Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Angelic_Girl    25/06/2014    1 recensioni
E' da qualche anno, ormai, che Kurt si è trasferito a NewYork, con una nuova vita e nuovi sogni, alcuni dei quali mai si realizzeranno. Il suo cuore e i suoi occhi appartengono da allora ad un giovane sconosciuto, il suo dirimpettaio, che Kurt osserva suonare la chitarra e vivere la sua vita, appollaiato ora dopo ora, mese dopo mese alla finestra, come ipnotizzato da quel ragazzo che lo attira tanto.
Quanto vorrebbe parlagli, quanto vorrebbe accarezzare i suoi riccioli mori.
E' impossibile, si dice Kurt. Ma niente lo è quando c'è il vero amore.
Chissà che le sue fantasie non diventino realtà.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gente ce l'ho fatta u.u Con un po' di acrobazie ho internet anche in questa landa sperduta e sono qui per aggiornare #>w<#
Volevo solo
1) ricordarvi senza un motivo preciso che togliendo questo mancano 3 capitoli alla fine 

2) avvertirvi che, visto che manca poco, i prossimi saranno noiosi (perdonatemi, mi schifo da sola)
3) informarvi del fatto che tutte le mie ff finiscono col WTF. E' la regola u.u
Detto questo vi lascio a leggere. Siate clementi Q___Q





 

-Kurt?- sussurrò il moro staccando le labbra dalle sue con uno schiocco -Mi sembra che il tuo cellulare stia squillando-

L'altro emise un mugolio annoiato, premendo di nuovo le loro bocche insieme sotto il getto caldo del microfono della doccia.

-Non vai a rispondere?- chiese Blaine, che non aveva mai sopportato il suono continuo ed insistente del telefono.

Kurt lo guardò con quei suoi enormi occhi azzurri, imbronciandosi -Non mi va-

-Puo' essere importante-

-Mmm... va bene. Tu non uscire, però-

-Devo rimanere qui?- fece Blaine allargando le braccia e spalancando gli occhi -Si sprecano litri di acqua-

-Resta nei paraggi, abbiamo un terzo round in sospeso io e te- bisbigliò il biondo all'orecchio del giovane, che si morse un labbro e arrossì.

-Okay-

Detto questo, Kurt uscì dalla doccia avvolgendosi un asciugamani in vita e corse nel salotto, dove aveva lasciato il cellulare.

4 chiamate perse da Rachel, lesse sullo schermo quando lo ebbe tra le mani.

Compose velocemente il suo numero ed attese che la voce dell'altra rompesse il silenzio.

-Kurt! Finalmente, che diavolo stai facendo?-

-Non vuoi saperlo- disse l'altro sorridendo -Ad ogni modo... cos'è successo?-

-Hummel, non crederai alle tue orecchie-

-Spara-

-Vado. In. Italia.-

Il biondo si paralizzò, quando parlò quasi le sue labbra rimasero immobili -In Italia?-

-Con la NYADA! Hanno organizzato un viaggio per noi studenti e... Dio, non ci credo ancora-

-Oh...- Kurt cercò di non far percepire la tristezza nella sua voce. Rachel era la sua migliore amica, l'unica che aveva avuto al fianco quando si era trasferito in quell'enorme città sconosciuta, il suo punto fermo dalle superiori. Non poteva lasciarlo solo.

-Per quanto tempo?- non riuscì a trattenersi dal chiedere.

-Un paio di settimane-

-Ah...- E' troppo. Non puoi, R-Rachel...

-Ho bussato a casa tua prima, ma non mi hai risposto. Sei da Blaine, eh?- rise la ragazza -Kurt, sai che ore sono? Che avete fatto?-

Il biondo gemette irritato -I fatti tuoi no?-

-Ehi... Ti ha fatto innervosire quello che ti ho detto?- la voce di Rachel era turbata, e portò il giovane ad esitare, invece di rispondere prontamente.

-Non vuoi che vada?-

-No! Sono felice per te. È solo che... mi mancherai tanto- sussurrò, senza rendersi conto del tremolio che si era impossessato della sua voce.

-Oh Kurt, non parto mica domani-

-Quando?-

-Venerdì-

-E' oggi venerdì-

-Prossimo-

-Avremo tempo per salutarci allora- disse Kurt con un mezzo sorriso.

Rachel sbuffò una risata stanca, poi qualche secondo dopo chiese divertita -Da quando sei diventato così affettuoso e sentimentale?-

-Ti voglio bene, lo sai questo. Se te ne vai io non faccio certo i salti di gioia- rispose Kurt con un tono spento ed un'alzata di spalle.

