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Autore: Unusualize    19/08/2008    2 recensioni
Vediamo se qualcuno si è mai posto questa domanda: e se la fornace di Mrs. Lovett fosse stata spenta quando Sweeney Todd ha provato a buttarla dentro?
Genere: Romantico, Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nellie voltò il capo, notando, con grande sollievo, che qualcuno era arrivato a salvarla.
-Ma cosa diav…?- Philip non finì la confusa domanda che gli fu rifilato un pugno sul naso talmente forte da farlo ruzzolare per terra.
Sweeney Todd si massaggiò per due secondi le nocche sentendo le iridi stupefatte della Lovett su di lui. Non fece in tempo a raggiungerla che Philip si rialzò in piedi, il naso rotto.
-Scappa!- le disse prendendo un rasoio in mano, pronto alla sicura ed imminente disputa.
La Lovett corse di gran fretta giù per le scale con lo sguardo puntato sulla camera, dalla quale, oramai, arrivavano urla e frastuoni: la battaglia era aperta.

-Non osate mai più toccarla- minacciò Sweeney, i denti stretti, come la mano attorno al rasoio, mentre non staccava gli occhi da Turpin, che si era appena rimesso in piedi- Non provate nemmeno a guardarla, mai più, o garantisco che vi caverò gli occhi con le mie mani!-
-Tenete molto a lei, vero?- chiese Turpin, massaggiandosi il naso, ancora insanguinato, stranamente indulgente, troppo indulgente.
Sweeney fece l’errore più grande della sua vita: abbassò la guardia rispondendo- Se non le tenessi, non sarei qui- non notò che l’uomo si era avvicinato, furtivo, alla vetrinetta degli spiriti, né che aveva preso una bottiglia, piccola ma bella dura (scusate non so come dirlo, spero si sia capito *_*), in mano, nascondendola dietro la schiena.
-Siete molto fortunato- continuò avvicinandosi cauto all’uomo, che indietreggiava, quasi intimorito dalla sua tranquillità, come se, quando Sweeney era entrato, li avesse trovati a giocare a carte, e non in pieno stupro, come se nulla fosse.
-Nellie è… il sogno di ogni uomo: una donna premurosa, dolce, gentile, bellissima- la rabbia, l’ira, in Todd lievitava velocemente, stava elencando le sue qualità come se la conoscesse da una vita, e questo gli dava i nervi- pronta ad essere una brava moglie, per l’uomo che ama- era ovvio che si stesse rivolgendo a Sweeney- Ma sapete, Mr. Todd, se l’uomo in questione è tanto stupido da adirarsi di gelosia se lei parla con un altro uomo… allora vale la pena che la cara, triste, Nellie… cerchi consolazione da quest’ultimo…-
Rise sguaiatamente, senza rendersi conto che aveva firmato la sua condanna.
Sweeney alzò il rasoio pronto come non mai a colpire, ma qualcosa lo aveva distratto.

Non fece in tempo a mettere un piede giù dall’ultimo gradino che Nellie scivolò su un liquido viscido
dall’acre, ma stranamente familiare, odore, cui color rubino contrastava col resto del pavimento di granito bianco. Battè la testa abbastanza violentemente da farle perdere i sensi per qualche secondo in cui la testa girava e la vista si appannava. Rimase sdraiata per terra, toccando con mano quel liquido, ancora ignara di cosa fosse, ma sospettosa, finchè non riuscì a distinguerlo emettendo un urlo tremendo.

Sweeney si girò di colpo, dopo aver sentito quel tremendo urlo provenire dal piano di sotto, sicuramente da Nellie. Seppe subito riconoscere il perché di quel grido, e fece per uscire dalla camera, ma Philip si scagliò su di lui, rompendogli la bottiglia in testa. Todd cadde a terra; il rasoio volò ad un metro scarso da dove era lui, ma comunque troppo lontano per prenderlo senza alzarsi, cosa che non riusciva a fare. Si sentiva mancare per via del duro colpo: sentiva solo delle risa e dei passi, entrambi di Turpin. Aveva preso in mano il rasoio, esaminandolo attentamente, riconoscendo, oltre al costoso materiale di cui era composto, delle piccole macchioline di sangue. Una lampadina gli si accese nel cervello*; Sweeney, intanto, aveva abbandonato la speranza di potersi rialzare e si era limitato a girarsi sulla schiena, una mano alla testa.
-Voi- sussurrò Philip, avvicinandosi- voi avete ucciso mio fratello! E’ nella vostra bottega che è stato visto l’ultima volta… è lì che ha trovato la morte. Perché?- domandò impertinente, il tono di voce più alto- Perché?
-A-aveva un debole p-per mia moglie- rispose debolmente il barbiere a terra-L’ha indotta al s-suicidio… - lasciò da parte la storia delle menzogne e della fornace- e l’ho u-ucciso-
-E volevi fare la stessa cosa a me, vero?- si inginocchiò al suo fianco- Sai che ti dico, Todd, ce l’avevi quasi fatta, se non per il fatto che ti ho praticamente steso- prese il rasoio e glielo puntò alla gola; Sweeney sentiva la morte vicina- E sai un’altra cosa? Quando ti avrò ucciso, scenderò di sotto, porterò qui la tua amata Nellie e le farò vedere che cosa ho fatto. E i tuoi occhi sbarrati, ma morti, la staranno a fissare, mentre io riprenderò ciò che hai interrotto- alzò il rasoio sopra la sua testa, pronto a sgozzarlo. La lama scendeva sempre più giù, sempre più velocemente, ma mai veloce quanto la mano del barbiere che tirò fuori dalla sua cintura l’altro fedele amico, andando a pugnalarlo allo stomaco.

