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Autore: Spensieratezza    26/06/2014    9 recensioni
Questa storia parla di personaggi di Supernatural, ma in una sorta di universo alternativo, dove Mary non è morta nell'incendio, e Sam e Dean vengono separati da bambini per poi incontrarsi da ragazzi :)
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Azazel, Bobby, Dean Winchester, Famiglia Winchester, Sam Winchester
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Altri mondi, infinito amore'
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Dean e Sam si trovavano nel cortile di un capanno semi abbandonato di Bobby, per l’allenamento.

“Perché dobbiamo restare in questo posto isolato, e non possiamo allenarci a casa?” chiese Sam arrabbiato.
“Te l’ho già detto, Sammy” disse Dean, sparando con il silenziatore e facendo centro dritto nel bersaglio che era appeso  sul piccolo tronco in legno in cortile.

“Non dire “Sammy” in quel modo, come se fossi un moccioso” disse Sam, sparando a sua volta e mancando il bersaglio.

“E poi gradirei una risposta che sembri più VERA di quella che ho ricevuto “ aggiunse.

“Non c’è!” disse Dean. “Bobby ci ha portati qui perché è più sicuro; non possiamo allenarci a casa sua…cosa succederebbe se qualche vicino o qualche passante dovesse vederci e magari chiamare la polizia perché vede delle armi?”

“E poi “ aggiunse Dean, interrompendo il prossimo ribattito di Sam: “Karen potrebbe avere dei problemi a seguire l’allenamento in diretta “

“Che cosa??? È la moglie di un cacciatore, Dean!”
“Lo so”
“E la cosa non ti sembra un po’  strana?”
“Bene, bene…Sammy….vedo che cominciamo a vedere le cose alla stessa maniera sulla cara dolce Karen” disse Dean

Sam sbuffò. “Bobby poteva almeno farci compagnia, almeno ci avrebbe aiutati nel fottuto allenamento “

“A dire il vero, ho chiesto io a Bobby di lasciarci da soli…”

“Che….cosa?” chiese Sam, sorpreso dall’iniziativa di Dean.

“è che…pensavo…che abbiamo avuto davvero poco tempo per noi, ultimamente…mi mancava un po’ di privacy “ disse Dean, avvicinandosi a Sam e mettendogli le mani sotto la maglietta.

“Ehi, non ti stai allargando un po’ troppo?” chiese Sam, sorridendo maliziosamente.

“Non dire stronzate, sto mangiando pochissimo” disse Dean, trascinandolo nel capanno, e buttandolo sopra uno dei materassi, vicino alla paglia.

“Dean, bastardo! Se la paglia ci sporcherà, ti farò vedere i sorci verdi!” gli disse Sam
“Ti ho già detto che mi eccita quando parli sporco?” gli chiese Dean, levandosi la maglietta e buttandosi su di lui.

“No, Dean, non spogliarmi, se arrivasse Bobby adesso……..DEAN!
 






*


“Dean, che pasticcio, te l’avevo detto di non stringermi troppo forte… meno male che c’era ancora questa doccia funzionante, e miracolosamente con ancora l’uso dell’acqua calda “ disse Sam, mentre entrambi erano sotto il getto caldo della doccia, nudi.

“Pensavo che ne avessi abbastanza di caldo “disse Dean, continuando ad insaponarlo.
“Dean!”

“Ehi, non fare il principino….mi sembrava che ti piacesse quando ti stringevo più forte, e cosi…”

mi piaceva” disse Sam imbarazzato “ma guarda come siamo ridotti. Te l’avevo detto di non spogliarmi “

“Bravo genio…saresti stato più contento di sporcare i vestiti ?” gli chiese Dean malizioso

“Sei un depravato. E io sono come te!”

“Ed è cosi eccitante…”

“Dean, maledizione…la vuoi piantare? Mi….mi…”

“Ti…stai eccitando di nuovo?” gli chiese Dean , avvicinandosi di nuovo.

