Film > Le 5 Leggende
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Autore: Ser Barbs    24/06/2014    4 recensioni
E' passato poco più di un anno da quando Pitch è stato sconfitto e Jack Frost è diventato il Guardiano del Divertimento. Ma li Re degli Incubi sta tramando e, questa volta, per sconfiggerlo, i Guardiani avranno bisogno di aiuto, aiuto da qualcuno che non avevano mai incontrato finora...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8__Ricordi sotto le stelle-Parte 2

“Jack, non siamo soli. A parte noi, là fuori, ci sono altri Spiriti estremamente potenti. I Guardiani Elementali.”
Era seduta davanti a me, a gambe incrociate, aspettando una mia qualsiasi reazione.
Altri... Guardiani. Guardiani Elementali.  Mi toccai la fronte, confuso. La conosco da poco più di tre giorni e ho già visto e sentito di tutto.
“Aspetta un momento...” mormorai, “Io non ne ho mai visto o incontrato uno in questi anni, e non ho mai sentito gli umani parlarne.”
Rifletté un po’; “E’ molto raro per noi incontrarli, per ragioni che non mi hanno mai spiegato.” Sorrise leggermente; “Mi ricordo che ho dovuto seguirne uno di nascosto per circa tre mesi prima di parlargli.
” Per quanto riguarda gli umani, ti sbagli. Esistono ancora delle tribù nomadi in alcune parti del mondo che credono nell’esistenza di spiriti collegati alla natura. E’ interessante il fatto che li abbiano distinti riconoscendo solo tracce della loro aura...” disse con aria sognante.
Annuii distrattamente, poi sobbalzai: “Ma... io controllo il ghiaccio... questo significa che sono uno di loro?” chiesi titubante.
“No. Come Guardiana del ghiaccio c’è Blauen.” Fece una smorfia.
“Non ti piace?”
“No, non è per quello. Anzi, io e lei abbiamo un legame molto forte ma è da parecchio tempo che non si presenta al Santuario. E Rackein me ne dà tutta la colpa.” mormorò arrabbiata, e notai i canini snudati e un paio di orecchie appuntite abbassate.
Rimasi a guardarla incantato per qualche secondo; “E-e chi è-è R-rackein?” riuscii a balbettare alla fine.
“Guardiana del veleno. Mi detesta, e io contraccambio con enorme piacere.”
“Quanti sono?”
“Poco più di una dozzina, contando anche me e Orelious.”
“Posso chiederti come li hai incontrati?”
Lei annuì: “Io e Orelious vivevamo da circa un anno quando, seguendo Gladius di nascosto, giungemmo al Santuario. Nessuno a parte loro può accedervi, per questo rimasero imbambolati a guardarci per cinque minuti quando ci videro gironzolare in lungo e in largo.
Dopo però ci circondarono, convinti che fossimo una minaccia, e ci attaccarono. Riuscimmo a tenergli testa per poco, e ne furono sorpresi. Notarono il nostro potenziale, si assicurarono che non avessimo cattive intenzioni, e dopo un mese ci accettarono nel gruppo per iniziare un rigido allenamento.”
“Allenamento per cosa?” chiesi curioso.
“Durante il mio primo anno di vita i miei poteri erano molto instabili. Se sollevavo una mano troppo bruscamente potevo lanciare un fulmine, quando correvo lasciavo pozze d’acqua alle mie spalle, se mentre dormivo toccavo per terra venivo circondata da piccoli spuntoni di roccia. Ho reso l’idea?”
“Certo.” Non sapevo se ammirarla o temerla per quello che poteva fare.
Lei sorrise rassicurante; “Non devi preoccuparti, ora ne ho il pieno controllo.
 Devi solo starmi alla larga quando sono arrabbiata. Avete visto tutti cosa succede quando non sono in me.” Concluse seria.
“Come dicevo, iniziarono ad allenarmi seguendo uno... schema preciso: un anno, un elemento, un Guardiano; solo durante il primo anno Arvur mi ha addestrata all’uso delle armi e del combattimento corpo a corpo.”
“E’ stata lei a mandarci quel messaggio, vero?”
“Sì. Lei è il comandate degli Elementali perché è la più anziana, e riesce a controllare due elementi.”
