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Autore: Abby_da_Edoras    23/06/2014    4 recensioni
Autrice: Lady Arien. Trama: ho messo tutte insieme le storie scritte due anni fa sugli X-Men come capitoli di una long e adesso sto aggiungendo nuovi capitoli. All'inizio mi sono ispirata a una bellissima ff di Lara D_Amore, Logan si trova a occuparsi di Scott, sperduto e addolorato per la morte di Jean, e nasce così una strana relazione tra i due. In seguito, il professor X incaricherà Bobby di recuperare Pyro finito dalla parte di Magneto e nascerà pian piano anche un pairing fra loro; in seguito, alla scuola arriveranno dal lontano 1973 anche i giovani Erik e Charles... insomma cerco di destreggiarmi tra ben tre pairing!!!XD
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby Drake/Uomo Ghiaccio, James 'Logan' Howlett/Wolverine, John Allerdyce/Pyro, Scott Summers/Ciclope, Un po' tutti
Note: Lemon, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Behind these Hazel eyes

Behind these Hazel eyes

Il giovane Charles era molto compiaciuto da tutto ciò che vedeva nella scuola che, quarant’anni dopo, avrebbe diretto tanto bene. Gironzolava per la stanza che gli era stata assegnata sentendosi più ottimista nei confronti del futuro che attendeva lui e i suoi allievi. Senza una ragione precisa guardò fuori dalla finestra e fu così che vide Scott uscire in maniera furtiva dal portone della scuola e dirigersi verso il garage.

“Dove va quel ragazzo?” si chiese. Razionalmente, poteva non esserci nulla di strano, ma era l’atteggiamento di Scott a non essere normale. In quel momento Charles provò una punta di rabbia al pensiero di non poterlo scoprire come faceva di solito, poiché il siero che prendeva per la colonna vertebrale gli inibiva i poteri.

Poco male, il mio corrispettivo anziano sa di certo dove sta andando Scott, non ho che da scendere nel suo studio e chiederglielo…

Alle parole seguì subito l’azione e il giovane mutante uscì dalla stanza per dirigersi verso lo scalone che l’avrebbe condotto allo studio del Professore.

Fu allora che accadde.

A metà delle scale, una fitta improvvisa e inaspettata alla schiena, le gambe di Charles cedettero e, con un grido soffocato, il giovane cadde in avanti.

Ecco, ci siamo, ora mi spezzo l’osso del collo e la storia finisce qui…pensò, ma poi ebbe la presenza di spirito di afferrarsi al corrimano, rendendo la caduta meno rovinosa di quanto avrebbe potuto essere. Nel momento esatto in cui le gambe smisero di funzionare, nella sua mente risuonarono le voci, le solite innumerevoli voci. In mezzo a tanti, però, Charles percepì i pensieri di Scott e la sua precisa intenzione di andare a cercare Jean per riportarla alla scuola. E sentì anche un’altra voce, una voce apparentemente di donna che chiamava Scott, ma che non era davvero di una donna, era di un’entità oscura e malvagia che avrebbe attirato il ragazzo in una trappola mortale.

“No…no, Scott, fermati…” provò a inviare il suo messaggio al giovane, ma la voce della creatura era evidentemente più forte della sua. “Devo… maledizione, devo avvertire il Professore e gli altri!”

Ansimando, si aggrappò disperatamente al corrimano e tentò senza risultato di rialzarsi.

Arriverò allo studio del Professore a costo di rotolare per le scale e trascinarmi sui gomiti, dannazione!

Nel frattempo Erik, che si trovava nella stanza accanto a quella di Charles, aveva udito un grido e un tonfo e, allarmato, si stava anche lui dirigendo verso le scale per controllare. Rimase allibito vedendo il giovane trascinarsi e spingersi ostinatamente per gli scalini.

“Charles!” esclamò, profondamente turbato nel trovarsi per la prima volta davanti agli occhi i devastanti effetti della disabilità sul suo vecchio amico. Il suo primo impulso fu quello di slanciarsi per le scale in suo soccorso. “Sei caduto? Aspetta, vengo a…”

Che razza di domande sono… sono caduto… che cavolo sto facendo secondo te, cazzo? E NON TI AVVICINARE!

Stavolta il messaggio arrivò forte e chiaro, tanto da far barcollare l’uomo.

“Sei impazzito, Charles? Che diavolo vuoi fare? Perché non posso aiutarti?”

“Ho detto di NO! Me la cavo da solo!” gridò il giovane, inviando telepaticamente il medesimo messaggio con la stessa forza di poco prima. Mai, mai avrebbe accettato una simile umiliazione, non davanti a Erik, tutto ma non quello…

“Non essere sciocco! Dove devi andare? Avanti, ti porto io” insisté Erik, cercando nuovamente di avvicinarsi a Charles, ma di nuovo fu respinto con violenza.

