Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: vennalyrion96    25/06/2014    4 recensioni
STORIA SOSPESA DEFINITIVAMENTE
IV è uno dei duellanti più famosi in assoluto: campione d'Asia e vincitore di innumerevoli duelli, è il personaggio di Zexal più sadico e crudele nei confronti degli avversari. Ma cosa succederebbe se un giorno, durante il suo amato fanservice, conoscesse una ragazza misteriosa che riuscirà a mettergli i piedi in testa, non nei duelli, ma in qualcosa di più intenso, come i suoi sentimenti? Come reagirà la famiglia Arclight all'incontro con questa strana ragazza dalla personalità ignota ma che rivelerà uno dei lati più enigmatici dell'animo umano? Lo scoprirete in questa fic! Buon proseguimento!! :D
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byron Arclight/Tron, Christopher Arclight/ Five, Michael Arclight/ Three, Nuovo personaggio, Thomas Arclight/ Four
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 4

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Primo giorno di lavoro

 

Due grandi occhi chiusi e insonnoliti sbucarono lentamente dalle fresche e bianche lenzuola di un grande letto a baldacchino.

Dalle due piccole finestre della stanza erano riflessi i fiochi raggi di luce del sole di primo mattino che illuminavano completamente un volto grazioso ancora immerso in un sonno lungo e profondo.

Una folta cascata di capelli nero corvino separava nettamente la testa della ragazza addormentata dal morbido e imbottito cuscino rosa pesca e un corpo esile e snello si affacciava affaticato al limpido sorgere del sole. Quest’ultimo sembrava limitarsi alla semplice contemplazione del soggetto sdraiato su quel letto, piuttosto che iniziare a offrire, come ogni giorno, luce a tutta la stanza.

Lentamente e affannosamente, Angelina si rigirò fra le coperte, cercando di evitare il più possibile i faticosi ed insistenti raggi solari, che ormai le avevano colpito direttamente le pigre palpebre.

Avvolse le braccia sottili attorno al cuscino e pian pianino, la ragazza aprì gli occhi. A causa del troppo sonno, però, la sua vista era ancora parecchio annebbiata e la sua testa pulsava, come ad incitarla a restare a letto ancora per un po’.

Le ci vollero alcuni secondi per poter mettere a fuoco gli oggetti che stava osservando, in particolare quelli poggiati sull’elegante e minuscolo comodino in legno alla sua destra: un abat-jour stranamente spenta, una piccola sveglia, una boccetta di profumo, una collanina d’argento, dei fazzoletti…

Tutta roba che di certo non le apparteneva, ma di cui non aveva fatto caso la sera precedente probabilmente perché era talmente stanca da essersi letteralmente lasciata trascinare dalle braccia di Morfeo senza avere la possibilità di poter vedere nient’altro, se non le placide e soffici coperte di quel letto ben rifatto.

La ragazza puntò da subito l’attenzione sulla sveglia e allungò un braccio per afferrarla.

Controllando l’orario, notò, in tutta sorpresa, che erano le 7.25.

Angelina portò il palmo della mano sulla fronte e sbarrò immediatamente gli occhi che poco prima non si decidevano di aprirsi, per costatare quanto potesse essere stata stupida a non essersi alzata venticinque minuti prima!

IV, infatti, le aveva avvisato dello strampalato e insostenibile comportamento di suo padre nel caso la sua colazione non le fosse servita almeno alle otto circa del mattino.

E non si doveva trattare semplicemente di un pasto comune: Tron, infatti, prediligeva un servizio completo, una colazione impeccabile e unica che in trentacinque minuti sarebbe stato difficilissimo preparare!

Angelina cadde subito nel panico.

 -La colazione deve essere pronta per le otto… Sarà meglio che mi muova, o Tron mi farà un nodo alla gola!- disse, agitando le gambe tra le lenzuola e alzandosi dal letto a velocità supersonica.

Per prima cosa si guardò intorno, cercando la sua divisa da lavoro e iniziando a frugare nell’armadio alla sua destra.

