il cigolare della porta…
“Gee?” lo vedo, è sul letto e sta dormendo.
Tiro un sospiro di sollievo, mi era preso un colpo per nulla…
Lo guardo intenerito, ha il viso rilassato come non lo vedo da tempo e le labbra increspate in un tenue sorriso.
Il sorriso che io pensavo di non rivedere più.
Faccio per uscire da il rumore di qualcosa che cade mi fa tornare sui miei passi.
Una bottiglia rotola fino ai miei piedi.
La raccolgo e solo ora noto che la mano di Gee è a penzoloni oltre il letto.
Abbasso lo sguardo sulla bottiglia che stringo fra le mani e mi concentro sull’etichetta.
Vodka.
Oddio no!
Cazzo ha ripreso a bere e non me ne sono reso conto…
“Gerard sei una merda!“ urlo incazzato, lanciando la bottiglia che si fracassa contro la parete.
Ma lui non si muove così mi avvicino.
Solo ora le vedo…
Piccoli flaconcini arancioni abbandonati sul letto.
Sgrano gli occhi “no…” mi inginocchio sul letto, chinandomi su di lui.
Non respira…
Gli prendo il polso con le mani tremanti, e inorridisco mentre sento il suo battito così debole…
“Gerard! Gee ti prego apri gli occhi” urlo, mentre cerco il cellulare in tasca.
Chiamo l’199 “fate presto cazzo!” do il nome del hotel e riaggancio senza ripensarci.
Devo agire io, l’ambulanza non arriverà mai in tempo…
Provo con la respirazione bocca a bocca ma non reagisce “Gerard… ti prego apri gli occhi cazzo!”
Gli prendo la mano fra le mie, continuando a chiamarlo mentre la voce si incrina…
Finalmente il rumore delle sirene si fa sentire e in breve arrivano i soccorritori.
Mi scansano da lui, e io non posso fare altro che sedermi a terra, sconvolto.
“non ce polso” dice uno dei due mentre l’altro apre la camicia e prende il defibrillatore.
Prima scarica, “niente, prova con cento ottanta” dice il primo.
Avanti…
Mi alzo, avvicinandomi alla porta.
Ma dove cazzo sono gli altri.
“cento ottanta… libera!”
“Nessuna reazione…”
Nessuna reazione…. Il suo cuore ha smesso di battere…
E la colpa è solo mia!
 
 
“guarda Gee!”
SI volta verso di me e il sorriso sulle sue labbra svanisce “Frank… cosa è quella cosa?”
“ma come cosa è! È un cane!”
Mi guarda un po’ perplesso “Ma ha fatto un frontale con un muro?”
Non capisco “perché scusa?”
“guarda che faccia che ha!”
Sbuffo.
Dio come è cretino…
“è un carlino Gee! Ha la faccia così di natura!”
“è davvero brutto…”
Lo guardo male “mai ti sei mai visto allo specchio? Con quel naso da suino!”
“parla l’ottavo nano, Frankolo!”
“ma va fanculo!”
“piuttosto, dove hai presto questo… cane?”
“l’ho trovato qui fuori e me lo tengo! Addio!”
Esco imbestialito.
Ma perché Gerard deve sempre fare tanto il figo e lo stronzo davanti agli altri?
Non lo capirò mai questo atteggiamento!
Entro a casa e inizio a preparare tutto il mio nuovo cane… ho ancora tutta la roba della mia povera Missy… uccisa mentre Gee faceva retromarcia…
Ci ho messo un po’ a riparlargli…
“ti chiamerò Sinatra, così saremo Frank e Sinatra!” dico ridendo io stesso delle cazzate che dico.
Il cagnolino abbaia contento.
Poverino che faccia di culo quello che ti ha abbandonato.
Suonano alla porta così vado ad aprire e chi sarà mai?
“ciao suino” dico facendolo entrare.
“ciao Frankolo, ancora offeso?”
“fottiti Way!”
“lo sai che scherzavo…” mi dice abbracciandomi da dietro “e adesso te lo dimostro…”
Praticamente mi porta sul divano, stendendosi sopra di me.
“aspetta Gee!” dico fermandolo mentre lui mi bacia il collo.
“cosa? Dai Frank smettila e lasciati andare…”
“Ma c’è il cane in giro… e io sinceramente mi vergogno…”
“so io come farti scordare del cane…” dice intrufolando la mano nei miei boxer…
Oh dio…
Quale cane?
 
