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Autore: giuli_shades    23/06/2014    1 recensioni
Illusioni, illusioni, illusioni... l'unica cosa che mi poteva dare speranza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre pensato che la vita fosse ingiusta nei miei confronti, ma mi sono resa conto di quanto fosse crudele solo entrando nella pubertà, quando ho iniziato a vedere come girava veramente il mondo, quando ho capito che i sogni sono solo delle illusioni e non si possono avverare.
Ho cambiato spesso opinione su quest' argomento: ascoltando ciò che mi diceva mia madre e le persone più grandi me, vedendo che molte persone sono riuscite a realizzare i propri sogni, ma, soprattutto, illudendomi.
Illudendomi che le mie fantasie si sarebbero realizzate se ci avessi creduto veramente.
Illudendomi che anch’io sarei potuta essere una persona migliore non facendo cavolate e pensando al mio futuro.
Illudendomi che un giorno avrei trovato la mia anima gemella, qualcuno che non mi giudicasse per com’ero all’esterno, ma che mi accettasse per com’ero dentro.
Ma soprattutto illudendomi che un giorno sarei potuta essere finalmente felice.
Verso i diciottenni però non la pensavo più così, non ci pensavo proprio.
Tutti quelli che mi circondavano continuavano a ripetermi che era inutile che mi preoccuparsi troppo delle domande che mi tormentavano, che quella non era l’età per farsi dei problema e che dovevo pensare solo a divertirmi.
Non mi ero mai lasciata andare completamente fino a quel momento, a quella fatidica sera, e dopo averlo fatto mi sono sentita subito meglio. Più leggera, più tranquilla, più spensierata…ma non è durato molto.
Mi sono pentita di essermi lasciata andare la mattina dopo, china sul water per il sapore di bile amara che avevo in bocca, cominciando a ricordare qualcosa della sera prima, con la testa che stava per esplodermi, tutto per colpa dei postumi della sbornia e con mia madre che continuava a urlarmi contro, dandomi della gatta morta e della pessima figlia.
Quando mi fui completamente ripresa feci le valige e andai a stare da mio padre, l’unico che mi comprendeva, e andavo a trovare mia madre solo durante le feste, e non per scelta mia.
Non ho mai avuto un carattere docile, infatti rispondevo a tono a tutti, soprattutto per il fatto che non ci pensavo due volte prima di dire qualcosa. Credo fosse, ed è tuttora, questo il mio aspetto più brutto, e di certo la timidezza non aiutava.
Questo, però, non mi ha impedito di trovare la persona giusta per me. Colui che sopporta i miei attacchi di ira riuscendo sempre a calmarmi. Colui che mi fa venire i brividi solamente sfiorandomi o sussurrandomi qualcosa. Colui che sa cosa mi piace e che non si arrabbia se gli dico la verità in faccia…
Ero riuscita a realizzare una delle mie illusioni: avevo trovato la mia anima gemella.
Questo però non mi ha fatto cambiare idea perché, pensandoci più di qualche volta, ho capito che tutti, ognuno a modo suo e magari facendo più di qualche esperienza, trovano la metà mancante di se stesse. La persona che li completi, che abbia ciò che gli mancava…
Ed io l’ho trovata, ho trovato la metà che mi mancava, che mi completava. Ho trovato un uomo forte, non solo fisicamente, ma anche mentalmente, capace di aiutarmi e sostenermi in qualsiasi cosa io faccia e soprattutto di aiutarmi nei miei problemi, anche se lui abbia già i suoi.
Ho cambiato definitivamente idea sui sogni quando si è avverata la mia illusione più profonda e più bramata di tutte, quella che in molte persone non possono dire di aver realizzato: il raggiungimento della felicità.
È successo non molto tempo dopo essermi sposata, dopo aver suggellato il mio eterno amore con quell’uomo che tanto ho cercato nella mia vita.
Il momento in cui ho trovato la vera felicità è stato quello in cui ho provato più emozioni diverse in una volta sola che in tutta la mia vita: sapere di portare una nuova vita dentro me.
La prima volta che ho sentito muoversi il mio bambino sono stata presa da un terrore così fervido che non sapevo se avevo se avevo fatto la cosa giusta o se magari avevo deluso nuovamente la mia famiglia.
“Mamma, perché esistono i sogni?” è questa la frase che mi riporta alla realtà, detta da mia figlia che ha già sei anni.
La risposta mi esce dalla bocca senza che io me ne accorga: “Perché sono l’unica cosa che ci permette di allontanarci per qualche istante dalla realtà, fantasticando su ogni genere di cosa. Sono delle illusioni senza le quali sentiremo che ci manca qualcosa. E sono le uniche cose che un giorno si potrebbero avverare”.
Sul volto di mia figlia appare un’espressione d' incertezza in cui trovo anche tracce di stupefazione, e non mi sorprende affatto la domanda che mi porge dopo qualche istante: “Si è mai avverato un tuo sogno?”
“Certo che si”
“E qual è?”
“Quello di essere felice”
“Cioè? Cos’è che ti ha reso così felice?”
“Aver avuto una figlia”
“Quindi vuol dire che sono io il tuo sogno?”
“Certo, se ci pensi bene, ogni persona nel mondo è il sogno di un’altra. Ciò che ti sto per dire l’ho appreso in molti anni e dopo molti errori, ma non mi pento di nulla di ciò che ho fatto: noi stessi siamo l’incarnazione dei sogni di altre persone. È per questo che i sogni esistono: perché se non esistessero è come se in un certo senso non esistessimo neanche noi”.
È così che finisce la nostra conversazione. Dopo aver stampato un bacio sulla fronte di mia figlia che torna a giocare con suo padre in cucina, rivolgo nuovamente lo sguardo al di fuori della finestra, osservando quei fiocchi di neve che cadono dal cielo e che si posano leggermente sul prato del giardino di casa, ancora verde non molto tempo fa ed ora completamente bianco.
Una lacrima calda e solitaria mi cola sulla guancia destra quando, appoggiando una mano sulla pancia, sento che sto portando nuovamente in grembo una nuova vita.
.     .     .

La storia l'ho scritta in meno di un'ora, di sera, mezza tramortita
dal sonno quindi se non vi piace mi dispiace, ma quando
ho sonno e scrivo qualcosa 
ci finisce sempre dentro qualcosa che rigurda la mia vita.
Se ne avete voglia ditemi cosa ne pensate, così se mi passa
per la testa di scrivere un'altra
One shot, almeno sappia cosa non va a genio ai miei lettori.
Ringrazio tantissimo chi ha letto questa storia
e se volete leggerne un'altra mia andate a leggervi
"Ciò che non ci si aspetta".
A presto!
  
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