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Autore: Kieis_chan    25/06/2014    1 recensioni
[dalla storia] Kidd era sempre stato considerato un ragazzino stravagante, troppo alto per la sua età, lunghi capelli rossi portati perennemente in aria con chili e chili di gelatina e, senza sopracciglia.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Portuguese D. Ace, Roronoa Zoro, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fell like i’m intoxicated

 
 
 
Kidd era sempre stato considerato un ragazzino stravagante, troppo alto per la sua età, lunghi capelli rossi portati perennemente in aria con chili e chili di gelatina e, senza sopracciglia.

Cosa che tutti non facevano altro che ricordargli.

Avrebbe voluto urlare ai quattro venti come mai si ritrovava senza quell’ inutile peluria che dava espressività al viso. Si perché un motivo c’era, sciocco per quanto poteva essere, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo di fronte al mondo.

Se solo avesse evitato la crema depilatoria ed avesse usato le pinzette.

Ma con l’entrata nella scuole medie, la cosa che aveva lasciato tutti di stucco era il suo modo stravagante di vestirsi.

Perché diciamocelo, Eustass Kidd non aveva il senso del gusto. Aveva modificato la divisa della scuola in una maniera tale che, anche la Gal più accanita impallidiva al confronto.

Ace lo guardava sconvolto, nonostante lo conoscesse da una vita ogni giorno c’era sempre qualcosa di nuovo nel suo aspetto.
-Ti sei incastrato le dita nella porta di casa?- chiese quello, camminando al suo fianco.
Il rosso si osservò una mano, dove le sue lunghe ed affusolate dita erano dipinte di nero –Si chiama smalto, idiota.- grugnì quello, sporgendo il labbro in fuori ed aggrottando la fronte.
L’amico si grattò una guancia dubbioso –Lo sai che queste cose, se le mettono le femmine?- domandò, ricevendo in risposta un occhiata truce –Scusa, però non giocherei più con le cose di Reira se fossi in te.- borbottò quello, allontanandosi preventivamente dall’amico di qualche passo.
Kidd strinse un pugno, assottigliando gli occhi –Fottiti.- borbottò scagliandoglielo sulla spalla, facendolo barcollare.

Ace non fiatò, si portò una mano alla spalla lesa e la massaggiò piano. Guardò di fronte a se e vide un altrettanta strana figura, paragonabile al rosso per il pessimo gusto di vestirsi –Ehy c’è Law.- disse radioso, indicando il ragazzo di fronte a se, cominciando a sbracciarsi per attirare la sua attenzione avvicinandosi a grandi falcate.

Il rosso si fermò ed osservò la scena che gli si parava di fronte, Law era in un gruppetto di amici e stava ridendo, ma la cosa che gli procurò quel fastidioso dolore allo stomaco era il braccio di uno di questi che gli cingeva le spalle.

Serrando i pugni ed ignorando i richiami degli amici li superò, entrando nel cortile della scuola, calciando qualsiasi cosa gli intralciasse il cammino.
-Ma che gli prende?- domandò Law, issando un sopracciglio.
Ace alzò le spalle guardandolo spaesato. Non ne aveva idea.


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Zoro sbadigliò, stiracchiando le gambe sul banco –Certo che Trafalgar si è ambientato proprio bene alle superiori.- farfugliò afflosciandosi sulla sedia.

Ace guardò il cugino ed annuì –Almeno lui.- affermò sconsolato –Noi non facciamo progressi.- ammise sbuffando osservando il rosso torvo –Se solo una certa persona non fosse incazzata con il mondo… Avremmo qualche minima possibilità di allargare la cerchia.- alluse facendo ridere il ragazzo di fronte a se.

Kidd li ignorò, continuando a guardare fuori dalla finestra, era davvero di pessimo umore.
Era tutta la mattina che non faceva altro che pensare a chi cazzo fosse quel tipo, che si era prese tanta confidenza con Law.
Grugnì incassando la testa nelle spalle. Era proprio d’umore nero.

Spostò lo sguardo piantandolo in quello dei due amici –Nessuno vi vieta di farvi altri amici.- specificò irato –Potete fare quello che cazzo vi pare.- sentenziò alzandosi dalla sedia, uscendo dalla classe.

