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Autore: NamelessLiberty6Guns_    24/06/2014    3 recensioni
Suzuki Ryo, 46 anni, sposato ma senza figli. Dirigeva un’azienda molto grande per la sua età, era soddisfatto dunque del suo lavoro e aveva ancora molti progetti da realizzare. Come tutti aveva avuto un passato che però aveva deciso di rinchiudere in un cassetto remoto della sua mente. Quel strano giorno il suo passato era ritornato, con una lettera che aveva trovato nella posta personale quel mattino.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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*Si consiglia l'ascolto di 'Leaves' dei The Gathering, scoprirete leggendo il perché <3*
 



“Non ci posso credere!!” strillò Kouyou dimenandosi.
I cinque amici erano al concerto dei Luna Sea. Ognuno dei cinque aveva comprato la maglietta all’entrata, e ora si era guadagnati, con molta fatica, la prima fila. Kouyou stava letteralmente abbracciando la transenna che lo separava dal palco su cui si sarebbero esibiti i suoi eroi, imitato da Yutaka. Takanori era felicissimo e mostrava a tutti il suo meraviglioso sorriso. Anche se non era la band preferita di Yuu, era comunque felice e si lasciava fotografare da Kouyou con un sorriso a trentadue denti. Ryo si era praticamente piantato davanti alla transenna in maniera che nessuno gli fregasse il posto. Si era strategicamente posizionato davanti al bassista, il suo supremo idolo ed inspiratore. Non aveva indossato la maglia perché dentro quel posto faceva fin troppo caldo, mostrando una canotta bianca. 

“Ryo!” lo chiamò Takanori, si girò e vide Kouyou con la macchina fotografica in mano. Lo prese forte fra le braccia e lasciò che il flash della macchina lo accecasse per un attimo. I due si guardarono e si scambiarono un dolce bacio.
Attesero ore, fermi nella loro posizione, perché nessuno osasse portare loro via il posto.
Quando finalmente le luci si spensero, un enorme urlo si alzò dai cinque ragazzi. I Luna Sea fecero la loro entrata trionfale sul palco, incitati dai loro fan. Quella notte ‘I for You’ divenne la canzone di Ryo e Takanori. Non si smisero di guardarsi nemmeno un attimo su quelle note, mentre Kouyou continuava a cantare a squarciagola le parole stando appiccicato a Yuu più che poteva.
Quando il concerto finì, tutti e cinque si diedero un fortissimo abbraccio: finalmente avevano realizzato uno dei loro più grandi sogni. Uscirono stremati e felici dalla piccola live house, stringendosi nelle loro maglie, ridendo e spingendosi ancora increduli. Quella sera sarebbero rimasti tutti a dormire a casa di Yutaka, che era la più vicina alla live house dove si era tenuto il concerto.
Anche se piccolino, l’appartamento di Yutaka era molto carino e confortevole. Si addormentarono tutti e cinque sul piccolo divano da tre. Il mattino seguente si svegliarono verso le dieci; era domenica e quindi poterono prepararsi con estrema calma.
Yuu e Kouyou furono i primi a svegliarsi. Mentre si stiracchiavano, si rivolsero un breve sguardo. Kouyou moriva per lui; Ryo nei precedenti mesi l’aveva riempito di consigli e lui gli aveva seguiti tutti, uno ad uno. 

“Caffè?” chiese dunque l’assonnato Kouyou.

“Volentieri.” rispose l’altro tornando a distendersi sul divano, per nulla sveglio.

Così Kouyou si alzò per preparare del caffè. Venne poco dopo raggiunto da Yuu, ancora in versione zombie, che si sedette su una sedia appoggiando la testa sul tavolo. Kouyou fece un debole sorriso, mentre il caffè era ormai quasi pronto. Versò il liquido in due tazzine che aveva trovato nel piccolo armadietto sopra il lavandino, e ne diede una a Yuu, portando poi sul tavolo anche lo zucchero. Gli altri tre ragazzi dormivano ancora profondamente, così fecero in modo di non svegliarli mentre mescolavano il caffè allo zucchero. Yuu bevve il caffè e miracolosamente riacquistò tutte le sue funzioni vitali. 

“Ah, io amo il caffè.” disse, finalmente sveglio.

Kouyou fece un breve sorriso sorseggiando la bevanda. Yuu rimase a guardarlo per qualche attimo. Kouyou aveva i capelli lunghi lasciati sciolti, che ricadevano sulle sue spalle e scendevano poi sul petto. Il nero inchiostro stonava appena con il candore della sua pelle. Indossava la maglia del concerto della sera prima, sopra aveva messo una felpa nera abbastanza grande per la sua taglia. Era pur sempre la grazia fatta persona, anche se non indossava i suoi soliti vestiti. Yuu rinvenne dai suoi pensieri.
“Kou.”

