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Autore: sesshy94    20/08/2008    3 recensioni
Nuove avventure per i nostri Cavalieri! Cosa succederebbe se improvvisamente Lady Isabel dimenticasse tutto quel che è accaduto e loro si trovassero costretti a vivere una vita normale senza Guerre Galattiche? E se a risolvere almeno in parte la situazione arrivasse un ragazza? E se...vabbè basta leggete la storia no? Bacioni vostra sesshy94
Genere: Generale, Commedia, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Il Vampiro si guardò intorno

Il Vampiro si guardò intorno. E imprecò. Stava andando tutto a rotoli. Il piano “perfetto” di Ares stava era sfumato non appena la ragazzina era scesa in campo. Ed ora, Ares era gravemente ferito, Spavento e Terrore morti. Digrignò i denti. Ora, ci avrebbe pensato lui.

                                                            *****

Raquel stava volando freneticamente. Anche se Ares era KO e i sui due carissimi figli morti, c’era ancora il Vampiro.

Una creatura potente tanto quanto i tre messi assieme. Imprecò. Doveva muoversi.

                                                            *****

 “ Crystal Wall!” Mu si parò dietro il suo scudo. Ma non servì a molto. Il colpo lo investì in pieno. Fu spedito a qualche metro di distanza.

“Diamond Dust” provò Camus. Ma anche i suoi sforzi furono vani.

Shura provò a colpirlo con un calcio. Ma fu scaraventato lontano.

“Per il Sacro Virgo!” Shaka si reggeva in piedi a fatica. Il braccio rotto lo tormentava. Il suo colpo risultò debolissimo.

La scena era straziante. Tutti Cavalieri di Atena stavano combattendo contro il Vampiro senza risultati.

Questi sogghignò.

“Cosa credevate? Che ero al pari di Ares o della sua prole? Grosso errore!” poi alzò le mani. Tutti i Cavalieri ancora in piedi furono scaraventati all’indietro.

Kanon si rialzò a fatica. Non aveva più forze. Ma non avrebbe permesso che tutto ciò che aveva imparato ad amare andasse distrutto. Non avrebbe permesso che quel dannato Vampiro uccidesse i suoi amici. Si amici. Sorrise. Fino a poco tempo fa non sapeva nemmeno il significato di quella parola.

Raccolse le poche energie rimastegli.

“Galaxian Explosion!” scagliò il colpo sul Vampiro con tutta la forza che aveva in corpo. Il Vampiro venne colpito in pieno.

Kanon sorrise. Tanto sapeva che il suo colpo non era servito a niente.

Come volevasi dimostrare. Appena il nuvolone sparì, il Vampiro scattò in avanti. Kanon fu sbattuto pre terra.

“Kanon di Gemini. Ho avuto l’onore di conoscere tuo fratello Saga.”

“Dove? All’inferno?” sogghignò Kanon.

“Ahahah! Devo dire che ci vuole coraggio a fare dell’ironia poco prima di morire. Comunque se ti può consolare, tra i due il migliore…era senz’altro lui.”

Kanon sentì la solita, familiare stretta al cuore. Fissò il Vampiro con odio. Notò che aveva tra le mani un pugnale.

“Salutami tuo fratello.”

Stava per colpirlo quando…un ruggito squarciò l’aria.

Raquel era arrivata.

Senza dire niente atterrò dietro i Vampiro.

“Toccalo. Provaci. E ti giuro che ti stacco la testa a morsi e poi spargo il sale sulla ferita. E poi ti pianto un paletto immerso nell’acqua santa nel cuore e lo faccio uscire dalla schiena.” Sibilò minacciosa. Il Vampiro deglutì. Il pugnale gli cadde dalle mani.

Raquel diede una zampata al Vampiro. Questo volò lontano da Kanon.

La dragonessa si girò verso il Vampiro ringhiando. Senza dargli il tempo di fare niente lo atterrò con una zampa.