 
Sono seduto qui, su questa scomoda sedia di plastica a mani giunte e fare una cosa che non facevo da tempo…
Prego.
Per te, Gee…
Il pensiero di averti quasi perso mi fa malissimo….
E se non avessi dato retta al mio istinto?
Se non fossi venuto a cercarti?
Ora saresti morto, ma quei paramedici ti hanno rianimato grazie a Dio.
E adesso balli in un limbo fra la vita e la morte.
Ma so che ce la farai, sei forte…
Devi farcela, o io mi ammazzo, lo giuro.
Mi taglio le mie fottute vene, oppure che cazzo ne so, mi spappolo il cervello contro la parete con una pistola…
Sento una mano sulla spalla, Bob è qui di fianco a me che mi consola.
Ray è seduto poco distante, con le mani anche lui giunte.
Mikey invece sta misurando a grandi passi tutta questa cazzo di sala di aspetto.
Ci siamo tutti per te Gee…
Brian fa chiamate su chiamate, per avvisare a casa, per avvisare e annullare tutto…
Perché ciò che conta sei tu, non un concerto o una intervista idiota…
Ci sono anche i The Used.
Buffo vero?
Se fosse per me Bert sarebbe cacciato a calci in culo, ma mi trattengo.
Per Quinn e Jepha.
Per rispetto a te…
“ehy Frankie…” alzo gli occhi sulla figura di Matt Cortez, che mi porge un caffè fumante.
“grazie”
“ma ti pare” mi risponde con un sorriso sincero sedendosi anche lui vicino a me.
Quando ti hanno portato via in ambulanza e il mio cervello ha assimilato tutto, sono scoppiato a piangere.
E devo ancora smettere del tutto.
C’è un silenzio qui…
Rotto solo dai passi pesanti di Mikes…
Non ho il coraggio di alzare il viso e incontrare il suo.
So che si sente colpevole come me…
Ma lui è stato solo la goccia…
Tutto questo è successo per colpa mia…
Se io non mi fossi comportato da bambino e non mi fossi imposto di costringere Ger a fare quello che non voleva ora sicuramente saremo in albergo.
A scopare, o a parlare… o a fare prima una cosa e poi l’altra come sempre…
Un dottore entra nella saletta, e io e Mikey si dirigiamo assieme da lui.
Sento la sua mano sulla schiena.
Cazzo sono io che dovrei sorreggere lui non il contrario!
“le condizioni del signor Way sono un po’ critiche” spiega spiando una cartella “è entrato in coma… e lo abbiamo intubato… sarò sincero… le chance non sono molte che si risvegli…”
“Frank!” Mikey prova ad aiutarmi a rialzarmi.
Sono caduto in ginocchio.
Non ci sono molte possibilità?
Ma qualcuna esiste vero?
Vero?
Deve esserci!
 
 
 
