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Autore: Gipsiusy    24/06/2014    3 recensioni
Per Stiles era anche peggio. Più il suo amico gli sorrideva, gli spiegava tutti i vantaggi che aveva nell’essere in un branco e tutto il resto, più gli faceva male.
Perché, anche se tutti gli avevano detto che non era vero, anche se i suoi occhi erano dorati, non significava non potesse sentirsi in colpa. E a ragione, soprattutto.
[...]
C’erano degli stadi della pazzia?
No, quelli erano quelli del dolore.
Negazione. Allison non può essere morta. Nessuno può ucciderla.
Rabbia. Non osare, Al, non scherzare. Non così. Non con me.
Auto - recriminazione. Avrei dovuto capire subito che c’era qualcosa che non andava. La conosco meglio di chiunque altro. Avrei dovuto saperlo.
Depressione.
[...]
Lydia non sentiva niente.
Non udiva assolutamente nulla.
Nulla che non fossero le normali voci di tanti adolescenti alle prese con la vita di tutti i giorni.
Davvero, era tutto normale.
Anche lei.
Scritta prima della 3x20, ambientata dopo la s3
Per mera casualità Allison è morta anche qui, ma Aiden è vivo e vegeto.
Scott, Lydia e Isaac cercano una maniera per sopravvivere alla perdita di qualcuno che amavano e Derek è preoccupato in particolare per Stiles
Avvertimenti: Werewolf!Stiles,Angst,violenza
Sterek pre-slash
Enjoy!
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Mistake You Can't Live Without'
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Note:
Ciao! Sono sempre Sara, perchè Giusy è sempre al mare u.u

Mi ha fatto piacere un sacco che abbiate apprezzato il nostro lavoro e vi ringrazio un sacco per questo, e anche Giusy lo fa. 
Siete tutte/i bellissimi. <3
A Giovedì!
*lancia bacini*


Parte quattro:


Arrivarono al punto in cui Deaton aveva detto di aver visto la luce relativamente presto, ma era vuoto. Nulla, neanche la minima traccia che qualcosa di magico fosse avvenuto era presente su quel suolo. Anzi, le foglie erano ammucchiate come se non ci passasse nessuno da secoli.

“Che Deaton si sia sbagliato?” chiese ad alta voce Stiles. Decise di salire su un albero per vedere le cose dall’alto, magari cambiare punto di vista avrebbe aiutato.

“Niente qui. Niente di niente.” riferì all’uomo, che invece sembrava cercare di captare qualcosa. Prendeva respiri profondi e talvolta tratteneva il fiato, per poi rilasciarlo lentamente. Stiles decise di non interferire finché questi non aprì gli occhi.

“Allora?” chiese, sinceramente curioso.

“Gli odori non dicono nulla. Questo genere di cose dovrebbero colpire tutto attorno a loro, anche la natura circostante, ma tutto sembra come se nulla sia accaduto.” spiegò semplicemente. Stiles con un balzo finì di fronte a lui.

“Vuoi provare?” chiese Derek. Stiles annuì. “Bene, prendi dei respiri sempre più profondi. Concentrati solo sul tuo naso.” il castano chiuse gli occhi e seguì le istruzioni. Era.. Strano. Avvertiva centinaia di cose nell’aria. Il profumo degli alberi, gli animali e qualcosa.. Di diverso. Non capiva. Istintivamente, avrebbe dichiarato che proveniva da Derek. Ma era diverso, in qualche maniera. Più.. Come definirlo..

Attraente.

Aprì di botto gli occhi, sorpreso dal suo stesso pensiero. Derek lo guardava interrogativo, ma Stiles scosse il capo. “Torniamo da Deaton e speriamo che Scott e Isaac abbiano avuto più fortuna..”

Deaton li accolse con un sorriso tirato.

“Ho una notizia buona e una cattiva, quale volete?” chiese. I due si guardarono, Stiles aprì leggermente la bocca per parlare ma Derek alzò le sopracciglia, molto più eloquenti di lui talvolta.

“La cattiva.” disse il maggiore.