Con un passo azzerò quei pochi centimetri e lo bloccò con tutto il peso del suo corpo contro le mattonelle della doccia.
 
 
 
 






Dopo una seconda doccia….


*

“abbiamo lasciato tutto in ordine? Non è che c’è ancora qualcosa fuori posto o…” cominciò Sam, seminudo, seduto in braccio a Dean, che era seduto su una sedia nel capanno.

“è tutto come dovrebbe essere e anche meglio “ rispose Dean, tirandogli su i Jeans e allacciandogli bottone e cerniera, e accarezzandogli poi le gambe dolcemente.

Sam sporse un braccio all’indietro ad accarezzare il collo di Dean.

“Mi dispiace per l’inconveniente “ disse Dean, sorridendogli, baciandogli una spalla.

“Non importa, e poi non è stato poi cosi spiacevole, anzi…” disse Sam, con un sorriso malizioso. Poi tornando serio : “Ma avrei preferito dentro  di me, lo sai, Dean…” disse poi triste

“Pensavo di averti fatto capire ampiamente che ti desidero” gli rispose Dean preoccupato.

“è cosi…ma non mi basta…cos’è questo stare insieme a metà? quello che provo per te è totalizzante e voglio che anche fisicamente lo sia …”

“Ma lo è già….”

“Non completamente..”

“Diosanto, Sam…sono già tuo in ogni modo possibile…non dirmi che avresti voluto fare l’amore in mezzo alla paglia…piuttosto la neve “ disse Dean, riuscendo a strappare una risatina a Sam.

“Se non oggi che eravamo soli, allora quando?” continuò Sam
“Quando papà tornerà a prenderci per riportarci a casa, te lo prometto. Lontano da lui, però.” Disse Dean, ridacchiando nervosamente.

Sam gli fece girare il volto con una mano per dargli un bacio soffice e delicato, il quale Dean ricambiò con un gemito.

“Ti amo cosi tanto “ gli disse Dean.
“Finalmente lo dici “ gli sussurrò Sam sulle labbra.

“Come?”
“Non me l’hai mai detto per primo. L’ho fatto sempre io”
“Questo perché sei tu la femminuccia tra noi due “ lo rimbeccò Dean, con tono amorevole.
 

Ad un tratto la vibrazione del cellulare di Dean aleggiò nell’aria.

“è il mio” disse Dean, dando un colpetto gentile a Sam, per farlo alzare.
 

“Sisi, ok, Karen, perdonaci. Avevamo dimenticato tutti e due il cellulare  in macchina “ menti Dean.
 

“Era karen per il pranzo. Dice che ci ha fatto 11 chiamate.” Disse Dean

Sam avvampò, sapendo fin troppo bene perché non avevano risposto o sentito i cellulari.
 



“Non avete neanche toccato la carne…” disse Karen, dispiaciuta.

“la pasta era squisita, e anche il formaggio…karen. Davvero, siamo a posto cosi” disse Sam
“E poi quella carne puzza, sta marcendo…non te ne sei accorta? Ha un odore nauseabondo” disse Dean, che non aveva voglia di fingere.

“Davvero? No…non l’avevo notato…” disse la donna. Sembrava molto sorpresa.

“Spero che tu o bobby non l’abbiate mangiata…” disse Dean

“No..nemmeno io ho molto appetito, ultimamente “ rispose Karen con sguardo atono.
 
 
 
 
 
*



“Papà. Karen ha qualcosa che non va. Non riesco a capire bene cosa, ma non è normale. Per favore, chiamami. Ho paura” disse Dean, lasciando un messaggio alla segreteria telefonica di John.

“Dean, non pensi che forse stiamo esagerando? Prima la mamma, ora Karen…voglio dire, lei sembra una donna buona…forse siamo noi, forse abbiamo dei problemi con la figura materna…” disse Sam, mentre mangiava il suo gelato, mentre erano usciti per andare a fare una passeggiata, pur di stare lontani da Karen.