-Resisterai senza di me, credimi. Hai quel gran pezzo di ragazzo che ti tiene compagnia e con il quale puoi fare tante belle cose-

-Non sarà un sostituto valido per Rachel Berry. E poi sta' zitta, che pervertita- rise tristemente Kurt.

-Perchè? Non dirmi che stavate facendo l'inventario del frigo-

-No, infatti. Quindi fammi tornare al mio adorato intento e pensa a fare le valigie, traditrice-

-Kurt- lo chiamò lei fingendosi offesa.

-Ciao Rachel- troncò il biondo.

-Ciao, ti voglio bene-

-Anch'io-





 

-Oh santo Alexander McQuinn, cos'è quello?-

-Un asciugamani, ne hai anche tu uno addosso-

-Oh- fece Kurt, liberandosene immediatamente -Giusto, perdonami- aggiunse poi con un sorriso provocante, passando sopra la tovaglia di spugna in punta di piedi.

Blaine lo tirò a sè, stringendolo tra le sue braccia e immergendo il naso nei capelli morbidi e profumati dell'altro -Chi era?-

-Rachel. Lei... va via-

-Come va via?-

-Con la NYADA. Vanno in Italia per un viaggio-

Blaine colse l'abbattimento nel tono piatto del ragazzo -Sono opportunità che non si possono lasciar scappare-

Kurt annuì -Lo so, mi fa piacere che vada-

-Non sembra-

Il biondo non replicò, lasciandosi coccolare da Blaine -Possiamo vestirci?- chiese qualche secondo dopo -Non mi va di... Ora non sono più dell'umore-

-Va bene- disse gentilmente l'altro, assestandogli un bacio sulla tempia e sfregando la sua schiena nuda e bianca -Ti presto un mio pigiama-

-Mi entrerà a stento-

Blaine lo lasciò andare e, calando le palpebre con aria saccente si diresse verso la camera da letto -Arrangiati allora- disse protendendo le labbra ed assumendo un'espressione che fece scoppiare a ridere Kurt.

Quest'ultimo lo raggiunse nel corridoio -Vuoi avermi nudo nel tuo letto? È una provocazione?-

-Ti darò il mio pigiamino con gli orsacchiotti-

-Hai un pigiamino con gli orsacchiotti.-

-Esatto-

Il biondo rise di gusto, quasi piegandosi su se stesso mentre arrancava fino in camera.

-Ma dove dormiamo?- chiese alla fine, quando la serietà tornò sul suo viso.

-Non l'ho mica incendiato il letto, è nell'altra stanza-

-Lì allora?-

-Dove vuoi, ti ho detto che avremmo fatto tutto ciò che desideri-

Kurt si morse il labbro inferiore, con le guance scarlatte -Non è ad una piazza?-

-Tanto che ti piace il nostro piccolo campo di lillà?- rise il moro prendendolo per mano e trascinandolo in una camera dalla porta chiusa. All'interno di quella che doveva essere la camera degli ospiti, il letto era abbandonato in obliquo, quasi fosse stato gettato lì con fretta e noncuranza.

I due si avvicinarono al materasso e Blaine tirò via un morbido piumone ed un plaid che affidò a Kurt. Dopo aver rubato il suo pigiama, sepolto insieme alla trapunta, entrambi corsero ridendo nell'altra camera; mentre il moro recuperava qualche indumento all'altro, Kurt sistemava le coperte su quel prato di cuscini che era il pavimento.

Quest'ultimo si vestì velocemente, annusando la stoffa che aveva indosso ed accarezzandola quasi fosse un cucciolo. Poi soffiò sulle ultime candele rimaste accese, gattonò sotto il piumone accoccolandosi al fianco di Blaine ed intrecciò le gambe snelle con le sue.

-E' stato un giorno stupendo- bisbigliò con un sorriso, lasciando che il moro gli sfiorasse i capelli. Dopo il giovane mosse la mano, chiudendola a coppa sulla guancia calda di Kurt.

-Anche per me. Non sai quanto sia felice- sussurrò.

Non erano sicuri del perchè stessero parlando a bassa voce. Forse era dovuto al buio, o all'intimità che c'era tra di loro. Come se un tono troppo acuto potesse rovinare quell'atmosfera tacitamente passionale che si era creata.

Kurt sbadigliò, avvicinandosi di più all'altro, che lo cinse con le sue braccia forti e lo protesse.

