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Autore: Kimberly D Crystal    25/06/2014    5 recensioni
"Quando Staci nel suo sproloquio quotidiano ha nominato un nuovo parrucchiere all'angolo in fondo alla strada, Dakota non si è lasciata sfuggire l'occasione, riportando allegra la notizia a qualcuno che ne sarebbe sicuramente stato entusiasta.
Ann Maria è felice, sì, ma non può fidarsi da subito: insomma, quel tizio è un completo estraneo, ed uno sconosciuto non potrebbe mai toccare i suoi preziosi capelli, orgoglio e vanto nazionale!
Per questo gironzola ogni giorno nella via del negozio: deve conoscere l'artista delle acconciature che potrebbe decidere di frequentare."
Si vocifera che l'acconciatore che ha da poco aperto sia un tipo in gamba.
Ann Maria, incuriosita, decide di spiarlo per scoprire se quel negozio merita davvero la sua presenza.
I parrucchieri sono più di quanti credesse, ed anche molto simili tra loro...
E se uno di essi praticasse tagli in punti un po' diversi?
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Maria, Mike
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale
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 Nota: le poupette, anche chiamate testine, sono i manichini su cui si esercitano gli apprendisti quando studiano per diventare parrucchieri. Possono avere capelli naturali di varie lunghezze, e servono anche ad approfondire tecniche di taglio, acconciatura e colorazione.

 

Di nuovi parrucchieri e ghignanti alter-ego

 

Quando Staci, nel suo sproloquio quotidiano, ha nominato un nuovo parrucchiere all'angolo in fondo alla strada, Dakota non si è lasciata sfuggire l'occasione, riportando allegra la notizia a qualcuno che ne sarebbe sicuramente stato entusiasta.

Ann Maria è felice, sì, ma non può fidarsi da subito: insomma, quel tizio è un completo estraneo, ed uno sconosciuto non potrebbe mai toccare i suoi preziosi capelli, orgoglio e vanto nazionale!

Per questo gironzola ogni giorno nella via del negozio: deve conoscere l'artista delle acconciature che potrebbe decidere di frequentare.

Bussa alla porta di vetro e legno una ragazza dai lisci capelli dorati. Indossa abiti corti e alquanto scollati.

Ann Maria freme: solo lei può permettersi di andare in giro così, il fisico delle altre non ne è all'altezza.

Ad aprire è un ragazzo dalla carnagione abbronzata, con un curioso cappello da esploratore.

Carino, sì, ma niente di speciale, ragiona Ann.

La ragazza -Sheila, le pare si chiami- si avvicina, accennando un sorriso disorientato.

-Ciao, sei tu Tyler?- chiede.

-Veramente il mio nome sarebbe Smith, Manitoba Smith. Per servirla, signorina.- risponde lui.

Che c'è, si crede una qualche specie di dongiovanni? Tsk, ma per favore! Non ha il corpo adatto!,

sostiene silenziosa Ann, ancora intenta a fingere di scrutare con attenzione la vetrina di un negozio di vestiti tremendamente fuori moda.

Insomma, chi potrebbe mai indossare una gonna bordeaux lunga ornata di chiari fiori rosa e dai risvolti di pizzo?

Le arriva alle orecchie un brusio confuso.

Si ricorda della sua missione, ma nel momento in cui si gira si accorge che non c'è più nessuno sulla soglia. Li ho persi di vista, uffa!, si lamenta.

Non ha voglia di entrare, non ancora.

Sente che c'è molto di più da scoprire, lì dentro.

E non ha proprio la pazienza di aspettare che la biondina esca.

Per oggi basta così, si dice mentre si allontana.

Se avesse fatto più attenzione ed avesse atteso pochi minuti, avrebbe udito l'eco di una risata crudele fusa ad un grido terrorizzato.


Tre giorni dopo, dal negozio si affaccia un anziano, che richiude immediatamente la porta in faccia ad una ragazza dai morbidi capelli neri.

Che però non perde affatto il sorriso, anzi: si mette a... Cantare di bontà e generosità d'animo?

