Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: perfectlouis    25/06/2014    2 recensioni
Perché la vita può cambiare in un semplice giorno d'estate.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO DUE.
Alle undici meno dieci minuti uscii di casa per incontrare Eric.
L’afa di ieri era sparita e aveva lasciato spazio ad un venticello fresco, nel cielo si potevano distinguere diverse nuvole.
Ero decisa sul da farsi, sapevo già cosa dovevo dire, sapevo che non dovevo farmi ammaliare dal suo sguardo.
Non ero in ansia, ma tutto doveva andare secondo i miei piani.
Mentre lo aspettavo mi accesi una sigaretta.
 
-Sai, dovresti smetterla di fumare.
Riconobbi immediatamente la sua voce, mi voltai lentamente.
 
Lo guardai sollevando un sopracciglio. Lui si avvicinò per baciarmi, ma mi scansai.
 
-Sei ancora arrabbiata?
Chiese venendomi sempre più vicino.
 
-Ascoltami Eric, io ci ho riflettuto e.. vedi, è finita.
Dissi lasciando uscire dalla bocca una nuvola di fumo.
 
-Sei seria?
I suoi occhi non trovavano pace addosso a me.
 
-Sì, Eric. Non può andare avanti. Sono stanca di stare male per te, perché ogni giorno ne hai una nuova, ogni dannato giorno. Devi sempre sfogarti su di me. Ti incazzi sempre, litighiamo e torni perché sai che io ti perdono sempre. Scusa, ma ormai non mi va più bene.
Spostai il peso su una gamba.
 
Facevo quasi fatica a sostenere il suo sguardo sul mio. Gli tremavano le mani. Face un respiro profondo.
 
-Ti prego Cheryl, amore, dammi l’ultima possibilità, l’ultima. Io giuro che non la spreco, te lo prometto. Sarai la mia principessa, non ti farò più star male. Te lo giuro.
 
Non riuscivo a pensare. Mi aveva spiazzata. Non doveva andare così. Io… non sapevo cosa fare. Era come se il tempo in quel istante si fosse fermato. Solo la mia mano che portava la sigaretta alla bocca pareva si muovesse. Mi spostai il ciuffo all’indietro.
 
“Non lo ami Cheryl. Non puoi continuare così, non se non lo ami davvero. Lo farebbe solo stare peggio. Mettici un punto a sta storia, metticelo.”
La mia coscienza rimetteva a posto i miei pensieri.
 
-Eric, fa male anche a me chiudere questa nostra storia.. ma è meglio per entrambi.
Forse stavo solo cercando una scusa per non farlo stare male.
 
-Ma per me no!
Sbottò.
 
-Eric, basta. E’ finita.
Esitai alcuni istanti. Questa era la fine. Non ci avrebbe legato nessun rapporto d’ora in poi, né amicizia né niente.
 
Lo guardavo mentre stringeva i pugni e i contorceva la mascella. Non parlava, non fiatava. Stava lì a guardarmi, ma lo conoscevo bene. Aveva sempre messo il suo orgoglio davanti a tutto e tutti. Potevo benissimo distinguere una scintilla di odio nei suoi occhi.
 
-Ciao.
Capii che salutarlo sarebbe stata la cosa migliore prima di sfociare in una lite feroce.
 
Ci trovavamo nella piazzetta di fronte a casa mia. Si stava affollando piano piano di bambini, di vecchietti e di genitori. Non volevo scoppiasse qualche “scandalo”, così iniziai ad andare verso il portone di casa mia, riconobbi Chad sull’uscio che guardava la scena con uno sguardo profondo.
 
-Sei una grande troia, Cheryl!
No.
Non poteva averlo detto davvero. Eric mi aveva spudoratamente insultata davanti ai passanti e a mio fratello.
Sentivo la faccia andarmi in fiamme, non capivo più niente e il fatto che Chad non gli avesse detto nulla mi faceva incazzare ancora di più. Misi da parte la pena che provavo per lui e sbottai.
 
-Ricordati che tu ci sei stato con questa “grande troia” brutto figlio di puttana!
Esplosi in un urlo e non mi importava più di nessuno, né di lui né di chi ascoltava.
 
Con una spallata spostai Chad ed entrai in casa.
 
-Ma che fai cogliona?!
Sbottò mio fratello.
 
Lo ignorai ed entrai di corsa in camera mia, chiudendola a chiave.
Il mio ormai ex era un gran figlio di puttana e se non fosse per il fatto che io e Chad avevamo la stessa madre, anche lui lo sarebbe stato. Cazzo, ero pur sempre sua sorella, avevamo lo stesso sangue, dio. Poteva difendermi, dire una parola a mio favore. Ma no, troppa fatica.
 