-Hai un buon odore- disse il biondo con la voce sempre più flebile -No, forse non è l'odore. E' che sei caldo-

-Lo so, chiamami pure "la stufa umana" d'ora in poi-

-Scemo. Intendo dire che il calore che emani infonde sicurezza. Quando ti sono vicino mi sento in un rifugio, invulnerabile, perchè c'è la tua aura ad avvolgermi come una coperta di lana-

Blaine sorrise.

-Okay, sto dando i numeri- fece Kurt chiudendo gli occhi.

-Si, infatti. Dormi, angioletto-

-'N...otte- rispose l'altro, interrotto da un nuovo sbadiglio.





 

Martedì mattina Kurt e Blaine passeggiavano per i viali della Grande Mela. Avevano percorso qualche chilometro, ma quando si è in compagnia non ci si accorge di cosa accade intorno: si stavano divertendo un mondo.

Blaine diede un morso al suo cornetto, masticando in silenzio. Poi aprì un po' di più gli occhi, come se gli fosse appena venuto qualcosa in mente.

-Ah, lo sai che sono andato da Catherine- disse infatti.

-Che fa di bello?- scherzò Kurt con una punta di acidità.

-Non c'è, è tornata a casa sua-

-Bene, non ha più nulla da fare qui-

-Si era trasferita con me- sussurrò Blaine storcendo le labbra -Mi dispiace che sia andata via-

Il biondo fece spallucce prendendo una sorsata del suo latte scremato caldo -Non hai provato a contattarla?-

-Numero insesistente, mi dice la segreteria-

Kurt fischiò -Esagerata! Che abbia cambiato identità e fisionomia in modo che tu non possa mai più rintracciarla?-

Blaine lanciò un'occhiataccia all'altro, che sorrise amabilmente.

-Quando la smetterai di essere geloso?-

-Non lo sono da un pezzo. Il fatto è che non riesco a trovar simpatica quella ragazza. I commenti acidi vengono fuori da soli-

-Sei...- iniziò Blaine, poi incrociò lo sguardo di ghiaccio dell'altro e si bloccò immediatamente, con il respiro mozzato -...bellissimo-

-Non vedo cosa c'entri ora, ma grazie- fece il giovane arrossendo, con gli occhi fuggiti altrove.

Il moro sorrise infilando una mano in tasca.

-Ti ho preso questo alla cassa- disse, mentre tirava fuori qualcosa dal cappotto e apriva le dita guantate di fronte agli occhi curiosi ed emozionati di Kurt.

-Oh- sospirò lui, prendendo tra le dita un minuscolo orsetto di peluche che abbracciava un cuore di cioccolato -Ma non è San Valentino-

-Lo so, in mano teneva un rossetto infatti- disse l'altro riferendosi al pupazzo -Ma ho pensato che non fosse adatto. E allora ho comprato il cuore e ce l'ho messo io-

Kurt guardò Blaine sorridendo e premette le labbra sulle sue -Grazie- sussurrò.

-E' il minimo che possa fare, amore mio-

-Non oso immaginare al tuo massimo allora- scherzò il biondo scartando il cioccolatino e prendendone un morso -Vuoi?-

Blaine si sporse per addentare quel mezzo cuore, lasciandone un ultimo assaggio all'altro, che rise -Sei un ingordo, stai mangiando anche un cornetto-

-Sono ghiotto delle due cose più buone del mondo: te e i dolci- replicò lui con un sorriso, facendo l'occhiolino a Kurt.

-Come ti vengono queste frasi?-

-Sono un poeta nato-

Il biondo lo guardò divertito, e avrebbe aggiunto qualcosa se la vibrazione che colse il suo cellulare non gli avesse smorzato le parole in gola.

-Rachel, cos'è successo?- chiese il ragazzo, allarmato, nonappena ebbe il telefono all'orecchio.

Che fosse accaduto qualcosa riguardo al viaggio?

-Calma, non è nulla- lo tranquillizzò lei, poi si corresse -No, in effetti è qualcosa. Ecco... ricordi che hai un lavoro?-

Un'ondata di brividi improvvisi investì la schiena di Kurt, il quale smise di camminare con gli occhi spalancati.

Oh Dio, lo Spotlight Diner...

-Cosa c'è?- domandò Blaine sollevando le sopracciglia, ma Kurt lo zittì con un movimento della mano.

