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Autore: Nephilim13    25/06/2014    9 recensioni
Crossover Shadowhunters|Harry Potter
Clary frequenta l'ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
E' la seconda Caposcuola della famiglia dopo suo fratello Bill, ed è Cacciatrice nella squadra di Quidditch dei Grifondoro.
Tutto fila liscio, fin quando non viene a diffondersi la notizia che Hogwarts avrà degli ospiti per tutto l'anno, gli Shadowhunters.
Con il loro arrivo, tutto il mondo perfetto di Clary comincia a crollarle addosso.
Verità impensabili cominceranno a venire a galla,
segreti inconfessabili saranno svelati.
E uno di questi potrebbe essere il motivo di una guerra tra Maghi e Cacciatori.
Leggete per scoprire il seguito.
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Simon Lewis
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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La Sala era già gremita di studenti quando io e Simon vi entrammo.
I ragazzi del nuovo anno non erano ancora presenti nella sala, probabilmente la McGranitt stava ancora rifilando loro tutto il discorso sulle regole e le trasgressioni, le Case e lo Smistamento.
Per il resto, centinaia di studenti si affollavano intorno ai propri tavoli, uno per ogni Casa: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.
«Ehi, non sono i tuoi protetti, quelli là?» mi disse Simon mentre raggiungevamo il nostro tavolo, quello dei Grifondoro. Indicò con il mento un angolino in fondo alla sala, dove vidi tre figure che se ne stavano in disparte a confabulare Dio solo sa cosa.
Miseriaccia, erano proprio loro.
«Io li raggiungo e li porto al tavolo, come ha detto Silente.» puntualizzai alla fine, notando la sua espressione scettica. «Okay?»
Simon annuì. Lasciai andare la sua mano, quindi andò a prendere posto accanto a quelli del nostro anno, abbracciandoli uno a uno prima di sedersi definitivamente. 
Mentre mi avvicinavo a Jace, Alec e Isabelle, mi resi conto che mezza Sala Grande teneva gli occhi puntati sugli sconosciuti nuovi arrivati. 
«Non vorrete restare a digiuno, mi auguro?»
Si voltarono tutti e tre in contemporanea verso di me.
«Non so loro due,» esordì Jace, posandosi una mano sullo stomaco «ma, al momento, ingurgiterei anche un rinoceronte intero, corno incluso.»
Alec rise di gusto.
«Bella divisa.» Nel commento di Isabelle notai un leggero sarcasmo, così lo ignorai deliberatamente.
«Volete venire a sedervi?» li invitai, indicando con la mano il mio tavolo, di cui tutti i componenti, e sottolineo tutti, ci stavano guardando con la curiosità spiaccicata in faccia.
«D'accordo.» Acconsentì Isabelle, e si avviò per prima. Alec corse accanto alla sorella, Jace rimase, invece, indietro al mio fianco. Camminivamo talmente vicino che, se uno dei due si fosse spostato di un solo centimetro, le nostre braccia si sarebbero sfiorate. 
Dovetti reprimere l'impulso di farlo. 
«Spiegami bene questa cosa dei Grifoni D'Oro, rossa.»
Non potei trattenermi dallo scoppiare in una fragorosa risata. Jace mi guardò come se avesse accanto una schizofrenica.
«Non è Grifoni D'Oro, scemo.» gli spiegai, asciugandomi una lacrima che si era formata alla punta dell'occhio per le risate. «E' Grifondoro. E poi... rossa?»
«Beh, sono daltonico o hai i capelli rossi?»
Stavo per controbattere con una battuta, ma la voce di Simon interuppe bruscamente la nostra conversazione. 
«Clary!» Mi chiamò dal suo posto, sbracciandosi. «Vieni qui!»
Pensai che, se solo avesse potuto, avrebbe dato immediatamente fuoco a Jace, a giudicare dalle scintille che emanava suo sguardo. 
«Te lo spiego più tardi.» promisi a Jace, fissandolo negli occhi. 
Lui ricambiò il mio sguardo con un sopracciglio alzato, una cosa di cui la natura mi aveva tassativamente privata, e mi porse la mano.
«Abbiamo un patto, rossa.» Un sorriso sornione gli attraversava il volto.
Rimasi per qualche secondo a fissare le sue dita affusolate, come quelle di un pianista, poi gli strinsi la mano. La sua era una stretta forte e salda.
