THE GHOST

Sono le 6.15, mi sono appena svegliata.
Oggi è il 6 giugno ed è l'ultimo giorno di scuola.
Mi alzai dal letto e iniziai a prepararmi, per affrontare quest'ultima giornata.
Non feci colazione, come al solito, e uscii di casa.
Arrivata alla fermata presi il pullman trovando un posto libero. Mi sedetti e mi misi le cuffie.
Era una bella giornata, non c'era neanche una nuvola in cielo e c'era molto caldo.
Ero completamente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che avevo appena perso la fermata. Imprecai contro me stessa e scesi a quella dopo.
Stavo aspettando il pullman per ritornare indietro ma non si decideva a passare, allora per non fare tardi decisi di farmela a piedi.

Mi chiamo Deborah, ho 18 anni appena compiuti e sono al mio ultimo anno di scuola superiore.
A 16 anni i miei genitori mi hanno cacciata di casa perché non mi sopportavano, non mi hanno mai sopportata. Molte volte mi hanno detto che io per loro sono solo stata un errore ed era tutta colpa del preservativo bucato e si sono maledetti di non aver abortito o di non avermi messo in adozione. Li odio, li odio per tutto quello che mi hanno detto e fatto.
Dalla Sicilia mi hanno spedito a Torino da una mia zia che, capendo quanto i miei genitori siano non maturi a pensare certe cose su di me, ha accettato volentieri di ospitarmi e mi ha dimostrato molto amore nei miei confronti, e di questo ne sono molto grata.
A scuola me la cavo e quest'anno ho l'esame di maturità e ho una paura tremenda di non farcela.
Sono stata vittima di bullismo per diversi anni e sono stata anche un'autolesionista. Ne sono da poco uscita e di questo ne vado fiera. Non sono molto in pace con me stessa e non ho mai avuto un ragazzo. Non mi fido più di nessuno... ogni volta che l'ho fatto è finita male. Ho avuto molti periodi bui nella mia vita, ma ora ne sono quasi completamente uscita.

Ero quasi arrivata, dovevo solo attraversare quel grande stradone e girare l'angolo e sarei arrivata a scuola. Aspettai che il semaforo dei pedoni diventò verde per poi passare. Dall'altro lato c'era la mia amica Melania, che mi salutò con un cenno della mano e aspettava che attreversassi. 
Il semaforo diventò verde.
Avanzaii per le strice pedonali, sentii una forte sgommata... e poi buio.