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Autore: Ginevra89    02/01/2005    2 recensioni
Alla vigilia dell’anno 2100, il mondo cominciava a cambiare la sua fisionomia. Alla vigilia dell’anno 3000, quasi tutto il Mondo Abitabile era stato civilizzato in immense città. Alla vigilia dell’anno 3025, la Lotta era iniziata.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3- Forget me

Capitolo 3- Run Away

 

A volte sperava che tutto finisse, che improvvisamente potesse svegliarsi e scoprire che quella non era la realtà. E invece lo era.

Con il tempo, ci si era abituato. Aveva imparato a conviverci, perché non avrebbe potuto fare altrimenti.

Reclinò la testa all’indietro. Troppi avvenimenti. Chissà dov’era Rachele…sperava solo che i rinforzi riuscissero a entrare in War al più presto. Rachel era brava, sì, ma non sarebbe resistita da sola contro i Kobs. E nei Kobs c’era anche…

Un trillo metallico lo fece emergere dall’abisso del suoi pensieri.

Il videotelefono.

Comunicazione importante.

Si schiarì la voce.

“Sì?”

“Che hai fatto ai capelli?” chiese l’interlocutore, con malcelato divertimento.

“ Sei terribile.”

“Che ci vuoi fare, mica sono un gentiluomo come te…”

“Già…” replicò con un mezzo sorriso.

Poi, ricordandosi della situazione, tornò improvvisamente serio.

“Novità?”

“A dire il vero sì. Sembra che una certa Maeve Greyland abbia indagato sulla nostra organizzazione…”

“ Hai detto…Greyland?”

“ Esattamente. Perché?”

“ Nulla, va’ avanti.”

“Beh, lei è una degli agenti più giovani, ma a quanto mi risulta ha fatto un’ottima ricerca…”

“ E…?”

…E’ stata lei a scoprire Rachel, da quello che mi è pervenuto…”

“ E…?”

“…E dopo l’attacco dei ribelli lei e la nostra si sono… dirette insieme sul luogo.”

“Vuoi dire che Rachel è entrata in War con quella ragazza?” chiese, divertito all’idea di Rachele che doveva contare su qualcuno che non fosse sé stessa per riuscire a cavarsela. Qualcuno che detestava, poi.

“Proprio.”

“ E…?”

“ Stai diventando monotono, Seth.”

“Che ci vuoi fare…è la mia vocale preferita.”

“ Buona questa. Comunque, sta di fatto che se mandiamo dei rinforzi, questa Greyland avrà le prove necessarie ad inchiodarci, Seth…”

“ Frena un attimo. Non mi stai dicendo di sacrificare un mio agente per pararci il…fondoschiena, mi auguro…?” chiese con voce gentile…ma chi stava parlando con lui sapeva che in realtà era molto, molto irritato.

“ Non mi fa piacere dovertelo dire, Seth…”

“Ma ovviamente ci sarà un’altra soluzione.”

La voce rise.

“ Esatto. Mi sa che cominciamo a conoscerci troppo bene, noi due…”

“ Sì, può essere. Dimmi tutto…”

“ Beh, pensavo di usare qualche stratagemma, o uno degli schemi che avevamo preparato per situazioni come queste…”

….

“Seth?”

“Sì. Allora, devi farmi un favore importante, puoi?”

“ Spara.”

“Allora, chiama gli agenti di cui ti darò i nominativi. Loro sono i migliori, digli di vestirsi come i rapper del millennio scorso, su quel genere insomma, armali come si deve e falli entrare in War. Loro soccorreranno Rachel. Dì al resto delle truppe di tenersi pronti per mettere in pratica lo schema a diamante, alias il numero 629/C.”

“ Perfetto.”

“Ah, un’altra cosa…”
” Sì?”

“ Puoi fare una ricerca per me?”

“ Certo.”

“ Grazie…”

“ Il programma è pronto…cosa devo cercare?”

“ Cerca Greyland. Nel Sesto Sobborgo.”

“ Sarà fatto.”