“Me la cavo da solo, come ho fatto in questi ultimi dieci anni!”

“Sei un maledetto testardo!”

“E tu sei un…” ma non riuscì a completare né la frase né il pensiero. Anche se a fatica, Erik era riuscito a raggiungerlo e lo prese in braccio senza tante storie. Era tanto più leggero e delicato… “Dove devo portarti?”

Umiliato e imbarazzato, Charles si arrese: in quel momento era più importante avvertire il Professore e gli altri del pericolo che correva Scott.

“Nel mio… nello studio del Professore” rispose a occhi bassi, sentendosi l’essere più inutile della Terra se non dell’Universo intero.

Erik comprese che non era il caso di fare domande per non peggiorare la situazione e, tenendo il giovane mutante stretto tra le braccia, lo portò dove gli aveva chiesto.

Quando aprì la porta diverse paia di occhi fissarono sconcertati la strana coppia, cosa che provocò un’altra ondata di mortificazione al povero Charles. Tuttavia non c’era tempo per vergognarsi, la vita di Scott era in pericolo e il giovane telepate lo sapeva.

“Professore” disse, sentendosi vagamente strano nel rivolgersi al se stesso più anziano. “Quel ragazzo che ci ha accompagnati nelle nostre stanze, Scott, è uscito poco fa e io sono riuscito a sentire i suoi pensieri. Purtroppo, però, ho sentito anche un’altra voce, una voce di donna che lo chiamava… Scott crede che si tratti della sua compagna Jean, ma io so che non è così, la voce è di un’entità malvagia e pericolosa che vuole attirare Scott per ucciderlo.”

La Fenice, la personalità negativa di cui ci stava parlando!” esclamò Logan, balzando in piedi preoccupato. “Vuole attirare Scott in una trappola!”

Il Professor X annuì, il suo volto era grave e turbato: avvertiva anche lui tutto ciò che gli aveva appena comunicato il suo corrispettivo più giovane.

“Ordina a Scott di fermarsi, allora, Professore!” disse, sempre più agitato, il giovane Charles. “Anzi, meglio ancora, ordiniamoglielo insieme! Possiamo obbligarlo a tornare indietro e…”

“No” spiegò Xavier a malincuore. “Scott non mi permette di entrare nella sua mente e temo che il potere della Fenice mi stia ostacolando.”

“Allora vado a prenderlo!” si offrì subito Logan, e in un attimo fu sulla porta.

“Vengo anch’io” disse Tempesta.

“Sì, andate e usate la navetta, così arriverete più velocemente” consigliò il Professore. “Io vi guiderò. Forse siamo ancora in tempo per fermare Scott prima che lei lo raggiunga.”

I due mutanti uscirono di corsa dalla stanza per recarsi alla navetta. Logan sentiva un’angoscia sorda che lo dilaniava in fondo al cuore proprio come avrebbero potuto fare i suoi micidiali artigli. Non si trattava più di proteggere un amico, adesso l’uomo era costretto ad ammetterlo anche con se stesso: lui amava Scott e non avrebbe sopportato in alcun modo di perderlo. Il dolore che aveva provato per la morte di Jean impallidiva al confronto con questa disperazione totale, quest’angoscia lacerante. Non poteva perdere Scott…

 

Logan e Tempesta, guidati telepaticamente dalla voce del Professor X, giunsero con la navetta nei pressi di un lago incastonato tra le montagne: era lì che Scott era stato attirato dalla presunta Jean. Logan scese a precipizio le scalette del veicolo, mentre la donna si avviava cautamente dalla parte opposta per perlustrare i boschi attorno, cercando tracce di Scott o di Jean. Fu lui, però, a vedere la moto del ragazzo e, senza perdere tempo a chiamare Tempesta, corse verso il lago. Poco più avanti, su un promontorio roccioso che si allungava sull’acqua, c’erano due persone che si stavano abbracciando. Logan trasalì riconoscendo Scott e Jean… allora era tutto vero, Jean era viva, ma quale delle due personalità stava avendo la meglio in quel momento?

Se sta abbracciando Scott, allora quella è la vera Jean, pensò sollevato il mutante. Poi, però, s’insospettì: la donna stava mormorando qualcosa a Scott, Logan non poteva sentire la sua voce dal punto in cui si trovava, ma le sue mani si stavano avvicinando agli occhiali protettivi del giovane, ora glieli toglievano e…

“E’ impazzita?” disse tra sé. “Così si farà disintegrare…”

Invece non accadde niente, era come se il potere di Scott fosse bloccato…

Improvvisamente fu tutto chiaro: Logan ricordò che il Professor X aveva spiegato che uno dei poteri della Fenice era bloccare gli altri mutanti per poi averli in sua balìa ed era proprio ciò che Jean aveva appena fatto a Scott. Doveva intervenire immediatamente o lei lo avrebbe ucciso.