“E se papà non risponderà al messaggio, si estenderà anche a quella paterna…” rispose Dean sempre più arrabbiato con il padre.

“Forse la stiamo facendo un po’ troppo gross…” ma Sam non riusci a completare la frase perché furono interrotti dallo squillo del suo telefonino.

“Che cosa? Dove sei?? Stai bene? Ok ok..tra poco siamo li” disse Sam.

“Era Bobby. Si trova alla stazione di polizia per un incidente “ disse Sam a Dean, basito.
 
 
 
 
*

STAVO ANDANDO TRANQUILLAMENTE PER I FATTI MIEI E QUESTO FIGLIO DI PUTTANA MI HA SPACCATO IL PARABREZZA “  urlò una voce inconfondibile.

“Perché permette a questo primitivo di alzare la voce in una stazione di polizia?” chiese più pacata, ma altrettanto arrabbiata, un’altra voce famigliare.

“Bobby, vedi di calmarti, non siamo allo stadio “ disse una voce invece sconosciuta.
 

Sam e Dean raggiunsero la stanzetta e finalmente poterono associare le voci a dei visi famigliari, e rimasero sconvolti.

“Bobby, che cosa….Ash? Jo? Che ci fate qui?” chiesero Dean e Sam.

“Conosci questi hippie?” chiese Bobby.

“Conosci questo primitivo?” chiese invece Ash.

“Come ti permetti di dare del primitivo a me, vestito in quel modo, hai un bel coraggio!” urlò ancora Bobby.

Bobby, vedi di calmarti o ti faccio sbattere fuori, ecchediamine!” urlò la donna che era li con loro.
 

“Innanzitutto vediamo di mettere un po’ d’ordine. Primo: chi sono quei due ragazzi, e perché ti conoscono” chiese poi  la donna a Bobby.

“Loro…sono Dean e Sam, figli di un mio grandissimo amico…sono come dei nipoti per me” disse Bobby

Dicendo cosi, i cuori di Dean e Sam sembrarono accendersi e illuminarsi per alcuni meravigliosi secondi.

“Bene…ragazzi, io sono lo sceriffo Jody Mills, conosco vostro…”zio” da molti anni, e non nego che ho avuto parecchie volte il piacere di arrestarlo per ubriachezza e risse di poco conto” disse Jo, sorridendo ai due.

“Jodie! Non farmi fare brutte figure con i ragazzi “

“Piantala, e non ti rivolgere a me con questo tono o ti arresto per oltraggio a pubblico facciale, mi sono spiegata?”

Dean e Sam sorrisero. Si vedeva che malgrado la facciata, lo sceriffo sembrava essere affezionata al vecchio Bobby, e chissà forse anche più di quello che lasciava intendere.
 

“Secondo: mi dispiace che abbiate dovuto assistere a questo triste teatrino, ragazzi, ma i signori qui presenti, pensano che allo sceriffo interessi un banale caso di incidente, in cui uno qualunque spacca il parabrezza a un altro tipo qualunque, perché stavano giocando a una banale gara imitando Fast and Furious “ disse Jody indicando Bobby e Ash, dietro di lei.

“Ehi! Quel pezzo di merda mi ha quasi ucciso “ disse Bobby.

“Peccato che non ci sia riuscito “ disse Jody. “Senti, Bobby, ora basta con queste scene, ho visto la macchina, ok, è un po’ conciatina…ma con un po’ di liquidi tornerà come nuova, e no, non credo che il nostro caro hippie qui ti volesse uccidere, conosco molta gente che vorrebbe ucciderti, e di certo non ti spaccherebbe il parabrezza “ disse Jody.

Bobby sembrò non capire se Jody stesse scherzando o meno.