 

Se gliel’avessero chiesto, non avrebbe saputo dire esattamente da dove era arrivato il primo proiettile. Aveva semplicemente visto qualcosa di metallico passarle a un centimetro dal viso e prima ancora che avesse il tempo di rendersene conto, ne vide altri milioni sfrecciare da tutte le parti. Gli spari erano infiniti e le loro eco assordanti, creavano un rimbombo che faceva pensare all’apocalisse. Probabilmente tutto quel casino si sarebbe sentito anche dall’altra parte dell’oceano, se mai ci fosse stato qualcuno.

Si gettò a terra d’impeto, sparando, mentre Maeve si lasciava cadere al suolo cercando di non venire colpita.

“Maledizione!! Te l’avevo detto che saremmo morte, te l’avevo detto che non avremo nemmeno una degna sepoltura, te l’avevo detto!!” le sembrò di udire le grida della Rossa.

“…”

Evitò di sprecare fiato…tanto, se avesse parlato, non si sarebbe comunque sentito.

Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, l’idea.

Si voltò, momentaneamente riparata, e gridò nell’orecchio di Maeve: “Quegli idioti usano armi elettriche, no??”

Da un secolo a quella parte, le bande, soprattutto quelle più temute di War, avevano adottato armi ad elettricità, incanalata in modo particolare. Questo comportava numerosi vantaggi: oltre al fatto di avere un’arma dieci volte più leggera, i proiettili venivano praticamente…generati dalla nuova energia, grazie a un proiettile madre installato nella parte inferiore dell’arma, che faceva da “calco”.

I miracoli della tecnologia…In questo modo si poteva disporre di una quantità illimitata di energia. Mortale.

Per chi la usava.

Infatti, i Corpi Speciali, come la H.O.P.E. per esempio, avevano da subito trovato una soluzione: il cortocircuito. Bastava gettare dell’acqua su qualcosa di elettrico, e la scarica generata era tale da stendere chiunque avesse un’arma elettrica nel giro di parecchie miglia. Era rischioso perché si poteva colpire un innocente, ma le armi della polizia avevano misure di sicurezza maggiori di quelle che usavano le bande, e in ogni caso il gioco valeva la candela.

Ma solo gli agenti scelti erano al corrente di queste nozioni.

Maeve era uno di quelli.

Quindi lo sapeva.

E visto che era una ragazza molto intelligente, capì in un nanosecondo.

“Sì!!!” esclamò, aggrappandosi a quel barlume di speranza.

Tirò fuori dalla tasca lo sfollagente elettrico, in versione mini(non più grande di un accendino), e ripiegabile.

“ Perfetto…”

Rachel afferrò l’oggetto, vi versò sopra dell’acqua e lo tirò lontano.

“Luce sia…” bisbigliò, con un mezzo sorriso per niente angelico.

E luce fu.

 

“Missione compiuta, Capo.”

Aspettò che il Capo gli dicesse qualcosa, ma la sedia era voltata contro il muro.

Dopo le sue parole, si girò.

Ma sulla sedia non c’era il Capo.

C’era suo padre.

 

Rimase in silenzio. Anche perché se avesse aperto la bocca non sarebbe comunque riuscito a parlare.

Si sentiva la testa improvvisamente vuota.

Suo padre.

Sulla sedia del Capo.

Il lieve sorriso che stava sulle sue labbra era completamente sparito quando l’aveva guardato con un po’ di attenzione.

Stava in silenzio, osservandolo sconvolto, aspettando probabilmente una spiegazione, o delle scuse.

Per quel che gli riguardava, poteva aspettare in eterno.

Che schifo di giornata.

Prima Rachel, poi suo padre…

….

….aveva voglia di spararsi.

Non passò più di un minuto, ma gli sembrò un’eternità…

E poi suo padre cominciò a parlare.

E in quel momento ebbe la certezza che avrebbe preferito di gran lunga vederlo tacere.

 

Si accucciarono cercando di occupare il minimo spazio possibile, a testa china. Un fragore assordante. Maeve fu la prima ad alzare lo sguardo. Osservò i tetti dei palazzi vicini, dove uomini e ragazzi giacevano a terra, esanimi.

Era una sporca assassina…aveva ucciso degli uomini e…

“Non sono morti.” Fece Rachel con voce assolutamente tranquilla.

“E no, non leggo nel pensiero.” Continuò, notando l’occhiata stranita della Rossa. “Soltanto, anche a me è venuta la stessa impressione quando ho visto usare questo trucchetto, ma per quanto possa sembrare, sono ancora vivi, soltanto…storditi.”

