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Autore: MrsHope    24/06/2014    0 recensioni
Harry Styles, membro della band dei One Direction, sembra essersi appassionato alla scrittura ultimamente. Scrive canzoni molto belle e sente di migliorare molto con il passare del tempo, ma crede che il loro nuovo album debba dimostrare maggior maturità, e non solo musicalmente. Deve essere diverso, in modo che li descriva meglio di quanto non abbiano fatto gli scorsi tre album.
Allie era una ragazza che alla prima vista sembrava ordinaria, un po' impacciata con le parole e nelle interrogazione orali a scuola, ma con un'intelligenza al di sopra della media, che emergeva soprattutto quando scriveva. Riesce finalmente ad entrare nel mondo della vera musica dopo il diploma, quando inizia a collaborare ad alcuni progetti con due artisti molto apprezzati, come Taylor Swift ed Ed Sheeran.
Vi sembrerà di non comprendere cosa i due abbiano in comune?
Lei, scrittrice distratta. Lui, ragazzo che desidera distinguersi dalla massa.
Le loro conversazioni sono sempre fonte di imbarazzo per entrambi.
Sono incompatibili, finché un maglione, si, dico bene, un maglione li avvicina.
"Perché fa troppo freddo per te quì, e adesso lasciami stringere entrambe le tue mani nelle tasche del mio maglione." The neighbourhood - Sweater weather.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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The Sweater Girl


I sogni sono illustrazioni dal libro che la tua anima sta scrivendo di te.
Alan Drew





La minuta figura di una graziosa donna come di una primula appena sbocciata è l'immagine che svolazza danzando nella mente di un'artista.
Lo accarezza con i suoi dolci petali e lo accompagna in un cammino guidato dalle stelle alle porte della musica.

Mi ero sempre vantato di avere un rapporto privilegiato con la musica, come se tra me e lei ci fosse una storia d'amore clandestina, di cui nessuno fosse venuto a conoscenza, e da cui traevamo entrambi vantaggio, donando e ricevendo il regalo dell'arte stessa.
Ma ora mi sentivo come se stessi soltanto cercando di prendere in prestito pezzi di altre melodie per farle mie, e non mi piace affatto tale cosa. Che cosa avrebbe pensato di me la musica in questo momento?
Ero veramente lo stesso Harry di sempre?
Io avevo un sogno una volta, ed ero sicuro de essergli fedele. 
Volevo essere colui che si nutriva della propria ispirazione.

Ma ora mi sentivo vuoto, come se non riuscissi a trarre ispirazione dalla musica, la musa ispiratrice di mille sognatori. 
Io sono un sognatore, giusto?
A questo punto, se il mio ego tendeva a mettere in dubbio l'incertezza, il che trovavo accettabile per un essere umano in grado di sbagliare, era impossibile che andasse a toccare le mie sicurezze. La mia coscienza, però, veniva posseduta dalle emozioni, come adesso, e ciò che era certo, improvvisamente, veniva distrutto come un castello di carte instabile. Le parole incise sulla sabbia venivano cancellate dalla schiuma delle onde che si scioglievano al sole.
Non comprendo come sia riuscito a rovinare il mio rapporto con la musica. Probabilmente è solo una mia impressione. Io ho un legame troppo stretto con lei, ci tengo troppo per dubitarne. 
Lei mi ha spinto a lottare per i miei propri sogni, è lei che mi ha spinto ad andare ai provini, lei è colei che mi ha reso l'uomo più felice al mondo. 
Io la amo!

Non c'è espressione più sublime della musica.
E' semplicemente superlativa.
La musica non è accostata a nessun aggettivo.
Lei è.
Punto e basta.

Ma forse stavo delirando. Forse il mio problema è che do troppa retta alla ragione. Com'è che mi aveva detto mia sorella una volta? “Tra i piaceri della vita, solo all'amore la musica è seconda”. Sicuramente l'aveva tirata fuori da qualche sito di aforismi, quella cervellona.
Sorrisi leggermente al soffitto, mio costante compagno inseparabile. Quella sera il mio sguardo era fisso su un punto al di sopra della mia testa.
Mi giravo e mi rigiravo nel letto come un matto, cercando di prendere sonno, ma evidentemente, tra il tempo che pareva scorresse lento, dettato dalla pioggia, e il freddo che credevo a momenti si divorasse il mio cuore, non ci riuscivo.
Oramai le coperte e le lenzuola sembravano un involucro che mi proteggeva dalle intemperie del mondo esterno.