“Consiglio a voi due imbecilli di presentarvi all’ufficio là in fondo, specializzato in incidenti stradali, dovrete compilare un bel po’ di moduli, ma alla fine ne uscirete vivi. Quasi. Spero che siate assicurati.” Disse Jody , sembrando ora seria, e arrabbiata. “E d’ora in poi non seccatemi più per queste sciocchezze” disse allontanandosi.
 

“Roba da matti “ disse Bobby, sconfortato.

“Forse aveva un cavolo per traverso “ commentò Ash.
 

“Ma che diavolo è successo?” cercò di bisbigliare Sam a Jo.

Jo guardò sia Sam sia Dean e poi prese una decisione.
 

“Amore, se non ti disturba, vorrei fare 2 passi con i ragazzi, tanto mi pare di aver capito che ne avrete per parecchio qui” disse ad Ash.

“certo, tesoro, fa pure “acconsenti Ash.
 
 
 
 
 
*



“Ripeti quello che hai detto…non sono sicuro di aver capito bene…” disse Dean.

Jo sbuffò. “Invece hai capito benissimo “

“No, invece “
“Dean!”

“Voglio dire…un’invasione di zombies? Pfff , e ti aspetti che io ci creda….cos’è, il remake di Walking Dead? Poi, non ci hai ancora detto chiaramente cosa c’entra Bobby. Piantala, Sam”

Infatti Sam stava leccando abusivamente il gelato dal cono di Dean, ogni volta che lui si distraeva. In un’altra circostanza forse l’avrebbe lasciato fare, ma davanti a Jo, sembrava intimo e troppo indecente.

“Scusa, ma mi piace il gusto al lampone “

“non avevi mangiato già un gelato, prima?’”
“Ma il lampone…”
“Non mi sembra che stiate prendendo la cosa con la dovuta serietà “ disse Jo, irritata

“Certo che no…voglio dire, piombi qui, assieme al tuo ragazzo, spaccate il parabrezza a nostro zio “ disse Dean lasciando scivolare quella parola quasi senza rendersene conto “E poi ti metti a riempirci la testa parlandoci di un’apocalisse di zombies…dimmi quale delle cose elencate non fa ridere, compreso il parabrezza di nostro z…di Bobby.” Disse Dean,dando uno scappellotto a Sam, che aveva ripreso a scroccare il suo gelato.

“Bobby….l’abbiamo visto più di una volta aggirarsi furtivamente nel cimitero di notte, quando gli abbiamo chiesto spiegazioni ha perso la testa e lui e Ash si sono un po’ beccati, Bobby ha cercato di andarsene e Ash l’ha inseguito…in quel caso ha sbagliato lui. Non aveva intenzione di fargli del male, ve lo assicuro, e mii dispiace per l’incidente” disse Jo dispiaciuta.

“Va bene, va bene, lascia stare la macchina. Vai avanti.” Disse Dean, che cominciava a diventare nervoso…il coinvolgimento di Bobby non gli piaceva per niente.

“E poi , a dire il vero, non è un apocalisse, ma abbiamo ragione di pensare che ci sono stati dei casi di…Ritornanti  in questa città…è cosi che li chiamiamo…” disse jo

“Ahhh… ritornanti….ceeeerto…..cosi si che ha più senso, e tu lo sai perché sei….”

“una cacciatrice…”

Dean e Sam rimasero in silenzio per alcuni secondi.

“E si, so anche di voi, Dean…so che siete dei cacciatori, per questo ve ne sto parlando”
“Da…quanto lo sai?” chiese Dean interdetto

“Non vi ho mentito per tutto il tempo, se è questo che vi chiedete. Quando ci siamo conosciuti, io non sapevo che foste i figli di John. Me l’ha detto mia madre dopo la festa di compleanno di Sam” disse Jo stringendosi per le spalle.

“conosci nostro padre?” chiese Sam ancora più basito.
“Si, è stato lui a incaricarci di controllare questa città…” disse Jo.
 

