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Autore: A Swiftie Life    25/06/2014    4 recensioni
Luke Hemmings era il ragazzo più antipatico e sfacciato che Charlie avesse mai conosciuto. Voleva credere che fossero talmente diversi da non trovare mai una tregua ai loro continui battibecchi. Ma infondo, Charlie sapeva che non erano proprio due mondi paralleli.
"Ogni estate Kate andava da suo padre a Miami per trascorrere del tempo con lui. In pratica, ospitava me, Emily e Mikey in un'enorme villa a tre piani per circa tre mesi."
"«Potrei avere dell'acqua?»
Ringraziando, afferrai il bicchiere per poi portarlo al tavolo. O almeno quella era l'intenzione. Non appena mi voltai una figura alta mi si parò davanti, facendomi fare un balzo all'indietro. Il bicchiere rimase arpionato alla mia mano, ma un po' di liquido finì sulla maglia nera del tipo.
«Cazzo!» pronunciò.
«Oh mio Dio, scusami tanto!» iniziai. «Beh, è solo acqua, quindi non dovrebb-» lasciai la frase in sospeso quando vidi per la prima volta il viso dello sconosciuto. Era... era... stupendo.
L'espressione leggermente confusa del ragazzo scomparve, lasciando spazio ad un ghigno divertito.
«Lo sospettavo; una ragazzina come te non avrebbe potuto di certo bere del whisky»"
Riuscirà Charlie a sopportare Luke e il suo ego per tre lunghissimi mesi?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1° capitolo

 

The beginning of the end.

 

 

Aprii svogliatamente gli occhi. Alcuni raggi tenui erano filtrati dalle tende rosso vermiglio della mia camera. Sollevai leggermente il busto per afferrare la sveglia dal comodino e controllare l'ora. Erano le 7.30 a.m. del 13 giugno. Strabuzzai gli occhi. 13 giugno?! Lanciai la sveglia, che ovviamente finì per terra in mille pezzi, urlando. Scalciai le lenzuola dal letto per liberare le mie gambe dalla loro presa e caddero a terra stropicciandosi. Mamma mi avrebbe uccisa, ma poco mi importava. Era il 13 giugno! Il giorno della liberazione, il giorno degli studenti: la fine della scuola. Con gli occhi a cuoricino mi diressi verso il bagno, a metà tra il saltellando e l'urlando. Mi lavai e truccai a velocità record. Potevo considerarlo l'unico giorno in cui non avevo fatto tardi. Spalancai le ante dell'armadio per scegliere cosa indossare: avrei dovuto fare shopping per l'estate. Afferrai una gonna a vita alta nera (semplice, leggermente a campana), e l'abbinai ad una canotta bianca da infilare dentro. Converse bianche e via. Indossato il tutto mi precipitai in cucina dove mamma era già alle prese con i pancakes; un odore invitante di sciroppo d'acero si insinuò nelle mie narici. Con mia grande sorpresa trovai a tavola già mio padre intento a leggere il suo giornale e quell'imbecille di mio fratello che mangiava come un maiale dei cupcakes al cioccolato. Mi accigliai sull'uscio. 