Abbassò il muso fino a trovarsi a due centimetri di distanza dalla faccia del Vampiro. Poi rialzò la testa i scatto e lanciò il Vampiro in aria. Spiccò il volo. Colpì il Vampiro con la coda. Questi cade a terra con uno schianto pauroso.

Raquel era ancora in volo quando si rialzò. La dragonessa gli atterrò davanti.

Il Vampiro era in ginocchio. Raquel lo fissò con odio prima…di staccargli la testa con un’artiglio.

Il corpo senza vita cadde ai suoi piedi. Ringhiò soddisfatta. Pi lentamente per non fare altre vittime si girò verso i suoi amici.

Kanon era ancora a terra.

Mu aveva un occhio sanguinante e la ferita era abbastanza profonda.

Shura aveva un taglio lungo il petto ancora sanguinante.

Shaka era mezzo morto e il braccio rotto gli penzlava lungo il fianco.

Camus era senza forze e non riusciva a muoversi.

Al aveva un taglio lungo la gamba.

Death aveva un braccio completamente insanguinato.

Aphrodite non aveva le forze per muoversi.

Aiolia aveva un taglio profondo sul fianco sinistro.

Raquel guardò la scena con crescente stupore. Poi scosse la testa.

“Certo che non posso lasciarvi soli un attimo che vi riducete così. Neanche a dire che avete combattuto una battaglia contro Ares!” disse con trattenendo e risate.

Tra i Cavalieri calò il silenzio. Poi tutti scoppiarono a ridere. Una risata liberatoria. La battaglia era vinta. E Ares si era dato alla fuga. Era gravemente ferito. Solo lui ora mancava da uccidere.

                                                               *****

All’interno della Sesta regnava il caos più totale. Raquel aveva portato i Cavalieri feriti e ora, dall’entrata, dava ordini.

“Marin, la ferita di Aiola deve essere ricucita. Shaina, Al ha una gamba ferita. Pensaci tu. Ehi tu ragazzo, pensa al Cavaliere di Cancer. Tranquillo non morde!” disse poi vedendo la faccia terrorizzata del novellino.

“Ehi tu, senti l’occhio di Mu è grave. Vedi quello che puoi fare. Ah tu fermo, vai da Shura. E tu vai a curare il braccio di Shaka. Vedete di  fare tutto bene. Io ora torno.”

Marin e Shaina si guardarono. Poi scattarono sull’attenti.

“Si signora!” esclamarono in coro.

Raquel le guardò per un momento. Poi rise.

Poi si girò e spiccò il volo. si diresse sul campo di battaglia. In cerca di Milo.

Volò in circolo per diversi minuti, poi lo vide.

Atterrò. Scansò i cadaveri dei soldati che aveva ucciso. Poi prese con delicatezza il corpo con la bocca e lo portò alla Sesta.

Camus e Kanon, che si erano ripresi abbastanza da muoversi le andarono incontro. Senza dire una parola presero il corpo di Milo e lo portarono dentro.

Raquel chiuse gli occhi. Una luce l’avvolse. Quando a luce svanì al posto della dragonessa, c’era Raquel tornata nella sua forma umana.

Entrò nella Sesta. Si guardò intorno. La ragazza che aveva spedito al capezzale di Mu era in difficoltà. Andò dal Cavaliere.

Posò una mano sulla spalla della giovane.

“Vai da qualcun altro. Qui ci penso io. Vai.” E disse gentilmente con un sorriso.

Poi prese uno straccio e lo tuffò dentro la bacinella d’acqua che aveva accanto. E cominciò a pulire la ferita del Cavaliere.

Rimasero in silenzio. Quando riuscì a ripulire tutto il taglio Raquel vide che era lungo e profondo. Ed era passato per l’occhio.

“Ci vedi da questo occhio Mu?” chiese preoccupata.

“Non bene.” Rispose il Cavaliere.