I due cugini rimasero a fissarlo sconcertati.
–Ma è arrivato quel periodo del mese?- Domandò Zoro al moro.
Quello dal canto suo annuì inclinando il capo di lato –Io è da sta mattina che lo penso.- ammise serio.
 
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Law era confuso.
Non era mai successo che la testa rossa, non gli rivolgesse la parola per l’intera giornata. Mai.
Eppure quel maledettissimo scemo lo stava evitando. E lui, povero stolto, non sapeva neanche il motivo.
Lo aveva evitato quando si erano ritrovati entrambi in bagno a fumare, lo aveva ignorato a pranzo e non lo aveva aspettato per tornare a casa insieme. E questo non era possibile.

Loro due erano cresciuti praticamente come fratelli. Inevitabile quando le proprie sorelle maggiori decidono di giocare a fare le mamme. O sono costrette come nel caso del rosso, per la poca voglia dei genitori di essere tali.

Ma quel sentimento di fratellanza, per Law, entrando nell’adolescenza era decisamente mutato.
All’inizio aveva dato la colpa agli ormoni che stavano impazzendo, ma poi era arrivato alla logica conclusione che il rosso era decisamente di più di un semplice fratello.

Law si era ritrovato più e più volte a pensare a lui e, non in modo casto e puro.

Il suo unico ostacolo era l’ingenuità dell’amico. Era piccolo, perciò ingenuo. Infondo a dodici anni cosa si poteva aspettare?!

Eppure nonostante ciò era riuscito a strappargli qualche bacio. Certo con una piccolissima bugia, su come si vergognasse a baciare
persone che non conosceva, ma infondo lo scopo era arrivare alla meta e, non come ci si arrivava.

Il moro sbuffò, chiudendo il volume di scienze, stizzito.

Era troppo impegnato a ragionare sul perché quello scemo non gli volesse parlare, per poter studiare.
-Stupido Eustass-ya.- sibilò dando un calcio alla scrivania.
 
 
La porta di casa Trafalgar si aprì con un tonfo, segno che Eustass Kidd aveva fatto il suo ingresso.
Era assolutamente normale che il bambino facesse letteralmente come fosse a casa sua.

Con grandi falcate si incamminò verso le scale, fermandosi prima davanti il salotto, dove il nonno di Law stava seduto in poltrona a leggere, come sempre.
-Ciao nonno Silver.- grugnì quello con un ’velo’ di ira nella voce –Dove cazzo è quel coglione di tuo nipote?-

Il vecchio ghignò, con quel sorriso che caratterizzava l’intera famiglia –Ciao Kidd.- salutò abbassando il suo libro –Che c’è? Avete litigato?- domandò sarcastico e, non poté evitare di notare le guance del ragazzo imporporarsi.

Prima che Kidd potesse iniziare a sproloquiare, l’anziano gli indicò il piano superiore. E senza dire nient’altro il rosso salì le scale come una furia.
Attraversò il corridoi fino alla porta dell’amico.

Sarebbe stata buona educazione bussare, ma si sa, Eustass non è fornito di buone maniere. Così spalancò la porta entrando di prepotenza nella stanza.
Law lo guardò fermarsi a pochi passi davanti a lui, aveva lo sguardo furioso, cosa normale per quella testa calda. Inclinò la testa di lato e gli tese una mano.
Kidd l’afferrò con forza e si fece trascinare sul pavimento, ai piedi del letto, dove il moro era solito studiare e si lasciò abbracciare.
L’ira svaniva pian piano.

-Come mai mi hai evitato?- gli chiese senza mezzi termini Law, incatenando gli occhi di ghiaccio a quelli d’ambra dell’altro.
-Ero arrabbiato. Anzi, sono arrabbiato.-
-Perché?-
-Ci deve essere per forza un motivo?-
-Di norma si.-

Kidd assottigliò gli occhi, mentre si torturava il labbro inferiore, pensieroso sul da farsi.
In realtà neanche lui aveva ben chiaro il perché di tutta quell’ira, l’unica cosa che sapeva con certezza era che vedere Law abbracciato a qualcuno gli aveva dato fastidio.

Law non si faceva abbracciare tanto facilmente, restio com’era al contatto fisico. L’unico che aveva il privilegio di poterlo fare era proprio la testa rossa.

Perciò in un qualche modo, si sentiva ‘derubato’.