 
Gerard Pov
 
“Gerard dove ti sei cacciato?!”
Sono a casa di Frank, ma non ho la più pallida idea di come io sia finito qui.
Frank si guarda attorno e mi cerca.
Perché mi cerchi Honey?
Abbiamo fatto pace e io non mi ricordo?
“Gee! Esci non fare scherzi!” posa le mani sui fianchi  e sbuffa per poi passarsele nei capelli corti.
Quando te li sei tagliato?
Non mi ricordo.
“sono qui.” Gli rispondo, ma non si volta e continua a chiamarmi.
“sono qui!” lo ripeto con più enfasi altre cento volte, mentre mi assale la paura.
“Gee!”
Perché non mi vede?
“BUUU!” un’ombra spunta da dietro il divano, spaventando Frank che come di consueto urla come una ragazzina.
“bruttissimo pezzo di imbecille!” strilla, portandosi la mano destra  sul cuore.
“dai Frankie, non mi dire che ti sei spaventato!”
Girandomi ritrovo la mia stessa immagine e l’unica cosa che stona sono i capelli platinati che da un po’ di tempo non mi caratterizzano più.
Che cosa succede?
Non ottenere risposte mi spaventa ancora di più.
“sei comunque un imbecille!” ribatte, picchiandolo leggermente sulla testa e il mio doppione che lo abbraccia, ridendo come non mai ed è così felice che pare un’utopia.
“scusa, questo imbecille promette di non farlo mai più!” lo giura e Frank cede, sorridendo come un bambino ed è con questo sorriso che tutto si fa più chiaro, mi ricordo che era una mattina di dicembre e che Frank dopo lo spavento mi aveva preso per mano e trascinato in camera sua con lentezza e poi si era steso sul letto morbido trascinandomi su di lui.
Lascio che i due compiano questi movimenti sotto il mio sguardo nascosto dal loro.
Mi lasciano solo con la scia delle loro risate e mi permetto di seguirli qualche minuto dopo trovandoli uno sopra l’altro, abbracciati.
Per quanto la gente la possa trovare oscena, l’immagine che mi si presenta è la più bella di tutte, è così vera, così sentita.
Un sussurro e poi mille gemiti pervadono la stanza.
È in qualche modo strano poter osservare la propria immagine mentre fa l’amore, ma è bello e la tachicardia sale e la salivazione si azzera, ti fa sudare le mani e gli occhi diventano lucidi.
Frank lo abbraccia stretto mentre le sue gambe si stringono sui suoi fianchi come una morsa, le mani sono intrecciate e la bocca di Frank leggermente socchiusa.
Ma tutto questo può risultare troppo e mi fa disperare la mia debolezza e la mia codardia.
Voglio scacciare il ricordo delle sue mani che belle mi accarezzano la guancia mentre si arrende al piacere.
Il ricordo della meravigliosa sensazione di trasportarlo su di me e sentire il suo fiato accelerato e il suo corpo appiccicaticcio sul mio.
Mi siedo di peso sulla poltrona vicino alla porta. mentre li guardo addormentarsi.
 