“ Allora ci conviene allontanarci…”

“Direi proprio di sì.”

Erano salve. Incredibilmente erano riuscite a cavarsela.

“Andiamo…”

Annuì, seguendo la castana.

Rachel non aveva nemmeno fatto tre passi, quando sentì Maeve crollare a terra, con un gemito di dolore.

Si voltò fulminea.

Vide subito ciò che era successo.

La ragazza si teneva la caviglia sinistra. Che era stata colpita da un proiettile.

“ Maledizione…” mormorò a voce non troppo bassa, estraendo la pistola e guardandosi intorno. Nessuno.

Merda.

Per istinto, si voltò verso l’entrata del quartiere delle bande importanti.

Il fumo avvolgeva ancora il posto, impedendo di vedere qualcosa della strada.

Ma riuscì comunque a distinguere delle ombre stagliarsi a meno di sei metri da lei.

“ Mai dare per scontato di essere in salvo…”

Dal fumo emerse lentamente un ragazzo.

Sulla ventina, probabilmente. Alto, occhi verdi.

“ Spiacente, madamoiselles, ma temo che siate mie prigioniere…” esordì con tono sarcastico.

Erano in trappola.

 

Il dolore era forte. Sperò che il proiettile non fosse rimasto nella ferita.

Improvvisamente, dal fumo spuntò un ragazzo.

Un Ribelle, senza alcun dubbio.

Vide con la coda dell’occhio Rachel che cercava di tirare fuori la pistola senza farsi notare, con movimenti minimi.

“ No no no…” la fermò il ragazzo scotendo la testa, mentre uno dei Ribelli la minacciava con un mitra. Non elettrico.

Il ragazzo era furbo, ma anche Rachel lo era.

Sapeva che di lì a poco avrebbe lanciato una bomba, probabilmente a impulsi sonori. Ma l’avrebbe sprecata, e se voleva sopravvivere in War quegli affari le sarebbero serviti.

No, non poteva permetterglielo.

Maledizione, che male alla caviglia.

Ehi, e se invece…?

Sì, era una buona soluzione, rischiosa, ma efficace.

“ Ehi, Rachel…” esordì, facendo trasparire molto dolore fisico dalla voce. Non dovette nemmeno sforzarsi troppo.

L’altra si voltò, esaminando preoccupata la ferita.

“ Non ce la faccio più, Rachel…” mormorò mentre due grosse lacrime le solcavano le guance.

“ Cerca di resistere…” esordì quella, preoccupata.

“ No, credo proprio che sparerò…”

“ Che mi sparerò…” corresse uno dei Ribelli, credendosi divertente.

Gli occhi di Maeve si accesero di un bagliore quasi…sadico.

“ Oh no, intendevo proprio sparerò…” rispose.

Poi sollevò la pistola, e cominciò a svuotarne il caricatore. Fu talmente veloce che colse i nemici di sorpresa, anche perché fino a tre secondi prima sembrava sull’orlo di uno svenimento e dava l’impressione di non sapere nemmeno cosa fosse, una pistola.

“ Vai!!!” gridò a Rachel.

“ Tornerò Rossa…promesso.” Poi corse via, più veloce che poteva.

Non aveva più scelta ormai. Non dipendeva più solo da lei. In qualità di unica testimone di quanto era successo, sapevo che se l’avessero uccisa, Maeve non sarebbe più uscita di là.

La possibilità di aiutare i civili rimasti coinvolti era già svanita parecchio prima, visto che di civili non c’era nemmeno l’ombra.

Ora era svanita anche la possibilità di catturare almeno uno dei ribelli.

Doveva uscire da War.

E doveva farlo in fretta.

 

 

“ Che diavolo hai fatto ai capelli??” chiese l’uomo, facendo volutamente trasparire disappunto dalla sua voce.

“ E i vestiti???” aggiunse, notando l’abbigliamento del figlio.

Zach optò per la politica del silenzio e non proferì parola.

L’uomo sorrise, sprezzante e lievemente disgustato.

“ Mi fai schifo, Zacharyas. Cosa direbbe tua madre vedendoti così?”