«Oh, Charlie, sei già in piedi!» commentò la sgargiante bionda nel suo grembiule da cucina, mamma. Allison Clifford era di fronte a me e mi guardava sorridente, come tutti i giorni. Trascinai la sedia all'indietro irritandomi da sola per il rumore provocato dai piedi in legno e mi sedetti molto elegantemente. Ovvero stravaccandomi sull'isolotto della cucina e afferrando un biscotto dalla ciotola. Mio fratello mi fissava. 
«Che ti guardi, Michael?» ringhiai a bocca piena. Michael Clifford era il fratello più rincitrullito, colorato e pervertito del mondo. Non avevo ancora capito se l'essere nella camera affianco alla mia era un unicorno o un zoofilo. Forse era entrambi. Aveva i capelli scuri tinti alle punte di verde e un modo tutto suo di vestirsi. Mi stava ancora guardando a metà tra lo sconvolto e accigliato. Riprese a mangiare il suo cupcake in silenzio.
«Di buon umore anche l'ultimo giorno di scuola, Lottie?» commentò sarcasticamente mio padre non staccando gli occhi dal giornale e sorseggiando la sua tazza di thè. 
«Io ero felice prima di vedervi» sorrisi, falsa «e non chiamarmi Lottie». Sentii una sonora risata. Finalmente la mia dolce e comprensiva Allie portò in tavola le ciambelle e ci spruzzò sopra una dose esagerata di sciroppo d'acero, come piaceva a me.
«Tuo padre ha ragione, Charlie. Non sei contenta?» chiese con fare premuroso. Beh, si che lo ero. Come potevo non esserlo?.
«Lasciala perdere, Allison. Probabilmente non merita neppure la vacanza che io e i miei soldi le permettiamo di fare.» esordì Mr-ho-trovato-un-dollaro-per-terra. Alzai gli occhi al cielo.
«Oh, andiamo George. Michael e Charlie sono abbastanza grandi per una bella vacanza, e anche meritevoli» sorrise. Eh già, dopodomani mi aspettava l'inizio di una vacanza da sogno.
«Io credo che Miami sia troppo lontano per delle sedicenni esaltate» mia madre ridacchiò all'affermazione di papà. Insomma, Miami non era dietro l'angolo, ma sicuramente era un gran bel posto per una vacanza. Io, le mie amiche, e l'estate.
«Se permettete, io non sarei una sedicenne esaltata» chiarì Mikey portando il piatto dei cupcakes nel lavello. Ah, già, e lui. Sarebbe stato tutto decisamente troppo bello se si fosse trattato di tre mesi di relax esclusivamente con le mie amiche. Quindi, mi ero dovuta accollare anche lui, come se non bastasse. Ingoiai l'ultimo biscotto senza ascoltare il resto di quell'assurda conversazione; mi alzai dalla sedia e mandai un bacio volante ai miei genitori, salutandoli. 