Lui se ne è andato da più di un’ora.
È sceso dal letto senza farsi sentire, lasciando un piccolo biglietto sul cuscino e Frank ignaro di tutto dorme ancora, con quel piccolo sorriso felice che il Gerard platinato a osservato per parecchio tempo prima di prendere il coraggio e uscire da quella porta.
Mi alzo dalla sedia e mi siedo al suo fianco appena sento che sta per svegliarsi, stiracchiandosi un poco prima di aprire gli occhi nocciola.
Si mette a sedere sul letto, tirandosi le coperte sul corpo nudo e lo cerca. Si accorge poco dopo che non c’è e con riluttanza prende il biglietto lasciato malamente sul cuscino.
“Eliza mi cercava, sono tornato a casa per non insospettirla.
Ti amo sopra ogni cosa.
Gee.”
Banale, patetico.
È questo che sono, ma più me lo ripeto, più non riesco a fare nulla per risollevare la situazione.
Il rumore di una carta che viene accartocciata violentemente mi fa volta e vedo Frank che tremante piange.
“bastardo senza cuore.” Ringhia parole che merito dalla prima all’ultima sillaba, continuando a piangere, stringendo le coperte con tanta forza da far diventare le nocche bianche.
Il campanello frena il suo pianto e alza di scatto la testa. So cosa stai pensando Frankie, ma non sono io quello dietro la porta di casa tua.
Si alza di scatto e si infila i boxer per poi scendere freneticamente le scale, quasi scivolando sul pavimento lucido.
Io lo raggiungo lentamente,incuriosito da suo tono seccato.
“ehi Frankie! Basta con tutti questi sorrisi di benvenuto, mi abbagli!” esclama mio fratello alzandosi sul capo un paio di occhiali da sole come sempre troppo grandi per la sua faccia.
“si, scusa, ma non sono in vena…” risponde vago, facendo passare Mikey che si butta di peso sul divano.
“anche ieri non lo eri.” Gli ricorda e Frank sbuffa, passandosi le mani nei capelli. “ qui c’è di mezzo una donna.” Sentenzia annuendo. Frank devia l’argomento e si alza chiedendogli se vuole una birra.
“okay!” esclama mentre Frank sparisce in cucina e lui rimane solo a ispezionare il salotto.
“tieni.” Gli porge una birra e si siede accanto a lui senza vergognarsi di essere in boxer. “come mai sei passato?”
“allora per tre validi motivi.” Comincia. Sistemando le lunghe e magre gambe sul tavolino. “la prima è che cerco Gerard, sai dove si è cacciato?” Frank si morde il labbro, distogliendo lo sguardo.
“no non so dov’è.” Sputa velenoso. “ sarà con quella puttana.” Frank non si preoccupa minimamente che Eliza è amica di Mikey, che sorride scuotendo il capo.
“a te non ti è mai piaciuta Liz, eh?” esclama ironico guardando Frankie divertito, che sbuffa irritato.
“il secondo motivo?!” taglia corto il mio Frankie cercando di non pensare. Intanto Mikey pensa.
“ sinceramente i motivi sono due…” confabula da solo e quando lo fa è troppo divertente. Quante volte io e Frank l’abbiamo preso in giro per quella sua espressione buffamente concentrata. “comunque, quello che sto per dirti è una cosa seria, quindi voglio la tua totale attenzione.” Annuncia. “tu sei il mio migliore amico e visto che lo sei da parecchio tempo, ti voglio confidare una cosa.” Frank annuisce, corrugando le sopraciglia, attento.
“ho comprato questo.” Dice, tirando fuori una scatoletta nera.
“per me?! Oh Mikey! Okay, siamo migliori amici, ma una proposta di matrimonio mi sembra eccessiva!” esclama Frankie, trovando un poco di allegria mentre osserva un anello con un grande diamante incastrato nel mezzo.
“idiota.” Dice Mikey. “ è per Alicia!” e Frank ride.
“e così la vuoi sposare eh?” e mio fratello annuisce, imbarazzato.
“ io… Frankie ai mai avuto la sensazione di sentirti libero di amare, di volerlo gridare al mondo e sbattere la tua felicità a tutti quanti? Io voglio così. Mi rivedo fra cinquantenni e mi rivedo a fianco a lei. Voglio che sia per sempre.” È sicuro il mio fratellino e pensare che non l’avevo mai visto così. Frank diventa triste e pensieroso, poi sorride.
“ lo so cosa si prova e trovo che sia un’idea favolosa. Chiediglielo subito, anche sta sera, oppure fallo ora Mikey!” esclama.
“ma lei è in tour…” sussurra,pensieroso.
“ allora vai da lei! E non ti fare scrupoli!” gli sorride e annuisce. Mikey lo abbraccia.
“lo sapevo che mi avresti detto la cosa giusta.” Gli sussurra. “ti voglio bene Frankie.”
“anche io, ma ora va innamorato cronico!” esclama, spingendolo leggermente verso la porta e quando rimane solo si accascia su essa e piange.
“non fare il mio stesso errore.” Sussurra. Si dirige poi verso il telefono e lo prende fra le mani, compone un numero e se lo accosta l’orecchio.
“Gee?” dice con voce malferma. “quando ci rivediamo?” tiene le mani stretta alla cornetta e sorride, probabilmente a una mia risposta affermativa e quando riaggancia sbuffa sussurrando.
“sei la mia droga, mi sei entrato dentro, lo sai Gee?”
Chiudo gli occhi e il cuore mi batte forte, sembra che mi vuole uscire dal petto. Ora li riaprirò e ti abbraccerò Frankie, non mi importa se non mi puoi sentire.
Apro gli occhi, ma il buio mi assale.
Non vedo nulla.
Un senso di oppressione mi accoglie mentre in lontananza sento una voce, che si fa più vicina e nitida. Vorrei muovermi, ma tutto il mio corpo è fermo e immobile come una statua di marmo.
“Ciao Gee…” il rumore di una sedia che si sposta e la voce di Frankie mi pervade.
 
 
 
 
Frank pov.
 