No, papà….. pensò Dean.

Suo padre, no…..stava cominciando a vederlo come un eroe…loro padre non li avrebbe mai usati in quel modo, facendoli andare in una città dove resuscitano i morti, senza neanche avvertirli.
 

“Menti. Nostro padre ce l’avrebbe detto se in questa città ci fossero stati gli zombies, non ci avrebbe mai lasciati da soli senza protezione”

“Mi dispiace, ma lui lo sapeva, Dean.”

“BUGIARDA!” gridò Dean.

“Dean, calmati “ disse Sam, afferrandogli le spalle.
 

Jo si scuri in volto. “Sono molte cose, Dean Winchester, ma bugiarda no. non ci sto. Vediamoci all’Old Cafè ,oggi pomeriggio, e avrete le prove che cercate”

“Non vedo l’ora “ disse Dean con sguardo da sfida.
 
 
 
 
 
*



Fu difficile lasciare di nuovo la casa di Bobby, e eludere le sue insistenti domande su quello che Jo avesse detto loro, dopo che li aveva portati con sé dopo l’incidente, e questo, anche se i ragazzi non volevano ancora ammetterlo a sé stessi, sembrava la chiara prova del fatto che Jo potesse avere ragione.
 

“Non mi sembra il posto adatto per parlare di Zombies e morti viventi “ disse Dean, dando un’occhiata al bar.

“Devo solo mostrarvi dei fascicoli.” Disse Jo, dandoglieli. Dean cominciò a leggere:
 

“Bambino di 5 anni, morto cinque anni fa, ritorna miracolosamente in vita e va a trovare sua madre nella sua vecchia casa a Gilmore…” Dean alzò gli occhi dal trafiletto e chiese “Cos’è, uno scherzo?”

“Magari lo fosse. Sam leggi anche tu.”
“ Giovane donna morta tragicamente in un incidente stradale, esce dalla tomba per andare a riabbracciare il suo primo amore. L’uomo è ancora in stato di shock e non fa altro che piangere.” Disse Sam leggendo l’articolo.

“Va bene, basta cosi…il resto lo sentirete direttamente dai famigliari delle….”vittime”. venite con me” disse Jo.

“Jo, aspetta..” la fermò Sam, che fino a quel momento era restato in silenzio.

“Non fraintendetemi, ma….se questi…ritornanti, ritornano dai loro cari, non sarebbe…crudele , strapparli dalle loro braccia una seconda volta?”

“Sam, sei impazzito? Non possiamo lasciare che le persone si portino in casa dei morti viventi!” intervenne Dean.

“Ma se non fanno del male…” disse Sam

“basta cosi. Sam…che cosa ti rende tanto sicuro? Il solo fatto di non averli mai visti mentre si cibano come animali, di qualsiasi creatura vivente?” chiese Jo.

“Come?” chiese Sam sconsolato.

“Venite con me.” Disse Jo.
 
 
 
 
 
*



“Io avevo un figlio, Michael, di cinque anni, morto per una grave disfunzione agli organi, non operabile” disse la donna bionda nel salotto di casa sua, seduta sul divano.

Sembrava cosi fragile. Cosi indifesa.

“Ci dica del giorno in cui suo figlio è…..ritornato, signora Belisse” disse Jo.

“Una sera, me lo vedo riapparire dal nulla, alla mia porta, come se non se ne fosse mai andato” esalò la donna.

“Che cosa è successo?”

“Io…Dio solo sa quante notti l’ho sognato, quante notti ho pregato il Signore di farmelo riabbracciare…ma in quel momento, che Dio mi perdoni…non ci sono riuscita…ho sempre avuto il terrore dei fantasmi, e vedere mio figlio morto davanti a me, lei capisce…”

“Capisco perfettamente, signora “ disse Jo.