“Un’altra persona è stata presa.” disse velocemente. “Una ragazza di dodici anni. La sorella del vostro amico quanti anni aveva?”

“Otto, se non mi sbaglio.. Perché? Credi che siano collegati?” Stiles si avvicinò all’uomo, colto dalla frenesia.

“Quattro anni di differenza. Quattro come gli elementi della natura – numeri cardinali, stagioni ecc - . Sono più che convinto che siano collegati.” Spiegò l’uomo. Prese uno dei suoi libri e lo mostrò ai due. “Vedete, in molti riti ricorre in numero quattro. Certo, questi sono innocui, ma se la magia che usano è di quel genere siamo sulla buona strada.”

“Ma non sappiamo cosa sta accadendo? Hanno preso una bambina e una ragazzina, cosa vogliono farci?” Derek aveva centrato il punto, ovvero salvare le due.

“Dipende dal rito. In alcuni casi essere nel quadrato di potere ti salva dal disastro che verrà a crearsi, in altri invece si viene semplicemente sacrificati.” Spiegò flemmatico il veterinario.

Rimasero in silenzio, valutando la situazione.

“Se non è completo, il quadrato intendo, non si può fare, giusto?” chiese poi Stiles, pratico come sempre.

“Beh, se ho capito bene cosa vuole fare, no.” Fu la risposta secca di Deaton.

“C’è un modo per prevenire chi sarà la prossima ad essere presa?” domandò invece Derek, intuendo a cosa stesse pensando Stiles. Questi alzò un angolo delle labbra, ma rimase concentrato.

“Non ne ho idea, per ora è tutto ciò che abbiamo. Farò altre ricerche e vi farò sapere, d’accordo?”

Il dottore salutò i due lupi, che rimasero d’accordo per tornare a casa McCall e aggiornare gli altri.

Al loro arrivo trovarono tre persone che sicuramente non si aspettavano: Danny, Ethan e Kira.

Stiles li salutò con un cenno di capo e andò in cucina a prendere una bottiglia d’acqua, mentre Derek rimase lì a guardarli, interrogativo.

“Abbiamo portato alcuni vestiti di Debbie, la sorella di Danny.” spiegò uno dei gemelli, alzando una giacca. “Pensavo potesse essere utile.”

“Quindi.. Lui sa?” Chiese Isaac, seduto sul divano come lo avevano lasciato Stiles e Derek ore prima, solo in compagnia di alcuni libri.

“Beh, non è che vi nascondevate o altro. Ma ho pensato che avesse dovuto saperlo..” rispose ancora una volta Ethan, scambiandosi uno sguardo con Scott. Questi annuì, alzandosi dal divano dove era seduto. Si rivolse direttamente a Danny.

“Faremo il possibile, te lo prometto. Nel frattempo potresti anche aiutarci, visto che ormai sei dei nostri.” Fece un cenno ai libri sul tavolo ancora da sfogliare.

Danny li guardò scettico. “Che ne dici se invece approdiamo nel ventunesimo secolo e usiamo internet? Ditemi solo che stiamo cercando e avrete delle informazioni.” il moro sorrise, evidentemente sollevato di poter fare qualcosa.

“Allora cerca ‘strega pazza ossessionata dal numero quattro’, magari hai fortuna.” esordì Stiles, uscendo dalla cucina.

“E’ quello che cerchiamo?” chiese Scott, con un sopracciglio alzato. Stiles fece le spallucce.

“Perché il numero quattro?” chiese invece Ethan.

“La Faerie del Nord. Ecco cosa stiamo cercando.” Esordì Kira. Strano, si erano dimenticati di lei. Tutti si voltarono ad osservarla e lei arrossì, ma non indietreggiò.

“E’ una vecchia leggenda che raccontava mia nonna. Parla di questa donna bellissima che ha vissuto per centinaia di anni, solo che ogni trecento anni o qualcosa del genere deve compiere un rituale e sacrificare quattro giovani donne alla Madre Terra. Ha preso una bambina di otto anni e una di dodici, giusto? La prossima avrà sedici anni immagino e quella dopo venti..” spiegò agitata la ragazza.