Il maggiordomo aveva scelto il momento sbagliato per negare all’uomo, che aveva bussato alla porta, di vedere Mr. Turpin. Forse, se lo avesse lasciato salire, ora non si sarebbe ritrovato per terra, immerso nel suo stesso sangue, con gli occhi spalancati, ancora sbalorditi dalla vista di quel famoso rasoio. Spaventata, anzi terrorizzata, Nellie strisciò all’indietro, senza staccare lo sguardo da quel cadavere, fino a riuscire a rifugiarsi nel sottoscala. Quegli occhi di vetro riflettevano l’immagine di una donna che, piangendo, si era portata le gambe tremanti al petto, nascondendo il viso insanguinato tra le mani.

Una volta ritrovato il pieno controllo della situazione, Sweeney si levò di dosso quel cadavere, mettendosi a carponi. Che dolore alla testa! Ma riuscì a sopportarlo, e per fortuna, dopo qualche minuto, passò quasi completamente.
Si mise a fissarlo, Philip: l’avrebbe con piacere deformato, trasformandogli il viso in quello di un mostro, lo stesso mostro che poco tempo prima teneva in ostaggio la povera donna di turno, come in un film. Avrebbe voluto smembrarlo, squartarlo e ridurlo in tanti piccoli pezzettini, in modo che nessuno si sarebbe mai reso conto di chi fosse in realtà: forse lo si poteva definire un gesto di “affetto” verso i londinesi, inconsapevoli di quale pervertito fosse, ma era un gesto d’odio, di vendetta personale, e forse sì di affetto… ma per l’amata.
Ecco chi non voleva gli portassero via, ecco perché era così protettivo e lo voleva cacciare via: i fratelli Turpin gli avevano rovinato la vita portandogli via prima la moglie, poi, quasi, l’amante.
Se Philip avesse saputo prima la verità sulla sua sorte, lo avrebbe pregato di ricevere lo stesso trattamento del fratello, invece di quella fine.
Accecato dalla rabbia, Sweeney, prese a pugnalarlo, sempre più forte, sempre più in profondità; uno schizzo veloce di sangue gli spruzzò in faccia: aveva pugnalato il cuore, lo aveva distrutto, come distrutta era sicuramente Nellie in quel momento. Nellie…
Solo allora si ricordò di lei, e si diresse veloce al piano di sotto.
-Nellie?Dove sei, Nellie?- chiamò a gran voce, evitando per un pelo di scivolare anche lui sulla pozza di sangue, che, stranamente, sbavava in direzione del sottoscala, da dove provenivano dei singhiozzi strozzati.
-Nellie?- chiamò di nuovo.
In risposta un altro singhiozzo. Le si avvicinò piano, ancora incerto su cosa fare o dirle. Ma quando lei lo guardò negli occhi, con quelle dilatate iridi luccicanti, capì che non voleva sentirsi dire nulla.
Si inginocchiò al suo fianco prendendola tra le braccia; Nellie gli passò le braccia al collo, come per assicurarsi che era lì, veramente, e solo per lei. Le lacrime scorrevano a fiume sulle sue gote arrossate, andando a bagnare anche il collo di Sweeney, che intanto la rassicurava dolcemente.
-Tranquilla, amore, va tutto bene, ci sono qui io adesso-
Alzò il viso dalla sua spalla, Nellie, tentando di dirgli qualcosa, probabilmente un ringraziamento, ma non riusciva ad emettere che singhiozzi.
Le posò delicatamente l’indice e il medio sulle labbra:- No, non dire niente, non ti preoccupare-
Passarono svariati minuti prima che riuscì a separarsi da Todd che, paziente, attendeva il momento giusto per spiegare un po’ di cose, per primo: come era arrivato lì in tempo?
Dopo la litigata con Nellie, dovette trascorrere un bel lasso di tempo prima di riuscire a calmarsi del tutto, e ricominciare a ragionare. Ma capì, comunque, che solo ragionando non sarebbero cambiate le cose, doveva agire, trovarla, e parlarle.
Il primo posto in cui la cercò? Ovviamente, il luogo dove abitava il motivo della loro discussione: Manor Turpin.
Quello stupido di un maggiordomo aveva scelto il momento sbagliato per dire di no ad un ex-killer arrabbiato, anzi furioso! Lo sgozzò senza pensarci due volte, e quando entrò nella stanza la sua rabbia crebbe sempre più, anche se pensava fosse già all’apice. E il resto si sa.
Ma tutto era finito per il meglio, almeno era quello che credeva: le molte urla provenienti dalla stanza avevano attirato un gran folla fuori dall’abitazione, e Sweeney, ci avrebbe scommesso, sapeva che c’era anche la polizia lì.

