Salem
-Magazzini Butterfly-
È una
missione facile .
I tuoi uomini non ci metteranno più di dieci minuti.
Coulson scambia uno sguardo con May ai piedi dell’centro commerciale
abbandonato indicatogli da Hill come deposito di armi dell’HYDRA -Io Hill l’ammazzo.- sibila .
-E io farò sparire il cadavere.-
-SIMMONS!- è il coro di urla che raggiunge l’auricolare di Jemma Simmons seduta
a qualche metro da una bomba prossima a scoppiare. Alza la testa dalla
scatoletta che sta smontando e sbuffa scrollando le spalle. Odia quando le
mettono fretta, anche se deve dire che sono abbastanza giustificati. Il timer
che tiene fra le mani dice che sono rimasti solo due minuti e quindici secondi
prima che l’edificio in cui si trova venga raso al suolo.
-Fitz invece di gridare, dimmi cosa devo fare ora!-
Leo Fitz si copre il viso con entrambe le mani. Dopo tre mesi di coma indotto
per far riassorbire l’embolo che gli era nato in testa e altri tre di
riabilitazione, non si sente pronto per
tutte queste emozioni -SIMMONS ESCI
PRIMA CHE VENGA A PRENDERTI!-
Vorrei proprio vederti, sei debole
come un gattino. Pensa Simmons crucciata mentre gira fra le mani la
scatolina che ha appena staccato dal corpo della bomba -Me lo dici che devo
fare o aspetti che salti per aria?-
Le istruzioni di Fitz si susseguono febbrili mentre nell’auricolare di Simmons
spezzate dai rimbrotti del Direttore Coulson e di May, Vicedirettrice da meno
di una settimana. Simmons sospira aprendo la scatolina e soddisfatta preme l’interruttore della bomba.
Il LED del timer si spegne e lei si alza spolverandosi il sedere con le mani.
Alla fine non è stato così difficile - Ce l’ho fatta Direttore!- annuncia
orgogliosa.
-ESCI SUBITO MALEDIZIONE!-
Simmons sa bene che quando Coulson ha quel tono di voce, la vena sulla fronte,
quella della rabbia come l’ha soprannominata Skye, è così gonfia da essere
visibile dall’altro lato della stanza. Recupera la borsa da terra, se la mette in spalla, si volta, ed è con la coda
dell’occhio quindi che nota un lampo rosso dove prima si era spento tutto -Oddio.-
-Cosa?- le chiede pronto Fitz
all’auricolare -Jemma, che succede?-
-C’è una seconda carica!-
Fitz volta lentamente la testa verso Skye ancorata al suo braccio e dopo
essersi guardati per qualche secondo urlano assieme -JEMMA SCAPPA!-
Simmons si lancia verso le
porte dell’ascensore, preme il tasto di chiamata, ma niente.
Gira su sé stessa e vola verso le porte che danno sulle scale. Spinge con tutte
le sue forza, poi sforzandosi nota che
qualcuno ha incastrato un piede di porco sotto la maniglia.
Geme disperata mentre Coulson le abbaglia nelle orecchie che stanno arrivando.
-Mi hanno chiusa qua dentro!- urla la ragazza guardandosi attorno.
Il terzo piano doveva quello in cui venire a ristorarsi fra una spesa e
l’altra. Ci sono bar a perdita d’occhio , panchine adorne di cespugli secchi e
infondo al corridoio, dove Jemma ha
trovato la bomba in bella vista, una vetrata che da’ sulla terrazza panoramica
a forma di mezzo sole.
-Ehi ragazzina.-
Simmons corruga la fronte mentre la voce
sconosciuta ripete il suo saluto - Ehi.- risponde con un sussurro.
-Prendi una sedia, vai alla vetrata e
sfondala.-
Jemma osserva le sedie accatastate di fronte alla saracinesca abbassata di
quello che doveva essere una specie di Cafè Parisien -
Chi sei?- chiede staccandosi dalla porta bloccata contro la quale si era
addossa.
-Sono un amico Simmons. Non temere.-
Jemma non ha mai fatto nulla come lanciare una sedia
contro una finestra, ma deve ammettere che una parte di lei ha sempre
desiderato farlo.
Lancia la sedia sfruttando ogni singolo grammo della sua forza, e si volta
immediatamente coprendosi la testa con le braccia. Una pioggia di vetri la
investe, ma a parte qualche piccolo taglio nulla di grave.
Esce sulla terrazza dopo aver pulito l’intelaiatura della finestra con la punta
del piede e si avvicina alla balaustra - CHE COSA?- urla alla voce che le
chiede di salirci sopra.
-Sali su, svelta.-
Simmons non soffre di vertigini o almeno crede.