Danny raggelò, udendo dell’imminente morte della sorella, e gli altri irrigidirono. Stiles e Derek si scambiarono uno sguardo di intesa che non sfuggì a Scott.

“Voi due avete trovato qualcosa?” chiese infatti l’Alpha.

“Niente. Assolutamente nulla.” rispose Derek.

“E’ questo che ci preoccupa.” commento Stiles. “Deaton è stato molto specifico, eppure era come se non ci fosse assolutamente nulla lì, capite?”

“Ma, se parliamo di Madre Terra e cazzate di quel genere, non può aver semplicemente coperto le tracce?” suggerì Isaac dal divano.

“Non è così semplice.. Anche le magie di copertura lasciano tracce.. C’è sempre un prezzo da pagare” spiegò il più grande, camminando verso il divano, sovrappensiero.

Rimasero per qualche momento tutti in silenzio, ognuno contemplando qualcosa di diverso.

“Okay.” esordì Stile dopo un po’ “Non abbiamo tempo da perdere. Kira, procuraci più informazioni che puoi riguardo a questa tipa: aspetto, caratteristiche, cibo preferito.. Qualsiasi cosa. Danny bello, a lavoro. Dobbiamo trovare un qualcosa che ci permetta di individuare la prossima vittima prima che venga presa. Il resto di voi.. Fate un po’ quel che volete, ma rendetevi utili.” Li guardò uno ad uno, ghignando piano. Isaac riaprì il libro che stava leggendo, Derek ne prese un a sua volta mentre Scott si rivolse a Kira.

“Grazie per.. Sì, insomma, grazie”

Lei sorrise, imbarazzata. Giocò con la spada, urtando per sbaglio un vaso che venne salvato in tempo dal lupo.

“Scusa, sono un disastro! Io.. Adesso meglio che vada.. Passo da mia nonna e le chiedo.. Sì insomma cosa sa.. A domani!” praticamente era fuori dalla porta quando finì la frase “Ciao a tutti ragazzi!”

Scott fissò la porta per due minuti buoni, prima di riuscire a girarsi. Stiles guardò il volto shockato del suo migliore amico e rise, constatando che alcune cose non erano affatto cambiate.

“Le terrorizzi proprio le ragazze, eh amico?!” commentò, ricevendo una gomitata da Danny e uno scappellotto dallo stesso Scott.

 

***

Quella sera stessa Kira fece sapere a Stiles che forse la nonna sapeva come individuare almeno il luogo del prossimo rapimento. Questo sollevò il morale di un po’ tutti, che invece avevano trovato pochissime notizie sulla creatura.

“Non abbiamo ancora idea di come sconfiggerla, ma se possiamo ritardare i suoi scopi tanto meglio.” commentò Stiles.

“Secondo voi ha una scadenza, o qualcosa del genere?” chiese Scott

“Siamo a giugno, ovvero  il mese sacro per druidi e cose del genere..” mormorò Derek, sfogliando ancora i suoi libri.

“E questa è la settimana della luna piena..” proseguì Isaac.

“Quindi nel fine settimana suppongo sferrerà il suo attacco” terminò Stiles, con un sorriso sbilenco

“C’è chi va alle feste il venerdì..” commentò Danny mentre raccoglieva la sua roba. Lui e Ethan salutarono tutti e se ne andarono, lasciando solo i tre beta e il loro Alpha.

Hale si alzò a sua volta, ma prima che potesse dire una cosa dalla porta di casa entrò Melissa, reclamando una mano a portare i sacchi della spesa.

Stiles e Scott si precipitarono, come d’abitudine, e liberarono la donna dall’ingombro.

“Grazie ragazzi. Isaac, come ti senti tesoro? Oh, Derek, ci sei anche tu!” la donna sembrava genuinamente felice di vederli. Il biondo sorrise, alzando un pollice, e anche il maggiore fece un cenno.