-Torniamo a casa adesso, vero? E’ tutto finito?- singhiozzò Nellie, sembrando quasi una bambina dall’innocenza e la paura che trapelavano quelle domande.
Sweeney avrebbe tanto voluto darle la risposta che voleva, un “sì” sincero, schietto e rassicurante, ma sapeva che non era così.
Si alzò, lasciandola confusa, e le rivolse un ultimo sguardo prima di aprire la porta, rivelando le decine di agenti, che gli puntavano addosso i fucili minacciosi.
-Il gioco è appena cominciato- e quella fu l’ultima cosa che disse, prima di consegnarsi.

*ok ,allora, cervello è una parola TROPPO grossa… diciamo neurone!hihihihi
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Questo è decisamente il mio cappy preferito, ma perché ogni volta Sweeney finisce in gattabuia??
E che diavolo ‘mo arrivano Johnny Depp e Tim Burton e mi “fanno la festa” pur di farmi smettere, ma non quella coi palloncini! E se mi va di “fortuna” arriva anche la Carter e si unisce ai due!
Già me li vedo: bussano alla porta di casa mia e io, da scema quale sono, apro tranquillamente:
Loro: -Ciao, siamo Depp e Burton. Sei giulia_riddle_black?
Io, mezza rincretinita: - S-s-s-s-s-i-i-i-i-i-i…
Loro si guardano soddisfatti, e la mia rincretinite non nota che hanno dei manganelli nascosti dietro di loro:- Dobbiamo parlarti- dicono all’unisono.
*risparmiamo le loro manganellate e le mie urla e insulti (dolore e stupore insieme)!*
Poi salta fuori dal nulla la Carter (perché lei è Bellatrix Lestrange, Nellie Lovett, Ophelia di Hamlet, la tipa di Camera con Vista, Marla La Falsona di Fight Club, la Sposa Cadavere, Ari nel Pianeta Delle Scimmie, la madre di Charlie nella Fabbrica di Cioccolato, Jenny la strega in Big Fish, Jane in Lady Jane, la voce della tipa mezza scema che si veste come gli ortaggi in Wallace e Gromit- La Maledizione del Coniglio Mannaro, ed ultimo, ma non per importanza, la moglie di Tim Burton e quindi LEI PUò FARE TUTTO, quindi anche saltare fuori dal nulla e da una torta per il compleanno del marito (ma di questo ne riparleremo *_*)) comunque dice, alla vista dei due uomini chini che mi menano:- In nome di Stephen Sondheim, che diavolo sta succedendo qui????-
Tim si alza dal mio corpo mezzo rotto:- E’ la riddle_black! La scrittrice dell’altirnative final scene di Sweeney todd! Ti ricordi dove Jo ti ha messo le mani nell’ottavo capitolo, sì? –
-A proposito- si immischia Depp- scusa! Non è stata una mia scelta… forse!- un sorrisetto compiaciuto compare sulle sue labbra. Tim lo fulmina con lo sguardo mollandogli uno scapellotto sulla nuca.
E sapete lei cosa fa? Levata la giacca prende la prima cosa che le capita a tiro e mi mena anche lei!!!!!!
Bhè, in compenso risparmierò sull’ombretto nero per almeno due settimane!!^_^
Quindi, dopo tutto questo ambaradam, io urlo un PROTEGGETEMI, VOI MIE FAN (CIRCA)!!!!!!
Grazie dell’attenzione e alla prossima pestata!
  
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