 
“ciao Gee…” sposto la sedia facendo un casino pazzesco.
Come se questo potesse svegliarti vero Gee?
Mikey se ne sta silenzioso sulla porta.
Non dice nulla, ha paura ad avvicinarsi.
Ha paura di scontrarsi con la tragica verità.
Mentre io ci ho fatto un frontale hai duecento km orari…
“è solo colpa mia” sibilo appena percettibile.
Le lacrime mi solcano il viso silenziose.
Non riesco a spiccicare parole di senso compiuto.
Mikey mi abbraccia da dietro, mentre se ne sta in piedi chinato su di me.
Nasconde il viso nel mio collo, stringendomi sempre più forte.
“non è vero Frankie” dice con la voce incrinata dal pianto imminente “è solo colpa mia cazzo… non avrei dovuto fare quella scenata a cena…”
“lo abbiamo fatto in due Mikey… ma tu non sai tutto quello che io e questo idiota che chiamo fratello abbiamo affrontato…”
Si alza, sedendosi sul letto, vicino a Gee.
Gli sposta una ciocca dal viso.
È così pallido e immobile da sembrare morto…
“allora dimmi tutto” dice poi tornando a guardarmi “dal inizio alla fine”
Annuisco “si… ti dirò tutto… il stare zitti ha provocato tutto questo… e adesso ne ho le palle così piene che mi fanno male…”
Il nostro bassista annuisce “abbiamo un sacco di tempo…”
“bene… è una storia lunga… preparati…”
“peccato non ho i pop corn”
Mi fa sorridere mentre prendendo un respiro profondo inizio il mio racconto….
 
Lo aspetto con ansia sul divano di casa mia.
Mi cruccio nell’attesa di poterlo toccare e baciare.
Spero che arrivi presto…
Sento una macchina frenare nella ghiaia del cortiletto.
Apro la porta e lo vedo correre dentro.
Piove fortissima.
Entra con il suo classico sorriso da bambino, chinandosi per baciarmi.
“brr fa freddino visto?”
Annuisco chiudendo la porta mentre lui di leva la giacca di pelle nera.
Lo vedo toccarsi i capelli biondo platino, bagnati “aspetta ti prendo un asciugamano o ti ammali” gli dico andando verso il bagno.
La lui mi blocca, spingendomi contro il muro e baciandomi con passione.
Così tanta passione che non ho bisogno di altro, sono già eccitato.
Ma che mi fai Ger?
Gli accarezzo la schiena mentre lui mi bacia il collo, la clavicola…
“avevo bisogno di scaldarmi un po’” mi dice con una vocetta maliziosa scansandosi da me e sedendosi sul divano “me lo fai un caffè?”
“certo” gli passo dietro per andare in cucina ma qualcosa mi blocca.
È sul suo collo, è violaceo.
È un succhiotto e non glielo posso aver fatto io perché si incazza sempre quando lo faccio.
Lui a me lo fa spesso, ma io a lui non posso.
Potrebbero scoprirlo…
Vado a fare il caffè, arrabbiato.
Lo preparo e glielo sbatto sotto al naso.
Sussulta quando sente la tazza sbattere contro al tavolino.
“ehy Honey ma che ti prende?” mi guarda scioccato mentre io mi siedo sulla poltrona lontano da lui.
“nulla” rispondo secco, poi aggiungo senza dagli tempo di replica “come sta la cara Eliza?”
Lui alza le spalle indifferente sorseggiando il caffè “non male… ha preso la mia carta di credito e è uscita prima che io avessi il tempo di rinfilarmi i boxer…”
Si ferma, e mi guarda con gli occhi sgranati.
Sa di avere detto una cosa sbagliata, sa di avermi mancato di rispetto…
“Frank scusa io… io sono un idiota…”
“si lo sei!” dico rabbioso “cazzo io ho lasciato Jamia per te! E tu che hai fatto? Ti sei messo con questa troia che oltre che il cazzo ti succhia anche i soldi!”
Mi guarda allibito, non è da me essere così.
Ma fanculo a tutto.
“bhè non ti ho mica chiesto di lasciare Jamia… anzi avresti fatto meglio a tenerla con te come copertura! E poi scusa tanto se io ci provo almeno un po’ a coprire la nostra storia…”
Lo guardo.
Ormai sono così incazzato che non ci vedo…
“sai che ti dico? Va a fanculo Way! Sei un cazzo di egoista!”
Salgo le scale chiudendomi in camera.
Dopo pochi minuti sento la macchina uscire dal vialetto in fretta  sgommare sul asfalto bagnato.
Sei un egoista Gerard, non vale nemmeno la pena di piangere più ormai.
Come faccio a farti capire che io ti voglio solo mio?
Come?
Appoggio la testa al cuscino.
Non sopporto l’idea che quella donna se lo scopi… non ce la faccio a immaginare il corpo di Gee nel suo.
Che cazzo di copertura è?
Per fare contento quello stronzo di Gee?
Io non so davvero che fare… senza di lui non vivo… con lui soffro…
Deve essere li a fare qualcosa…
Ormai io ho esaurito le idee…
 