-Chi era quello che ti ha abbracciato sta mattina?- domandò in un sussurrò, distogliendo lo sguardo.
Il moro sorrise, posando la fronte sulla tempia del rosso –Un amico.-
-Perché ti abbracciava?- continuò a domandare, sentendo quel fastidio tornare alla bocca del suo stomaco.
-Forse perché voleva farlo.- disse Law, socchiudendo gli occhi ed inalando il forte profumo dell’amico.
-Non lo permettere più.- affermò osservandolo intensamente –Mi da fastidio.- ammise serrando le labbra.

A quell’affermazione Law rise di gusto, inondando le orecchie del rosso.

-Sei geloso Eustass-ya?-
-Assolutamente no.-
-Ovviamente.-

La testa rossa arricciò il naso, alzando un po’ il viso posando le proprie labbra sul mento del moro, mordendolo debolmente.
Law avrebbe mugugnato infastidito se, la sorpresa di avere le labbra di Kidd che lambivano le sue non fosse stata maggiore.
-Che fai?- chiese ironico il moro, separandosi quel tanto per poter parlare.
-Mi vergogno a baciare altre persone.- borbottò poco convinto Kidd, tuffandosi nuovamente su quella bocca.

Si baciarono goffamente, cercando di predominare l’altro senza successo.

-Ti ha mai baciato?-
-Chi?-
-Quel tipo.-
-Forse.-
-Cazzate.-
Law ghignò, rubando l’ennesimo bacio all’amico, scivolando lentamente a terra trascinandolo con se.
-Perché tanta sfrontatezza?- chiese curioso.
Kidd puntellò i gomiti sul pavimento, sovrastando il moro –Perché tu vuoi me.- ammise quello con un ghigno compiaciuto, conscio di aver scoperto i giochi del moro.
-Io non ne sarei sicuro.-
-Bugiardo.-

Si guardarono intensamente, mentre i loro nasi si sfioravano dando inizio ad una ‘danza’ e, le loro labbra si regalavano timide carezze.
-Non voglio tornare a casa.- proclamò Kidd cupo.
-Resta qui.- sussurrò il moro, tirandogli una ciocca di capelli.
La testa rossa ghignò soddisfatto.

Law si dovette ricredere. Kidd era tutt’altro che ingenuo.


 
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Quella mattina c’era qualcosa di strano nell’aria e, Ace poteva sentirlo sulla pelle.
Kidd era di pessimo umore dopo l’ennesimo litigio con i suoi genitori e, il moro sapeva che la testa rossa era alla ricerca di Law, che quella mattina li aveva preceduti a scuola.

Infondo non poteva sempre farsi vedere in compagnia di ragazzini della prima media no?

Però aveva la brutta sensazione che sarebbe successo qualcosa di ‘terribile’ e, le sensazioni di Ace non si sbagliavano mai.
Arrivarono verso il viale alberato della scuola, camminando svogliatamente, chiacchierando di cose frivole, ed osservandosi in torno. Peccato che l’occhio cadde proprio su l’unico gruppo di ragazzi che stavano litigando.

E Kidd non poté far a meno di velocizzare il passo, riconoscendo un viso familiare.

-Drake ti ho detto di non toccarmi.- sbottò Law facendo cadere a terra lo zaino, regalandogli un occhiata truce.
-Perché sennò il fidanzatino si incazza?- domandò ironico quello, riavvicinandosi un po’ troppo al moro –Dai Trafalgar che ci fai con un ragazzino delle medie?-
-Fatti i cazzi tuoi.- disse irato, portando una mano fra di loro.
Il biondo afferrò la mano stringendola, dando uno strappo fece avvicinare a se il moro, che stava preparando il gancio da scagliargli, ma qualcuno ci pensò prima di lui.

Drake cadde a terra.

-Kidd, che cazzo fai?- domandò Law, fra il sorpreso ed l’irritato.
-Perché cazzo non mi hai aspetto?- chiese cambiando discorso la testa rossa –Quei bastardi hanno fatto l’ennesima scenata e, tu non c’eri!- ringhiò, scansandosi in tempo per evitare l’attacco di Drake.
-Come cazzo ti sei permesso?- chiese il biondo, osservando il rosso con astio.

Kidd ghigno, facendo tremare il ragazzo più grande –Sono un po’ possessivo con le mie cose.- ammise, lanciando lo zaino a terra.

Ad Ace, non scappò quel sorriso che per un momento, si era allargato sul viso di Law, alle parole del rosso.