“Ho gridato e stavo per correre via, e poi ho visto…ho visto il mio povero bambino cadere in ginocchio, ferito, e quell’immagine mi ha straziato il cuore”

“Che cos’ha fatto dopo?”

“Io l’ho…l’ho abbracciato……l’ho toccato, e sembrava ancora il mio bambino, non un fantasma, piangeva sulla mia spalla, ed era proprio….lui…”

Cosa fece dopo?”

“Non potevo chiamare le autorità…avevo troppa paura che portassero via il mio bambino, che non lo avrei rivisto mai più….” Singhiozzò la donna. “Cosi, lo tenni a casa.”

“Per quanto?”

“Una…una settimana…”

“E il bambino come si comportava con lei?”

“Sembrava…normale, eccetto per il fatto che provavo a dargli da mangiare ma vomitava, non dormiva, era triste…ho provato a chiedergli delle cose, ma disse solo di non ricordare niente, di essersi svegliato in mezzo al – al fa – fango “ singhiozzò la donna.

“Fazzoletto?” chiese Jo, con sguardo triste.

“Si. Grazie.”

“Ci dica quando esattamente le cose hanno cominciato a peggiorare” la spronò Jo.

“Una sera, io e Michael, mio figlio, eravamo seduti sul divano, abbracciati…sembrava l’immagine della docilità…quando ad un certo punto mi ha….mi ha morso il braccio. A sangue.”

“E che cos’ha fatto poi?”

“Sono scappata via terrorizzata, e lui mi ha inseguito. Non sembrava più mio figlio, ma un mostro…sembrava che non mi riconoscesse.”

“Come ha fatto a scappare?”

“ Ho cercato di uscire dalla casa ma mi sono fatta prendere dal panico e mi sono rifugiata nello sgabuzzino”

“Immagino che poi è venuto qualcuno a salvarla.”

“No, invece..io vivo sola…”

“Allora, il bambino l’ha lasciata andare?”

“No! è riuscito a sfondare la porta…voleva aggredirmi di nuovo…e io…io…ho preso la statuetta che c’era sul davanzale, e l’ho colpito. Una volta. Due volte. E poi tre. Fino a che non si è più mosso. L’ho ucciso. Che Dio mi perdoni. Ho ucciso il mio bambino. Ma avevo cosi tanta paura….” Disse la donna prorompendo in un pianto irrefrenabile.
 



Sam non potè più ascoltare e scappò dal salotto, scioccato. Dean lo capiva, Sam aveva solo 18 anni…doveva essere molto difficile per lui ascoltare quelle cose. Lo segui.
 

Lo trovò seduto sul prato del cortile, con la testa sprofondata nelle braccia. Stava piangendo.

Lo abbracciò senza neanche chiedergli se poteva avvicinarsi. Non era momento per la delicatezza. Sam non lo respinse, anzi sprofondò la faccia tra le sue braccia, singhiozzando.

“Dean, quella povera donna….”

“Lo so, Sam…lo so….” Disse Dean, e malgrado era uscito fuori per consolare il fratello, non potè impedire a delle calde lacrime traditrici di rigare anche il suo viso.
 
 
 
 
 
*



“Io avevo una ragazza…20 anni fa…era il mio primo amore…sapete come sono i primi amori, nascono e muoiono li….non fu lo stesso con Angela…..noi…ci eravamo conosciuti da ragazzini, ma ci amavamo….volevamo…volevamo sposarci…” disse l’uomo affranto, mentre una lacrima gli scivolava sulla guancia.

“Continui.” Lo spronò Jo.

“ Ma le cose non vanno mai come ci si aspetta. Ci fu il maledetto incidente. Angela perse la vita….ma io mi salvai…guidavo io, capisce quale grave tormento mi sono portato dietro per tutti questi anni?”

“Capisco perfettamente” disse Jo compassionevole.

“Mi sono sognato quell’incidente per anni e anni…la polizia mi scagionò  da qualsiasi sospetto…avevano capito che io non c’entravo con la morte di Angela….ma ero io che non avrei mai potuto perdonarmi….”