“Ma tu puoi controllarli tutti: questo non ti rende automaticamente il loro Capo?”
“Sandman è il più antico e il più potente tra tutti voi? Eppure lui non è il vostro Capo.” rispose serenamente. “Inoltre,  non accetterei mai di comandare sugli Elementali. E’ una responsabilità troppo grande.”
Continuò a raccontare, e ogni tanto la interrompevo curioso, per farle qualche domanda.
“Dai dodici ai tredici anni Isdar mi ha addestrata al controllo del fuoco, elemento sfuggente, estremamente potente e pericoloso, per questo andavamo sempre nei deserti durante le sessioni d’allenamento. E’ stata davvero dura, ma sono soddisfatta dei risultati.” alzò la mano destra all’altezza del viso, e poco dopo prese fuoco.
Io sussultai sorpreso, e feci per toccarlo ma lei mi bloccò. “Non ti conviene farlo: non è fatuo, ti bruceresti.”
La agitò e il fuoco si spense, poi si incupì.
“L’ultimo è stato Gladius. Guardiano dell’energia e Protettore del cielo.”
Iniziò a tremare e capii che qualcosa non andava.
“Ser-Ser? Cosa c’è?” Continuava a guardare in basso, quindi le sollevai delicatamente i viso, scoprendo che piangeva.
“Ho trascorso due anni con lui, impegnandomi nell’addestramento, viaggiando per il mondo, e-e...” Fece un respiro profondo. “Gli volevo bene. Fu lui a proporre ad Arvur di accettarmi come Guardiana. Era come un fratello maggiore, in tutto e per tutto. Quando partiva per le sue missioni era come se... una parte di me si allontanasse. Quando tornava lo costringevo a passare giornate intere solo con noi. ” Sorrise, ma solo per poco. “Poi quel maledetto bastardo... me lo ha portato via.”
Strinse i pugni, e io vidi che erano attraversati da piccole scariche elettriche.
Oh, al diavolo! La afferrai per le spalle e la strinsi in un abbraccio. “Non devi continuare, se non vuoi...” mormorai.
Lei si allontanò dopo qualche minuto, stringendomi delicatamente una mano come per assicurarsi che fossi reale. “I-io... scusami, non volevo che mi vedessi in queste condizioni. Fa ancora male a pensarci, certe volte sogno cosa è successo...
“Non so perché l’abbia fatto. Perché abbia colpito lui e non noi. Forse per vendetta. Forse per indebolirmi. O forse per semplice divertimento. Poteva solo... stordirlo, ferirlo e inseguirci...”
Le strinsi la mano, frustrato: non avevo idea di cosa fosse successo e non sapevo come aiutarla in quel momento.
Due orecchie a punta si rizzarono tra i capelli; alzò il viso e mi guardò negli occhi con espressione dura, indecifrabile. “Allora ti aiuterò a capire.”
“Cos-“
Tutto diventò buio.
Che sta succedendo? pensai allarmato.
La sua risposta rimbombò intorno a me; Ti mostrerò cosa accadde, così capirai.
Subito dopo fui travolto da quelli che evidentemente erano i suoi ricordi.
In uno si allenava duramente con quella che doveva essere Arvur: una donna con i lunghi capelli castani striati di bianco raccolti ai lati, limpidi occhi fucsia e una figura che emanava una forte aura di potere e autorevolezza; Serytia non riusciva a colpirla e ringhiava per la frustrazione.
In un altro nuotava sott’acqua accanto ad una ragazzina tredicenne-Arget probabilmente- che cercava di allontanarla creando deboli correnti.
Evocazione di colonne di roccia con Zuruc.
Manipolazione delle ombre con Saorni.
Un forte litigio con Rackein.
Una finta zuffa con Rajastr, che finisce con un capitombolo.
Nadine che borbotta qualcosa simile a un “più attenta” mentre le fascia la spalla destra.
Infine eccolo. Gladius. Accidenti, mi assomiglia parecchio.
“...e quella è Unukalhai, la testa del Serpente.” diceva a Serytia, seduta a gambe incrociate accanto a lui.
“Bene, credo che per stanotte abbiamo finito.”