Raquel annuì. Poi si concentrò. Dalle sue mani scaturì una luce dorata. Ma non era aggressiva come luce.

La ragazza indirizzò la luce sull’occhi di Mu. Quando la luce svanì l’occhio di Mu era completamente guarito.

“E ora?” chiese la ragazza con un sorriso.

“Molto meglio.” Rispose stupito Mu. Raquel si alzò.

E andò da Death. che riposava in un angolo. La ferita era stata ricucita. Però notò che non era il braccio ad essere ferito ma la spalla. Probabilmente un soldato gli aveva piantato la spada nella spalla. 

Andò da Al. Vide che anche lui era stato curato.

Si fermò un attimo. Chi le mancava? Ah si. Shura e Shaka.

Si diresse da Shura. Il ragazzo che aveva spedito da lui non era riuscito a ricucire la ferita. Gli tremavano le mani.

Raquel gli andò incontro. Quando il ragazzo la vide sbiancò.

Lei gli sorrise cercando di essere rassicurante.

“Vai. Sta tranquillo qui ci penso io. Vai.” Il ragazzo annuì sollevato.

Raquel prese ago e filo. E cominciò a cucire la ferita. Era lunga. E profonda. Ma non era così grave da dover usare i suoi poteri.

Shura la guardava. Raquel si chiese cosa passava per la mente del Cavaliere.

Quando finì di ricucire la ferita si alzò e si lavò le mani. Stava per andarsene quando si sentì prendere per un braccio.

Si voltò. Shura le sorrideva.

“Grazie.” Le disse soltanto.

Raquel sorrise e annuì. Shura la lasciò andare e si appoggiò contro il muro.

Raquel si guardò intorno alla ricerca di Shaka. Quando lo vide gli corse incontro.

Il Cavaliere era appoggiato contro il muro e aveva gli occhi chiusi.  Raquel pensò che stesse dormendo. Ma quando gli si avvicinò Shaka aprì gli occhi.

“Pensavo che ti fossi dimenticata di me!” sussurrò. Cercò di alzarsi. Ma non aveva le forze per farlo.

“Sta fermo. Ti avevo detto che eri troppo debole per combattere. Fammi vedere quel braccio.” Gli rispose gelida.

Poi lo guardò negli occhi.

“Scusami.” Mormorò abbassando lo sguardo.

Shaka le mise l’indice sotto il mento e le alzò la testa.

“È bello vedere che ti preoccupi per me!”  le sussurrò dolcemente. Poi le diede un leggero bacio sulla fronte.

Raquel gli sorrise poi prese il suo braccio fra le mani e, come aveva già fatto con Mu, lo guarì servendosi del cosmo.

Quando la luce svanì il braccio di Shaka era sano. Lui la guardò incredulo.

Lei gli sorrise.

“Segreti del mestiere.” Gli sussurrò poi. Anche Shaka rise.

                                                           ***

quella sera c’era più gente del solito all’interno della Sesta. Raquel aveva insistito perché il Pronto Soccorso fosse smontato. Ora al suo posto c’era solo u grande impianto stereo.

Sempre Raquel aveva insistito perché si festeggiasse. Quando i Cavalieri le avevano chiesto cosa lei aveva risposto: la vittoria. Poi aveva proseguito dicendo che con un gruppo di persone depresse non ci voleva stare. Avevano bisogno di un pò di svago e di divertimento.

Al che Kanon s’era incazzato e le aveva risposto che Milo era morto. Raquel, che non aveva voglia di litigare, gli aveva risposto che Milo sarebbe stato il primo a voler festeggiare. Kanon era rimasto spiazzato dalla risposta. E poi se n’era andato. Raquel l’aveva lasciato fare.

A questo ripensava la ragazza mentre beveva un bicchiere di birra. Decise che doveva parlare con Kanon. Uscì dalla Sesta.

E andò a sbattere contro il diretto interessato.