“…”

“ Non rispondi, eh? Moccioso vigliacco…sai cosa farebbe??” la sua voce andava in crescendo “ SI RIVOLTEREBBE NELLA TOMBA, IDIOTA!!!!” finì per urlare.

Ok, niente politica per me.

Non riesco a controllarmi.

“ Ah sì?? Beh, la vuoi sapere tu una cosa, gran figlio di scrofa? I capelli li ho tagliati, perché il caschetto che mi costringevi a portare è ridicolo e da checca. I vestiti che ho sono mille volte meglio dei tuoi, anche se costano di meno e non ci ha lavorato un branco di stilisti idioti. E mia madre mi voleva bene e mi accettava per quello che sono, non cercava di plasmarmi a suo piacimento!!!”

“ Ma guardati, Zacharyas!! Guardati, ascoltati!! Che linguaggio usi, per il cielo?!?!”

“ Che c’è, devo mettermi a parlare in latino?” chiese, con un sorriso pieno d’ira.

Il padre appoggiò la testa su una mano, sorreggendola. Sembrava che il peso di quelle scoperte gli gravasse sulle spalle.

“ Per il cielo…io pensavo che fossi diverso. Pensavo che l’educazione che ti ho impartito fosse servita a farti diventare una persona rispettabile. E invece guarda cosa sei diventato. Fec…oh, per il cielo.”

“ Che c’è, paparino adorato? Feccia, volevi dire, no? Cos’è, un linguaggio troppo rozzo e volgare per un uomo di classe come te??”

“ Ma cosa ti è successo, Zacharyas? Cosa sei diventato??”

“ Quello che sono sempre stato, papà, e…”

“Padre.” Lo interruppe l’altro gelidamente. “Salvaguardiamo almeno il rispetto verso i genitori, per il cielo…”

“ Quello che sono sempre stato, padre, e posso assicurarti che là fuori ci sono persone che mi apprezzano, per quanto possa suonarti stupido o sbagliato. Non ho bisogno della tua considerazione.”

L’uomo lo guardò, apertamente disgustato.

Lo stesso sguardo che ha Rachel quando vede un ragno.

“ Ma chi diavolo sei?? TU NON SEI MIO FIGLIO!!!”

“ No, hai ragione. Ho smesso di esserlo quasi sette anni fa, quando me ne sono andato, nel caso non ti fosse chiaro. Anche se in realtà non lo sono mai stato. Cosa c’è, non lo avevi capito? Il fatto che avessi messo quasi tutto il Mondo Abitabile tra me e te non era un indizio sufficiente?”

“ Non prendermi in giro, Zacharyas…”

“ Sennò che fai, mi dai la scomunica?”

“ D’accordo, Zacharyas. Sei libero di rovinarti la vita quanto ti pare, per quel che mi riguarda. Dopotutto, se non hai il senno necessario per capire che ora come ora è tutto sbagliato in te, io non ci posso fare niente. Vengo solo per portarti delle notizie. Speravo che avresti potuto ripensare alla tua decisione e magari tornare a casa per aiutarmi a dirigere un certo progetto, ma…” lo squadrò da capo a piedi “ non credo sia il caso. Ma santo cielo, Zachary, figlio mio, dov’è finita la tua educazione?  Ho fatto un viaggio molto lungo per venire qui per te e tu ripaghi in questo modo…”

“ Ti sei dimenticato di aggiungere viaggio completo di tutti i comfort, e davvero sei venuto qui per me? Zacharyas Jendey, tuo figlio? Perdona lo scetticismo, ma non credo affatto.”

“ Il tuo atteggiamento mi ferisce, Zachary…”

“ No, sarà una pistola a ferirti, se non te ne vai entro tre secondi. Già il fatto che tu sia venuto qui mi fa venire da vomitare. Mi ricordo quella volta che ho provato ad entrare nel tuo ufficio. Più che l’episodio, mi ricordo i ceffoni…”

“ Era una riunione importante e per colpa tua l’affare è saltato…sai quanto ho dovuto penare per…”

“ Non me ne importa niente.” Sibilò Zach, la voce vibrante di sentimenti oscuri, gli occhi che parevano neri, da quanto erano cupi.

Poi, improvvisamente, tornò normale. “Allora, vuoi dirmi il motivo per cui sei qui, quello vero stavolta se non ti spiace, così perdiamo meno tempo e siamo felici e contenti tutti e due?”

