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Autore: Adelhait    20/08/2008    6 recensioni
Come si dice? Dalle stelle alle stalle. Beh, veramente è il contrario di ciò ch’è capitato a me. Infatti, la mia storia ha inizio così, da una semplice, rozza, povera ragazza di un quartiere periferico di un’immensa metropoli, che incontra un ragazzo dell’alta società. Ora vi chiederete, questa è la classica storia di Cenerentola…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Primo incontro.

 

 

 

Il furgoncino cammina veloce nelle strade, ormai abbiamo lasciato la zona povera, come la definisco io, ed ora ci troviamo nella zona dei riccastri, sempre come li chiamo io, piene di ville.

Magari potessi vivere in una di quelle immense case.

Sospiro, facendo appannare il vetro del finestrino.

-Rin, cos’hai?-.

Mi domanda leggermente preoccupato Kohaku, che intanto non smuove lo sguardo dalla strada.

-Niente-.

-Sicura? Sai che puoi parlare liberamente con me, siamo sì, o no amici?-.

-Sì, ma non ho nulla fidati-.

Mi accomodo ben, benino sul sedile, poggio i piedi sul cruscotto, cosa che fa storcere il naso al mio amico che sibila.

-Rin!-.

-Che c’è?-.

Gli domando con un tono di voce da falsa innocente.

-Che c’è? Togli i piedi da lì!-.

Mi ringhia, io però faccio la meno sfreghista e resto ferma lì, intanto di sottecchi lo guardo che sbuffa irritato…ah, come adoro farlo infuriare.

D’un tratto il mio pancino comincia a brontolare, più che brontolare ad urlare.

-Ops! Ho un leggero languorino-.

Dico imitando la voce di una snob, invece Kohaku ridacchia dicendomi.

-Alla faccia del languorino-.

Anch’io rido, ma poi per magia tiro fuori dalla tasca una bella banana matura... pancia mia fatti capanna.

I miei occhi l’hanno già divorata, mentre la salivazione della mia bocca aumenta in quantità esponenziale…Homer Simpsons tu non sei niente al mio confronto in fatto di bava.

La sbuccio veloce e me la ficco in bocca, ne stacco un bel morso, le mie papille gustative sono in fermento.

Mastico lentamente, mentre con una mano mi tocco una guancia…ora so cosa vuol dire andare in estasi.

Socchiudo gli occhi gustandomi il dolce frutto, ma poi mi desto…certo che sono una vera cafona.

-Kohaku ne vuoi un morso?-.

Gliela offro, ma lui gentilmente declina il mio gesto, beh, credo che gli abbia fatto schifo era tutta sbavata…

-Meglio così, tanto non te la davo-.

Gli dico ficcandomi un altro bel pezzo in bocca.

-Grazie Rin, come sei dolce-.

Mi dice ironico lui, io rido e mastico contemporaneamente, cosa davvero difficile per una persona normale, ma per me no.

Purtroppo il frutto dolce e zuccheroso finisce, lasciandomi la bocca asciutta, ma per fortuna ecco una bottiglietta d’acqua.

L’apro e ne bevo quasi tutto il contenuto, finito ciò faccio il mio bel ruttino di gradimento, facendo ridere Kohaku.

-Digerita?-.

Mi domanda e io gli rispondo.

-Certo. Digerita e affondata-.

Ridiamo di gusto.

Intanto arriviamo a destinazione, di fronte a noi vi è un immenso cancello, io l’osservo, mentre Kohaku abbassa il finestrino, tira fuori il braccio e pigia il bottone del citofono avvertendo che siamo arrivati.

Ecco che si aprono le porte del mondo incantato e noi poveri e umili mortali entriamo.

Io volto il capo a destra e a sinistra, tanto da farmi venire un torcicollo.

-Oddio, qui è tutto meraviglioso!-.

Esclamo estasiata, mentre osservo le siepi che costeggiano la strada, intravedo i giardini, la gente snob ed infine il grande edificio bianco, con tende rosse e scritte dorate…non posso far altro che sospirare.

Osservo le macchine di lusso che sono parcheggiate nel gran piazzale che passiamo con il nostro furgoncino, ma una attira la mia attenzione.

-Wow, un cavallino rosso fiammante…Kohaku, frena, frena!-.

Obbligo il mio amico a fermarsi, giusto per vederla meglio, ma quello che vedo dopo mi lascia senza fiato…oddio esce fuori dall’abitacolo.

