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Autore: Jeade__    24/06/2014    3 recensioni
“L'amore non ha senso. E' soltanto una botta di culo. Se arriva ti ritrovi tra rose e fiori, altrimenti è soltanto una pugnalata dritta nel petto. Tutto quello che ti costruisci per arrivare a raggiungerlo, te lo vedi bruciare come carta davanti agli occhi.
Fanculo."
[III capitolo, Scarlett.]
___
La storia, di come il destino possa sorprenderci ogni volta. Di come spesso le persone non ne prendono atto, perdendo così "la retta via".
Perdiamo noi stessi, ritrovandoci a vicenda.
Un gico di intrecci di diversi destini, ed è proprio di questo che voglio parlarvi, mie lettrici.
La vità di ognuno non è che un gomitolo. Esso si intreccia ad altri, si divide, si spezza.
___
"Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.
E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati!"
___
Se vi ho incuriosita, passate. Aspetto un vostro commento :)
A presto!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 13-

 

-Two years ago-

-Due anni fa-

 
 

 

Messaggio da Em:
E hai dedotto bene, si il mio nome è Emely


Emely.
Emely.. non era Emma.

Uno spruzzo di felicità misto ad una sensazione sollevata e di leggerezza si fece avanti.


Un altro messaggio scorse tra quelli ricevuti:

Perché questa domanda?


Messaggio a Em:
Oh, bello. Davvero mi piace molto. Tranquilla non sono uno stalker hahaha semplice curiosità :))

Era più sereno. Felice. Senza pensieri.
Era meglio così.


Messaggio da Em:
Uhm, il 93 % delle persone che dicono di non essere degli stalker, in realtà lo sono. Mi devo preoccupare? Hahah
...Comunque, grazie xx


Messaggio a Em:
Beh, io faccio parte di quel 7% hahah! :)


Messaggio da Em:
Uhm. Ora passo io dalla parte della stalker. Quanti anni hai?:)

 

Messaggio a Em:
Oddio, non saprei..come si risponde in queste circostanze ad una stalker?
Se ti dico 50 anni?


Messaggio da Em:
Uhm, probabilmente ti risponderei che ne avrei 83 e che sto cercando di beccare degli uomini giovini.
Quindi, ti scarterei immediatamente hahahah!


Un sorriso divertito apparve sulle labbra carnose di Liam. Benché fosse una conversazione insolita da poter essere intrapresa tramite messaggio, gli suscitò simpatia questa Emely.


Messaggio a Em:
Astuta, astuta hahahah Sei divertente sai? Sono qui come un ebete a sorridere ad uno schermo.
Al di là degli scherzi ho 21 anni e tu?


Messaggio da Em:
HAHAH ma grazie!! Io invece 19 ;)


Messaggio a Em:
Penso proprio che dovrai cercarti ragazzi più piccoli allora. Per seguire il tuo sogno! Hahahah


Messaggio da Em:
Ahimè! Mi stavi simpatico, ma per una vecchietta come me mi servono giovini pimpanti!
Hhahah Okay, hai conosciuto la parte più scabrosa di me ahah continuerai a conversare insieme a me?

 

Messaggio a Em:
Perché mai? Sei decisamente spiritosa :) e certo. Molto volentieri.

 

Senza darci troppa importanza Liam scorse l'ora sul telefono e vi notò che erano passate le otto e mezza di sera, ed era ancora sul letto privo di indumenti al di fuori della biancheria intima.

Mandò un ulteriore messaggio prima di iniziare a vestirsi. Era in tremendo ritardo.


Emely, mi ha fatto piacere conversare, mi sono divertito e mi hai fatto ritornare il sorriso :) Grazie davvero!
Ora però scusami ma devo uscire in fretta!
Un bacio! Xx Matt

 

Messaggio da Em:
Wow! Se dicendo cazzate riesco a farti ritornare il sorriso, allora sono proprio brava! :)
Di nulla ha fatto piacere anche a me. Ti stavo per mandare lo stesso messaggio poiché esco anche io.
Buona serata! Xx Emely

 

Liam guardò il messaggio. E per la prima volta in vita sua, fu felice di aver detto una bugia a fin di bene. Perché stava bene.
Si toccò inconsciamente i polsi, tastando dei lineamenti in rilievo. Abbassò lo sguardo e vide che vi erano depositati segni, oramai cicatrizzati.


Magari 'Matt'.. reagirà in modo diverso rispetto a me.  ”
Sorrise. Stava bene. Stava bene a pensare che in quei momenti poteva anche non essere, Liam Payne.