Ma che diavolo...?! Cos'è, ha fatto indigestione di cartoni della Disney?, si chiede Ann sconcertata.

Il vecchio apre l'ingresso, giusto un piccolo spiraglio, salvo poi brandire un bastone sbraitando.

Ann vorrebbe scoppiare a ridere, ma è in incognito e non può permettersi di essere scoperta.

La chioma prima di tutto, ha deciso.

L'uomo richiude sbattendo la porta, però la ragazza resta lì davanti, ferma.

L'entrata viene aperta nuovamente, ma stavolta è una ragazza dai grandi e luminosi occhi nocciola ad apparire.

La tipa parla con un accento dell'Est Europa, forse russo.

Accoglie la cliente con un luminoso sorriso, richiudendo piano la porta alle sue spalle.

Quanto rossetto sprecato, osserva con disappunto Ann. Sembrano le labbra di un pesce.

Rimasta sola, Ann comincia a riflettere.

Quante persone lavorano in quel posto appena aperto, dunque?

Un ragazzo, una ragazza ed un vecchio?

Da quando in qua i vecchi lavorano come parrucchieri? Bisogna essere avvenenti, e solo i giovani lo sono. I giovani come lei, beninteso.

Scrolla le spalle e s'incammina, uscendo dal vicolo.

Acuti strazianti un tempo melodiosi si spengono nell'aria estiva.


Torna in quella stradina anche nei giorni successivi, trovando le stesse tre persone alternatesi.

È dopo quasi una settimana che nota un nuovo arrivato.

Molto simile al tipo con il fedora -Smith, giusto?-, a Labbra di Pesce e perfino al vecchio; ha la stessa capigliatura nera e gli stessi occhi cordiali.

Be', non è proprio come tutti gli altri: quel bacucco è tutto meno che gentile.

Il tizio lascia entrare una ragazza dai codini rossi e dal sorriso tenero, accompagnata da due amiche.

La prima ha dei capelli assurdi, neri e verde petrolio. È di un pallore preoccupante, niente a che vedere con la mia splendida e sana tonalità di colore, sogghigna Ann.

Guarda fisso all'interno del negozio, come se stesse osservando qualcuno negli occhi.

L'altra ha un bel caschetto castano ed un palmare ultimo modello in mano.

Sembra leggermente agitata, quasi ansiosa.

Maniaca della chat? Mh, intrigante, afferma Ann, sentendo una certa affinità con la ragazza.

La porta si richiude con un leggero scampanellio, convincendola a ritirarsi.

Gira i tacchi viola e percorre la strada del ritorno.

Un quarto elemento? Gli affari vanno bene, quindi, calcola.

Diverse urla laceranti si innalzeranno nel cielo, più tardi, ma Ann non le ascolterà mai.


È qualche giorno dopo ancora che succede.

Ann passeggia per quel vicolo, chiedendosi dove potrebbe soffermare lo sguardo stavolta:

ci sono solo un negozio di moda Hippy, una cartolibreria dalle minuscole dimensioni, quel famoso parrucchiere e pochi portoni in legno massiccio e ferro battuto.

Una stradina decisamente poco trafficata.

Non vuole essere scoperta, non ora che si sta divertendo tanto ad ideare congetture e tesi fantasiose.

Non ci sarebbe più nulla di cui ridacchiare, se tutto finisse.

Quasi non si accorge di essersi arrestata proprio davanti all'uscio del negozio tanto pensato.

La porta è chiusa, ma dai vetri scorge qualcuno all'interno.

Incerta sul da farsi, bussa, prima di accorgersi che il tipo non l'ha sentita.

Non ama essere ignorata, Ann Maria: le nullità vengono ignorate, non lei.

Strepita finché non ottiene che l'ingresso si apra.

Sulle labbra ha pronto un lungo discorsetto furioso, ma le parole le si bloccano in gola quando vede chi c'è appoggiato allo stipite.

Un ghigno da perfetto playboy dipinto in viso, capelli lucidi fissati all'indietro con gel -quanto ce n'è voluto per ottenere quest'effetto?-, un ciondolo dorato al collo.