La balaustra è di cemento e le arriva fino ai fianchi, appoggia le mani, si issa con un colpo di reni e appoggia prima un ginocchio e poi l’altro.
Non propriamente aggraziata nei movimenti,
ma infondo non ha neanche passato l’abilitazione al servizio attivo.
Inspira profondamente mentre un tamburellare ai vetri attira la sua attenzione.
Coulson e May sono pressati contro una
finestra poco sotto la terrazza.
-Che diavolo vuole fare?-
-Non ne ho idea.-
Coulson spinge indietro May, tira fuori la pistola dalla fondina ascellare e la
punta contro il vetro, nello stesso momento una sagoma scura attraversa il suo
campo visivo sparendo oltre il riquadro di vetro.
-ODDIO SI È LANCIATA!-
Skye non si rende conto di stare gridando mentre
stringe le braccia attorno al collo di Fitz. Sono usciti dal furgoncino delle
strumentazioni quando hanno visto Simmons salire sulla balaustra, ma non sono
riusciti a farla desistere dal buttarsi.
-Oddio!Oddio!Oddio!- ripete Skye frenetica con il viso schiacciato contro il
collo dell’amico.
-Jemma! Jemma! Oddio,perché?- le fa eco Fitz con un filo di voce e con il viso
nascosto fra le mani.
Simmons non fa a tempo a pentirsi di aver dato retta a
quella voce misteriosa che si ritrova a venire strattonata con forza e stretta
schiena contro petto da qualcuno che , come un novello Spider Man, usando una
corda con un fantastico effetto pendolo la deposita a terra.
Jemma crolla sulle ginocchia e si volta
per veder saltare il suo salvatore con la grazia di un gatto. Lo fissa
stupefatta, ha la sensazione di averlo già visto, ma non sa dire precisamente
dove. -Dovremmo spostarci, fra due minuti qua verrà giù tutto.-
-Agente Barton?-
S.H.I.E.L.D. Headquarters
-Barton?-
-Signore.-
-Barton!-
-Signore?-
-BARTON!-
-Signore abbassi la pistola!-
Clint si ripara alle spalle di May che sospira a trovarsi a fare da scudo
umano, per l’ennesima volta, al suo ex pupillo - Barton.- si volta a guardarlo
da sopra una spalla -Ti rendi conto che ti sei fatto credere morto?-
-E allora?-
-Beh, se non ci arrivi da solo.-
Clint storce la bocca mentre Coulson fuma di rabbia anche dalle orecchie -Non
vedo perché si incazzi così tanto, mi pare che il nostro amato nuovo Direttore
sia stato il primo ad inaugurare la stagione delle false morti.-
Phil ringhia qualcosa di indefinito prima di voltarsi, aprire la porta del suo
ufficio con una manata e sparire oltre la cornice. May rilassa le spalle con
uno sbuffo -Non ti facevo così vendicativo.-
-Strano, perché mi conosci meglio di chiunque altro Maestra.-
May si volta sotto la spinta delle mani di Clint premute sulle spalle e china
di lato la testa in risposta al bacio che l’Avenger le lascia sulla guancia.
-Smettila di fare il ruffiano e cerca di farti perdonare.-
-Ti rendi conto che ho pensato che ti fossi buttata di
sotto?-
-Mi dispiace Fitz.-
Fitz lascia cadere il rotolo di garza con cui sta fasciando la mano di Simmons
e si china per raccoglierlo -Non credo di essermi spaventato tanto.-
-Dimentichi quando mi sono buttata dal pulmino.-
Fitz raddrizza la testa. Il momento peggiore della sua vita è stato veder Simmons
volare di sotto dall’aereo, anche se ha visto la morte in faccia infondo al
mare quando quella capsula si è riempita d’acqua spremendogli l’aria fuori dai
polmoni, rimane quello il primo in classifica degli incubi fatti carne.
-Non volevo ricordar…AH!-
Lascia di nuovo cadere le bende e si accartoccia su sé stesso con gli strizzati
in una smorfia di dolore. Ormai ha abituato a convivere con le fitte che lo
assalgono al centro della fronte quando si ritrova a pensare troppo. Però fanno
male. davvero tanto male e anche se ha smesso di lamentarsi, non ha smesso di
soffrire.
Simmons gli prende la testa fra le mani, lo fa sollevare quel tanto che basta
perché appoggi il viso contro la sua spalla e gli circonda le spalle con le
braccia cullandolo con la dolcezza di una mamma.
-Va meglio?- gli chiede quando lo sente respirare meno a fatica.
-Meglio sì.- risponde Fitz allontanandosi.
Simmons gli ha chiesto se si ricorda che si sono detti quando erano infondo al
mare, e lui ha negato decisamente. Un momento prima stavano precipitando giù
dall’aereo e un momento dopo l’acqua lo stava avvolgendo con un bozzolo.