Mi misi seduta sulla sedia che Simon aveva tenuto libera per me, mentre Jace e compagnia furono costretti a prendere posto all'estremità del tavolo più vicina ai professori, dove decine di posti vuoti attendevano i nuovi Grifondoro.
«Ehi, sorellina, dove diavolo ti eri cacciata? Altri servizietti?»
«Di fatti tuoi non ne hai, eh Charlie?»
«Ma certo che no.»
Simon mi prese la mano e la strinse da sotto il tavolo, come se, in questo modo, potesse farmi dimenticare i commenti ambigui del mio fratello gemello.
E, in effetti, era proprio così.
«Salve, Caposcuola Weasley.»
Mi voltai di scatto verso la voce che aveva appena pronunciato il mio cognome. L'intera scuola aveva il dannato vizio di chiamare tutti i Weasley per cognome, cosa di cui non avevo mai capito la ragione.
«Seb, ciao! Come hai passato l'estate?»
Lui sorrise. «Al migliore dei modi, direi.»
Sebastian Verlac era il sogno di qualunque strega all'interno di Hogwarts: dei capelli biondi che davano quasi sul bianco, un fisico muscoloso e slanciato e degli occhi talmente neri che la notte al confronto era una stella. 
Giravano voci ad Hogwarts sul fatto che Sebastian -Seb, come lo chiamavano gli amici- non avesse mai avuto una ragazza.
Mai. Nemmeno una. 
«Ma, se tutto va bene,» continuò «andrà ancora meglio alla fine dell'anno.»
Conoscevo Sebastian, eppure non lo conoscevo affatto.
Cioè, mi spiego, io e lui eravamo stati nella stessa Casata per quattro anni, ma era come se in tutti quel tempo lui fosse stato completamente assente. 
Non sapevo cosa gli piacesse mangiare e cosa no, chi era la sua famiglia, non sapevo nemmeno se aveva o meno dei fratelli o delle sorelle.
Sebastian perlustrò per un attimo la Sala con lo sguardo, e i suoi occhi si soffermarono sugli sconosciuti ospiti seduti dall'altra parte del tavolo.
«E loro chi sarebbero?» mi domandò, senza staccare loro lo sguardo di dosso.
Io scrollai le spalle. «Non ne ho la minima idea, onestamente. Silente li ha definiti 'ospiti speciali'...»
Sebastian si voltò nuovamente verso di me. «Tienimi aggiornato, Weasley.»
«Contaci, Verlac.»
Mentre se ne tornava al suo posto, qualche sedia più in là della mia, riportai la mia attenzione su Simon, che mi guardava corrucciato.
«Che c'è?» gli chiesi, accigliandomi a mia volta.
«Da un biondo a un altro biondo. Entrambi ossigenati, e uno che, per inciso, nemmeno conosci. Devo iniziare a preoccuparmi?»
Alzai gli occhi al cielo, ridendo. Gli posai le mani sulle guance e feci aderire la sua bocca alla mia.
«Certo che no.» bisbigliai sulle sue labbra. 
«Devo dirti più spesso frasi del genere.» commentò dopo avermi baciata di nuovo. «Ti amo, Clary Weasley, non smetterò mai di ripeterlo, è una promessa...»
Charlie tossicchiò al mio fianco, facendo disintegrare la magica atmosfera che si era appena creata tra me e Simon.
«Vaffanculo, Charlie. Riesci sempre a rovinare tutto.»
Per tutta risposta Charlie fischiò. «Che parolone che vengono fuori da una bocca di rosa come la tua, sorellina. Sono diciassette anni che continui a stupirmi.»
Ignorai le sue frecciatine, come facevo sempre.
Tornai, invece, a rivolgermi a Simon.
«E non sono biondi ossigenati.»
«Bah,» Simon sembrava scettico. «Se lo dici tu...»
Mi sentivo osservata: mi voltai per un momento. Per quei pochi secondi che il mio sguardo si era casualmente soffermato su di lui, vidi Jace che teneva i suoi occhi dorati fissi su di me, come se non avesse abbastanza forza per poter guardare altrove.



 
Angolo autrice.
TATATATAAAN
Salve, sono tornata *saluta con la manina*
Allora allora, per Sebastian... non vi anticipo nulla, solo che è esattamente quello che sembra.
Nle prossimo capitolo ci sarà azione, ve lo garantisco, ce l'ho già scritto in mente :D
Nel frattempo, spero vi sia piaciuto questo e che vogliate lasciarmi anche una minima recensione per 
farmi sapere cosa ne pensate.
Bacioni,
N13.
   
 
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