Si sedette anche lui, poi strinse il pugno destro: quando riaprì la mano una sfera di luce bianca si sollevò sulle loro teste, illuminando la zona circostante emettendo un debole ronzio.
“Glad, sto cercando di pensare, e il ronzio non aiuta. Spegni quel coso.” disse Orelious, appollaiato su un albero vicino in forma di gufo reale.
Il Guardiano assunse un’espressione divertita: “Siamo nervosetti stasera?”
Per tutta risposta Orelious lanciò un forte stridio nella sua direzione, per poi volare via.
“Ser-Ser, digli qualcosa!”, disse lui con fare scherzoso.
Lei abbassò le orecchie; “E’ mai possibile che un Elementale cinque centenario si comporti come un ragazzino? Certe volte mi chiedo se non sia Kveykva il maggiore tra voi due.”
Lui aggrottò la fronte e la abbracciò da seduto, sbilanciandola.
“Vuoi dirmi che succede?” mormorò dolcemente.
Lei si irrigidì, poi sospirò: “Abbiamo... litigato con Rackein.”
“Cosa è successo stavolta?” disse rassegnato.
“Ci detesta, ecco che succede!” gridò arrabbiata, alzandosi.
“Deve sempre, non lo so... Voi non sarete mai Elementali, se siete ancora qui dovete ringraziare Arvur, non vi meritate tutti gli sforzi che facciamo per voi...” ; cominciò a singhiozzare; “ Lei... lei non... non è NESSUNO per giudicarci! Cosa le abbiamo fatto?”
Gladius si alzò e la strinse a sé, cullandola dolcemente. “Ho riflettuto su quello che mi ha detto in tutti questi anni, e mi spaventa. I-io non sono un Elementale, perché mi ha creata l’Uomo nella Luna. Non sono una Guardiana dell’Infanzia, perché non sento di avere un legame speciale con i bambini, e le uniche volte in cui ho allontanato quegli Incubi è stato per puro caso. Non appartengo a niente e... a-a nessuno.” Affondò ancora di più il viso nel suo incavo del collo.
“Kakhana'ō āmi manē kari āmarā dūrē yētē habē nā.”*
A quelle strane parole il Guardiano impallidì e la afferrò per le spalle, guardandola con un’espressione dura ma al contempo dolce e insicura.
“Guardami.”
Lei alzò il viso, tremando per la violenza delle emozioni che era costretta a reprimere.
“Ēmanaki ēṭā āmāra manē haẏa nā**. Sei la persona che ho più cara tra tutti noi. E... non voglio perderti.” Le mormorò, poggiando la fronte sulla sua.
Lei arrossì violentemente e rizzò le orecchie, sorpresa.
“N-non sapevo parlassi il bengalese anche tu.” mormorò dopo un po’ con un sorriso sbilenco.
Lui si strinse nelle spalle; “Beh, in cinquecento anni...”
Le diede una pacca sulla spalla; “Purtroppo Rackein è così, tende sempre a vedere il peggio di ogni situazione.” Andò verso una roccia poco distante e raccolse una pesante cintura di cuoio dove erano agganciati due pugnali con lama seghettata, e la indossò.
“Non preoccupatevi, dopo qualche secolo ci farete l’abitudine. ” disse sorridendo.
“Si è fatto tardi, dobbiamo andare.”
Subito dopo Orelious piombò tra di loro, rotolando un paio di volte prima di trasformarsi in una tigre e artigliare il terreno per fermarsi.
“Dobbiamo... dobbiamo andarcene! ORA!” Ruggì, ansimando per la fatica.
“Troppo tardi.” Pitch camminò verso di loro con al suo fianco un centinaio di Incubi Purosangue.
“Pitch.” Disse Gladius calmo, estraendo lentamente i pugnali; “A cosa dobbiamo questa visita?”
“Oh, non c’è bisogno di ricorrere alle maniere forti, Gladius. Almeno, non adesso.” concluse sorridendo maliziosamente.
“Ho solo un... conto in sospeso... con loro due.” Spiegò, indicando Serytia e Orelious in posizione d’attacco di fronte a lui.
Entrambi fecero per avanzare ma Gladius li bloccò. Sono troppi, non ce la possiamo fare.
Provare non costa nulla. Rispose testarda, mostrando con un ghigno i canini allungati.