“Giusto te stavo cercando. Ti dispiace se parliamo?” gli chiese. Kanon sorrise.

“Stavo per venire a chiederti la stessa cosa. Vieni.” La prese per mano e la condusse lontano dalla Sesta. Arrivarono in una spiaggetta circondata dagli scogli. Impossibile da trovare tranne per chi non la conoscesse già.

Rimasero per un po’ in silenzio.

“Scusami. Non volevo risponderti così male, prima. Ma…vedi…io, Milo e Camus eravamo molto legati. Dopo che…siamo stati riportati in vita dopo lo scontro contro Ades…siamo stati inseparabili. Camus e Milo già lo erano. Ma poi sono stati tra i primi ad accettarmi come nuovo Cavaliere di Gemini. Gli altri mi guardavano quasi con diffidenza. Era vero, che contro Radamanthis avevo dato la mia vita, ma per alcuni ero ancora lo spietato Generale degli Abissi. Non importava che io avessi chiesto perdono, che Milo mi avesse praticamente ucciso, che io fossi morto per dare a Saga la possibilità di abbattere il Muro del Pianto. Loro due sono stati i primi ad offrirmi la loro amicizia. E da allora venivamo chiamati gli “Inseparabili.”

Quando oggi hai riportato il cadavere di Milo il mondo mi è crollato addosso. Non volevo credere che uno dei miei migliori amici fosse morto.” La voce del Cavaliere si spense. Raquel si accorse che Kanon aveva gli occhi pieni di lacrime.

Gli mise una mano sulla spalla. Kanon piangeva in silenzio. Rimasero così per alcuni minuti.

“Shaka una volta mi ha detto, mentre ripensavo ai miei genitori, che le persone non si ricordano perché sono morte. Si ricordano da come sono vissute. Ed è ricordandole in questo modo che esse vivranno in eterno. Perché ogni volta che le cercheremo le troveremo sempre vicine a noi. Qui.” Gli poggiò una mano sul petto all’altezza del cuore.

Kanon sorrise.

“Shaka ha ragione.”

“Sono d’accordo.” Sopraggiunse una voce. Camus era appena arrivato. Ma aveva sentito il discorso di Raquel.

La ragazza sorrise.

“Bene! Ed ora che ne dite di tornare alla Sesta? La festa ci sta aspettando!” disse. Kanon e Camus si guardarono scambiandosi un sorriso.

“Facciamo a chi arriva prima ragazzina?”  disse Camus cominciando a correre. Seguito da Kanon. Raquel scosse la testa e poi li seguì.

Usando il potere dell’aria volò oltre i due. Ed arrivò alla Sesta.

“Sono partita dopo e sono arrivata prima. Siete proprio lenti!” li prese in giro. I due si fermarono piegandosi nella speranza di riprendere fiato.

“Non vale tu hai usato i tuoi poteri!” riuscì a dire Camus.

Raquel scoppiò a ridere. E anche gli altri due. Poi entrarono.

Shaka le andò incontro.

“Ma dove eri finita? Mi stavo preoccupando. Soprattutto se sparisci con certa gente.” Disse guardando Kanon. Raquel lo guardò incredula. Poi notò che Shaka si stava mordendo la lingua per non scoppiare a ridere.

Gli diede un pugno in testa.

“Certi scherzi falli a qualcun altro. Ci ho creduto veramente!” rispose facendo una voce finto-arrabiata.

Shaka scoppiò a ridere. Anche Kanon. Raquel andò a prendere qualcosa da bere. Lasciando soli i due Cavalieri. Anche Camus s’era dileguato.

Kanon sorrise a Shaka.

“Sei fortunato ad avere una ragazza come lei. È una persona meravigliosa.”

Shaka sorrise.

“Anche tu meriteresti una ragazza al tuo fianco. Ti auguro di trovarla al più presto…amico.” Kanon sgranò gli occhi. L’aveva veramente chiamato amico? O se l’era immaginato?