Gli attaccapanni appesi al suo interno reggevano vestiti stravaganti colorati e già stirati, come camicie e minigonne di jeans, pantaloni di seta lunghi, maglie a maniche lunghe scollate…

Ad Angelina piaceva molto quel genere di cose ma in quel momento il tempo a disposizione per provare tutto non ce n’era perché doveva affrettarsi a trovare la sua divisa.

-Ma dov’è, insomma?- si lamentò lei a bassa voce per non arrecare disturbo già a partire dal suo primo giorno di lavoro.

Poi voltò lo sguardo sulla poltroncina di fronte al letto e notò, che oltre ai tanti capi di abbigliamento che IV le aveva offerto, c’era anche una divisa bianca e nera, quella che cercava.

-Oh, eccola! Bene! Adesso mi vesto, spero solo che sia della mia misura, altrimenti sono nei guai!- costatò lei, togliendosi il pigiama e afferrando la veste infilandosela con rapidità.

Era comodissima, per fortuna.

Poi aprì di nuovo l’armadio sulla cui porta era attaccato uno specchio lungo tutta la superficie.

Si guardò incredula dalla sua stessa bellezza.

-Però, in questa famiglia hanno dei buoni gusti- affermò Angelina tra sé a sé, mentre si rigirava su sé stessa per ammirare il suo look da cameriera umile ma attraente.

Nella casa di campagna, non le avrebbero certo permesso di lavorare con una divisa di quel genere: per i suoi genitori, infatti, vestirsi troppo attillati non era mai stato un buon esempio da parte di una ragazza e questo infastidiva non poco la giovane Angelina, che nel frattempo cercava di togliersi dalla testa il passato per guardare al presente.

Più frenetica che mai, prese da uno dei cassetti del comodino una spazzola e si pettinò i lunghi capelli con cura, facendo attenzione ai nodi e cercando di apparire  il più carina possibile.

Quando ebbe terminato, tirò un lungo sospiro di sollievo e uscì di corsa dalla stanza.

Ciò che le si presentò fu tutt’altro che piacevole.

Difatti, non appena aveva messo piede fuori dalla camera, si rese conto di essersi già smarrita nel bel mezzo di un lunghissimo corridoio che conduceva in chissà quale parte della casa.

La sua reazione fu di sgomento oltre che di fastidio.

-Oh no, e adesso dove devo andare? Io non ho la benché minima idea di dove si trovi la cucina. Ora mi toccherà perdere tempo a cercarla e di conseguenza, fare tardi la colazione per la famiglia- si lamentò lei a bassissima voce, girando la testa qua e là disorientata e confusa.

-Anzi, prima di andare in cucina, mi conviene andare in bagno dato che ho la faccia sporca e decisamente poco gradevole- decise Angelina dopo aver dato un ultimo sguardo al suo viso in un piccolo specchio appeso nel corridoio.

Prima di ritrarsi dal suo stesso riflesso, però, Angelina si accorse di un altro giovane volto dietro di lei, virile, gelido e molto serio che l’osservava.

La ragazza lanciò un piccolo grido e si girò di scatto verso la statuaria e imponente figura del primogenito di Tron.

-Oh, scusi, non sapevo che lei fosse sveglio. Ha bisogno di qualcosa?- chiese lei tentando in tutti i modi di non cadere vittima dello sguardo impenetrabile di lui che la metteva notevolmente in imbarazzo.

-Io credo invece che sia tu quella più bisognosa in questo momento- affermò lui, sempre mantenendo quella postura raffinata e perfetta.

Angelina concordò con lui facendogli un sorriso e mettendosi una mano nei capelli.

-Beh, sì, in effetti, è la prima volta che mi trovo a lavorare in un luogo così vasto e sinceramente non so ancora bene dove si trovino le varie stanze…-

V fece qualche passo in avanti verso di lei, facendola impallidire a dismisura.

-Non preoccuparti, è comprensibile che tu ti senta disorientata. Ti guiderò io per il momento- annunciò V.