“Dimmi.” gli rispose l’altro sorridendogli.

“Devo chiederti una cosa.”

“Sì?” l’altro divenne curioso.

“Ti andrebbe di uscire con me una sera?”

Se Kouyou avesse potuto correre per casa urlando dalla gioia, l’avrebbe fatto più che volentieri. Ma mantenne il suo usuale contegno, rispondendo con un educato “Sì.” Non vedeva l’ora di parlare con Ryo.

Yuu gli sorrise. “Magari… Mercoledì?”

“Sì, si può fare, non ho nulla da studiare.” mentì Kouyou sapendo benissimo che giovedì avrebbe avuto verifica di fisica.

“Bene.” concluse Yuu alzandosi e assentandosi per andare in bagno. 

Non appena superò la porta della cucina, Kouyou strinse forte i pugni lanciando un silenzioso urlo. Gioioso come non mai corse a scuotere Ryo dai suoi sogni.

“Ryo! Ryyyyo!!” diceva mentre lo strattonava per un braccio. Il primo a svegliarsi fu ovviamente Takanori, che vedendo l’amico così gioioso intervenne per svegliare il suo ragazzo. Ryo aprì un occhio alla volta, cercando di focalizzarsi sulla realtà, poi mugugnò qualcosa e fece per girarsi dall’altra parte, ma Kouyou lo bloccò prima, costringendolo a guardarlo.

“Kou… Mpffmmm…” borbottò Ryo.

“Yuu mi ha chiesto di uscire!” gli disse Kouyou gioiosamente. 

“Mmmh… Cosa??” chiese Ryo leggermente più sveglio.

“Mi hai sentito.” 

Takanori guardava il corvino con un’espressione felice ed incredula ad un tempo. “Ce l’hai fatta insomma!” 

“Oh, non voglio correre con le aspettative.” rispose Kouyou sorridendo.

Takanori lo strinse a sé. “Non ti devi preoccupare, Kouchan, appena vengo a sapere qualcosa ti rivelerò tutto.”

Kouyou soffocò un ‘grazie’ prima di essere stretto anche da Ryo. In quel momento si svegliò anche Yutaka, che, vedendoli abbracciati, non capì cosa accidenti stava succedendo. Venne coinvolto nell’abbraccio da Ryo. Kouyou sentì l’equilibrio venirgli meno.

“Ragazzi… Sto cadendo…” 

Ma si sentì sorreggere da una quinta persona, si girò appena per vedere Yuu dietro di sé e arrossì tantissimo.

“A cosa devo questo abbraccio generale?” chiese lui.

“Oh, niente.” rispose Takanori mostrandogli la lingua. 

“Ci vogliamo bene e allora ci abbracciamo!” gli rispose Yutaka con il suo meraviglioso sorriso.

Pochi giorni dopo, quello stesso mercoledì dove Kouyou e Yuu sarebbe finalmente usciti insieme, Ryo era a casa di Kouyou per fargli mantenere la calma, dato che ogni abito che lui possedeva non era quello giusto e i suoi capelli non volevano arrendersi al supremo potere della piastra. Il campanello suonò, si guardarono curiosi. La sorella più grande di Kouyou andò ad aprire, richiamando il fratello per venire ad accogliere il suo amico Yutaka. Kouyou e Ryo raggiunsero la porta di casa.

“Yutaka, che succede?”

“Niente, io volevo assicurarmi che stesse andando tutto bene!”

Ryo soffocò una risata sarcastica, mentre Kouyou ricominciava a dilungarsi nei suoi mille problemi. 

Poi Yutaka esordì con: “Devo dirvi una cosa importantissima.”

“Cioè?” chiesero gli altri due in coro.

“Mi sono licenziato.”

“COSA??” chierese sempre in coro.

“Sì. Ho deciso che cercherò un lavoro meno assillante. Voglio essere il vostro batterista, voglio formare quella maledetta band.” 

Ryo e Kouyou sorrisero. 

“Non posso rinunciare ai miei sogni in questa maniera.”

 

E fu così che si formarono i Gazetto, molto faticosamente.
Innanzitutto doverono portare tutte le cose nel garage di casa di Kouyou, batteria compresa, poi Takanori fece una veloce selezione delle canzoni migliori che aveva creato e le consegnò agli altri, anche se per un po' di tempo si dedicarono a varie cover delle loro band preferite.
La ragazza di Yutaka veniva sempre ad ascoltarli e a dispensare gentili consigli. L’appuntamento di Yuu e Kouyou era andato particolarmente bene, e infatti iniziarono a vedersi molto più spesso. Takanori rivelò che in effetti Yuu iniziava a sentirsi decisamente attratto dal ragazzo, e a queste parole Kouyou retoricamente svenne dalla gioia. 

E fu allora che tutto cambiò.