“Un giorno conobbi Elisa e la mia vita cambiò. Mi fece ritrovare il sorriso, la gioia di vivere. Mi sposai, ebbi due figli, e il dolore sembrò essersi racchiuso in un cantuccio della mia anima.”  Disse l’uomo straziato.

“Fino a che Angela non tornò, più o meno due settimane fa….bella come allora e….viva. oh era cosi bello riaverla tra le mie braccia. La vidi passeggiare un giorno nel parco in piena notte, mentre mi ero fermato per fare una passeggiata, uscendo dal lavoro. La vidi ed è stato  come…come tornare giovane” disse l’uomo, piangendo.

“ Signor Whitaker, Angela le ha detto che cosa voleva da lei?”

“Lei…lei mi disse solo di non ricordare nulla di questi anni, di essersi svegliata in una tomba, e di aver trovato chissa come la forza di venirne fuori…il mio cervello ha preso a vagare..ho cominciato a pensare che forse nel mondo ci sono centinaia e migliaia di morti che si risvegliano nelle tombe e che forse non riescono più a uscire, e cosi muoiono una seconda volta…sapete, sono pensieri che uno fa quando è sotto shock ed io ero sconvolto…”

A Dean e Sam sembrò che l’uomo non si fosse in realtà ancora ripreso, ma non commentarono.

“è comprensibile” disse Jo.

"Mi disse anche il motivo della sua morte...non era morta per via dell'incidente, non l'avevo uccisa io, come avevo sempre creduto...lei era morta per la ragione più semplice, quasi banale...un'aneurisma...quella che, come medico, avrei dovuto capire molto prima. Comprendere finalmente la ragione ha fatto scendere in me una gran pace."

Sam, Dean e Jo, erano commossi.
“Beh poi , io ho cercato di portarla via con me, ma lei non ha voluto…mi ha detto: “Aspetta, scommetto che hai avuto altre donne” e io sono scoppiato a piangere. In realtà ero sposato, con due figli, ma prima che avessi la forza di dirglielo, lei era scomparsa.”

“Ma poi è ritornata…” disse Dean.

Jo si voltò a guardarlo con espressione curiosa. Dean e il fratello stavano assistendo al racconto con più forza e determinazione di quando erano stati a casa di Marie Bellisse.
 

“Si, lei….ritornava SEMPRE, nel parco…ogni 2 o 3 giorni, e poi ha cominciato a comparire più spesso…quasi ogni sera…e ammetto che ci siamo anche…ehm scambiati qualche bacio…me ne vergogno, ma era l’amore della mia vita, dopotutto.”

“Immagino che Elisa non ne sapesse niente “ disse Jo. Non era un’accusa. Solo una constatazione.

“Non trovavo le parole per dirglielo, soprattutto perché Angela non si spostava mai dal parco. Non mi avrebbe creduto…” si giustificò l’uomo.

“Ma Angela dopo poco è cominciata a diventare irrequieta..diceva che voleva restare con me, solo con me…io le chiesi di farsi vedere da tutti, che avremmo potuto cominciare una nuova vita, ma allo stesso tempo ero restio a lasciare i miei bambini…..un giorno , inaspettatamente, si presentò a casa mia, e chiese di me. Disse di essere il mio primo amore. C’era Elisa in casa e fece una scenata.” Disse l’uomo mettendosi le mani sugli occhi.

“Posso immaginare il degrado che ne è venuto fuori “ disse Jo, triste.

“Ci fu una lotta, io cercai di fermarle, ma Angela non sembrò più sé stessa. Fece sbattere pesantemente la testa di Elisa contro un mobile, e poi la graffiò a una spalla. Io la spostai malamente, ma il più piccolo dei nostri figli, Thomas, di 5 anni, aveva visto la scena” disse l’uomo turbato.
 
