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Autore: Clara_Oswin    24/06/2014    2 recensioni
le cattive figure sono insite in noi, mi è venuto in mente di creare una raccolta di storie che parla delle varie male figure che hanno fatto parte della mia vita e continuano tutt'oggi XD i momenti sono i più stravaganti e assurdi, e beh, spero che leggerete e magari strapperanno un sorriso!
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Vi è mai capitato di uscire con una persona e non conoscere il suo nome?
Bene, a me è capitato e questa è la mia folle storia

 

Tutto iniziò grazie a una serie di “s”fortunati eventi, quel giorno dopo aver perso due autobus e scordato a casa il cellulare, sono arrivata seppur in ritardo ad un seminario tenuto nella mia facoltà. I miei amici erano tutti nelle prime file ed io non potendo raggiungerli decisi di sedermi in un posto libero accanto ad un ragazzo dai capelli castani molte file più indietro. Mi rivolse la parola per primo chiedendomi delle informazioni ed io mentre gli parlavo notai che aveva gli occhi verdi, dettaglio più che superfluo ad un seminario di Arte nel post guerra, ma che mi distolse proprio mentre mi accennava al suo nome. Era molto simpatico (oltre ad essere carino) e non ci eravamo mai parlati prima perché non frequentavamo gli stessi corsi,  fu destino o forse fortuna ma ci trovammo subito in sintonia, chiacchierando per tutta la durata del seminario.  

Da quel giorno iniziammo ad incontrarci sempre più spesso per i corridoi della facoltà, fino a che un giorno il ragazzo non mi chiese di uscire, avvenne all’incirca così:

-“ehi, ciao! Non facciamo che incontrarci per ora!” – disse lui

-“ sarà un segno del destino!” –ridevo io stringendo i libri di storia tra le braccia.

-“questo pomeriggio vorrei farmi un giro in centro, ti va di venire con me?”- mi chiede lui sorridendomi

-“Perché no, non ho nulla da fare questo pomeriggio” – gli risposi io.

-“Dove abiti? Ti passo a prendere”-

Io abbastanza imbarazzata dal fatto di non ricordarmi nemmeno il suo nome scuoto il capo dicendogli che sarei venuta da sola al luogo dell’appuntamento, e che ci saremmo visti direttamente li.

Senza nemmeno avere il suo numero di telefono mi fidai solo della sua parola, rimanendo nel corridoio con in mente il luogo e un orario di un appuntamento con una persona di cui non conoscevo nemmeno il nome.

Arrivata l’ora dell’appuntamento quel pomeriggio uscii di casa per andare davanti al locale in cui ci saremmo dovuti vedere, e non appena svoltai l’angolo lo vidi, era li che mi aspettava eppure io ero in anticipo di ben 20 minuti!

-“ehi” – mi venne incontro abbracciandomi, io mi limitai a sorridere e a rivolgergli un timido “ciao” –

-“ma l’appuntamento non era alle 18?” – gli chiesi io iniziando ad incamminarmi, -“si, sono arrivato un po’ in anticipo e a quanto pare non sono il solo” – mi sorrise sghembo.

Passammo tutto il pomeriggio insieme, mai che incontrasse una persona o un amico che lo chiamasse per nome, io in tutti i modi tentavo di farglielo dire senza farmi accorgere di non saperlo, facendo cadere nello scherzo il fatto di chiamarlo “ bel ragazzo in camicia”; lui mi chiamava con il mio nome o di tanto in tanto “Biondina” ma ormai a quel nomignolo ci ero abituata. Dopo la fine della serata mi chiese di poterci rivedere, io annuii contenta, in fondo pur non sapendo il suo nome mi ero divertita, gli diedi il mio numero e lui promise di chiamarmi, promessa che mantenne dopo appena due giorni, quando mi chiamò per fissare un altro appuntamento. In quei due giorni con nonchalance andai in giro per mezza università chiedendo a chiunque conoscessi se sapeva il nome di questo ragazzo descrivendolo meglio della polizia di Scotland Yard!

Niente. Nessuno lo conosceva.

 Al termine del secondo appuntamento la storia è la stessa, lui chiede di potermi rivedere ed io non ho nulla in contrario, se non fosse per la curiosità di conoscere il nome del ragazzo di cui mi sto innamorando!

-“sai mi piace proprio uscire con te, mi trovo bene” – mi confessa accompagnandomi sulla strada di casa.

-“anche per me è lo stesso … se non fosse che…” – dico timidamente abbassando lo sguardo sul marciapiede

Lui mi guarda curioso di sapere cos’altro dirò –“che?”- mi esortò

-“ mi sento a disagio perché…” – alzo lo sguardo e noto nei suoi occhi verdi un barlume di preoccupazione che mi fa arrossire ancora di più.

-“perché NON CONOSCO IL TUO NOME, CAVOLO!” –Sbotto io

lui mi guarda serio poco prima di scoppiare a ridere.

-“tutto qui?” – riesce a dire tra le risate,

-“allora?” – chiedo io ansiosa di scoprire il suo nome

-“allora niente, buona notte” –

Mi da un bacio sulla guancia voltandosi dalla parte opposta ridendo va via, lasciandomi sbigottita sul ciglio della strada.

Quella sera mi arrivò un messaggino da parte di SENZANOME, ( così l’avevo memorizzato) diceva:

“buonanotte biondina…

Comunque sei una frana, era Gabriele ;)”

 

The End

A.A.

Ok forse non fa ridere questa, comunque fa parte delle bizzarrie che mi sono capitate, ed è una storia VERISSIMA .

Grazie per aver letto!

Smack :*

  
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