-La ringrazio molto per l’aiuto. Io adesso però vorrei andare in bagno, mi potrebbe dire dove si trova?-

Angelina non vedeva l’ora di togliersi di dosso lo sguardo glaciale e misterioso del giovane V che le indicò solennemente la quarta porta a destra nel corridoio.

Entrò chiudendo la porta a chiave e scivolò per terra finendo seduta sul freddo pavimento in marmo del maestoso bagno.

La nuova arrivata sorrise avida e ripensò ai rigidi occhi blu di V che l’avevano inquietata tantissimo, ma di cui era stranamente molto attratta.

La raffinatezza, l’eleganza e la diffidenza di V l’avevano lasciata di stucco perché tutte queste caratteristiche non facevano parte assolutamente del carattere di IV!

“A dire il vero quel bel fusto di V non sembra neanche suo fratello. E’ così freddo, come se non provasse emozioni. Un esemplare unico e raro. Come faccio a non rimanerne affascinata?” rifletté lei dopo essersi alzata per dirigersi verso il lavabo.

Si sciacquò la faccia accuratamente con acqua gelata e poi afferrò dolcemente un asciugamano e con questo si tamponò la pelle del viso.

Si osservò nuovamente allo specchio e sorrise in modo sadico.

“Non ha nemmeno l’aria di un uomo interessato ad avere una relazione. Che peccato, sarebbe bello poter sfoggiare il mio fascino per farlo cascare ai miei piedi” concluse lei con un’espressione delusa.

Trasportata da seducenti emozioni, la ragazza uscì finalmente dal bagno e vide V in piedi qualche metro più avanti che l’aspettava.

-Eccomi, ho finito- comunicò Angelina al figlio del suo padrone che nel frattempo si stava accarezzando la lunga chioma argentata con aria inquieta.

-Perfetto. Ora seguimi, ti porterò in cucina- disse V, voltandosi dalla parte opposta e riprendendo il cammino accompagnato dalla nuova cameriera.

Quest’ultima lo seguiva in silenzio e per tutta la durata della camminata, lei non faceva altro che osservare ininterrottamente i lunghi e flessuosi capelli del ragazzo con desiderio. Non aveva mai visto una tale preziosità e col passare del tempo, le veniva sempre più un’irresistibile voglia di sfiorarne alcune ciocche con una mano per poi assaporare il loro profumo, rimettendo in circolo l’azione devastante dei neuroni nel suo corpo scosso da una fatale attrazione per quel ragazzo così diverso dall’esilarante fratello minore IV e dal bambinesco padre Tron.

V, accortosi delle strane occhiate che la ragazza gli rivolgeva, si girò e domandò incuriosito: -C’è qualcosa che non va?-

Lei scosse la testa.

-Oh no, niente di che. Mi stavo solo domandando… ecco…-

-Che cosa?- interruppe lui, volendo già entrare nel nocciolo della questione.

Angelina aveva pochissimo tempo per riflettere su una scusa fattibile per giustificarsi, tant’è che rigirò le proprie dita, si morse il labbro e  guardò vagamente per terra.

Poi rialzò la testa e rispose:

-Ecco… come dicevo, mi stavo solo chiedendo come sarà suo fratello III… Ieri sera IV non ha avuto il tempo di parlarmene…-

V, dopo aver accertato il dubbio della ragazza, assunse la posizione di prima e ritornò a camminare scendendo al piano inferiore tramite dei ripidi scalini in marmo.

-Capisco. Non temere Angelina, lo conoscerai tra poco- affermò con la sua solita freddezza.

Lei però era molto più curiosa di quanto apparisse, così pose ulteriori domande.

-Mi scusi se mi intrometto, V, ma mi dica… Com’è III? Di sicuro è molto educato e ligio alle regole, dal momento che ieri, per esempio, era tardi e lui era già a dormire…-

-Non hai tutti i torti. III è un ragazzo sensibile, perciò vedi di comportarti di conseguenza. Comunque sia, non ho intenzione di dirti altro. Come ti ho già detto, fra pochissimo lo conoscerai di persona. Guarda, siamo arrivati…- annunciò V entrando nell’immenso soggiorno e indicando con l’indice una porta già spalancata sul fondo che conduceva ad un altro corridoio.