Ero tornato a casa alla ricerca di l'unica cose che pensavo non mi mancasse: un po' di pace, semplicemente. A me e ai ragazzi era concessa una settimana di pausa, in cui potevamo vedere i nostri cari, e poi avremmo dovuto incominciare il tour europeo.
Ero solennemente convinto, quella sera, di essere stanco morto, stanco come se il mondo mi cadesse addosso e non riuscissi nemmeno a salire le scale senza chiudermi come un bozzolo e addormentarmi ancora prima che riuscissi ad arrivare alla camera da letto. Ero più che sicuro, ma non appena arrivato, dopo essermi tolto di dosso la roba un poco sudaticcia e la fatica di un viaggio interminabile, che inevitabilmente mi stringeva più dei vestiti, mi ritrovavo a letto a fissare il soffitto. E mi riusciva bene a convincermi che fosse addirittura interessante!

Ora che ci pensavo, però, la frase a cui mia sorella si riferiva, e sono sicuro l'avesse presa da internet, perché l'avevo già sentita su Twitter un po' di tempo fa, era un po' ambigua.
Si, era vero che “tra i piaceri della vita, solo all'amore la musica è seconda”, ma era anche vero che però “l'amore stesso è musica”. 
Quindi non aveva senso.


Mi addormentai leggermente stordito da quanto riuscissi a pensare limpidamente anche durante il dormiveglia.


La vedevo in quella nuvoletta inafferrabile e incolore.
La stavo svestendo. Aveva un maglione, un maglione scuro. Era informe e grigio. Le dimensioni erano inadatte per la sua taglia, ma evidentemente a lei piaceva ricoprirsi di robaccia anonima e priva di personalità come quella. Non che mi desse fastidio, ma lei era così sorprendentemente intelligente che non le importava un accidenti di cosa mettesse o no.
Certamente, non avevo pretese
particolari quando si trattava dell'argomento “ragazze”, bastava che mi prendessero così come ero, che sapessero che ero io, e che loro erano loro stesse, e che tra loro ce ne fosse una che, di fronte l'uno all'altra, era in grado di comprendere senza sforzo che in amore ci vedevamo come un ragazzo e una ragazza. Niente pregiudizi. Amore aldilà dell'etichetta che tendono a darti in base alla tua vita. Una ragazza che mi amasse per me stesso.
Insomma, il tipo di ragazza che stavo svestendo un po' incerto, era quel tipo di ragazza con una taglia della mente superiore alla media.
Mai aspettata. Ma lei era nel mio sogno. La stavo sognando.
Un momento la sognavo, un momento mi sembrava fosse tutto reale.
Ora la stavo abbracciando. Le sue braccia infreddolite e la pelle indolenzita dalle notti passate a scrivere di me. Il colore opaco e scolorito del suo viso indicavano chiaramente che non era nelle migliori condizioni. Scottava come un fusto di legno in un falò e i suoi occhi erano come ipnotizzati, come se fossero stati privati della loro profondità, intenti a cogliere ogni minimo dettaglio. Qualsiasi mossa facessi, era pronta e reagire di conseguenza. Il problema era che io no
n sapevo cosa stessi facendo in quel maledetto sogno. L'abbracciavo, lei seminuda, io con solo un maglione e i boxer neri, nient'altro addosso. L'abbracciavo e la facevo entrare nel mio maglione.
D
ue persone potenzialmente asociali in un solo maglione da condividere. Sentivo il suo busto e i seni contro il mio petto, e improvvisamente desideravo tenerla più stretta. Farle capire che non era sola a lottare contro il mondo e contro le sue emozioni. Volevo tenerla stretta e farle capire che c'è molto di più che due corpi e un maglione quì, che c'è molto più di attrazione. Erano due bocche, e un possibile sentimento da parte mia che poteva presagirsi amore.

Il mio cuore batteva come non mai.
Il vento fischiava fuori da questo stretto
letto che cigolava e stavamo cadendo a pezzi, incastrati come in un puzzle.
Nella mia mente risuonavano le note di “Never say never” dei The Fray, e mi sentivo come se fossi io lo scrittore del nostro destino. Nessuno comunque si alzava per chiudere la finestra, e poi le persiane continuavano a sba
ttere ed entrambi avevamo paura che prima o poi avessero distrutto il nostro piccolo rifugio. Nessuno poteva toglierci il nostro morbido maglione.

Noi due, due bocche e questo amore di cui non avevamo ancora deciso cosa fare.
Noi due, un maglione. Era tutto quello che riuscivo a vedere in un sogno così confuso.