Torniamo in hotel.
Non siamo potuti rimanere qui stanotte.
Troviamo Ray e Bob che ci aspettano con Brian, Worm e altri della crew fra cui anche Matt Cortez.
“allora?” chiede quest’ultimo molto preoccupato.
Guardo Mikey, poi mi incammino verso la camera da letto.
Non ho voglia di stare con gli altri.
Corro su per le scale, mentre con un’ultima occhiata vedo Mikey che abbassa lo sguardo scuotendo piano la testa.
Worm si siede pesante sui gradini con il viso fra le mani mentre Bob si mette vicino a lui con lo sguardo perso e una mano sulla spalla del bodyguard.
Ray si gira e fa una cosa che non mi sarei mai aspettato.
Da un pugno forte al muro lanciando un urlo che sembra più un lamento, fino a che Matt non gli va vicino e gli poggia una mano sulla schiena per calmarlo.
Brian si avvicina a Mikey, stringendolo in uno dei suoi caldi abbracci che ci fanno sempre stare meglio.
Corri nella mia stanza e quando ci entro e in siedo sul letto mi trovo senza energie.
Non dico nulla, a parte un leggero gemito che mi sfugge dalle labbra.
Mi scappa, disperato, come ad indicare la mia tristezza.
Non so che fare.
Mi butterei giù dalla finestra ma dare altri dolori ai ragazzi non mi sembra giusto…
Qualcuno bussa alla porta.
Non so se ho la forza di andare ad aprire…
Non lo so.
Eppure in qualche modo ci riesco, arrivando fino alla porta la apro.
“Mikey…”
“scusami Frank so che sei stanco…”
“ma scherzi? Entra dai…” lo faccio entrare e lui si siede sul letto.
Mi guarda sembra così smarrito “posso rimanere qui stanotte?”
Annuisco, tornando a stendermi sul letto.
Lo vedo gattonare verso di me, e poi si stende, abbracciandomi.
Appoggia il viso sul mio petto e non posso fare a meno di abbracciarlo a mia volta.
Mi sembra così piccolo il questo momento, mentre potenti i singhiozzi scuotono il suo corpo.
Lo stringo più forte mentre il pianto disperato mi bagna la maglietta.
Vorrei piangere anche io ma devo essere forte.
Per Mikey.
Per Brian.
Per Ray.
Per Bob.
Per Matt e gli altri della Crew.
Per me stesso, e per te, Gee.
 
 
 
 
 
 
Gerard POV
 
 
la serratura della porta di casa mia ha sempre avuto problemi, ma chissà perché non ho mai avuto maniera di farla vedere da qualcuno, in modo che me la riparasse.
Forse è così che deve andare.
Immagino che la serratura sia come il cuore di Frank.
A distanza di anni non l’ho ancora riparato.
E alla fine è arrivato a contagiare anche il mio cuore.
I nostri cuori sono infettati dal potere del mio menefreghismo, della mia stupidità e sarà così sempre perché non avrò mai il coraggio di dire basta.
Mi hai sempre accettato Frank, ogni cosa che facevo, che dicevo, sia giusta che sbagliata tu l’hai sempre accettata con uno dei tuoi sorrisi.
Eri e sei un ragazzo stupendo con la tua spensierata voglia di vivere che io lentamente in questi otto anni ti ho succhiato via, proprio come un vampiro succhierebbe il sangue di una su a cara vittima.
Ora non so cosa mi stia succedendo, ma per un assurdo motivo, a me ignoto, riesco a vedere il passato, il passato che fa male. Momenti felici che si macchiano di sangue a ogni parola a ogni sussurro sbagliato.
E tutti i miei sbagli mi sono piombati sulle spalle come grossi macigni.
Sono insopportabili da gestire, sai Frankie? Ma per il mio cazzo di orgoglio, per il mio cazzo di egoismo, non li riesco ad alleggerire.
Il Gerard platinato apre la porta di casa con uno sbuffo spazientito, urlando contro la serratura, che puntualmente da dei problemi.
Entra nella dimora buttando il cappotto impregnato d’acqua per terra, senza tante cerimonie.
Eliza è a casa e ride contenta, sicuramente con qualche sua amica di turno. A quel tempo non lo capivo, ma io ed Eliza eravamo molto simili.
Entrambi egoisti.
“amore! Già di ritorno?!” storce la bocca, irritato.
Non ho mai amato i nomignoli affettivi che stupidamente le coppie si affibbiano.
Li trovo superficiali e fastidiosi.
Il mio doppio entra in cucina dove una decina di ragazze l’affollano, chiacchierando di roba inutile, come ogni donna frivola che si rispetti parla.
Non saluta, è arrabbiato.
Vorrei tanto prendere il Gerard biondo e sbatterlo al muro, voglio fargli capire che ciò che pensa, i suoi ideali, i suoi pensieri, le sue convinzioni sono tutte cazzate in confronto a quello che realmente ha fatto…
Che ho fatto.
Ora prenderà una coca dal frigo e senza rispondere salirà le scale, sovrastando il brusio indignato con il rumore dei suoi pesanti stivali consunti.
Si butterà sul letto, accendendo lo stereo, sorseggiando piano e lasciando che il sapore dolce della bevanda si confonda con quello acre e salato delle sue lacrime.
Non sa per cosa piangere.
Se per Frank.
Se per stesso.
Soltanto…lo fa… e si sente solo e tremendamente sbagliato.
Si, è così che mi sento pure ora e mi stendo al fianco del mio doppio, sospirando e accompagnando le sue lacrime, insieme a note distorte di una famigliare chitarra…
 