Una stazione modernissima, una limpida giornata di sole. I cartelli indicavano sempre Nagoya. Lui e quella persona dai lunghi capelli biondi si tenevano per mano. Il biondino stava ridendo di gusto, e anche lui si sentiva molto felice.
“Quando tornerai?” chiese, guardando il biondo davanti a lui.

Ci fu un attimo di silenzio.

Il biondo disse: “Fra poco inizia maggio! Ed è anche il tuo compleanno!” 




 

Non gli restava nient’altro da fare.
Tutti quegli anni erano passati e non aveva mai avuto il coraggio di prendere una vera decisione.
Ascoltava “Leaves” dei The Gathering, rimuginando su quelle parole.

“I close your eyes with my mouth

Now you don’t see anything

but you feel my breath all over

I can feel you too

Although I don’t really know you

I don’t really care

Cry with me, make my day

Tomorrow all will be gone

All the sweetness and all the fun

No, I don’t wanna know

Now that you’re gone I don’t know

How to really feel inside

Baring the hope to see you again

I guess I never will

Now that I do really know you

Yes, I really care!”

 

Sapeva una sola cosa: Nagoya. Nient’altro.
Spense l’mp3 di colpo troncando la bellissima voce di Anneke van Giersbergen.
Raggiunse la biglietteria, frugò nelle tasche per trovare qualche yen.
Aveva finalmente preso una decisione. 




 

“…e così il medico le ha detto che può ricominciare del tutto a vivere una vita normale, ma ovviamente con moderazione.”

“Questa è una grandissima notizia!” esclamò Yuu reggendo la cornetta del telefono con una spalla mentre con l’altra sfogliava l’immenso album fotografico che custodiva in casa. “Ti sentirai più tranquillo, immagino.”

“Assolutamente.” disse Yutaka felicemente.

“Ah sì, ho una notizia importante da Ryo.”

“Dimmi.”

“Stanotte ha sognato di nuovo quella cosa della stazione, e sembra che dovremmo attendere Takanori a maggio.” 

“Ah sì? Maggio inizia appena fra tre giorni!!” esclamò Yutaka ancora più contento di prima.

“Infatti. Prova a chiedere a Takamasa, noi vorremmo moltissimo togliergli il peso di questa importantissima missione, ma sia io che Kou lavoriamo e nel weekend, e lui ha i turni.”

“Ma figurarsi, Takamasa non si dà pace. Deve trovarlo e basta, quindi penso che lo se spediamo a Nagoya un’altra volta non gli darà alcun dispiacere.”

“Spero, perché noi vorremmo veramente venire giù… Poi Ryo anche lui ha sempre casini a lavoro: credo di aver capito che una delle ditte con le quali aveva un contratto è fallita e rischia di portare giù anche lui….”

“Cazzo! Bè, ma alla fine lui ha un mestiere particolarmente importante, quindi…”

“Ehi, quando torni a Tokyo?”

“Veniamo per la Golden Week, il ristorante è chiuso in quei giorni.”

“Bene, allora io ti aspetto!”

Si salutarono e Yuu chiuse la chiamata, tornando a ciò che stava cercando.
Era convinto che ci fosse un motivo perché Takanori sembrava voler tornare proprio a Nagoya, e qualcosa gli diceva che la risposta l’avrebbe trovata in una di quelle foto. Ricominciò ad analizzare le foto, una ad una.
La risposta la trovò infatti in quella foto dove Ryo lo stava sollevando da terra. Dietro di loro infatti, su un cartello, c’erano tre kanji leggermente sfocati, ma sforzando bene la vista si poteva facilmente intuire che quella scritta diceva ‘Nagoya’.
Si ricordò l’occasione di quella foto: era uno degli ultimissimi scatti che Kouyou fece di loro due prima che si scatenasse l’inferno. Erano andati a Nagoya per un concerto di una piccola band emergente dei tempi, che però tutti e cinque apprezzavano particolarmente.
Forse era per quello che Takanori voleva assolutamente ricominciare da Nagoya, lì dove le cose avevano decisamente iniziato ad incrinarsi. Chiuse l’album e stiracchiandosi decise di raggiungere Kouyou a letto per farsi una bella dormita. 

 



“La situazione è estremamente grave, signor Suzuki. L’azienda Nakatomi rischia seriamente di portare anche noi in rosso.”

“Mi sembra parecchio strano dato che abbiamo altre innumerevoli e proficue alleanze…” insistette Ryo, guardando dritto negli occhi il suo vice.

“Ha guardato i resoconti del mese?”

“Gli ho analizzati nel minimo dettaglio, Yasuda san. A mio giudizio non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi. Se alla morte, il signor Nakatomi ha preferito far affogare l’azienda facendola ereditare al scapestrato figlio maggiore, non possiamo farci nulla. Noi possiamo stare tranquilli. Fra le mani ho la proposta di un’ambiziosa collaborazione con la società Satou.”