Stranamente Tron non si era ancora fatto vivo, ma Angelina fu comunque scossa dalla preoccupazione dato che ormai erano già le otto in punto e la colazione non era ancora stata preparata.

Angelina si mise a fianco di V e lo seguì fino all’entrata della maestosa cucina.

-Wow! Che meraviglia!- esclamò lei entusiasta mentre girovagava davanti ai fornelli e ai vari cassetti e credenze.

V le rivolse un piccolo sorriso.

-Spero che abbia capito la strada. Ad ogni modo, non preoccuparti per la colazione. Oggi è il tuo primo giorno di lavoro e Tron mi ha incaricato di comunicarti che puoi iniziare anche adesso a prepararla, non c’è fretta. Da domani in poi, però, inizierai ad alzarti almeno un’ora prima, chiaro?-

Angelina annuì.

-Non si preoccupi. Adesso mi è un po’ più chiaro il percorso. Col tempo, imparerò anche a orientarmi nelle altre parti della casa. Per adesso, può bastare. La ringrazio molto per l’aiuto-

V abbassò la testa e uscì dalla cucina.

-Non c’è di che. Del resto sei appena arrivata. Se dovessi avere bisogno, non esitare a rivolgerti a me, mi raccomando. Io vado da Tron, quando avrai finito, raggiungici-

-Va bene signore-

Finalmente sola, Angelina si guardò intorno e vide, come prima cosa, una credenza in alto piena zeppa di tazze di porcellana, piattini e servizi da tè da far invidia a chiunque.

La ragazza, con l’aiuto di una sedia, aprì la credenza e cominciò a contare:

-Allora, preparerò il tè per Tron, per IV, per quello splendore di V e per III… In tutto sono quattro tazze. Bene!-

Con cautela, prese quattro tazze e i rispettivi piattini poco alla volta e li appoggiò tutti sul vassoio d’argento sopra il tavolo al centro della cucina.

Poi aprì un cassetto  accanto al frigorifero e trovò quattro cucchiaini che posò a fianco di ciascun piattino, seguiti da dei piccoli tovaglioli, dei biscottini ai cereali, marmellata all’albicocca e croissants vuoti o al cioccolato.

Successivamente, prese una teiera sulla quale preparare l’infuso. Dopo un quarto d’ora di lavoro, la colazione per la famiglia fu finalmente pronta e Angelina afferrò soddisfatta il vassoio e si avviò verso il salone, dove intanto era incominciato un baccano assurdo: TV a tutto volume come la sera precedente, risate a tutto spiano di Tron…

Angelina scoppiò a ridere.

-A quanto pare Tron è di buon umore perfino alle 8 e un quarto di mattina. Caspita, allora IV aveva ragione riguardo suo padre!-

Ad un certo punto, mentre lei rideva a più non posso, uno spintone la colse di sorpresa e la fece quasi cadere per terra insieme al servizio da tè.

-Ma che diavolo… Ehi, attento a dove mette i piedi, mi ha quasi fatto rovesciare la colazione!- gridò lei infuriata.

-Oh, mi scusi, signorina, mi sono inciampato per la fretta. Si è fatta male?-

Una voce dolce e gentile colse la sua attenzione e Angelina, presa dalla rabbia, si voltò per vedere il profilo di un giovane ragazzo dagli occhi verde smeraldo che la fissava mortificato e dispiaciuto.

L’aura di rabbia che Angelina aveva appresso svanì d’un colpo, lasciando posto ad una magica sensazione di armonia nel suo cuore.

Quell’esile corporatura magrolina, quei morbidi capelli color confetto e quell’atteggiamento educato la fecero subito intuire di che persona si trattasse.

Lei sorrise maliziosa.

-No, tutto a posto, sono io che mi devo scusare… Non avrei dovuto urlarle in quel modo-

Il ragazzino si meravigliò e sbarrò gli occhi.