“ Come ti avevo già accennato, devo darti delle informazioni, Zachary.” Gli porse una ventiquattrore in pelle nera.

Simile a quella che ho usato poco fa, forse è un segno del destino, magari sono un uomo d’ufficio…   Ma sicuramente questa è di qualità più elevata. Tipico di mio padre, del resto.

L’uomo, dal canto suo, osservò il Rolex d’epoca e proferì: “Per il cielo, è tardissimo, Zacharyas. Temo di dover andare adesso, ma alloggerò in città per un paio di giorni. Se hai bisogno di…consigli- fece incerto osservandolo per l’ennesima volta- o ripensi alla nostra chiacchierata e vuoi scusarti…o semplicemente parlarmi” aggiunse dopo aver visto l’occhiata assassina che il figlio gli lanciava “ il mio indirizzo è questo.” Concluse, porgendogli un biglietto bianco a scritte oro, perfettamente squadrato. “ Il numero e l’indirizzo di casa invece presumo tu le conosca già, in ogni caso ti lascio anche il mio numero d’ufficio…” fece, porgendogli un altro biglietto, identico al precedente.

Sempre stato così, suo padre. Abitudinario e metodicamente noioso.

“Poi si alzò dalla sedia. Bei trofei ha il tuo capo, comunque, li stavo guardando prima che arrivassi tu”.

Ecco perché era girato contro il muro…

…eppure mi sembra più plausibile che si fosse girato apposta, giusto per fare più scena.

Sempre così teatrale, suo padre…

Lo seguì con lo sguardo fino allo stipite della porta.

“Ah” aggiunse quello, voltandosi “ Come sicuramente saprai una Guerra vera e propria si sta scatenando, Zachary.” Lo fissò dritto negli occhi.

“ Scegli bene il tuo ruolo, e soprattutto…Cerca di non stare dalla parte sbagliata.” Detto questo, girò sui tacchi e se ne andò.

Zach crollò a sedere su una sedia che era spuntata dal pavimento.

Sospirò.

Sempre così teatrale…

…e comunque quel soprannome l’ho sempre odiato.

 

Camminava rapida e guardinga, cercando di rendersi invisibile, ma senza esagerare. Doveva passare inosservata, ma non troppo, altrimenti sarebbe parso sospetto.

Voltò a destra.

Una volta.

Due.

Poi a sinistra.

Le sembrava incredibile. Era riuscita ad attraversare The Forgotten, ce l’aveva fatta davvero, e quando era a un passo dalla meta, vedeva tutte le sue speranze andare in fumo.

Sperava solo di andarsene velocemente e viva, altrimenti anche per Maeve non ci sarebbe stato nulla da fare. Le sarebbe dispiaciuto…forse si sarebbe quasi…sentita in colpa? Naa, non era ancora arrivata a quel punto. Ma provava una specie di simpatia per quella ragazza dai capelli rossi. Forse perché le ricordava tanto lei stessa…prima.

Continuò ad avanzare, imponendosi di restare calma e controllata…e riuscendoci piuttosto bene. Non un’emozione traspariva dal suo volto. A guardarla, sarebbe potuta sembrare di marmo: fredda e priva di espressione.

Ecco, ci siamo: in fondo al viottolo che stava attraversando si vedeva il bar. Osservò con aria quasi indifferente i graffi che si era procurata passando per la scorciatoia, una discarica a busiva di rifiuti tossici con tonnellate di filo spinato malmesso e tagliente. Dannatamente tagliente.

Si avvicinava sempre di più alla salvezza.

Procedette all’indietro, controllando la strada in modo che nessuno le arrivasse alle spalle.

Nessuno.

Quando arrivò al bar, finalmente si voltò e fece uno scatto per cominciare a correre…doveva assolutamente avvertire la H.O.P.E.

Qualcosa la fermò.

La canna di un mitra MCZ345, per la precisione.

Sgranò gli occhi, atterrita.

Non ci credo…non voglio crederci…

“ Vai da qualche parte, dolcezza?”

 

Un’ora prima

 

Seth chiuse la comunicazione, reclinando il capo sulla sedia girevole.

Giornata pesante.

Ne aveva vissute parecchie, ultimamente.