-Un angelo-.

Sussurro, mentre osservo il ragazzo dai lunghi capelli d’argento legati in una bassa coda, vestito con un lungo cappotto nero, porta un paio di occhiali scuri…peccato avrei voluto vedere il colore degli occhi di quell’essere meraviglioso.

-Rin! Ci sei?-.

D’un tratto la mia visuale viene interrotta dalla manaccia di Kohaku.

-Ma porca puzzola, togli quella manaccia!-.

Ringhio, lui veloce la toglie, ma purtroppo il bel fusto non c’era più…ho un istinto omicida, posso uccidere il mio amico?

Ditemi di sì, ve ne prego.

Ma forse è meglio lasciar perdere, scuoto il capo e mi riaccomodo sul sedile, mentre cerco di frenare la mia sete omicida…però non era niente male il bel fusto, chissà s’è fidanzato?

Di sicuro sì…lasciamo perdere è la migliore cosa, ora dobbiamo scaricare la merce.

Infatti, Kohaku è sceso ed ha già aperto il cofano del furgoncino, io sospiro e scendo e comincio ad aiutarlo, ma non immagino minimamente che due occhi color rubino mi osservano…saranno quegli occhi a cambiare la mia vita?

 

***

 

Per quel giorno aveva optato per la Ferrari rossa, cosa che fece sorridere l’hanyou che disse.

-La guido io!-.

Veloce si era messo alla portiera del posto di guida, ma una mano artigliata seguita da uno sguardo raggelante gli fecero cambiare idea.

-Cosa vorresti fare tu?-.

Aveva sibilato.

-Niente…niente…oggi, mi accomodo accanto a te e sto buono, buonino-.

Disse Inuyasha tremando leggermente.

Alcune volte mi fa davvero paura, ha un brutto carattere…sarà meglio assecondarlo, solo per oggi…

Si sedette al suo posto, accanato al fratello, che intanto si era infilato gli occhiali scuri

Incrociò le braccia dietro la nuca, socchiuse gli occhi.

-Parti, grande pilota-.

-Piantala sciocco!-.

Disse a denti stretti Sesshoumaru, non sopportava proprio la presenza del fratellastro, ma per via di una promessa doveva tenerselo accanto.

Sospirò e accese il motore, veloce uscì dal garage, dove vi erano parcheggiate altre macchine sportive ed eleganti.

Corse veloce, mentre Inuyasha rimaneva a guardare fuori dal finestrino il panorama delle ville faraoniche di quel quartiere, che gli sfrecciavano d’avanti gli occhi.

Sbuffò scocciato, intanto il guidatore lo guardò di sottecchi e ogni volta si poneva la stessa medesima domanda, ma dopotutto da, quando era venuto ad abitare in casa sua si sentiva meno solo.

Scosse leggermente il capo ed entrò nell’immenso cancello del club, percorse la strada che portava al parcheggio e sostò.

-Siamo arrivati. Scendi!-.

Disse senza mezzi termini Sesshoumaru, Inuyasha fece una smorfia e aprì lo sportello.

-Certo che sei davvero la gentilezza fatta a persona-.

Gli disse, mentre richiudeva la portiera.

-Tks!-.

Gli rispose lo youkai, mentre chiudeva la macchina, ma d’un tratto si sentì osservato, alzò lo sguardo e intravide nell’abitacolo di un furgoncino del trasporto frutta una ragazza che lo fissava.

-Ningen!-.

Sibilò a denti stretti, mentre si dirigeva alla grande scalinata che portava all’ingresso dell’edificio, intanto Inuyasha gli si era accostato sorridendo malefico.

-Certo che ami alla follia gli umani-.

-Piantala di scocciarmi!-.

-Su, dai stavo solo scherzando-.

Disse l’hanyou con faccia da finto innocente, sotto, sotto si divertiva come un matto a dar fastidio al suo adorato fratello maggiore.

Sesshoumaru sospirò e salì le scale, ma non poteva sospettare che la ningen che aveva intravisto avrebbe cambiato la sua vita…

 

 

_______________________

Rieccomi ad aggiornare, ora che ho un po’ di tempo lo faccio più volentieri ^^.

Ringrazio di cuore chi ha commentato lo scorso capitolo, ne sono davvero felice, ma anche chi l’ha messo tra i preferiti ^^.

Vi ringrazio di tutto cuore, un mega bacio e a presto.

   
 
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