“Rimanete tutti a cena? Stiles, so che tuo padre ha il turno di notte..” disse poi, mettendo a posto un po’ di roba.

“Si, effettivamente è così..” rispose il castano, scambiandosi uno sguardo con Scott che, tuttavia, sorrideva. Non lo vedeva così rilassato da  giorni. “Certo, perché no.”

“E tu Derek?” continuò Melissa, voltandosi verso di lui. Il lupo sembrò preso alla sprovvista. “Ehm.. Io..”

“Andiamo, sourwolf! Sono sicuro che Peter sopravverrà una sera senza di te!” intervenne Stiles, e quello sembrò bastare a Melissa, che si mise a lavoro ai fornelli.

Passarono una bella serata, nonostante tutto. Nessuno lo sapeva, ma Melissa si era fatta raccontare tutta la storia di Derek da John e ci teneva davvero che lui si sentisse accolto da loro.

Ricordava gli Hale, Talia era una donna imponente e vagamente spaventosa, ma il marito, Burt, era molto più alla mano. Alla luce dei fatti, capiva perché la donna incutesse quel timore reverenziale.

Sapere dell’incendio e della conseguente morte di quasi tutti fu un duro colpo per tutta Beacon Hills.

Ma adesso Derek sembrava stare meglio: sorrideva alle piccole zuffe tra Scott e Stiles, parlava, era sereno.

Melissa era felice di ciò e sperava di poter fare anche altro per lui.

 

***

 

Fu una cena strana, ma non per questo spiacevole. Ci voleva un po’ di calore familiare dopo tutto quello che è successo, pensò Scott quella notte.

Improvvisamente qualcosa gli strinse il petto e lo stomaco, facendogli venire voglia di rimettere tutta la cena. Riconosceva i sintomi, sapeva che avrebbe dovuto averci a che fare a lungo, e aveva solo voglia di ululare.

Improvvisamente sentì un rumore sordo e, facendo più attenzione, gli inconfondibili conati di vomito.

Si alzò dal letto e raggiunse Isaac, che trovò chino sulla tazza del water. Gli toccò la spalla e gli tolse i capelli dal volto, mentre le lacrime scendevano dagli occhi chiari dell’altro e si mischiavano alla roba rigettata.

Attese che il ragazzo finisse, lo aiutò a sciacquarsi la bocca ed entrambi crollarono, spalla a spalla, sul pavimento.

“Sono - Sono stanco di perdere persone, Scott. Non voglio più essere solo.” Sussurrò Isaac, in un respiro tremulo.

Scott non rispose. Non poteva promettergli nulla di quello che meritava. Non poteva promettergli che lui, Melissa, Stiles e tutto il resto del branco non sarebbero spariti. Non lo sapeva neanche lui.

Si limitò a stringergli il polso teso, che avvertì rilassarsi docilmente.

Non realizzarono di aver cominciato a piangere, così come non realizzarono di essersi addormentati su quelle piastrelle fredde.

***

 

Stiles avrebbe potuto elencare tranquillamente diecimila posti in cui preferirebbe essere piuttosto che dove si trovava effettivamente.

Ma, con passo strascicato, si diresse fuori dall’abitacolo della Jeep e entrò nell’aeroporto. Mancavano dieci minuti alle sei, e pregava che non ci fossero ritardi. Con rassegnazione, si sedette a una sedia di plastica, riflettendo su quanto stava accadendo.

Circa mezz’ora dopo una testa bionda familiare uscì da uno dei Gate. Il suo sembrare un modello, più che uno studente delle superiori, irritava Stiles come poche cose nella sua vita.

Tuttavia, per qualche strano motivo, era felice di rivedere Jackson.

Si alzò, mettendosi di fronte a lui. Si squadrarono per alcuni minuti, poi Stiles ghignò.

“Sbaglio o sei ingrassato?” chiese il castano.

“Il tuo braccio destro è un colosso. Le seghe evidentemente servono a qualcosa.” replicò l’altro. Poi, senza dire altro, si abbracciarono velocemente.

Erano pur sempre parte dello stesso branco.