Il corpo è un tripudio di muscoli guizzanti e tonici.

Ann rimane impietrita, lo sguardo fisso su quel ragazzo mai visto.

Che peccato non essersene mai accorte prima, pensa.

-Ehi, oh, che vuoi? Oggi siamo chiusi, quindi ripassa e non seccare... Ripensandoci, perché non entri e ci divertiamo un po', pupa? Sei un vero schianto e qui non c'è nessun altro tranne noi due... Che ne dici, piccola? Accetti, vero? Nessuna ragazza rifiuta il grande Vito, mai.-

La prima parola che si arrampica sulla lingua di Ann è un “Certo!”, ma poi ci ripensa.

Non ha proprio voglia di terminare la missione, ora che ha scoperto quello splendore.

Sorride, con un'aria bastarda, ed afferma: -Se mi vuoi, devi meritarmi, cocco. La parte più dolce è in fondo, molto in fondo... Ma lo zucchero è la ricompensa di pochi eletti. Hasta la vista, baby!-

E sparisce sculettando.

Appena uscita dalla via, si blocca. Il viso leggermente arrossito e le gambe molli.

Ha appena visto un'apparizione. Una perfetta e meravigliosa apparizione.


Lo incontra di rado, meno spesso del ragazzo dal sorriso simpatico.

Mike, ha sentito che lo chiamavano così.

Attende l'orario di chiusura e si fionda al negozio.

La porta è sbarrata, ma si sentono i rumori di una zuffa, mischiati ad ansimi, mormorii e spasmi.

Chi caspita c'è lì dentro?, si chiede, turbata.

Appoggiato l'orecchio all'ingresso, tenta di origliare, ma si sbilancia quando sulla soglia appare Mike.

-Ciao, posso aiutarti? Mi dispiace, ma se sei qui per un'acconciatura devi tornare un altro giorno... C'è un bel disordine, attualmente. Per favore, potresti ripassare? Sarà gratis!-offre.

-Mh. Sei solo? Mi era sembrato di udire altre voci... Il nonnetto, la brutta copia di Indiana Jones, la ragazzetta o quello schianto di Vito non ci sono?- replica lei, infastidita.

Non sloggerà tanto facilmente, nossignore. Quello che Ann Maria vuole, Ann Maria ottiene.

Il ragazzo trasalisce, aumentando i suoi sospetti.

-N-no, lavoro sempre da solo, mai avuto aiutanti... N-non so di chi parli... Dove hai sentito quel nome?- Mike suda freddo.

Ann non è disposta a sentire bugie, pertanto lo afferra per il colletto.

-Stammi bene a sentire: tu non mi imbrogli. Dov'è Vito? Dimmelo. Adesso.- minaccia.

Lui deglutisce, poi annuncia:- Siamo fratelli gemelli, e dato che abitiamo insieme, ti informo che oggi non è potuto venire.-

Sente ancora su di sé lo sguardo indagatore di Ann.

-Perché. Non. Ci. Sono. Dov'è. Lui. Dov'è. Il. Mio. Vito.- continua lei, furibonda.

-Ognuno di loro è... Ecco, speciale?- dice lui, ignorandola.

-Non posso controllarli. E neanche tu puoi. Vito meno degli altri. Lui e...-

-Stop. Non mi interessa. Digli soltanto che lo voglio vedere. Domani dev'esserci. Ciao.- lo interrompe e se la svigna, i pugni stretti.

Mike la guarda andarsene.

Il suo volto si apre in un ghigno raccapricciante.

-Bella prova, Mike. Hai fatto del tuo meglio, ma a quanto pare non è bastato...- afferma con una voce profonda che non gli appartiene.

-Anche lei finirà come loro. Come la tua cara ed adorata fidanzatina Zoey.- ride.


L'indomani, Ann ribolle ancora, mentre si dirige verso il luogo dell'appuntamento.

Insomma, Vito le ha detto che è bella, no?