Non so quanto realmente sia passato, forse un giorno, oppure due o ancora un mese, so solo che il peso di questi giorni non mi appesantisce e lo passo ad osservare la mia patetica vita, fatta di scopate con una donna che nemmeno amo sul serio, ma che da li a poi mi ucciderà di vergogna e si abbatterà sul mio orgoglio intoccabile.
Lo so.
Ricordo quei giorni dove i miei sospetti si facevano più assidui, dove le sue parole mi sembravano pezzi di bugie assurde trovate sul momento.
E quel giorno, il 28 aprile di un uggioso 2007, la verità si fece avanti come uno schiaffo indesiderato.
Avevo tinto i capelli nuovamente di nero, il che era una benedizione.
Penso che Frank mi abbia sempre preferito così  e trovava il mio biondo solo un modo per seguire Eliza.
Forse aveva ragione, o forse avevo veramente voglia di cambiare.
Comunque, il mio doppio era appena tornato a casa, dopo una lunga sezione di prove, alleggerita dai baci leggeri di Frank e un caffè doppio.
Mi ricordo che ai quei tempi i giorni di riposo erano notevolmente calati e i grandi tour invece aumentavano a vista d’occhio.
Le cose non andavano bene, io e Frank litigavamo la metà del tempo e non facevamo l’amore da mesi. In più, avevo chiesto ad Eliza… beh le avevo chiesto di sposarmi.
E ora guardando il mio doppio, mentre fissa la fede d’argento che porta al dito, capisco che fin dal principio io non ho mai voluto sposarla.
Si siede sul divano e si accorge che Eliza ha lasciato il cellulare, così senza sapere che fare, apre la casella dei messaggi e con leggerezza li legge. Mi ricordo che il mio gesto non era perché volevo scovare un amante.
Io mi fidavo di lei.
Non avrei mai pensato che sarebbe arrivata a tanto.
Io non l’ho mai amata, ma le volevo bene.
Tanto.
Non avrei permesso a nessuno di farle del male.
Invece  ha ucciso la mia fiducia, il mio orgoglio, che non so come era il primo di qui mi preoccupavo.
Nei messaggi scriveva che quando mi avrebbe sposato, avrebbe tenuto tutti i soldi e ironicamente progettava una mia morte per avvelenamento, ma ciò che mi ha fatto male sono state queste parole:
alla fine ciò che importa è che sia caduto come un pesce nella mia trappola. È troppo buono e ingenuo per accorgersi che l’ho sempre preso in giro…”
Orgoglio ferito, vero Gerard?
Ce l’ho scritto in faccia e lo trovo sempre strano, poter osservarmi ora.
E come nei film, la porta di casa si apre e un’allegra Eliza con in mano diverse borse,guarda il mio doppio e sorride gioiosa.
“sono tornata!” esclama, ma appena il suo sguardo si scontra con il suo ogni piano, ogni  progetto, si infrange alla vista di quella dimenticanza.
“alla fine ciò che importa è che sia caduto come un pesce nella mia trappola. È troppo buono e ingenuo per accorgersi che l’ho sempre preso in giro…”  ripete il messaggio, come se fosse una macchina, freddo e glaciale.
Eliza sussulta e le borse le cadono ai piedi mentre le mani si trasportano sul viso e piange.
Il mio doppione si alza, butta il cellulare per terra, con tale forza che si sparge in mille pezzi sul tappeto rosso.
“scusa per averti rovinato i piani, Cuts.” Le scosta le mani dal viso, guardandola in quei occhi azzurri e grandi, capendo per la prima volta quanto realmente siamo falsi.
La sua mano, quella con indosso la fedina, si piomba pesantemente sulla guancia della donna che pensava gli volesse bene e poi lei, scappa, senza dire una parola, senza una scusa.
Rivedendoli, questi ricordi non fanno così male.
Alla fine, ero solo io che tenevo così tanto a questo fastidioso orgoglio.
Il doppione corre verso il telefono, e compone un numero che solo il rumore dei tasti mi fa sorridere.
Frank si è precipitato subito, con indosso una stupida tuta e il fiatone, chiamando il mio doppione a gran voce.
“Frankie…” e non una parola in più.
Mi ricordo di aver mai desiderato di fare l’amore con lui come quel giorno.
Mi ricordo che si è avvicinato e con gesti lenti mi ha tolto la fedina, buttandola su tappeto, per poi baciarmi la mano e le labbra.
Guardo quel bel sorriso che è spuntato sulle labbra di Gerard e per la seconda volta li osservo fare l’amore, con una urgenza incredibile.
Avevo voglia di dimenticare.
E di farlo in fretta.
“ti amo Frankie…”
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 