“Perché quella faccia? Non dirmi che ancora pensi che non ti abbiamo accettato? Dimentica il passato Kanon. Fra tutti noi, tu sei quello che ancora non l’ha fatto. Non serve stare a pensare ai nostri sbagli. Quel che è successo è successo. Impara da essi certo. Ma poi dimenticali. E vivi serenamente!” sorrise Shaka. Kanon era stupefatto. Non immaginava minimamente che…che…non aveva parole.

Si limitò a sorridere a Shaka. E in quel sorriso era impressa tutta la gratitudine che provava per Shaka. Questi gli diede una pacca sulla spalla e poi  se ne andò.

  “Vado a cercare quel uragano che mi ritrovo di ragazza!” disse

“Ti conviene prima che faccia danni irreparabili.” Scherzò Kanon.

Shaka annuì.

Nel frattempo Raquel era salita sul tavolo.

“Un attimo d’attenzione prego! Ho alcuni brindisi da fare!” urlò per sovrastare il  rumore che c’era nella sala. Tutti i presenti si girarono a guardarla.

“Bene, ora che ho la vostra attenzione vorrei brindare ad alcune cose! Avete tutti i bicchieri pieni? Ottimo. Primo vorrei brindare alla nostra vittoria. Che poi è la protagonista della festa. Quindi…alla vittoria.” Disse levando il bicchiere (di plastica) e bevendone il contenuto.

“Alla vittoria!” risposero in coro gli altri. E bevvero anche loro.

“Bene! Poi dunque…a si vorrei fare un brindisi per voi. Tanto per ricordarvi che persone meravigliose siete. E che senza di voi la mia vita sarebbe vuota. E poi ci tengo a ringraziarvi. Non chiedetemi di cosa. Sarebbe una lista troppo lunga. Quindi…a voi!” e bevve un altro sorso.

I Cavalieri erano commossi.

“A noi!” e bevvero.

Nella sala calò il silenzio.

“E poi…vorrei…c’è…” Raquel si azzittì. Non trovava le parole. Sentì le lacrime salirle agli occhi. Ma non impedì che le rigassero il volto. Riprese a parlare.

“Ci sono persone che…ti cambiano la vita. Quando stai in loro compagnia ti senti a casa. Persone che, semplicemente standoti accanto, ti…ti fanno capire che ti sono amiche. Senza guardare il passato. Senza giudicare dalle azioni. Semplicemente guardando il presente e fidandosi. Milo…Milo era una di queste persone. E…ed è così che dobbiamo ricordarlo. Non come Cavaliere, ma come amico. A te Milo!” levò di nuovo il bicchiere. E bevve.

Sui volti dei presenti in sala era scesa la tristezza. Ma poi levarono i bicchieri.

“A te…Milo!”

                                                           ****

Raquel si stava spogliando quando entrò Shaka. Senza dire una parola il ragazzo le si avvicinò. E finì di slacciare la camicetta che la ragazza aveva indossato. Lei sorrise.

Shaka fece scorrere la mano sulla schiena de Raquel. A quel tocco delicato ma allo stesso tempo molto passionale, la ragazza rabbrividì.

Shaka fece risalire la mano e le poggiò dietro la nuca della ragazza. E poi l’attirò a se baciandola con passione.

Raquel tolse la maglietta al ragazzo.

Passò le mani sul petto di Shaka. Che le prese le mani. Sorridendole. Poi le tolse il reggiseno.

Sempre sorridendo Shaka la prese in braccio e la portò sul letto. Con delicatezza la distese sul materasso e si stese sopra di lei.

Le sfiorò il seno, e poi risalì e le appoggiò una mano sulla guancia.

Scese di nuovo e le sfilò i pantaloni. Lo stesso fece Raquel.

Quando furono completamente nudi Shaka l a guardò con dolcezza.

Entrò in lei. Raquel gi cinse il collo con le braccia. Vennero insieme.