“No!” urlò.

Con un ringhio rabbioso e con la forza della disperazione, Logan corse verso la coppia, afferrò Scott per le spalle e lo strappò via dalle braccia di Jean; rotolarono a terra insieme e l’uomo, stringendo con fare protettivo il ragazzo, frappose il proprio corpo tra lui e la minaccia rappresentata da Jean. Non sapeva nemmeno con certezza che cosa avrebbe potuto fare lei, in che modo avrebbe tentato di eliminare il giovane e se la sua protezione sarebbe potuta servire, tutto ciò che contava in quel momento era tenere Scott tra le braccia.

Jean, sconcertata per l’azione fulminea di Logan, indietreggiò di un passo e, per un momento, una piccolissima scintilla della sua reale personalità la portò a pensare lucidamente. Con sgomento si rese conto di ciò che stava per fare: aveva bloccato temporaneamente i poteri di Scott per poi disintegrarlo con la sua spaventosa energia… capì anche che, se fosse rimasta in quel luogo ancora per qualche minuto, la personalità malvagia avrebbe di nuovo preso il sopravvento e l’avrebbe spinta a distruggere sia Scott che Logan. No, non poteva permetterlo. Con orrore si allontanò ancora di qualche passo e decise di usare i poteri illimitati della Fenice per trasportarsi il più lontano possibile da lì, in un posto dove non avrebbe potuto fare del male a chi amava, nemmeno quando la personalità rabbiosa e ricolma di odio l’avesse nuovamente dominata. Pochi secondi dopo era scomparsa.

“Logan, ma che diavolo stai facendo? Che succede? Dov’è Jean?” chiese, preoccupato, Scott. Era ancora a terra, con il corpo di Logan a fargli da scudo. Tutto era accaduto tanto velocemente e lui non ci aveva capito niente, anzi, in realtà non si era nemmeno accorto di non avere più gli occhiali protettivi…

Logan si sollevò lentamente in ginocchio guardandosi attorno e si accorse che Jean era scomparsa. Era assurdo, la vera Jean non possedeva un simile potere…

“Ti ho salvato la vita” disse, continuando a perlustrare con gli occhi la superficie calma del lago e i boschi attorno. “Se non fossi intervenuto io, lei ti avrebbe ucciso.”

“Hai perso completamente la ragione?” reagì Scott con rabbia. “Jean mi ama, non mi farebbe mai del male. Dov’è adesso?”

“Non ti sei nemmeno accorto che lei ha bloccato il tuo potere? Guarda dove sono finiti i tuoi occhiali” replicò Logan, indicando un oggetto sul promontorio roccioso, là dove Jean aveva lasciato cadere gli occhiali di Scott prima di scappare. “Che motivo avrebbe avuto la vera Jean per inibire i tuoi poteri? Senza contare che non avrebbe potuto nemmeno farlo…”

“La vera Jean? Ma che stronzate stai dicendo, Logan?”

“Ti spiegherà tutto il Professor X quando torneremo alla scuola” rispose Logan, tagliando corto. “Per ora ti basti sapere che quella che hai visto non era la Jean che conoscevamo, ma un’entità istintiva, brutale e rabbiosa che possiede poteri illimitati e che ti stava per distruggere.”

“Non mi basta per niente!” ribatté furioso Scott. “Stai delirando, Logan? Quella era Jean e…”

Finalmente l’assurdità della situazione si palesò anche alla mente confusa del giovane: Jean non era in grado di controllare il suo potere e tanto meno di bloccarlo, ma era chiaro che, al momento attuale, lui non possedeva più alcun potere. Quella che aveva stretto tra le braccia era dunque un’entità malvagia che si era impossessata della sua Jean? Poteva davvero essere così?

“Se quello che dici è vero dobbiamo ritrovare subito Jean o quell’entità di cui parli finirà per distruggerla, noi dobbiamo aiutarla, io devo aiutarla!” esclamò agitato Scott, cercando di rialzarsi. Logan, però, lo afferrò per le spalle e lo rimise seduto.

Tu non devi fare un bel cazzo di niente, ragazzino, mi stai a sentire quando parlo?” gli disse. “Ti dico io quello che dobbiamo fare: ritornare alla scuola e chiedere al Professore…”

S’interruppe di colpo. Si trovava faccia a faccia con Scott e, all’improvviso, si rese conto che era la prima volta che poteva guardarlo negli occhi. Per un attimo Logan si perse completamente nell’azzurro limpido e pulito dello sguardo del giovane mutante e non riuscì a dire più nulla. Era come immergersi in un cielo sereno e terso, una sensazione meravigliosa di pace e tenerezza.