-Non si preoccupi, signorina. Sono io che sono molto sbadato- concluse lui divertito e arrossato.

-Possiamo esserlo tutti nella vita. Una volta ogni tanto, può accadere- continuò Angelina, anch’ella molto rallegrata per la situazione.

Entrambi si scambiarono uno sguardo d’intesa e lui, con gentilezza allungò la mano per stringergliela e timidamente, si presentò:

-Ad ogni modo, io mi chiamo III, signorina…-

-…Angelina- lo interruppe lei con un sorriso a trentadue denti.

-Ok, piacere, Angelina. Vedo che è lei la nuova cameriera- affermò III, sempre con un dolcissimo sorriso stampato sul suo candido viso.

-Esatto. Suo fratello IV mi ha trovato per strada ed è stato così gentile a portarmi qui. Tuttavia questa casa è così grande, penso che mi ci vorrà del tempo prima che possa orientarmi come si deve-

-Non si preoccupi, Angelina. In questo l’aiuterò io- propose III con le gote sempre più arrossate per l’imbarazzo. Lui non aveva mai parlato apertamente con una ragazza prima d’ora… Le uniche con cui aveva stretto una tenera amicizia erano state solo alcune bambine dell’orfanotrofio dove aveva trascorso, allora col nome di Michael Arclight, il periodo tra l’infanzia e l’adolescenza, più precisamente a partire dai dieci anni di età fino ai quattordici anni, ovvero nell’anno in cui suo padre era ritornato dopo il tradimento di Faker.

Michael era sempre stato un ragazzino molto timido e impacciato e contrariamente al fratello IV, allora Thomas Arclight, il successo con le ragazze non era il suo punto forte e la sua tenera ingenuità lo aveva portato pian piano alla solitudine.

Per questo, III era felice di aver conosciuto una ragazza così solare ed intelligente come Angelina e non vedeva l’ora di stringere amicizia con lei.

-Grazie, caro III lei è così gentile e premuroso. Possiamo darci del “tu”?- domandò felicissima rimettendo in piedi alcune tazze vuote che erano cadute dopo essersi schiantata contro il ragazzino.

-Ma certo, Angelina. Mi fa davvero piacere sapere che noi due siamo diventati amici. Che ne dici se andassimo insieme in salotto e ti facessi accomodare insieme alla mia famiglia?-

-Oh, tu mi stai viziando troppo, III. Non credo che a Tron o a V faccia piacere. In fondo, sono solo una cameriera e niente di più- disse umilmente Angelina, sempre più colpita dal caldo affetto che gli dava il giovane III, nonostante si fossero conosciuti da pochi minuti.

-Lascia almeno che ti aiuti con questo vassoio pesante- ribadì III prendendo la teiera piena di tè fumante per alleggerire il contenuto del vassoio.

-Sei così gentile, ti ringrazio, III-

-Figurati-

Entrambi si lanciarono tenere occhiate e si diressero insieme nel grande salone, contenti ed estasiati.

 

 

Angolino dell’autrice:

Ciao a tutti e bentornati! :D Molti di voi avranno sicuramente dovuto affrontare gli esami questo mese, ragion per cui ho deciso di dedicarmi a questa storia un po’ meno del previsto. Come sono andati? Spero bene a tutti voi! :) Anch’io sono stata molto impegnata, e per chi magari attendeva con ansia il nuovo capitolo, chiedo umilmente scusa, come sempre… Come vi è sembrato l’incontro di Angelina e III? Io penso di averlo reso il più semplice possibile, senza focalizzarmi troppo sul loro lato psicologico… Semai l’ho fatto per quanto riguarda l’attrazione iniziale della protagonista per il gelido V xD In generale, il capitolo non è un granché, ma spero che vi sia piaciuto comunque, anche perché è il più importante per capire il seguito della fic! :) Come al solito, ringrazio e mando un abbraccio a tutti coloro che mi sostengono, mi mandano recensioni o leggono soltanto. Veramente, per me è un’emozione senza confini :D

A presto con un nuovo chappy!

vennalyrion96

  
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