 

“Allora, mi spieghi che succede o devo indovinare io?” chiese poi il biondo, una volta in macchina.

Stiles raccontò a grandi linee tutto ciò che era accaduto dalla sua partenza, accentuando tutto ciò che Lydia aveva dovuto passare e sulle condizioni in cui era al momento.

Fu dura raccontargli della morte di Allison, soprattutto considerando il senso di colpa tutt’ora bruciante dentro di lui, ma fu bravo. Lo accompagnò direttamente a casa della ragazza, dove si augurava di non trovare Aiden, ma la moto parcheggiata fuori non lasciava molte altre possibilità.

Il primo istinto era di mollare Jackson e scappare in un altro stato, perché le possibilità che Lydia lo uccidesse erano molto, molto elevate, ma si fece coraggio. Era un uomo, dopotutto.

Lo sguardo di Jackson tradì che condivideva le sue stesse paure, tuttavia uscì dall’auto e si diresse verso il vialetto di casa Martin. Bussò e la signora Martin gli aprì, salutandolo con gioia che, pensò Stiles, era direttamente proporzionale alla furia che avrebbe investito la ragazza, non appena si sarebbe ripresa.

Usò i sensi di lupo per immaginare il percorso di Jackson sulle scale. Adesso stava bussando alla porta. Un fruscio di vestito indicava che era andata Lydia. Ora veniva dischiusa e..

Chiusa di nuovo.

Udì il biondo imprecare e Stiles ridacchiò, mentre questi tentò nuovamente l’approccio educato, ma ricevendo lo stesso risultato.

A quel punto, evidentemente,non ci aveva visto più. Aveva aperto la porta ed era entrato dentro, incontrando le proteste di Aidan, mentre la bionda stava in silenzio. Jackson tentava di rivolgersi a lei, ma incontrava costantemente il silenzio e le proteste dell’altro ragazzo.

Stiles stava per accendere la Jeep e andarsene, quando il suo nome venne chiamato distintamente in mezzo al caos di voci maschili. Con un sospiro anche il castano scese dall’auto, andando incontro alle conseguenze delle sue azioni.

Saltò direttamente sull’albero e entrò dalla finestra, evitando ogni preambolo.

“Ciao Lydia, da quanto tempo.. Aidan, che piacere e.. Oh, Jackson, quando sei tornato?” provò a dire, cercando di sdrammatizzare. Ma la rossa non perse tempo. Lo fronteggiò spaventandolo come faceva sempre.

“Perché lo hai fatto? Non avevo bisogno di lui, non ho bisogno di nessuno, sto bene.”

Il castano chiuse gli occhi per un momento, respirando pesantemente.

“Hai dimenticato con chi stai parlando? Tu non stai bene.” Appoggiò le mani alle sue spalle, impostando un contatto visivo. Vedeva il panico, in quelli di lei, insieme all’orgoglio e, in fondo  – quasi non volesse essere vista - quella ferita ancora aperta che rappresentava Jackson.

“Non ho bisogno di qualcuno che se ne è andato.” mormorò la ragazza.

“Ma è tornato, no? Non è questo che conta?” rispose Stiles, e la vide colpita. Certo, era stato un colpo un po’ basso, considerato che la loro più grande discussione, avvenuta l’estate prima, verteva proprio su quell’argomento. Sebbene i soggetti fossero Ron e Hermione nell’ultimo di Harry Potter.

Stiles sosteneva che Hermione meritasse di meglio di qualcuno come Ron; Lydia invece ribatteva che Ron era il suo perfetto specchio, si bilanciavano. La Rowling aveva descritto Hermione come quasi perfetta, ma sapevano che non poteva essere così. Ergo era giusto che alla fine avesse perdonato Ron.

Per Stiles continuava ad essere insensato, ma era felice di essersene ricordato in quel momento.

Lydia abbassò il capo e si sottrasse alla presa, quindi il lupo più recente prese per il braccio il gemello e lo tirò via, facendo intuire che era ora di levare le tende.