Perché sparire così? Sta giocando a fare il bel misterioso, probabilmente.

Ma il solo pensiero di lui che la “tradisce” basta a farle affrettare il passo.

Si trova davanti alla porta del negozio in pochi minuti.

Bussa vigorosamente, rischiando di colpire anche il viso del ragazzo appena comparso.

Vito è lì, davanti a lei.

Ed è in quel momento che Ann Maria decide di entrare.

Nessuno l'ha invitata, e Vito la guarda confuso.

Ma cammina a passo di carica, e lui non può fare altro che seguirla, recuperando la solita espressione da bulletto.

Ci sono numerosi scaffali strapieni di boccette, ampolle e balsami vari, tutti colorati.

Bigodini, forbici, mollette, phon, piastre... Tutto rigorosamente in ordine, dentro scatole di plastica.

Varie testine la scrutano: sono tutte rivolte verso di lei.

Ann riconosce i visi delle clienti che aveva visto nei giorni in cui osservava il negozio.

Impossibile, si dice. Le testine sono finte, sono solo per far esercitare i parrucchieri con le acconciature e le diverse capigliature.

Non si accorge che Vito, alle sue spalle, ha afferrato un asciugamano e le si sta avvicinando rapido.

Sonno... Tanto sonno..., pensa, poco prima di svenire.

Lui sogghigna:-Cloroformio.-


Si risveglia su una sedia con le rotelle, la nuca poggiata nell'incastro del lavabo.

Generalmente, in quel momento, una signorina le starebbe facendo lo shampoo, elogiando la qualità della sua chioma.

Questa volta, invece, c'è un ragazzo che non ha mai visto prima, in piedi davanti a lei.

La frangia gli ricade sull'occhio sinistro, ed i suoi occhi sono cerchiati da profonde occhiaie.

Ann sente un brivido correrle lungo la schiena.

-Ben svegliata, Ann. Sei proprio pigra, lo sai? Ce ne hai messo di tempo, prima di deciderti a entrare...-

La sua voce è bassa, quasi un sussurro.

Ann, sempre più inquieta, fa per aprire bocca, ma lui la ferma, posandole l'indice sulle labbra.

-Dov'è Vito? Dov'è il vecchio? Dov'è Labbra di Pesce? Dov'è Smith? Dov'è Mike? Proprio davanti a te, carissima. Io sono loro, loro sono me.-

Eh?, è tutto ciò che Ann riesce a formulare nella sua mente.

-Ci chiamavano “personalità multiple”, esseri inesistenti, parassiti impadronitisi di un corpo che non ci apparteneva. Ma si sbagliavano. Mike siamo noi. Mike è noi. Niente noi, niente Mike. Lui, solo lui, doveva essere la personalità dominante... Ma non è riuscito a vincere contro se stesso. A vincere contro noi. Non poteva distruggerci, è sempre stato un debole. Per questo ha bisogno di noi, delle nostre capacità, del nostro aiuto. Siamo diventati liberi. Erano liberi, giusto: all'epoca io non esistevo ancora completamente, Mike non voleva problemi. Una volta formatomi, non è stato difficile divenire il capo.- fischiettò.

-Conosci la storiella del Dottor Jekyll e Mister Hyde?

Il Dottore era il buono, Hyde era il cattivo e faceva cose orribili quando era il padrone del corpo. Jekyll riuscì a neutralizzarlo, sacrificandosi, a riprova del fatto che i buoni vincono sempre.

Tsk. Fandonie. Nella lotta mentale di Mike, sono uscito vincitore io. I rumori che hai sentito l'altro giorno erano una sua tentata ribellione. Fallita, ovviamente. Ora comando io, controllo tutti i nostri alter-ego. Appartiene tutto a me, tutto a Mal. Stai cominciando a mettere insieme i pezzi?- continua lui.

-...Che cosa vuoi da me?- emette lei, flebilmente.

Lui sorride, dirigendosi verso le poupette.

-Visto che tra poco sarai loro amica, tanto vale presentarvi, no?- sussurra, suadente.

Accarezza i capelli di una testina bionda.