Siamo circondati. Pensò mentre gli occhi scarlatti scrutavano le eventuali vie d’uscita. Non ce la faremmo mai. Lo spazio è troppo ristretto per un eventuale contrattacco, vie di fuga completamente bloccate... Il Guardiano si concentrò. Non può essere... pensò sgomento.
“Noto con piacere che te ne sei accorto.” Disse Pitch avanzando verso di loro.
Cosa succede Glad?
“Oh, ho solo bloccato ogni via di comunicazione, così da potervi parlare senza spiacevoli interruzioni.” Rispose con non curanza l’Uomo Nero.
“Sono passati quattordici anni dall’ultima volta che ci siamo visti, vero giovani spiriti? E quattordici anni fa vi ho posto una domanda, anche se la vostra risposta non è stata quella che speravo. Adesso, vi do la possibilità di ripensarci.” Sorrise, convinto di averli in pugno; “Cosa ne dite? Unitevi a me... e ogni segreto sul controllo degli elementi vi sarà svelato. Unitevi a me, e i bambini crederanno finalmente in voi. Unitevi a me, e scoprite a cosa siete destinati.”
Serytia e Orelious si guardarono negli occhi, indecisi.
Sai che lo dice solo per convincerci a passare dalla sua parte. Non dobbiamo credergli. Non dobbiamo diventare come lui. Se accetteremo, tutto quello che abbiamo imparato in questi anni verrà buttato via.
Credi che non lo sappia? rispose lei, spazientita.
Scopriremo tutto quando sarà il momento. Ma non succederà se passeremo dalla sua parte.
Fecero entrambi un passo lontano da lui. “E in quattordici anni i nostri pensieri non sono cambiati.” Disse Serytia con tono di sfida.
L’Uomo Nero scosse la testa, sorridendo; “In questo caso, allora...”  Centinaia di Incubi li circondarono.
Restatemi vicino.
Uno di loro si lanciò all’attacco, ma sbatté violentemente contro una cupola di energia creata dall’Elementale.
Pitch aggrottò leggermente la fronte, e più Incubi alla volta cominciarono ad attaccare la cupola con ritmo irregolare.
Gladius era in piedi, le braccia rivolte verso l’alto, gli occhi chiusi, l’espressione concentrata.
I due giovani spiriti osservavano, senza sapere cosa fare, l’orda di Incubi che si abbatteva sullo scudo.
Che possiamo fare? Chiese Orelious poggiando entrambe le zampe anteriori sulla superficie della cupola. Siamo in un vicolo cieco...
 In quel momento una crepa si formò sulla parte superiore della cupola e Gladius aprì gli occhi, sorpreso.
Di questo passo li cattureranno, e non possiamo permettercelo...
L’Elementale abbassò le braccia e si voltò verso di loro, guardandoli con un’espressione rassegnata.
“La cupola non resisterà ancora per molto;” mormorò; “aprirò un varco per qualche secondo, così riuscirete a scappare.”
“Cosa intendi con riuscirete?”  Chiese Serytia, sospettosa.
“Gladius, tu verrai con noi, vero?
Il Guardiano strinse i pugni per qualche secondo e guardò in basso, indeciso su cosa risponderle.
“Gladius.”
L’Elementale sospirò; “Il varco permetterà solo a voi di passare al di fuori della cupola. Io cercherò di raggiungervi non appena possibile.”
“Ma gli Incubi ci correranno dietro non appena-”
“No. Creerò una barriera che impedirà loro di inoltrarsi nella foresta.”
“Non devi sacrificarti per noi. Trasformati e andiamo via.” Propose Serytia, ormai in preda al panico.
“Questi cosi sanno volare; ci raggiungerebbero e allora tu ti trasformerai per aiutarmi anche se in quella forma sei estremamente instabile.” spiegò lui di getto.
“Devi venire con noi!” Gridò Orelious, frustrato.
Gladius lo guardò truce, e alzò una mano; “Fuggite. ADESSO.”
“Scappate! Scappate! Ce la farò, ma dovete andarvene!” gridò quando vide che non avevano intenzione di scappare.
“Non possiamo lasciarti qui!” Urlò Serytia di rimando, con le lacrime che scendevano copiose sulle guance.