Devo mangiare una pizza.

Improvvisamente il suo sguardo cadde su una foto sulla scrivania. Lui da militare.

Poteva ancora riconoscersi. Non che dovesse fare un grande sforzo, in ogni caso.

Ricordava perfettamente i bei tempi, quando era ancora un ragazzo definito da molti carino, a cui piacevano le ragazze, ma come compagne di scherzi, perché il suo cuore era già occupato…un ragazzo che rideva, scherzava, e che era convinto che il mondo fosse bello, conservasse ancora qualcosa di puro…

Un utile idiota.

Come facevo ad essere così ingenuo?…

…è passato davvero tanto tempo. Forse troppo.

Il trillo insistente del videotelefono lo riportò prepotentemente alla realtà.

Qualcuno aveva bisogno di lui.

Chiunque fosse, doveva avere parecchia fretta.

“Sì?”

“Signor Werthdore, cercavo proprio lei…”

Sì, decisamente un’eternità.

“Mi dica…”

Si prospettava una lunga chiacchierata.

 

Mezz’ora prima

 

Sheila passava rapidamente accanto alla porta d’entrata all’area riservata.

Aveva una pila di pratiche da consegnare e girava praticamente come una trottola dall’inizio della giornata, quindi fu ben lieta di potersi fermare davanti ad una giovane donna bionda, che aspettava elegante e composta che qualcuno la facesse passare.

“Mi dica signorina- fece, osservando la pratica in cima alla pila…a chi andava consegnata? Ah già, a Smithson…- posso aiutarl..?” Si bloccò quando vide chi le stava di fronte.

“Ah, buongiorno!” sorrise “Era qui anche prima se non sbaglio, no?”

“Già…” fece la ragazza, sbattendo le lunghe ciglia.

“La faccio entrare…” evitò accuratamente di chiederle cosa ci facesse là, prima. Non erano affari suoi. La discrezione era molto apprezzata in quel lavoro, e lei lo sapeva. E per principio non era mai stata una ragazza troppo curiosa…

…oh, beh, prima o poi gliel’avrebbe detto comunque.

 

Seth aveva appena finito di parlare al videotelefono.

Chiuse lo schermo e si girò verso la macchinetta del caffè.

Mia salvatrice… pensò, mentre premeva il tasto del decaffeinato.

O qualcosa di simile, visto che circa da mezzo millennio non esisteva più il caffè come tale. In laboratorio era stata ricreata una sostanza con la maggior somiglianza possibile. Una schifezza, ma quando ti ci abituavi sembrava persino buona.

Sentì bussare.

Seppe chi era senza nemmeno bisogno di voltarsi.

“Ciao, biondina…”

“Ciao, bel tenebroso…”

Sorrisero entrambi.

“Prego” fece lui, indicandole una sedia.

Lei si mise a sedere, per una volta senza dover fingere di essere perfetta.

E lui pure.

“E’ stata una giornata pesante, no?”

“ Peggio di te, il che è tutto dire…” si permise di scherzare.

“Scemo!!” lo riprese lei ridendo. Ma in fondo era contenta…di solito Seth era sempre così controllato e gentile…non scherzava spesso, negli ultimi tempi.

Una volta invece…

Ma era inutile perdersi nel passato.

“ Devo farmi una pizza” gli disse seria.

Il volto di Seth si distese in un sorriso ammiccante.

“Margherita?”

**************************************************

Holà, ragazzi!!!!!!!!!!!!!!!!! Come state??? ^_____________^

Devo innanzitutto farvi i miei migliori auguri: BUON ANNO NUOVO, E SPERO CHE SIA PER TUTTI VOI FELICE E MIGLIORE DI TUTTI QUELLI CHE AVETE PASSATO!!!! Col cuore!!

Beh, passiamo al capitolo….avete capito chi è la misteriosa ragazza con Seth? Io sì!!!! :DDDDDDDDDD Ok, lo so, sono andata, aspettate un attimino e poi mi consegno spontaneamente alla neuro!! ‘^_^

Spero vi piaccia, mi auguro che non risultino pesanti alcune parti (come la descrizione della nuova energia elettrica, per intenderci) ma le reputavo necessarie per spiegare bene l’idea che è venuta a Chele!!! (Come mi hai chiamato…? NdRachel) Ah ehm...

