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Autore: satanina    20/08/2008    0 recensioni
In lacrime, la chiamò, mentre un delicato profumo di rosa si insinuava nella mente della donna. Corse alla finestra, scostando le tende, venendo investita da un raggio d luce, e si affacciò. Cercò con lo sguardo Lilly, senza risultati. Scese velocemente le scale e corse verso quel tanto agognato salice piangente, ma appena raggiunse il centro deol giardino, lo stupore era al pari passo con la gioia. Al posto del grande salice piangente, si elevava un meraviglioso pioppo, circondato da un nugolo di rose azzurre.
Genere: Romantico, Mistero, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccola, la Luna piena.
Si innalza nel buio della notte, illuminando con forza il prato, pitturandolo di argento, bianco e nero.
Il cielo è di un oltremare purissimo e tenebroso, a volte punteggiato da una serie infinita di piccole luci colorate, bianche, rosse, azzurre, gialle...
L'aria è frizzante e fresca, segno che l'Estate sta volgendo al termine, lasciando malvolentieri il posto al Signor Autunno, che col viso paonazzo dipinge ogni albero che vede di tutti i colori caldi esistenti, nessuna eccezione!
Al pensiero della pioggia, del freddo pungente e delle giornate sempre più corte, Lilly si intristisce.
Povera, piccola Lilly, racchiusa in un corpo di ragazza, quasi bambina, con quei piedini piccoli e delicati e le mani lievi e fredde.
Il suo corpo, spesso, non risponde ai suoi comandi, facendola scatenare in un sortilegio chiamato Danza.
Lei danza con passione, con fervore, con una felicità immensa.
L'estate le dava gioia, perchè ciò che più ama Lilly è ballare sotto le fronde dei ciliegi in fiore, delle magnolie profumate o degli aceri in piena sbocciatura.
In assoluto, però, Lilly amava danzare protetta dalle fronde sottili del grande salice piangente, proprio al centro del grande prato, accerchiato da ogni tipo di pianta e fiore.
Il grande salice era in piena fioritura, le gemme primaverili erano sbocciate in piccole e magre foglie che ricoprivano con cura ogni ramo, come una sorta di armatura.
Lilly amava quell'albero, ma non capiva mai perchè, ingenua, lo chiamassero salice piangente.
Sua madre, donna buona e generosa, le raccontò che lo chiamavano salice piangente perchè sembrava che l'albero piangesse lacrime verdi.
Questo toccò moltissimo l'animo sensibile di Lilly, che alla notizia, scappò in  mezzo al prato, abbracciando il povero salice piangente, in lacrime.
-Perchè- diceva -perchè piangi? Perchè sei triste? Non me lo vuoi dire?-
E l'albero, non potendo dire una parole, la consolò sfiorando le sue piccole guancie, al più piccolo soffio di vento.
Ogni volta che Lilly poneva questa domanda a sua madre, le rispondeva sempre che il salice piangeva perchè la vedeva danzare, e le sue erano lacrime di gioia, vedendo una ballerina di così grande talento.
-Ho deciso! Danzerò per te, per farti tornare felice-
E fu così che Lilly cominciò a danzare, danzare e danzare.
Passava interi pomeriggi sotto quell'albero, e la madre era seriamente preoccupata per lei.
Non aveva amici, non usciva mai, a scuola aveva sempre una media impeccabile, ma non aveva nessuno con cui parlare.
Fu così che una sera di settembre, poco prima di cena, Lilly scomparve.
Nella sua stanza non c'era, e nel prato neppure.
Cominciò a chiamarla a gran voce, senza ottenere risultati.
La madre uscì di casa, correndo in mezzo al prato, capendo dove poteva essere andata, quando una dolcissima melodia si impossessò della sua mente.
Era una musica lenta, solenne, quasi imponente, e si estendeva fin sotto il grande salice.
La donna gli corse incontro, sperando di trovare Lilly, ma un'altra serie di note la stordì, sempre più veloci, sempre più impetuose.
Sembrava quasi la volessero far ballare insieme a loro, ma la madre non si lasciò tentare, continuando a camminare verso il salice.
E fu lì, a un centinaio di metri dal traguardo, che vide Lilly, al chiaro di luna, mentre ballava come nessun'altro prima d'ora.