 

«Charlie!» una pazza schizofrenica e sclerotica ragazza mi piombò alle spalle. Urlai nel corridoio della Pennsylvania High School pieno zeppo di ragazzi. Anche l'ultimo giorno di scuola dovevano correre per le lezioni?! Minchia che angoscia. Comunque, eravamo arrivate al punto dove quella deviata cronica di Kate mi si era gettata addosso facendomi quasi perdere l'equilibrio. E io che urlavo. Portai una mano sul cuore, sentendolo accelerare. 
«Minchia, Katherine, mi hai fatto prendere un colpo!» esclamai risultando alquanto stridula. La sua risata cristallina mi invase le orecchie; passò un braccio intorno al mio collo, abbracciandomi. Katherine Grey era la mia migliore amica dal primo anno di liceo, e quindi da tre anni. Era una ragazza splendida; aveva dei capelli castani lunghi fino alle spalle e due occhi grandi e scuri. Ricambiai l'abbraccio. Non volevo sembrare troppo incazzata o scontrosa, anche se non lo ero per niente. Semplicemente ero abituata. Chiusi gli occhi, inspirando il suo profumo alla fragola. Quando si staccò esibì un sorriso enorme. 
«Allora» iniziò «sei pronta per la vacanza più fica del mondo?» era eccessivamente euforica. In fondo, per lei non era una cosa nuova. Le cose stavano più o meno così: i genitori di Kate erano divorziati da un pezzo, ma essendo ricchi fino al midollo, avevano potuto darle tutto ciò che desiderava. Così, ogni estate lei andava da suo padre a Miami per trascorrere del tempo con lui, dato che viveva con sua madre. In pratica, ospitava me, Emily e Mikey in un'enorme villa a tre piani per circa tre mesi. Non stavo più nella pelle. 
«Kate, sono mesi che ripeti sempre la stessa cosa» la rimbeccai ridendo. Fece un gesto seccato con la mano, mentre entravamo in mensa. Riempì il suo vassoio di insalate varie, frutta e acqua. Feci una smorfia guardando il mio, pieno di cose non consigliabili per una dieta salutare. Kate era una patita dell'esercizio fisico e della dieta, anche se aveva la forma di un righello. 
«Diventerai verde a forza di mangiare lattuga, Kate» le dissi incolore addentando un sandwich al tonno. Mi lanciò un'occhiataccia.
«Per prima cosa sono vegetariana, secondo tengo molto alla mia linea» si giustificò, aprendo la bottiglietta dell'acqua. «E di certo non siamo tutte 'self-confident' come te, Charlotte» alzò le sopracciglia sorridendo maleficamente. Un pezzo di pollo mi stava per andare di traverso.
«Scusami?» chiesi tossendo. 
Ridacchiò. «Quello che volevo dire è che tu sei una persona molto sicura di te; non ti interessa apparire come gli altri vorrebbero, ma come tu vuoi apparire. Te ne freghi del tuo aspetto perché sai già di essere fantastica» concluse guardando dei chicchi d'uva nel suo vassoio. Aggrottai le sopracciglia. Era quello ciò che pensava di me?
«E' davvero questo quello che pensi?» diedi voce ai miei pensieri. 
«Oh sì, Lottie» commentò una voce diversa da quella della ragazza di fronte a me, dal nulla. Infatti la sua bocca non si era mossa. Girai il capo e vidi una Emily sorridente e vivace sedersi affianco a me prima di mordere una mela rossa. Che fossero fissate entrambe con la dieta? Ma no; Emily non era idiota come Kate. La bionda affianco a me poteva sembrare schizofrenica almeno quanto Kate, ma in realtà era tutto il contrario. Aveva dei capelli chiari color miele, due piccoli occhi verdi e un bel sorriso. Le piaceva rimanere al posto suo e non dar fastidio. Ovviamente l'ultima frase non includeva me. 
«Ciao Emily, sono contenta di essere la tua amica preferita» alzai gli occhi al cielo e continuai ad ingozzarmi, mentre le due si scambiavano osservazioni maligne sulla mia eccessiva sicurezza; ma andiamo. 
«Io credo che Kate abbia ragione; a volte sei narcisista, e sfacciata» disse ridendo. Era arrivato il momento delle confessioni? 
«Oh, si, Kate vuoi aggiungere qualcos'altro alla lista nera di questa bionda malefica? Magari vorrete anche dire che sono ninfomane?» alzai un sopracciglio.
Risero come due deficienti; Kate dava una visione esplicita del suo palato, mentre Emily si limitava a portare la mano davanti alla bocca, ottima decisione. 
«Ma tu sei ninfomane!» dissero in coro, facendomi quasi strozzare con il gelato alla vaniglia. Tossii convulsamente. Le guardai malissimo.
«Direi che può bastare. L'abbiamo ferita nell'orgoglio abbastanza da farle mettere il broncio per tutta l'estate»
Grazie, eh.

 






AAAAAAAALLLOHA BELE FACIULE.
Saaaalve, eccomi con un'altra storia fantastique (si come no). Stavolta ho deciso di farla sui 5sos, ovvero i 5 seconds of summer. E guardacaso il titolo della storia è simile. Allora, come prima cosa volevo dirvi che è solo il prologo, ovvero quello che sta succedendo all'inizio prima di iniziare la storia vera e propria. Secondo me questa FF vi piacerà. Poi, volevo vedere come andava, quindi non la continuerò subito, ma aspetterò qualche recensione per decidere se continuarla o no. Cos'altro? Ah si, è finita la scuola, yeeeee. Tutte promosse? Io si, lol. Ovviamente mi farebbe piacere se mi raccontaste dei vostri programmi per l'estate nelle recensioni, mi incuriosisco ouo. Bene, detto  questo ci vediamo bellezze! 

La vostra Au.
 
  
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