Si vestì in fretta e furia e dopo essersi messo il suo profumo preferito, prese le chiavi della macchina e uscì di casa.

 

 

 

 

-Havv allora te rimani a casa?- chiese il fratello
-Si, non è serata. Starò benissimo anche qui a vedere un bel film mangiando schifezze-
Il fratello la guardò storto -Chiamami se hai bisogno di qualcosa-
-Ma no! Tu esci, vai a quella benedetta festa e divertiti. Okay? Okay. Io sopravviverò su su!- disse lei, buttandolo quasi fuori casa.
-Okay, testona. Ma Ysabel?- sorrise lui divertito.
-Verrà con te.-
-Oh, okay e dov'è?- chiese il fratello non notando l'amica, in compagnia della sorella.
-Arriva- si voltò verso le scale -Ysa?- la chiamò dal piano di sotto l'amica.

Dalle scale scese una figura del tutto nuova agli occhi di Louis.
No, non era nuova.
Era lei.
Ysabel.

Più bella che mai. E lei era già bellissima. Ma cavolo... con quel vestito, i capelli neri e ondulati poggiati su una spalla e quel viso splendido che accoglieva quelle iridi scure contornate da delle lunghissime ciglia.
Beh, sembrava una dea greca. Era magnifica.

-Woah. Ysabel, stai.. benissimo!- commentò Louis.
-Grazie- disse timidamente, lei sorridendo.

I due salutarono Havanna, assicurandosi per un ultima volta se era ancora intenta ad aggregarsi, ma non ci furono cambiamenti. Era irremovibile. Così sia Louis che Ysabel si diressero alla macchina e in meno di pochi minuti, partirono.

Dopo aver chiuso la porta, Hav si appoggiò con la schiena ad essa. Subito dopo si diresse in cucina, dove vi recuperò dalla credenza le prime schifezze che trovò. Si diresse sul mega divano color crema, recuperò uno dei suoi cuscini preferiti, insieme ai telecomandi e dopo aver acceso l'arnese, proseguì per una bella mezz'ora a cercare qualcosa che l'oggetto potesse proiettare, e che fosse di gradimento per la biondina.

E in quel momento le riaffiorarono alla mente le parole precedentemente pronunciate ad Ysabel.

Starò a casa sola soletta a vedermi un bel film senza quella rottura di mio fratello, cosa può esserci di meglio?

“si certo.” pensò sbuffando.

 

Perché non era uscita? Perché non si era aggregata a tutto il resto della banda andandosi a divertire?

Perché?

Perché benché avesse tanti amici che le volevano un bene dell'anima, c'era un piccolo neo, che non era riuscita ancora a digerire.
E quel neo prendeva nome di Scarlett Payne.

Cos'era successo al loro rapporto?
Che cosa l'aveva portata a chiudere un'amicizia di ben quattordici anni?

Sapeva tutto di lei, e la cosa era corrisposta. Si volevano un bene dell'anima e non passava giorno che non si sentissero.

Era tutto magnifico. Finché due anni fa...

 

*Flash back*

Era l'ultimo giorno di scuola del quarto anno di liceo. Scarlett non si faceva viva da giorni, ed era un atteggiamento strano da parte sua.

Non che si dovesse far sentire ogni santo giorno, per carità. Ma erano passate ben due settimane da l'ultima volta che l'aveva sentita tramite una telefonata.

Una telefonata che aveva fatto insospettire Havanna, di non poco.

-Ragazzi, visto che è l'ultimo giorno di scuola vi avviso che alla fine di questa terza ora, potete anche uscire.- affermò il professore dietro la cattedra.
Uno vociare di persone, esclamazioni, e esulti si fece sentire tra tutti i componenti della classe.

 

-Buone vacanze Havv-
-Grazie- disse ai compagni che la incrociavano per i corridoi.

Ma non dette più di tanto retta al resto dei compagni, poiché voleva andare in fondo a questa faccenda del tutto anormale.

Doveva trovarla. Doveva chiedere spiegazioni a proposito del suo strano comportamento.
Le mandò un messaggio. Ma niente.


Ad un tratto la vide.
I capelli lunghi castani e gli occhi da cerbiatto, catturarono l'attenzione di Havanna, la quale fece di tutto pur di catturare la sua attenzione. Ma questa, sembrava non farci più di tanto caso.


Così la inseguì scontrandosi tra le numerose persone che attraversavano i corridoi.