-Lei è Lindsay. Lindsay, Ann. Ann, Lindsay. Costantemente alla ricerca del proprio fidanzato, che in realtà le si trova sempre accanto. Vuole diventare un'attrice... voleva, giusto. Ha avuto amicizie che la costringevano a comportarsi in modo innaturale per lei, quindi si è ribellata e le ha abbandonate. Ben fatto, non credi? Ha trovato nuove amiche, più sincere, a quanto pare. È... Era felice. Quando è venuta qui, voleva un taglio per un appuntamento. E io gliel'ho dato... Forse non se l'aspettava in gola?-

Ridacchia piano, per poi passare ad una testina dai capelli neri.

-Lei è Ella. Ella, Ann. Ann, Ella. Canta...va nel coro scolastico, voce molto apprezzata. Cuore tenero, crede nelle favole e cerca il suo principe azzurro. Vuole... uff, voleva molto bene a Svetlana, personalità con cui si sentiva molto a suo agio. E credo Svet la ricambiasse. Ho dovuto darle una piccola lezioncina, per questo... Quando è venuta qui, voleva sfogarsi per una delusione amorosa. Se il cuore non batte più, non può neanche più soffrire, corretto? L'ho aiutata, non trovi?-

Si avvicina poi ad un trio di poupette.

Ann le ricorda bene, sono le ultime clienti che ha visto.

-Oh, il mio gruppetto preferito. Ne puoi ammirare tante sugli scaffali, girando la testa, ma non ne vedrai mai come loro. Sono speciali, sì. Non immagini la soddisfazione che mi ha dato accontentare le loro richieste.-

Annuisce, afferrando il mento della più pallida.

-Mh, direi che potrebbe andare bene come inizio. Dunque, Ann, lei è Gwen. Gwen, Ann.

Appassionata di arte, ha avuto due infelici storie d'amore, entrambe iniziate tra rose e fiori e concluse con tristezze e dolori. Meravigliose, sì. Una delle due è stata causa di tremendi litigi e dure discussioni con una buona compagna, che l'ha accompagnata qui quel fatidico dì. Passiamo quindi, senza indugio, a Courtney, l'amica tradita! Non è divertente? Divise in vita, unite nella morte. Che bel rapporto solido... Court è una tipa molto ligia alle regole, con un'innata predisposizione a primeggiare. Il suo, o meglio, il loro uomo è stato in riformatorio con me, qualche anno fa. Una piccola vendetta su di lui, ammazzare le sue tenere innamorate? Non si sa mai perché commettiamo crimini... Forse.- conclude, sfiorando il collo della castana.

Ann sente un conato di vomito risalirle lo stomaco.

Vorrebbe alzarsi e scappare via, correndo a più non posso, lontana da quel criminale.

Ma asciugamani le sono stati stretti intorno agli arti, immobilizzandola.

Mal si volta verso di lei, scuotendo la testa.

-Oh, no, no, no, Ann cara. Tu devi restare ancora per un po'. Il tuo turno arriverà presto, non temere.

Permettimi solo di presentarti un'ultima persona, poi penserò a te. Andrà tutto bene, te lo assicuro.- il tono sempre più tetro, sempre più macabro.

Ann legge negli occhi freddi di quei visi ciò che si prova a vedere la morte in faccia, a sapere di non avere più via di scampo.

Nonostante sia passata almeno qualche settimana, le teste appaiono ancora come fossero vive. Non vi è alcuna traccia di sangue, non vi sono brandelli di carne penzolanti dalla base del collo, non hanno cominciato a putrefarsi.

Sono ancora i visi delle ragazze ignare che ha visto.

Nella stanza non vi è il tanfo tipico dei cadaveri, né vi sono tracce della carneficina avvenuta lì dentro.

È solo un incubo dal quale sto per svegliarmi, Ann tenta di rassicurarsi.

Mal ricomincia a parlare, coccolando una testina dai capelli rossi.

-Ed ecco la Reginetta della collezione, Zoey.-

A quel nome, il corpo di Mal sussulta, ma lui continua imperterrito a discorrere.