“Tu non mi dici quello che devo fare, Logan, non l’hai ancora capito?” fece bruscamente Scott, staccandosi dall’uomo e interrompendo quel momento incantato. Con un moto di stizza si rialzò in piedi e guardò Logan con aria di sfida. “Non tornerò alla scuola senza Jean! Per me conta solo lei, non m’importa di nessun altro.”

Queste aspre parole colpirono duramente il mutante, lacerandogli dolorosamente il cuore. Logan scrollò le spalle e si rialzò anche lui, lentamente, scuotendosi la polvere dai jeans.

“Ho capito, Scott” disse con amarezza. “Questo, decisamente, si chiama parlar chiaro. Per te quello che c’è stato tra noi in questi mesi non conta un accidenti… beh, io non posso certo costringerti a provare qualcosa per me, però posso riportarti alla scuola ed è quello che intendo fare, che tu lo voglia o no. Parlerai con il Professor X e, se lui ritiene che esista un modo per salvare Jean, ti aiuterà. Adesso andiamo alla navetta, ma prima riprendi i tuoi occhiali e rimettili, non so per quanto tempo ancora resterai privo dei tuoi poteri.”     

Di fronte all’atteggiamento insolitamente pacato e triste di Logan, la rabbia di Scott sbollì all’improvviso. Il giovane raccolse gli occhiali là dove Jean li aveva lasciati cadere e li indossò, quindi seguì l’uomo che si era incamminato verso il velivolo.

“Sappi solo una cosa: io ti amo, ti amo davvero, Scott” confessò inaspettatamente Logan, che ormai sentiva di non avere più nulla da perdere. “Forse ho iniziato ad amarti quando ti ho visto piangere tra le mie braccia, sulla navetta, mentre Jean si sacrificava per salvarci. Per molto tempo non l’ho ammesso neanche con me stesso, mi convincevo che tra noi ci fossero solo attrazione sessuale e desiderio, ma non era così. Oggi, al pensiero di perderti, mi è sembrato di morire dentro e ho pensato che nulla avrebbe avuto più senso senza di te. Evidentemente, però, questo vale solo per me. Quindi d’ora in poi ti lascerò in pace, ma non smetterò di prendermi cura di te e di proteggerti, non solo perché me lo ha chiesto il Professore, ma anche e soprattutto perché ti amo e non voglio che ti accada nulla di male.”

Scott era profondamente turbato dall’ammissione sincera di Logan e sentiva un inspiegabile senso di vuoto e tristezza dentro di sé che, questa volta, non era legato alla mancanza di Jean. Non voleva che finisse tutto così, capiva che doveva fare qualcosa altrimenti… altrimenti avrebbe perduto anche Logan, per sempre.

“Aspetta, Logan, io… senti, io… non voglio che tu mi lasci in pace” disse in fretta, prima di avere il tempo di pentirsi di quelle parole. “Voglio che… insomma, che resti con me!”

Logan si fermò e si voltò a guardare il ragazzo.

“Non mentire con me. Non ho bisogno della tua compassione, Summers” replicò in tono piatto.

“Non sto mentendo e non è compassione!” protestò Scott con veemenza, avvicinandosi deciso all’uomo. “Logan, io… voglio davvero che tu mi stia vicino e che non mi lasci solo perché io…”

Intenerito dall’imbarazzo e dal disagio di Scott, Logan finalmente sorrise e con un braccio attirò il giovane a sé.

“Tu non mi dirai mai che mi ami, vero, ragazzino? Nemmeno se fosse vero…” mormorò, stringendoselo tra le braccia. E Scott, infatti, non rispose, ma si aggrappò a Logan come se ne andasse della sua stessa vita. Il mutante lo baciò, dapprima con tenerezza, poi con passione sempre crescente, aderendo a lui con ogni centimetro del suo corpo ed esplorandolo con la lingua, rubandogli il respiro e riempiendosi del suo sapore. Scott si abbandonò a lui assecondando quel bacio così intimo e profondo, donando tutto se stesso con la timida dolcezza di un ragazzino innamorato. Solo la consapevolezza che Tempesta era nei pressi e sarebbe giunta presto alla navetta costrinse Logan a interrompere il bacio invece di arrivare fino in fondo come avrebbe desiderato. Tuttavia si sentiva sereno: Scott era salvo, lui lo avrebbe riportato alla scuola e il Professor X si sarebbe occupato del resto. Logan poteva perdersi nel pensiero di Scott, di ciò che stava nascendo tra loro e nel ricordo meraviglioso e luminoso del suo sguardo azzurro e chiaro…

 

   
 
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