L'unica cosa che riuscivo a vedere era me stesso che stringeva forte quella ragazza che portava l'odore del mio maglione e, nonostante il mio chiaro marchio di virilità, riusciva a far comunque prevalere il suo indistinguibile odore da poetessa.
C'era qualcosa di inspiegabile nella sua aria così intelligente. Emanava un'essenza che non avevo mai compreso. Lei era un classico. Istericamente ben definita e così al di sopra dei miei ranghi.
Si sentiva così piccola dentro quel maglione e si aggrappava a me con la paura che la lasciassi andare. Ma non comprendevo il perché. Lei era migliore di me. Mille volte.
Un momento vantava di quel suo sguardo fiero da leonessa, che dava a vedere al di fuori della sua corazza, e sembrava afrodisiaca, come una dea del sesso;
un momento sembrava impaurita. Era la sua mente ad attrarmi così follemente. E io la guardavo speranzoso che mi desse qualche possibilità, quando sapevo benissimo di non essere degno di lei.
Le guardavo le labbra, così carnose, ma sottili, così infiammate anche quando non scott
ava dalla febbre. Mai mi ero reso conto fossi io il motivo della sua febbre, del suo malanno più grande. Erano labbra a cuore. Erano le mie labbra. Erano le nostre fuse insieme dalla mia immaginazione.
E ridevo mentre la guardavo. Il sogno mi stava confondend
o facendomi pensare che avessi pure una coscienza che mi permettesse di comprendere che cosa provassi o pensassi di lei.

La sua mente, indipendentemente dalla merda priva di valore che tiravano su di me alla televisione e sui siti internet, scriveva solo di me. Mi trovava sempre così sinceramente imperfetto e sensibile, e me lo diceva sempre, come se fosse la verità per lei più facile, mentre tentava invano di nascondere la menzogna degli altri nei miei confronti. Lei era così: fatta al contrario. Lei era il perfetto esempio di emancipazione dalla società che avevo sempre voluto comprendere meglio, ma che non ero mai riuscito ad individuare, tranne che nei libri di scuola. Trovare qualcuno che mi corrispondesse non perché fossi famoso, ma perché pensava fossi perfetto perché imperfetto era una rarità. Ma lei era la mia situazione ideale di stabilità. Lei ragionava, al contrario della superficialità. Si spremeva le meningi e mi capiva meglio di me stesso.

Famoso”.
Vedi, quando la gente dice che sei famoso... 
è così come una strana...

i
o odio questa cosa.
Ti priva di ogni sostanza.

Lei invece mi nutre con i suoi sguardi e mi da vita, mi fa sentire come se io fossi sostanza e motivo di felicità. Sostanza fatta allo stesso modo in cui è fatta quella dei sogni, ma pur sempre presente.
E poi, mentre la stringevo e sentivo la sua morbida pelle avvolgermi, nell'angusto spazio del maglione che condividevamo, la vedevo strizzare gli occhi e tirare fuori il suo malandato Ipod, così caro a lei...

Quella notte in sogno mi aveva fatto ascoltare una canzone, che poi è probabilmente il motivo per cui sto sognando, per cui la sto sognando. Per cui sogno noi due ogni volta.
Tutto gira intorno a quella canzone, ma non mi ricordo mai di non svegliarmi prima che parta.
E poi tutto ricomincia da capo.
La nostra storia, se mai esistita, era
tanto stabile quanto noi in cima a un grattacielo mentre stiamo per buttarci entrambi ad occhi chiusi, a capofitto nel vuoto di Manhattan, ed è solo nata grazie a quella maledetta canzone.

Ma non la incolpo così facilmente.
Dovrei prima raccontarvi la storia dall'inizio...


Note dell'autore:

Ciao a tutti, dopo aver pubblicato tante storie mai terminate, finalmente sono pronta per pubblicare l'anteprima di una fan fiction a capitoli a cui lavorerò quest'estate e di cui sarò in grado di pubblicare tutti i capitoli probabilmente dalla fine dell'estate. Da come avete capito dal titolo, è una storia che si basa su un concetto un po' strano per una fan fiction, ma non vi dico altro, perché se no si capirebbe tutto. Prima di continuare però, volevo appunto vedere che effetto aveva l'introduzione sui lettori. Quindi, se almeno un minimo vi ho incuriosito, vi prego di recensire e darmi un parere, sarebbe molto importante per me, visto che questa è la prima e vera storia che scrivo. Un bacio xx :)


   
 
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