I due osservarono il litigio inermi, consci che se si fossero messi in mezzo il loro amico, non li avrebbe graziati.

Non ci volle molto prima che Drake, se ne andò a gambe levate maledicendo il rosso in tutti i modi possibili, insegnandogli inconsciamente alcune parole che mancavano al suo dizionario d’insulti.

Kidd si avvicinò a Law, pronto a riprendere il discorso che avevano interrotto, ma la campana della scuola suonò e, il moro raccogliendo la sua roba si incamminò verso l’enorme cancello, seguito a grandi passi da uno sbraitante rosso.

Ace sospirò, alzò lo sguardo al cielo e, una goccia di pioggia gli cadde sul naso.




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Kidd spostò la mano sinistra quel tanto da portare l’intero ombrello sulla testa del moro, rimanendo sotto la pioggia.
Sapeva di essersi comportato in maniera stupida. Ma quando quel tipo si era avvicinato decisamente troppo a Law, lui non ci aveva visto più.
Lo aveva pistato come l’uva.

Peccato che il moro, non aveva trovato la cosa appropriata.

Sospirò incassando la testa nelle spalle, guardando di sottecchi l’amico che evitava prontamente di osservarlo, lui proprio non capiva –Law.- soffiò, mordendosi un labbro.

Il diretto interessato alzò una mano con un gesto di stizza, che Kidd conosceva molto bene.
Non l’avrebbe fatto parlare.

-Continui a dire che siamo solo amici.- cominciò a dire il moro con voce roca, dovuta allo stare in silenzio -Che se mai avrò un ragazzo a te non importerebbe nulla.- disse continuando a guardare da tutt’altra parte –Ma appena qualcuno mi si avvicina, un po’ di più, mi tieni il muso, o ci fai a botte.- mormorò scuotendo il capo –Allora comincio a chiedermi se sei scemo.- concluse con tono pacato, guardando finalmente il rosso, che a quell’ultime parole si imbronciò.

-Non sono scemo.- si affrettò a specificare irritato –Cazzo quello ti stava toccando.- borbottò, gesticolando con il braccio libero –E, si, mi ha infastidito.- ammise in un sussurro, mentre le sue guance si imporporavano lievemente.

-E se a me non avesse dato fastidio?- chiese Law, alzando la voce.
Kidd grugnì, assottigliando gli occhi e guardandolo torvo –Stavi per dargli un pugno. Ti ho visto Trafalgar!- sottolineò con fermezza.
Il moro annuì flebile, infondo era proprio così, se non si fosse messo in mezzo quella testa calda sicuramente sarebbe stato lui a spaccargli la faccia –Allora perché dici cazzate.- soffiò, incrociando le braccia al petto.
 
Il rosso si fermò, facendo fermare di conseguenza l’amico, lo guardò per svariati minuti non sapendo bene cosa dire.
Si avvicinò a lui portando la mano libera sulla sua guancia accarezzandola goffamente, e lo baciò.
Un semplice bacio a stampo.

-E’ che tu mi fai sentire strano.- annunciò sfiorando i loro nasi –E’ come se fossi intossicato da tante sensazione, che mi dai solo tu.- borbottò facendo combaciare nuovamente le loro labbra, pressandole su quelle dell’altro, leccandole con la punta della lingua –Lo sai come sono.-

Law ricambiò il gesto, cercando di approfondire quel contatto.
Cinse la vita della testa rossa con le proprie braccia tirandolo di più a se, sentendolo tremare lievemente.
Si separarono per assenza di ossigeno.

-Andiamo a casa.- disse il moro mantenendo la presa sulla vita di Kidd.
Quello dal canto suo annuì e coprendo entrambi con l’ombrello riprese a camminare, decisamente più sereno di prima.
-Spero che riprenderemo da dove abbiamo lasciato.- ammise con un sorriso sghembo.

Law imitò il suo riso.
-Vedremo.-
 
 
Note di me:
Buongiorno, buon pomeriggio e buona sera ;)!
Ed ecco qui un’altra shot, un po’ più lunga del solito… Volevo dedicare questa fic a tutte/i coloro che mi seguono, commentano, leggono ecc.. Vi ringrazio dal profondo del cuore <3!
Un'unica spiegazione, gli anni di scuola sono ispirati a quelli giapponesi.
un bacione <3

 
 
  
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