-Scarlett!- provò a chiamarla. La diretta interessata si voltò di nemmeno tre quarti e proseguì con una leggera fretta il suo percorso, prima di uscire definitivamente dall'edificio.

Havanna la rincorse e finalmente riuscì a raggiungerla e la fermò per un polso.
Questa si rigirò alquanto adirata e strattonò il proprio arto, per far si che la mano dell'amica si scollasse da esso.
-Che cazzo vuoi?- sibilò tra i denti quest'ultima.

Havanna rimase allibita e interdetta dall'atteggiamento dell'amica.

-C-come scusa?- chiese lei sperando di aver capito male.
-Levati dalle palle.- rispose in cagnesco prima di rivoltarsi e proseguire la sua fuga.
-No fermati, aspetta!-
Scarlett si voltò e prendendole un polso stringendolo tra i propri polpastrelli la minacciò -Smettila. Devi smetterla di cercarmi. Smetterla di chiamarmi, devi farla finita. Non ti voglio più sentire o vedere! Esci dalla mia vita!- gli sbraitò contro. Aveva gli occhi arrossati. Ma non seppe identificare se avesse appena smesso di piangere.

-C-come? Ma.. perché che ti ho fatto?- chiese con ormai un nodo alla gola e le lacrime che supplicavano di scendere alle estremità dei suoi occhi.
-Mi hai capito benissimo! Devi smetterla di rompermi i coglioni! Trovati un'altra amichetta io con te ho chiuso! E anche con tuo fratello!- le urlò contro non staccando i suoi occhi da quelli dolenti di Havanna.

In quel preciso momento, ad interrompere lo spettacolino messo in scena da Scarlett, fu Louis.
-ehi ehi che sta succedendo qui?- chiese con estrema calma.
-Non fare l'eroe Louis, non c'entri un cazzo! Levati dai coglioni!-
-Ma Scarlett che stai dicendo?- chiese spiazzato il fratello.

Oltre che Scarlett e Havanna ad essere amiche, Louis e quest'ultima avevano un bellissimo rapporto di amicizia. E per il ragazzo, vedere la propria migliore amica reagire così per la prima volta fu un colpo di scena.
Una scarica dolorosissima colpì al petto entrambi i fratelli.

-Oh ma vai al diavolo! Andate al diavolo tutti quanti!- disse alzando il tono di voce, facendo si che anche il resto della scuola comprendesse.
E detto questo si rigirò e se ne andò.

E questa volta per sempre.

 

* fine flash back *

 

Ripensare a quella vicenda, di soli due anni fa risvegliò in Havanna un dolore allucinante al petto.
Miriadi di lacrime iniziarono a solcare il suo volto.

E degli interminabili singhiozzi risuonavano in tutta la stanza.

Era sola. Voleva stare sola. Almeno per quella sera.

Aveva bisogno di sfogarsi di stare un po' per conto suo.
Magari non era il massimo per la sua condizione emotiva, ma stava bene.

Lei sola e i suoi ricordi.
Lì non doveva far finta di sorridere, rassicurare tutti.

Era lei. Lei stessa.

-Perché Scarlett..- sussurrò tra le lacrime prima di avvicinare le ginocchia al petto e affondare il viso tra di esse iniziando a piangere sempre più forte.

 




 LEGGETE QUI SOTTO. IMPORTANTE!

Jeade's point of view:


Ehi, eccomi qui.
Tosto questo capitolo vero? Ve lo aspettavate questo colpo di scena da parte della nostra Scarlett Payne? O no?
Beh, trovo che in questo capitolo si riescano a riconoscere diversi aspetti, a proposito delle dinamiche di questo personaggio. No?

Comunque, voglio una vostra opinione a proposito.

Bene! Ritorniamo all'inizio del capitolo.
Ci siete rimaste male eh? NON E' EMMA LA MISTERIOSA RAGAZZA! dan dan! (?) E' a quanto pare una nuova conoscenza per il nostro Liam: Emely.
Ve lo aspettavate?
Sincere!

Detto questo, come sempre ringrazio tutte le ragazze che mi stanno sostenendo e aiutando a far si che la mia storia, possa proseguire. E credetemi, non ve ne pentirete, perché ho in serbo per voi moltissimi colpi di scena e sorprese.
Infine ci tengo a dirvi che per qualsiasi cosa potete contattarmi via messaggi privati. Sarò lieta di rispondervi!


Un abbraccio, Jeade xx
   
 
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