L’uomo davanti a lui si tolse gli occhiali, incredulo. “Sta scherzando, spero.”

“Assolutamente no, Yasuda san. Si rende conto che se otteniamo questa collaborazione diverremo una delle più grandi aziende in Giappone nel nostro campo?”

“Assolutamente, signor Suzuki! Assolutamente!” disse l’altro particolarmente scosso. 

“Quindi non c’è nessun motivo di cui preoccuparsi. Faremo in modo che la collaborazione sia nostra.”

Decisero alcuni piccoli dettagli poi si salutarono con un inchino.
Ryo rimase finalmente solo.
Il colloquio con il suo vice era durato quasi tre ore, poté prendere un lungo respiro e stiracchiarsi.
Sembrava essere l’unico meno preoccupato dopo il fallimento della società Nakatomi, e quindi oltre a gestire la normale amministrazione dell’azienda doveva anche calmare gli animi, assicurando che sarebbe andato tutto bene. Non aspettava altro che l’inizio della Golden Week per andare a Nagoya a cercare Takanori.
Gli rivolse per un attimo uno sguardo. Gli mancava, gli mancava troppo. Fece un lungo e profondo sospiro. 


 

Il Showa Day finalmente arrivò, Ryo chiuse come ogni anno l’azienda per permettere ai suoi colleghi di prendere una meritata settimana di vacanza, lontano dai pensieri del lavoro e degli ultimi avvenimenti. Anche per lui finalmente giungeva il momento di prendersi una pausa e iniziare ad organizzarsi per andare a Nagoya. Corse come sempre a casa di Kouyou, dove venne accolto caldamente.

“Pensavo di andare a Nagoya.”

“Come vuoi, Ryo, in realtà abbiamo sentito Yutaka ieri l’altro e lui viene a Tokyo durante la Golden Week.” avvertì Kouyou.

“Ma cazzo! Non possiamo farcelo sfuggire!” disse Ryo stringendo i pugni.

“Ryo, non devi preoccuparti!” gli disse Kouyou prendendo i pugni di Ryo fra le sue mani. “C’è Takamasa ad attenderlo…”

“Ma voglio andare io a prenderlo! E’ importantissimo!”

Kouyou fece un breve sospiro. “E’ meglio se rimani qui con noi, Ryo.”

“Perché?!” chiese l’altro infastidito.

Yuu e Kouyou si rivolsero un breve sguardo triste. “Anche se noi ci ostiniamo a pensare positivo com’è giusto che sia, preferisco che tu rimanga qua. Perché se magari Takanori non ci sarà… Per te sarò un colpo fin troppo duro da sopportare. Anche se siamo positivi io e Yuu vogliamo tenere in considerazione questa possibilità.”

Ryo sbuffò leggermente alterato. “E tu che però mi dicevi che sarebbe arrivato e basta, e che devo solo pensare positivo!” 

“Ryo, devi pensare positivo!” lo squadrò Kouyou con cipiglio severo. “Il problema è che esiste l’eventualità. Metti che tutte le nostre supposizioni fatte finora siano sbagliate. Se Takanori non si fa trovare in stazione per tutto maggio, potresti ucciderti!”

Ryo ammise a se stesso che in fondo Kouyou aveva ragione. “D’accordo allora. Rimarrò qui.”

“Lasciamo Takamasa svolgere le ricerche. Anche perché direi che lui ha un pochino più di priorità, dato che è suo fratello.”

Ryo annuì. Si salutarono qualche ora dopo, con la promessa di rivedersi l’indomani. 

 

Aprile volgeva al termine, maggio era alle porte.
Guardò il biglietto che aveva in mano.
Ancora pochi giorni e avrebbe raggiunto Nagoya.
Solo pochi giorni.

 











Donzelle!! **
Potevo rispettare la mia promessa che avrei postato il mercoledì? Ovvio che no! Sono un disastro, ditemelo çç
Di chi sarà mai il POV che si è improvvisamente aggiunto in questo capitolo? <3 E la canzone vi è piaciuta? Non sapete quanta ispirazione mi dà, ho scritto tre quarti di FF con quella canzone in sottofondo ** (L'altra canzone che ho ascoltato di più è stata 'Calm Envy', mi aiuta tantissimo **). Magari la prossima storia che pubblico mi segno anche la colonna sonora, così potete provare ad ascoltare una particolare canzone mentre leggete ^^ Che altro, spero che il capitolo vi sia piaciuto e al solito vi ringrazio per le bellissime recensioni che come sempre mi lasciate <3 
Mi fa male pensare che mancano solo tre capitoli alla fine çç 
Un bacione a tutte voi, vi voglio bene!! **
Yukiko H. <3


 
  
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