 
Eccoci tornate, vacanze finite, o almeno per la Grè! Siamo davvero davvero oscenamente sadiche in questi capitoli, ma le nostre menti quando prendono il sopravvento sono micidiali!!!!  E un altro componente della band sa tutto, ovvero Michele. Chissà cosa succederà nei prossimi capitoli..mha…. XD
 
Vi ringraziamo, per la pazienza, per aver letto, recensito, e sognato con noi in questi capitoli!
 
 
Ringraziamo con tutto il cuoricino otto angioletti che ci hanno recensito:
 


Dark Helena: ciao Helly!!! Ora sei anche su EFP? Grazie dei complimenti e ci sentiamo presto!! Un bacio da tutte e due!!


Lithi: come sai Gee è un genio a fare cazzate… e lo dimostra in tutti i capitoli! Bert…. Non abbiamo deciso nulla ma qualcosa ci dice che non ha finito la sua parte… grazie per il commento! Un bacione!
 

My Chemical Vavvy: ciao Vavvy!! Ecco il seguito! No per favour non piangete!! Grazie del commento speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacio!


Miss_Revenge: Quinn e Jepha sono la coppia più bella del mondo!!! Bert potrebbe anche morire… si ve bhè ecco l’agiornamento!!! Un bacio e grazie del commento… in bacio


Mcr_girl: Non entrare in scioperooooo!!! Nooooo!! E non piangereeeee!!! Grazie per il commento, come faremo  noi due senza di teeee!!!??? Ti vogliamo un botto di bene dicci che ne pensi!!! Bacioniiiiii!!!


SimmyListing: Una signora raffinata? Ma va a cagare!! E con noi non ci parli più?? Non ci crede nessuno… (soprattutto con me! NdJess) eccoti il capitolo che leggerai dopo il 26… le cose non si sono sistemate come puoi notare ma, ehy, siamo noi le scrittrici e decidiamo noi!! Va  bhè cm sempre scherziamo!! Ti adoriamo!! Un bacione!!


Saraio: eccoci!!!! Grazie per il commento e per i complimenti siamo contente che la storia ti piaccia tanto! Alla prossima! Un bacione!


Ioamolacocacola: perché dici che siamo dei mostri? Dei mostri di bravura forse? Apparte gli scherzi, grazie del commento e alla prossima! Ciao un bacione!
 
 
 
A voi la parola,
 
baci, Jess&Grè<3

  
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