Shaka le si stese al fianco e l’attirò a se in un abbraccio.

“Ti amo.” Le sussurrò tra. Raquel sorrise. Non che non glielo dimostrasse ma sentirselo dire era meraviglio. Lo baciò teneramente.

“Anche io.”

Rimasero un pò in silenzio.

Poi Raquel ruppe questo silenzio.

“Ormai è quasi un anno che ci conosciamo.”

“Già.”

“Che giorno è oggi Shaka?” chiese Raquel.

“Undici luglio. Perchè?”

Raquel sorrise.

“Domani, quando affronteremo Ares, è il mio compleanno.”

“Davvero?”

“Si, compio sedici anni.”

Shaka le passò una mano sulla testa.

Raquel si accoccolò meglio fra le sue braccia. E di lì a poco si addormentò. Shaka rimase ancora per poco sveglio. Si addormentò presto anche lui.

                                                            ***

Nove cosmi esplosero nell’aria. Non era neanche l’alba. Raquel si svegliò di soprassalto. Quando non vide Shaka accanto a se si preoccupò maggiormente. Si vestì in fretta e uscì di corsa dalla Sesta. Cosa era successo? Perché i suoi amici avevano rilasciato così i loro cosmi? Si diresse nell’arena. E si fermò di colpo.

Tutti e nove i Cavalieri erano radunati in circolo. E con i loro cosmi stavano creando qualcosa.

Ad un certo punto la luce emanata da loro aumentò a dismisura. Crebbe d’intensità. E poi all’improvviso sparì.

Raquel osservò cosa stavano creando i suoi amici. E rimase a bocca aperta.

Corse dentro l’arena.

“Raquel! Buongiorno!” la salutò Aiola.

Raquel non rispose. Non poteva. Stava ammirando cosa avevano creato i Cavalieri.

“Buon compleanno, amore mio.”

Raquel si voltò sorridendo verso di Shaka. E l’abbracciò di slancio.

“Grazie!” gli disse con le lacrime agli occhi.

“Anche a voi. Grazie, grazie, grazie!”

“Ti piace?” le chiese Mu.

“Se mi piace? È semplicemente stupenda!”

“Cosa aspetti ad indossarla?” la intimò Aprhodite.

Raquel non se lo fece ripetere due volte. Si trasformò in dragonessa. E poi sfiorò con il muso la sua…armatura! Questa si scompose e andò a posizionarsi sul suo corpo.

Era bellissima. E soprattutto leggera. Ma la proteggeva in tutti i punti più vulnerabili. Era nera con striature rosse, blu e d’orate.

Raquel si girò.

“Come sono?” chiese.

“Terrificante.” Le rispose Death.

Raquel ruggì i suo consenso.

“Ed ora, amici, andiamo a fare il culo ad Ares!” disse dispiegando le ali! Proprio in quel momento il sole sorse. Illuminandola. L’armatura riflettè i raggi del sole. Sembrava che fosse fatta di sole. Chiunque l’avesse vista in quel momento sarebbe scappato via a gambe levate. 

Raquel si alzò sulle zampe posteriori e ruggì.

Dall’alto dell’Olimpo, Ares vide tutta la scena, e un brivido di puro terrore gli percorse tutta la scena.

 

 

 

Angolo autrice

Oddiooooooo l’ho scritto!! Hem non mi va di fare troppi commenti quindi passo direttamente ai ringraziamenti.

 

Whitesary: oddio Shaka no non mi uccidere la lettriceeee!!!! Ihihh la tua recensione mi ha fatto spisciareeeeeee!!!

Bellissimaaaaa!!!! Continua  pregare. Prima o poi verranno esaudite. Grazie mille per la recensione. Bacioniiii

 

Ai91: ihihih Milo…eh Milo…sto zitta che se no spoiler sul prossimo chap!!! Ihihih grazie mille per la recensione bacione!!!

 

  
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