“NO! Ascoltami!” Gladius l’afferrò per un braccio. “Dovete andarvene, capito? Siete in pericolo. Non potete rimanere qui un minuto di più.”
“Vieni con noi. Per favore. Non lasciarci soli.” Serytia posò la sua mano su quella dell’Elementale e lo guardò negli occhi, che brillavano di un rosso intenso.
Gladius si avvicinò a lei, le prese dolcemente la testa fra le mani e le baciò la fronte.
“Mi dispiace.” sussurrò.
Orelious, trasformatosi in un ragazzo, la trascinò al di fuori della cupola tenendola per un braccio.
Corsero verso i confini del bosco, sobbalzando ad ogni esplosione causata dai potenti attacchi dell’Elementale.
Poco dopo, un grido di dolore squarciò l’aria, seguito dalla risata di Pitch.
I due Spiriti rallentarono la loro corsa: Orelious nascose il viso in entrambe le mani, respirando profondamente nel tentativo di placare i pochi singhiozzi.
Serytia, lo sguardo rivolto al cielo, ruggì, mentre le lacrime scendevano sulle guance dalle palpebre chiuse - un verso feroce, assordante, che racchiudeva il dolore della perdita di un fratello, la rabbia per essere stata incapace di proteggerlo, e la promessa di vendetta verso chi aveva osato attaccare lei e chi le era vicino.
“Andiamo ad avvertire il Consiglio.” Le disse Orelious, la voce indebolita dai singhiozzi repressi.
“V-voglio tornare indietro.” rispose lei.
“Non possiamo. Avanti, andiamo.” La incitò lui, cominciando a correre.
Serytia si ribellò alcune volte prima di rassegnarsi e seguirlo...
Aprii gli occhi, afferrai il bastone e scattai in piedi vedendo Serytia seduta a gambe incrociate davanti a me, con gli occhi chiusi.
“Ora capisci” mormorò “perché ho reagito in quel modo. Sia io che Orelious non ci siamo del tutto ripresi dalla perdita, ed entrambi vogliamo vendicarci di Pitch. Non sono proprio queste le motivazioni che spingono dei Guardiani ad agire, o sbaglio?” concluse, guardandomi negli occhi.
Non seppi che rispondere, e rimasi in silenzio.
“Ritornammo al Santuario” continuò con voce atona, “raccontammo tutto ad Arvur, in privato. Poi lei lo disse agli altri. Organizzammo una celebrazione funebre pari a quelle degli Antichi...” sospirò stancamente; “Qualche giorno dopo Kveykva scatenò una potente tempesta di fulmini per sfogarsi, compromettendo l’equilibrio naturale delle cose... fummo costretti a tramortirlo per fermarlo... e Blauen sparì dalla circolazione subito dopo. Da allora viviamo girovagando per il mondo, tornando al Santuario in casi di emergenza. ”
Si alzò in piedi, si avvicinò a me e mi abbracciò stretto.
“Grazie... per avermi ascoltata.” Mormorò nella mia spalla, arrossendo leggermente.
Ricambiai l’abbraccio, stringendola piano.
Ci dirigemmo verso la finestra aperta per ritornare nelle camere; “Magari...” dissi, attirando la sua attenzione; “le Leggende sarebbero felici di accogliere un nuovo membro in famiglia.”
Sussultò e abbassò lo sguardo, indecisa su che rispondere; poi mi guardò sorridendo debolmente.
“Provare non costa nulla.”
 
Angolo Autrice
Aspettate un attimo! *si mette la benda sugli occhi* Ora potete sparare!
Mi dispiace tantissimo per il mostruoso ritardo, causato da: 1-Scuola (Che è finalmente finita  ^___^) 2-Pigrizia della sottoscritta  3-Settimana trascorsa lontana da casa.
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia! :D Per il ruggito potete vedere qui ---> https://www.youtube.com/watch?v=rPSx_cSPw_0   e qui ----> https://www.youtube.com/watch?v=HG02ynmu7IY
Ringrazio vivamente chi recensisce, chi mette le storie tra preferite/ricordate/seguite o chi legge soltanto :D
Alla prossima!
Serytia
*Certe volte penso che dovremmo andarcene.
**Non pensarci neanche.
  
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