-Dolce, tenera, simpatica, vivace, timida, forte, fiera, coraggiosa, atletica... Potrei elencarne i pregi per ore, anche se non li penso. Mike mi mette spesso in bocca parole non mie, e dovrebbe imparare a smetterla, se non vuole farsi molto male. Dopotutto, è stata la sua ragazza, l'ultima a credere in lui, che ha visto venire assassinata. O meglio, è stato lui ad ucciderla. Rimorso, disperazione, rimpianto, agitazione, e tanto tanto dolore. I sentimenti sono inutili, se non riescono ad impedirti certe azioni.

Probabilmente è per questo che sono io il comandante di questa mente, ora. Si è arreso all'evidenza: il più forte sono io. Tornando ai melliflui fidanzatini... Volevano sposarsi, metter su famiglia, aiutarsi l'un l'altro a superare i propri problemi interiori... Che sdolcinati. L'amore non esiste davvero, o Mike, Svet e Vito mi avrebbero fermato. E invece ho vinto io. Preparati, Ann. Scusami se non ti ho dato nessuna futile rivista da leggere, cara. Mi farò perdonare l'attesa con un taglio rapido e splendido.-

La ragazza continua a divincolarsi, ma i nodi sono ben stretti.

Mal si avvicina, in mano un telecomando. Indica un punto sopra la testa di Ann, che alza lo sguardo.

Qualcosa luccica, lassù.

-Indovina cos'è? Il modo migliore di ottenere una nuova testina. Niente falci o motoseghe sopravvalutate, strappano troppi filamenti e lasciano intravedere cartilagini e muscoli.

Sai com'è, ho uno stomaco delicato... Ciao ciao, Ann.- annuncia, salutandola con la mano.

Improvvisamente, il corpo del ragazzo si contrae.

-Mh, finalmente. Sembra che non vogliano spargere altro sangue... Potresti venire salvata, Ann... Oppure no.- sussurra.


 

Crystal's Corner

- o Angolo dell'autrice in camicia di forza-

Buonasera a tutti i gentili lettori -al solito, se ci saranno-.

Dunque, che dire? L'Italia ha perso l'ultima chance che aveva all'81° minuto, una partita giocata male, a parere mio, da entrambe le squadre; io mi sono sgolata causa urla-da-tifosa-fuori-di-zucca, ogni volta che gli azzurri attaccavano -che poi, quando esce anche il portiere in Inazuma Eleven, la Raimon vince sempre-; ho reclutato la mia squadra con cui volare in Brasile e rigiocare tutto daccapo -#continuaasognare-; e voglio offrire un gelato alla squadra ed al CT, perché erano tristissimi e voglio sollevargli un pochino il morale :/

Passando ad argomenti più allegri: la nuova serie di TDPI -a parte Sky, che seriamente, mi sembra troppo simile a Zoey- si sta facendo amare, anche se non sono ancora disponibili tutti i concorrenti per scrivere su di loro :/ Personalmente, oltre al fatto che sono strafelice per l'eliminazione di Topher -#Chrisèl'unicoedilsolo-, sono stratriste del fatto che abbiano eliminato Scarlett! :( Uffi, lei e Genialoide sarebbero ottime amiche, non credete? ^^

Trovo sia giusto avvertirvi che questo sarà l'angolo più grande e lungo che possiate mai aver visto (calcolando che continua oltre i saluti), quindi potete anche chiudere la pagina, se non siete motivati a continuare. Più in basso trovate alcuni possibili finali che ho elaborato, ma che non sono stata convinta ad utilizzare, lasciando la storia "Incompiuta".

L'idea di Ann Maria che va dal parrucchiere mi era balenata in mente da Novembre 2013, quando avevo trovato un posto che faceva forti sconti per la notte di Halloween, ma solo per un'acconciatura che decidevano loro; avevo quindi pensato ad una Ann disperata per come le erano stati ridotti i capelli.