L’ex Alpha, fortunatamente, non fece resistenza. Saltò in sella alla moto, piuttosto furioso, e corse via, facendo molto casino. Stilinski non si azzardò a giudicarlo, preferendo correre via a sua volta sulla Jeep. Si era immischiato delle faccende di Jackson e Lydia anche troppo, per i suoi gusti.

 

***

Mentre guidava il cellulare squillò. Era Kira.

“Stiles, mia nonna ha individuato il luogo dove avverrà il prossimo rapimento.” disse velocemente la mora. “Ti invio l’indirizzo per messaggio.”

“Amo tua nonna. Le manderemo dei fiori.” rispose gasato il ragazzo.

“Magari un buono per un centro benessere, l’incantesimo l’ha stremata..” commentò Kira, prima di mettere giù.

Stiles ingranò la marcia e si diresse verso casa McCall, dove avrebbero discusso sul da farsi.

 

***

“Allora, pronti per la caccia alle streghe?” esordì il castano, entrando.

Isaac lo guardò male, seguito da Scott.

“Cosa?” chiese Stiles, stupito.

“Stasera ci sarà una festa, in quell’edificio. Hai idea di quante ragazze di sedici anni ci saranno?”  fece notare Scott, chiaramente frustrato.

Stiles sembrò rifletterci un momento, poi cacciò il cellulare e ci giocò un po’. Infine sorrise vittorioso.

“Non so tu, ma non conosco così tante ragazze matte per i fumetti della DC Comics o della Marvel?”

La locandina dell’evento, che brillava sullo schermo del cellulare, infatti faceva intendere che la festa era un ennesimo pretesto per dare vita allo scontro più vecchio della storia dei fumetti. In particolare si richiedeva di andare vestiti dall’eroe di una delle due fazioni.

“Si, senza dubbio sarà più semplice.” commentò Isaac.

 

***

“Spiegami perché dovrei venire io.” disse Derek, incrociando le braccia al petto, irremovibile. “Avrebbe mille volte più senso se foste tu e Scott ad andare, non credi?”

“Si ma non voglio lui e Isaac nella mischia. Meglio fuori, come arma di riserva, non credi? Dai, Kira ha già accettato!” cercò di convincerlo Stiles. “Ti prego!”

Derek alzò un sopracciglio, minimamente toccato da tutto ciò.

“Non dovrai neanche indossare il costume completo! Solo la maglia e la maschera! Guarda!” tirò fuori dallo zaino una maglia ultra attillata, decorata a modo da somigliare effettivamente all’armatura di Batman. Tirò fuori anche una maschera e li esibì entusiasta. “Dai sarà divertente! E nessuno saprà che sei tu!”

Derek era ancora scettico, ma prese gli oggetti. “E tu chi sarai?”

Stiles sorrise, malizioso. “Io sarò Robin, ovviamente.”

Si fissarono per alcuni secondi, Stiles con un ghigno e il maggiore con uno sguardo di puro sconcerto. Fu questi a interrompere il contatto per primo, concentrandosi sulla maglia.

“E’ ridicolo.”, sentenziò.

“Mai quanto la tua storia sentimentale.” sentenziò una voce alle loro spalle. Peter scese dalle scale e si avvicinò ai due. “Andiamo, Derek, amavi Batman da piccolo!”

Stiles inclinò il volto, palesemente divertito. “Oh, ma davvero?”

“Aveva tutti i fumetti in ordine sulla parete, proprio accanto ai libri di Harry Potter e altre saghe a me sconosciute.. Chi lo avrebbe mai detto che il ragazzino dalla zucca vuota fosse così acculturato, eh?” No, Peter non si stava divertendo affatto. Derek grugnì, minaccioso.

“Calmo, grande lupo cattivo. Non userò queste informazioni contro di te, per ora.” Lo tranquillizzò Stiles. “Ma dovrai darmi qualcosa in cambio.”

Il suo ghignò era aumentato a dismisura. Derek, con un sospiro, accettò la sua sorte, maledicendo vagamente Lydia per aver riportato lo zio nel mondo.