La ragazza saltava, si muoveva, articolava le mani in una strana morsa, per poi schiudere le dita e continuare, come se stesse dipingendo nell'aria un meraviglioso quadro di tutti i colori.
Le note, ora, erano allegre, fresche, giovani, che danzavano accanto al salice, scuotendone le fronde delicatamente.
Da dove veniva quella musica?
La madre non capiva, e si guardava intorno per cercare uno stereo, un impianto elettrico, qualcosa che le potesse permettere di udire quella fantasia musicale che le attanagliava l'udito.
Era inutile guardarsi intorno...quella meravigliosa musica proveniva dalle mani di Lilly, dai suoi movimenti, dai suoi sentimenti.
A seconda di come si muoveva, le note le venivano cucite addosso, su misura del ballo scelto.
Ecco, ora la musica era triste, lenta e dolce, mentre la ragazza si esibiva in piccole acrobazie di danza classica, con gli occhi chiusi e quella vestaglia trasparente, che risaltava le forme del suo corpo.
Ora le braccia si muovevano sinuose, seguendo il bacino, mentre le note sensuali e calde di una piccola orchestra jass invadevano maleducatamente l'aria.
Gli occhi celesti di Lilly si aprirono in un istante, un istante che venne sottolineato da un battito di grancassa.
Un altro.
Un altro ancora.
Le sue gambe lunghe correvano sul prato, prendendo lo slancio, per alzarsi in aria ed eseguire dei piccoli spettacoli con le braccia e la testa.
I capelli biondi, quasi banchi, ondeggiavano come tante lunghe ciocche di nastri di seta, durante un esercizio di ginnastica artistica, librandosi in aria.
Era un miracolo.
Quel saggio sembrava non volesse finire mai, e la donna cadde a terra, esausta e con lacrime di gioia e commozione sul volto.
La mattina si svegliò nella sua stanza,ma non si capacitò nè del come nè del quando.
Corse in camera di sua figlia, ma questa non c'era nel letto, come solitamente la trovava ogni mattina.
In lacrime, la chiamò, mentre un delicato profumo di rosa si insinuava nella mente della donna.
Corse alla finestra, scostando le tende, venendo investita da un raggio d luce, e si affacciò.
Cercò con lo sguardo Lilly, senza risultati.
Scese velocemente le scale e corse verso quel tanto agognato salice piangente, ma appena raggiunse il centro deol giardino, lo stupore era al pari passo con la gioia.
Al posto del grande salice piangente, si elevava un meraviglioso pioppo, circondato da un nugolo di rose azzurre.
La madre cadde sulle ginocchia a quella vista, mentre il pioppo agitava le sue foglie, provocando quel piacevole rumore di pioggia, come per salutarla.
Il vento contro il fogliame dava l'impressione di aver tinto una ad una le foglie di argento, componendo una specie di scultura preziosa.
La madre cadde sulle ginocchia a quella vista, mentre il pioppo agitava le sue foglie, provocando quel piacevole rumore di pioggia, come per salutarla.
Ed era lei.
Lilly, la sua piccola Lilly, era lei che la stava salutando.
Era riuscita a rendere felice il salice piangente.
In cambio le aveva trasmesso la sua essenza vitale, trasformandola in quel meravigloso albero, che sembrava fosse stato intinto nell'argento più puro e pregiato, grazie ai raggi della luna piena.
E le rose...
Beh, le rose erano dello stesso colore dei suoi occhi, quegli occhi così sinceri e sensibili che l'avevano fatta piangere di gioia tantissime volte.
Ed ecco...una nuova melodia veniva trasportata dal vento...
Aspetta...non è musica questa...questo è un messaggio...un messaggio d'amore...
-.....ciao mamma.......ti voglio tanto bene......-

Questa piccola storiella senza un filo logico, nè di una trama vera e propria, nè di un perchè...l'ho scritta nel silenzio dopo aver ascoltato "Nemo" dei Nightwish, e dopo averci ballato sopra. É impossibile dite? Beh, io l'ho fatto, e ne è uscito questo...che ve ne pare? I commenti sono molto graditi! Grazie!
  
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