Ma avevo accantonato questa storia. Tempo dopo, mi è venuto in mente Mike come acconciatore, e lui si è portato dietro il pacchetto completo delle personalità. Quindi la coppia principale diventava la Annito... Ma mi è venuta in mente la storia delle testine, quindi una fiction pseudo-horror, che non fa poi tanta impressione... Ricapitolando, lo schema base era : Ann> Parrucchiere> Mal parrucchiere.

Dato che l'Assassino è corso a chiamare il più vicino manicomio ed il miglior centro di assistenza ai tossicodipendenti, dopo che gli ho parlato dell'idea alla base di questa storia, mi trovo momentaneamente da sola...

Bien, vi lascio ai finali.

Grazie a chiunque abbia aperto questa pagina,

Alla prossima,

Kimberly D Crystal


 Primo finale: Mente di Mike

-Vito ce l'ha fatta, vero?- chiede Mike, alla sua destra un Mal ammanettato, che ringhia.

-Svetlana spera di sì, tutti meritiamo l'amore.- dice la ragazza russa, volteggiando.

Manitoba Smith si sistema il fedora, sorridendo al riflesso nello specchio.

-Se quel dingo la tratta male, Sheila può sempre rifugiarsi tra le mie braccia.- annuncia, ricevendo un'occhiataccia da parte di Svetlana.

-Ai miei tempi, i giovani non facevano proposte così sconce. Basta che non si mettano subito a fare voi-sapete-cosa, e per me possono anche andare...- borbotta seccato il più anziano del gruppo.

-Chester!- lo riprendono gli altri.

-Che c'è? Ai miei tempi si dicevano le cose così come stavano e si faceva una bella scazzottata. Ah, che bel periodo quello in cui ero giovane... Ma che ne volete sapere voialtri!- dichiara lui, bisbetico.

-Io non ne voglio sapere niente, in realtà.- ammette Mal, sbuffando.

-E tu mollami, perdente. Non mi avete ancora battuto. Tornerò, statene certi.-

Fa per andarsene, ma Mike lo blocca.

-Dove credi di andare, tu? Abbiamo un conto in sospeso, noi due. Un conto che porta il nome di Zoey.- proclama, svanendo insieme al ragazzo incatenato.

-Non vorrei trovarmi nei panni di Mal. Che ne dici, Sheila, ti va un gelato?- chiede, con un inchino in direzione della ragazza.



Secondo finale: Residenza di Ann Maria e Vito

Ann si alza di soprassalto, un buco nello stomaco.

Era solo un sogno, l'avevo detto io, tenta di calmarsi, spavalda.

Sbadiglia e si rigira nel letto: ha ancora sonno e vuole riaddormentarsi.

-Ehi, oh, che è successo, piccola? Un brutto sogno?- un braccio le si stringe intorno al fianco.

-No, Vituccio, va tutto bene. Un brutto sogno, dici? No, uno meraviglioso: il nostro primo incontro.

A volte lo rielaboro in chiave thriller-horror, colpa tua e di quegli stupidi film che mi costringi a vedere! La prossima volta esigo “Sex and the City”, chiaro?- dice, dandogli un pugnetto sulla spalla.

-Però sai... Eri veramente stupendo quel giorno, appoggiato all'entrata del negozio, con quell'aria così mmmmm... Ah, a proposito: i tuoi gemelli ci hanno inviato un biglietto d'auguri per il nostro fidanzamento, mi stavo dimenticando di dirtelo! Hai davvero una famiglia stupenda.- continua, accoccolandosi vicino al suo petto, tranquillizzatasi.

La mano di Vito le risale la schiena fino ai capelli.

-Mai stupenda quanto la tua chioma, cara.- afferma, accarezzandoli.

Il respiro di lei si mozza, la stretta di lui si intensifica.

-È il momento di completare il lavoro, non si può lasciare una cliente insoddisfatta.-

 


Terzo finale: Casa di Ann Maria

Raggi di sole illuminano la specchiera davanti al letto.

Ann si sveglia lentamente, sgranchendosi le articolazioni intorpidite.