***

 

La festa non era nulla di ché. Diversi si erano complimentati con Stiles per il vestito – “Che diavolo è quella cosa?” “I veri fan indossano spandex!” - che era più una seconda pelle ma perfettamente fedele a quello dei fumetti, e per il suo Batman, cosa che lo innervosì leggermente. Si, okay, poteva prendere una coppia di super eroi meno ambigua magari.

Kira era fantastica nel suo abito da Wonder Woman. Scott stava per cadere, quando l’aveva notata, mentre Isaac contestava che era praticamente nuda. Stiles non volle sentire ragioni, era perfetta ed era la sua perla e tanto bastava.

Lei, dall’alto della sua timidezza, si nascondeva dentro il mantello, con la scusa del freddo.

“Ma è davvero gelido!” aveva protestato dopo un commento da parte del castano. Questi però sorrise, aggiustandole il mantello in modo che non dovesse mantenerlo tutto il tempo con le mani ma che, in qualche maniera, la facesse sembrare meno nuda.

“Dovrei lavorare in un negozio di abbigliamento..” commentò poi ad alta voce, ricevendo le occhiate scettiche degli altri e un commento particolarmente sarcastico di Derek.

“Ricordo la maglia azzurra ed arancione nel tuo tiretto. Anche io so che non si mettono insieme.”

Stiles gli fece uno sguardo strano. “ Sono splendidi, invece. Adesso andiamo, prima che sia troppo tardi.”

 

Una volta dentro Stiles si sentì a casa. Non solo perché conosceva parecchia gente, ma perché erano molto più simili a lui.

In un angolo qualcuno chiacchierava del nuovo X-Men, in un altro si decantavano le lodi di Robert Downey Jr. come Iron man, ma si lamentavano delle differenze sostanziali tra i fumetti e il film. E avrebbe giurato che vicino al buffet ci fosse gente che litigava su quale Dottore fosse il migliore.

Discussione inutile, pensò, tutti sanno che il migliore è Eleven.

Se non avessero avuto una missione da compiere si sarebbe felicemente unito alla conversazione.

Ma erano lì per un motivo, e di certo non potevano dimenticarlo. Nemmeno per Doctor Who.

Si scambiò uno sguardo con Derek, che era totalmente in modalità sono – scontroso – e – concentrato – lasciatemi – in - pace, e capì che l’uomo non era totalmente a suo agio lì. Anzi, se avesse potuto avrebbe mandato tutti al diavolo e sarebbe scappato.

Stiles avrebbe davvero voluto distrarlo, in qualche maniera, ma non aveva idea di come.

“Non credevo che a tante ragazze piacessero i fumetti..”  commentò leggero.

“E questa è la prova di perché le tue relazioni con il mondo femminile siano pressoché inesistenti.” ribatté il lupo,  ironico. Stiles avrebbe potuto rispondere con qualcosa di cattivo riguardo alle sue relazioni passate con il genere opposto, ma l’istinto gli diceva che era meglio evitare.

“Come facciamo a individuare la Faerie?” chiese invece.

“Credo che non si farà vedere, immagino che le basti intrappolare la vittima e prenderla.” rispose sintetico Derek, guardandosi intorno.

“Allora come facciamo a impedirle il rapimento? Ci deve essere qualcosa! Un segnale, un gesto..” Stiles tacque, all’improvviso, mentre nella sua mente si affacciava una consapevolezza. “Un segno..” mormorò sovrappensiero.

“Stiles, cosa stai dicendo? A che pensi?” Derek gli fu di fronte, concentrato, ma era come se l’altro non lo vedesse. Delle immagini si sovrapposero nella sua mente: la dichiarazione dei genitori di Sara Malehani, la sua descrizione e una voce precisa. Segni particolari: voglia a forma di spirale sulla spalla.

A seguire venne quella della seconda ragazza presa, Daisy Lucas, e ancora: Segni particolari: voglia a forma di goccia sulla gamba.

Tornò in sé quando Derek lo scosse.

“Allora? Che hai capito?”