Allora, comunque…(Me che cerca di sviare il discorso) :DDDD

A me il pezzo iniziale non convinceva molto, ma mi serve assolutamente perché sennò mi si blocca la storia…mah…voi che ne pensate? Mucchilla? L_Fy?

E anche chi legge, se piace ma anche se proprio fa schifo-non la sopporta-pensa che sia un’idiozia-crede che farei meglio a ritirarmi, potrebbe lasciarmi un commentinoinoinoino?? Non mi offendo!!! Ma posso assicurare che per uno scrittore i commenti sono importantissimi, per migliorarsi e per sapere anche cosa pensa la gente di quello che crei!!

Beh, fatemi sapere!!
E ora i ringraziamenti:

 

L_Fy: Mi fa piacere che sei curiosa, vuol dire che ti interessa! ^____________^ Beh, ti dico solo, continua a leggere :DDD non anticipo niente, sono belle le sorprese, dai…:DD

E tu, in ogni caso, devi continuare il sequel di The Runners, altrimenti ti butto in The Forgotten!!!! >_________<

Ocio!! (ß--- Accidenti ai dialetti ‘^_^)

Eh eh, dai che scherzo(forse…:DDD) però aspetto con impazienza!!

Anche a me piace molto Seth, mi piacciono i misteriosi&affascinanti *ç* come un po’ Lex di Smallville :DD Ma Seth è Seth!! :DD

Beh, Zach è un “idiota”, in senso buono…di quelli che ci provano con tutte e hanno sempre la battuta pronta…sarà che mi ricorda un mio amico, ma io lo adoro ^_^

Beh, aggiorna presto e continua a seguirmi!!!

Un bacione!!

 

Mucchilla_Cinghillo: Ehilà!! Di niente per la recensioni, te ne meriti tante, sei brava!! Beh, sono dell’idea che una critica fa piacere come un complimento( ok no, forse di più il complimento ‘^_^) ma aiutano a crescere e migliorarsi, no? ^_^

Anch’io sono contenta di aver abolito(almeno in parte) quei piccoli “difetti” di narrazione che magari rendevano l’insieme più pesante e meno scorrevole da leggere. Grazie per avermelo fatto notare! ^-^ Wow, Zach piace a quanto vedo!! Non ditelo troppo in giro, che si monta la testa!! ( Io piaccio? A delle ragazze? A chi a chi? Presentamele dai!! NdZach. Oh ma che bel biglietto, chissà di chi è il numero…oh, sembra del padre di qualcuno… NdGinevra. Ah-ehm….ragazze aiuto!! ç.ç NdZach. E smettila!! NdGinevra)

Maeve saluta e ringrazia, e dice che se riesce ad uscire viva da War passa a salutare! ^_^

Rachel invece se l’è un po’ presa perché nessuno le ha fatto i complimenti…chi glielo spiega che se non cambia carattere si farà terra bruciata intorno?? (No, se non la smetti tu si farà terra bruciata attorno a te, perché ti metto al rogo!! NdRachel) Come volevasi dimostrare…

Vabbè, ti saluto, e aggiorna presto Zero Assoluto o vale anche per te la minaccia di L-Fy….muahahahahhahahahah…ahi! (Le arriva una scarpa in testa da qualcuno non identificato. Ehi! NdRagazzaMisteriosa. Ops!! Volevo dire: Le arriva una scarpa in testa dalla Ragazza Misteriosa di fine capitolo ^_^ NdGinevra).

Ok basta, dovete perdonarmi ma io e una mia amica un po’ di tempo fa avevamo scritto una breve storia(3 capitoli, o giù di lì) e alla fine di ogni capitolo facevamo dialogare i personaggi…dev’essermi rimasta l’abitudine :DDD

Beh, ora vi lascio…

Una sola cosa: sicuramente avrete sentito della tragedia in Tailandia, no? Beh, penso che queste cose debbano farci riflettere su quello che abbiamo, che è davvero tanto. Felicità non è avere ciò che si desidera, ma desiderare ciò che si ha, come diceva Oscar Wilde. Spero davvero che non abbiate parenti o conoscenti in vacanza là.

Beh, ora vi saluto davvero:

Ciao a tutti, un bacione!!!

Ginevra

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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