-Che razza di sogno assurdo... I miei capelli hanno rischiato di diventare bianchi e cadere! Ew, orribile!- sibila, la voce ancora impastata dal sonno.

Si siede sullo sgabello dinanzi alla toeletta, afferra una spazzola intarsiata e si pettina con dolcezza.

Sono i primi giorni d'estate, e purtroppo la chioma suda molto.

Non c'è messa in piega che duri abbastanza a lungo, e sono giorni che Ann si sistema l'acconciatura alla meno peggio, fissandola con quanta più lacca possibile.

Certo, un eccellente parrucchiere farebbe un lavoro ben migliore, ma... Posso contare solo su me stessa, in quest'orrenda situazione. Come sempre. I miei preziosi capelli non possono essere maneggiati da chiunque, ribadisce ad un allievo immaginario.

Il cellulare ultimo modello finito chissà dove squilla sulle note di “I'm Sexy and I Know It”.

Ann si lancia in una ricerca compulsiva, imprecando ogni volta che il volume della suoneria si alza.

-Pronto.- annuncia, il tono alquanto seccato.

-Ma ciao, Ann! Come siamo scontrose... So che un buon sonno è essenziale per avere una pelle luminosa come la mia, ma anche la tua carnagione non è così male...- ridacchia l'interlocutrice.

-Ah, sei tu, Dakota? Dovresti sapere che ci vogliono almeno quaranta minuti per truccarsi come si deve, ma tu non puoi saperlo, vero, cara?- ribatte provocatrice Ann.

-Umpf, se devi dire qualcosa dimmelo in faccia, non protetta da uno schermo. Faccio un corso di arti marziali, sai? Antipatica. E pensare che volevo darti una notiziona...- sbuffa Dakota.

-Scusa, scusa... Che permalosa. Dai, spara. Che si dice di nuovo?-

-Una notizia bomba in anteprima solo per te! Ha aperto un nuovo parrucchiere in fondo alla via! Dicono sia fantastico e sappia fare meraviglie...- sussurra l'amica, con fare misterioso.

-Ma se è nuovo, che ne sai tu?- risponde Ann, perplessa.

-E uffi, accontentati. Il gossip non richiede mai i nomi delle fonti. Vai da lui e scopri se è davvero bravo come dicono, no? Ciao ciao...- chiude la conversazione Dakota.

Un nuovo, bravo parrucchiere? Mh, forse vale la pena di farci un salto...

 

 

Quarto finale: Negozio di Mike

Finito. È tutto finito.

Mal si rialza, leggermente provato dallo scontro con le altre personalità.

Ghigna, vedendo il cadavere che giace ancora composto sulla poltroncina.

C'è stato un momento, quando ha perso il controllo, in cui ha temuto che la ragazza potesse riuscire a fuggire. Sarebbe stato bruciato, in quel caso: impossibilitato a far perdere le proprie tracce, si sarebbe ritrovato nella solita, vecchia, bianca cella di isolamento. In camicia di forza.

Etichettato come pazzo con tendenze necrofile, nessuno ne avrebbe mai riconosciuto il genio.

Quando però ha sentito il tonfo di qualcosa che rotolava a terra, e ha visto il sangue che fuoriusciva dal collo appena mozzato, si è rassicurato.

Avrebbe potuto continuare la sua opera in tutta tranquillità.

Sorride nuovamente, macabro, avvicinandosi alla recente vittima.

Osserva le vene e le arterie recise, che colorano il pavimento di rosso.

Una nuova, splendida poupette.

-Avrai un posto d'onore nella mia collezione, Ann.- mormora, chinandosi a raccoglierla e sistemandola subito su un piedistallo speciale.

Il campanello suona.

-Oh, il divertimento non è ancora finito, a quanto pare...- sogghigna sornione, apprestandosi ad aprire.

-Buongiorno, vorrei la stessa acconciatura di quella testina... la stessa di Ann, grazie.- richiede la nuova cliente, leggendo la targhetta d'ottone sotto la poupette.

La porta si richiude.

-Sarà un piacere accontentarla, milady.-

  
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