“Hanno tutte.. Delle voglie. No, aspetta, entrambe le ragazze ne hanno una. Non sono uguali, a una è a spirale mentre a un'altra è a goccia,ma è il cinquanta percento di possibilità e in alcuni casi è abbastanza per capire anche perché rimandando ai quattro elementi, no? Aria e acqua, quindi la prossima ragazza dovrebbe avere una voglia a forma di fiamma o di fiore o qualcosa del genere. Ma come facciamo a trovarla, non possiamo, non abbiamo idea..” il ragazzo parlava ininterrottamente, e se fosse stato umano avrebbe avuto un attacco d’asma. Ma non lo era, ed aveva un cervello superiore alla norma, quindi più parlava, più cose gli venivano in mente e semplicemente le tirava fuori quasi senza respirare.

Derek fu costretto a scuoterlo di nuovo, cercando di farlo concentrare su di se.

“Stiles. Stiles, respira. Con calma. Se perdi la testa non risolveremo nulla. Respira. Andrà tutto bene.”

Gli occhi del castano si illuminarono brevemente di dorato, mentre cercava di recuperare il controllo. Sembrava che il mondo attorno a loro fosse sparito, tanto si era focalizzato sugli occhi verdi, preoccupati, che lo scrutavano.

Prese alcuni respiri profondi, sentendosi immediatamente meglio. In quel momento notò le mani di Derek sulle sue spalle, che lo stringevano forte, e il viso di lui paurosamente vicino al suo.

Aprì bocca per spiegare tutto quello che gli passava per la testa, ma all’improvviso si fece buio.


(queste note sono state scritte prima della messa in onda della 4x1)

Note di Giù:  Amo questo capitolo per più motivi. In primis, per la scena nel loft di Derek. E’ stata una delle prime che ho immaginato, secoli addietro, ed è l’unica rimasta intatta, persino con le battute di Peter. Col senno di poi non so se casa Hale è stata bruciata prima che tutti gli Harry Potter fossero usciti. Quando ho due minuti scriverò di lui che ruba l’ultimo a Stiles e se lo legge in pace. Altro motivo è Jackson, in tutta la sua perfezione. La scenetta Stydia l’ho sognata e mi è piaciuta troppo per non metterla. Inoltre ce la vedo Lydia a shippare Romione e litigare con Stiles per questo. Ma soprattutto volevo che il ritorno di Jackson fosse in grande stile! Infine, la festa. Ovvio che il risultato sarebbe stato un disastro.. Quando non lo è? Ma ora, prendetevi un momento per immaginare Derek – serio e scorbutico - in mezzo a una folla di nerd. Immaginatevelo e fatevi due risate con me. Tutto sarà spiegato, I promise Un attimo di attenzione: non so se esistano in qualche mitologia le faerie del Nord. Ne se hanno l’aspetto che descriverò in seguito. L’ho inventato così, perché mi serviva, e non volevo ricorrere a qualche mito “reale”. Quindi se esiste, non ne avevo idea, e se notate incongruenze con il mito questa è la ragione. Ora passiamo alle cose serie: gli Scisaac. Avevo preannunciato l’ANGST, ed è arrivato. E’ che a volte il dolore è più grande del legame che si aveva con la persona persa. Per Isaac, Allison significava una specie di rivalsa su quello che era prima. Una persona che teneva a lui, una parte di sé. Quindi un’altra persona che ha perso. Prima la madre, poi il padre, del fratello non ci sono notizie.. Allison e Scott rappresentavano tutto. Forse è stata esagerata come reazione, non lo so, ma credo che anche il fatto di essere lupi porti a sentire le cose più intensamente. Non so, fatemi sapere che ne pensate. See you soon!


P.s.
Vi ringraziamo un sacco, voi che avete inserito la storia fra le preferite, le ricordate e le seguite.
Siete bellissimi/e.
Grazie tantissimo anche a chi ha recensito i precendenti capitoli: Horses94, 24maggio2011, TheShippinator, wearesotoghether. Love you all. <3 


   
 
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