L’ha vista sospirare delusa, ma non gli ha voluto dire il perché.
-Jemma?-
Simmons alza per un momento lo sguardo dalla mano che si sta medicando da sola -Si
può sapere che ti ho detto quando eravamo là sotto?-
Simmons ridacchia -No.- scrolla la testa - Che gusto c’è se te lo dico io? Devi
ricordartelo da solo.-
-PORCA EVA.-
Clint incassa l’ennesimo pugno che lo spedisce oltre il tavolo della cucina e
lo fa piombare su due sedie che si spaccano sotto al suo peso. Si tira su,
rintronato mentre Coulson fa il giro del tavolino rimboccandosi le maniche
della giacca.
Da quando è diventato Direttore ha avuto poche occasioni per menare le mani, ma
è convinto di poter essere un degno avversario per l’Avenger.
Clint si accuccia sul pavimento e si guarda sorpreso il palmo della mano
coperto di sangue -Mi ha fatto male, signore.-
-Hai anche il coraggio di lamentarti?-
Clint alza gli occhi chiari sul viso stravolto dalla rabbia di Coulson -Fa male
essere ripagati con la stessa moneta eh, signore?-
Phil solleva un sopracciglio mentre Clint si tira su poggiandosi al tavolino
con entrambe le braccia - Da quando sai che sono vivo?-
-Da un sei mesi circa.-
Phil lascia cadere i pugni che aveva portato un posizione di guardia - Come?-
- L’ha vista Banner, signore. -
-Banner?- fa eco Phil perplesso - E dove?-
-Ha importanza?-
-E hai pensato di farti credere morto per vendicarti?-
Clint piega la testa verso una spalla sorridendogli amabile - In realtà per
prendere due piccioni con una fava.- Clint solleva la maglia per pulirsi la
bocca dal sangue e senza che Phil lo voglia si ritrova a fissare una porzione
di addominali da infarto - Quelli dell’HYDRA mi credono morto in Uruguay e in
questi mesi mi sono potuto muovere nell’ombra senza avere troppe scocciature.
Ho anche salvato una delle sue ragazzine e messo ko l’agente che l’aveva
bloccata all’interno del centro commerciale, non mi merito un grazie?-
Phil si costringe ad alzare gli occhi -Grazie.- bofonchia.
-Prego.-
-Ora sistemati la maglia, però.-
Clint inarca un sopracciglio abbassando gli occhi. La maglietta gli è rimasta
un po’ sollevato lasciando intravedere una striscia sottile di pelle chiara -Perché?-
La stessa che Phil adorava baciare e mordere durante i loro incontri amorosi.
-Tu abbassala.-
-Come sta Aubrey?-
Phil torna a guardarlo in faccia -Chi?-
Clint sbarra gli occhi.
Aubrey ovvero la donna con cui Phil ha cercato di instaurare la relazione di
cui più di una volta, dopo i loro incontri, gli ha detto di aver bisogno per
poter sopravvivere in questo mondo.
La persona con la vita normale, che non rischia la vita ogni volta che esce di
casa.
Quella per cui l’ha mollato.
Quella…
Phil batte le palpebre riprendendosi - Oh sì, Aubrey. credo che stia bene. Non
lo …CLINT?-
Phil si ritrova a venir sollevato e sbattuto malamente sul tavolo, cerca di
ribellarsi, ma Clint non sembra intenzionato anche solo ad ascoltarlo. Lo
zittisce con un bacio mentre dopo averlo costretto ad aprire le gambe per
accoglierlo con mani che tremano per l’eccitazione gli tira fuori la camicia
dai pantaloni.
-Clint. Clint.- fra un bacio e l’altro, Phil cerca di fare la voce della
ragione - Potrebbe arrivare qualcuno!-
-Dopo tre anni che non ti tocco Phil?- Clint spinge con il bacino contro quello
di Phil che non può fare a meno di gemere roco - Che arrivi chi vuole, sinceramente
non me ne frega un cazzo.-
-Che diavolo è successo qua?-
Phil e Clint si scambiano uno sguardo mentre Skye osserva le sedie spaccate, il
tavolo coperto dai residui del panino che Clint stava mangiando prima che
Coulson cercasse di ucciderlo a pugni e i due uomini seduti per terra mezzi
nudi.
-Che avete combinato?-
May alle spalle della ragazza volta la testa per non farsi veder ridere -
Vieni.- le dice poggiandole una mano sulla spalla - Non è successo nulla di
grave.-
-Ma?- chiede la ragazza seguendola confusa.
-Sono cose che succedono quando ripaghi qualcuno con la sua stessa moneta.-
FINE.