-D-da quant'è che manco?-

La voce era di scusa, come se fosse stata lei ad aver combinato un guaio -Tipo due settimane-

-Maledizione...- riuscì solo a sillabare il biondo, poi chiese ancora -Gunther è... arrabbiato?-

-No, stranamente calmo. Non vorrei dire, ma credo stia tramando un licenziamento-

-Non scherzare-

-Kurt, ha ragione. Hai praticamente abbandonato il tuo lavoro, te ne sei dimenticato-

-Ho passato un periodo particolare-

-Lo so, ma questo a lui non importa nulla. Io mi sono rifugiata in bagno per avvisarti... Comunque ora è tardi, sarebbe inutile venire. Domani devi farti trovare qui, non scordartene-

-Okay, grazie Rachel-

Il biondo riagganciò, mantenendo un paio di occhi sbarrati che non riusciva a normalizzare.

-Allora?- insistè Blaine, che aveva aggrottato la fronte e parlava con un tono leggermente spaventato.

-Io lavoro allo Spotlight Diner, lo conosci?-

-Certo, quella tavola calda ch...-

-L'ho completamente rimosso dalla mente- lo interruppe il giovane -Ed ora ho tutte le carte in regola per essere licenziato-

-Oddio, come diavolo hai fatto a dimenticarlo?-

-Avevo detto di aver la febbre, per starmene un po' a casa da solo. Il tempo è passato e io ho trovato così naturale rimanere a casa...-

Blaine assunse un'espressione spiacente -Ed ora?- chiese, mentre l'altro incastrava un braccio col suo e riprendeva a camminare, voltandosi verso casa.

-Devo dire che sono stato malato, che so-

-Per quindici giorni? Che cavolo di malattia avresti preso?- rise Blaine.

-Non lo so ancora. Lei, signore, mi darà una mano per far delle ricerche sulla mia misteriosa infermità-

-Speriamo solo che non sia niente di grave-

-Ne sceglieremo una innoqua- fece Kurt, divertito.

Camminarono in silenzio, ma dopo qualche tempo il giovane socchiuse le labbra esitando ed abbozzò un'espressione di incerto divertimento.

-Ehi Blaine...-

-Si?-

Il ragazzo distolse lo sguardo, sorridendo -E se mi trasferissi a casa tua?-

Sarebbe dovuto essere allarmato per l'accaduto. Almeno un minimo. Ma in quel momento, dopo che era successo ciò che una volta avrebbe ritenuto impossibile... il lavoro occupava un posto non tra i primi nella scala delle cose importanti.

La sua testa vagava ancora tra le nuvole, non riusciva a concepire pensieri reali troppo a lungo.

-Be', a questa domanda fatta di punto in bianco nel bel mezzo di un periodo di panico rispondo che ne sarei essere molto felice-

Blaine alzò un angolino della bocca, poi guardò l'altro con i suoi occhi verdi, lucidi e profondi -Aspetta, dici sul serio?-

-Se tu non vuoi... Non mi permetto di autoinvitarmi. Stavo solo pensando ad alta voce-

-Kurt, sarei l'uomo più fortunato del mondo- esclamò il moro -Per ora. Poi ti chiederò di passare il resto della vita con me, e sarà allora che potrò dirmi tale-

-Sempre se accetterò- scherzò il giovane, rosso in viso.

-Sempre se accetterai. Intanto ci limiteremo a fare tanto amore ed a divertirci da matti tutto il giorno-

-Daremo una ritinteggiata alle pareti del tuo salotto, che sono veramente troppo spente-

-E compreremo un letto nuovo e molto più grande, così non dovrò più riempire il pavimento di cuscini ogni sera-

-Poi adotteremo un bellissimo bimbo- disse Kurt con voce sognante e due guance in fiamme.

Blaine fece una smorfia -Non c'è modo di averne uno nostro?- disse, facendo voltare l'altro di scatto.

-Ora che cercheremo una malattia plausibile da raccontare al tuo capo coglierò l'occasione per trovare il modo di ingravidarti-

-Tu sei pazzo- rise Kurt, dandogli una pacca sull'avambraccio. Il moro lo tirò a sè, stampandogli un bacio sulla guancia -Sarebbe bello- sussurrò.

L'altro ansimò un'altra risata -Si, se fosse biologicamente possibile- disse, poi fece una pausa -Come abbiamo fatto ad arrivare a parlar di bambini? Mi stavo autocommiserando, Anderson, è sempre colpa tua-

-Chiedo venia- fece Blaine, prima che i due scoppiassero di nuovo a ridere.






Be', com'è stato? Kurt parla un po' a vanvera, mi scuso infinitamente e per altre mille volte. E ringrazio voi che trovate sempre il lato positivo delle cose che scrivo passando sugli squilibri e ai titoli buttati a caso come specialmente quello di questo capitolo *^* XD
Passate sopra anche a quello che ho precedentemente scritto, qui fa caldissimo e il cervello fonde u.u
Ci vediamo la prossima settimana <3

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Angelic_Girl