Verso l’una i miei tornavano da lavoro, mentre Chelsey pranzava all’asilo. Mi sedetti al mio solito posto senza calcolare Chad.
 
-Ehi, ma che succede tra di voi?
Mamma non si faceva gli affari suoi, mai.
 
-Nulla, c’è Cheryl che è mestruata. Capiscila.
Ironizzò Chad.
 
Mamma gli mollò uno schiaffo in testa mentre io lo fulminai con lo sguardo.
 
-Non ti abbiamo educato in questo modo, chiedi scusa a tua sorella.
Intervenne mio padre.
 
-Sai, papà? Non c’è bisogno che si scusi, non me ne faccio nulla del suo inutile “scusa”. Lo dice solo per dire.
Risposi seria.
 
Questo sembrava aver toccato in un qualche modo Chad. Era molto orgoglioso e nonostante tutti i suoi difetti quello che diceva lo pensava veramente, altrimenti se ne stava zitto.
-E tu che ne sai?
Sbottò mio fratello stringendo i pugni e fissandomi.
 
-Che ne so? Lo so e basta.
Alzai il tono di voce.
 
-Ragazzi!
Ci ammonì papà, ma noi manco lo sentimmo.
 
-Tu non sai un cazzo!
Saltò in piedi.
 
-Forse è vero, sai? Forse non so un cazzo di te. Ma una cosa è certa, tu te ne sei sempre sbattuto i coglioni di me e dei miei fottuti sentimenti. Sei sempre stato il peggiore nei miei confronti, non mi hai mai mostrato nessuna forma di amore, nessuna. Mai un abbraccio, neanche mentre piangevo, te ne stavi lì in un angolo a guardarmi. Che cazzo pretendi ora?

Stavo rovinando il pranzo alla mia famiglia, ma onestamente non mi importava.
 
Chad rimase senza parole, mi guardava soltanto. Il suo sguardo fisso sul mio e per una volta lo sentivo fragile.
 
-Non ti ho mai aiutata perché…
Si fermò.
 
-Dai, su, spiegami il perché.
Ero irremovibile.
 
-Perché lo sai che non sono bravo nel consolare la gente.
Arrossì.
 
-Non vale come scusa questa, che sia vera oppure no! Tu non immagini quanto cazzo mi faccia male vedere come tratti Chelsey e come tratti me. C’è una differenza madornale, okay? Ammettilo che te ne freghi di me. Partendo da oggi. Quando Eric mi ha insultata e tu non hai reagito, non gli hai detto nulla. E anzi, mi hai dato della cogliona solo per una cazzo di spallata. Perché ti comporti così con me? Perché cazzo, perché? Perché tutti gli altri fratelli sono dolci e premurosi con le loro sorelle e tu no? Cosa cazzo hai di così diverso?
Sentivo le lacrime agli occhi, ma non dovevo piangere, non in quel momento.
 
Mamma e papà erano a bocca aperta, sapevano che non andavamo d’accordo io e lui, ma non penso credessero a ‘sti livelli.
Chad pure non fiatava, stava lì, ammutolito a guardarmi.
 
-Io.. io non lo so.
Ammise sotto voce.
 
Credo che in quel momento mi stesse partendo il senno. Ancora ora credo che non realizzavo bene cosa stessi dicendo.
 
-Ma la sai l’ultima cosa? Ti odio Chad Russell. Ti odio davvero! Sei il fratello peggiore che una persona potrebbe mai avere!
 
Così detto corsi in camera mia e credo piansi per tutto il pomeriggio. 


---
Angolo autrice.
Ciao lettrici.
Inizio subito col ringraziare le 64 persone che hanno letto il "Capitolo uno" e ringrazio Celeste per la recensione, sarebbe bello se ce ne fossero più di una, ma va bene così.
Mmh, poi. Ecco il secondo capitolo, spero vi piaccia davvero e spero lo leggerete in molti. E' un po' un capitolo di passaggio ma contiene parti importanti. 
Poi che dire, non sto qui a dirvi pappardelle su pappardelle.

Però vi consiglio di leggere la FanFiction di CelesteJ che si intitola "Memories" e che io vi consiglio caldamente perché è davvero molto molto bella.
Questo è il link --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2679517 
Se volete trovarmi su twitter sono @restanoiricordi , ricambio tutti. 
Un bacione, fatemi sapere quello che ne pensate e alla prossima. 

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: perfectlouis