 
 



Nick chiamò velocemente il 911 perché prestasse soccorso alla donna, che respirava ancora e poi si rivolse ad Angela: “Guarda cos’hai fatto! Sei contenta adesso???”

“Io…io volevo solo stare con te, Nick…per sempre…solo noi due…”

“Non sei più la mia Angela, sei un mostro.” Gli disse Nick piangente e sprezzante.

Angela lo guardò dura e si avvicinò. “Lo pensi davvero?”

“No, ti prego, lascia stare i miei figli, non fare del male ai miei bambini.” la implorò Nick.

La donna lo guardò sorpresa. “Mi credi capace di una cosa del genere?” sembrava delusa.

“Hai le mani sporche di sangue.” Gli disse Nick , piangente.

Angela si guardò le mani rosse di sangue , come in stato di trance.

“Hai ragione “gli disse triste, nei suoi occhi la luce di una nuova consapevolezza.
 
 


“Cosa fece?” chiese Jo, temendo la risposta.
“Lei…si buttò dal balcone e si sfracellò al suolo “ disse l’uomo, chiudendo gli occhi.
 

“La donna…si salvò? Intendo dire, sua moglie” chiese Sam

“Si, lei si…ma non volle più vedermi. Dopo quello che è successo, chiese il divorzio e si portò via i nostri due bambini “ disse l’uomo.


“è …una tragedia” commentò Dean.

“è stata tutta colpa mia….se io non le avessi dato retta..ma era l’amore della mia vita, capite?” disse l’uomo disperato.
 
 
 
 
 
*



“Ma le autorità, non dicono niente del fatto che in questa città resuscitano i morti?” chiese Sam, una volta che erano usciti dalla casa di quel pover’ uomo.

“ Stanno cercando di insabbiare tutto come dei banali casi eccessivi di “morte apparente”. MOLTO eccessivi. “ disse Jo.

“Ma è assurdo!” commentò Dean.

“Non poi cosi tanto…..” disse Jo. “Lo sceriffo Mills ha dei motivi per volere che questa storia non circoli troppo in giro “ disse Jo.

“Cioè?” chiese Sam.

“Non so se sapevate che lo sceriffo aveva un figlio….morto anni fa. Soffriva di asma.

“No, non lo sapevamo “ . Sam e Dean erano allibiti.

“Non vorrai dirci che….” disse Dean

“Proprio cosi…lo sceriffo ne nasconde uno in casa. Suo figlio.”

“Ma…è pericoloso. Sa cosa può succedere?” intervenne Dean allarmato.

“Lo sa, ma non gli importa. Crede di poter gestire la situazione.”

“è assurdo, dobbiamo intervenire e fermare questa pazzia.”

“Sono d’accordo, e per questo dobbiamo cercare di far ragionare anche Bobby…” disse Jo.

“Che diavolo c’entra bobby….lui non ha,…..” cominciò Dean, ma si bloccò.
 


Lampi di flashback gli sovvennero in testa.
 

“E poi quella carne puzza, sta marcendo…non te ne sei accorta?

“Spero che tu o Bobby non l’abbiate mangiata”

“No…nemmeno io ho molto appetito ultimamente “
 

“Guarda la casa, Sam, non ti sembra un po’ troppo….impersonale?”
 
 



“Ti prego dimmi che non è…non è Karen…” disse Dean.

“Dean, mi dispiace davvero tanto…ma la moglie di Bobby è morta diversi anni fa….” Disse Jo, dispiaciuta.
 

Diversi anni fa….
 

Perchè non….non ce l’hai detto subito?”

“Era necessario che vedeste con i vostri occhi cosa succede ai ritornanti, altrimenti non mi avreste mai creduto “ rispose Jo.
 
 
 
 



Dean e Sam ritornarono a casa verso le 18:00.
“è molto tardi. Cos’avete fatto fino a quest’ora?” domandò Bobby, burbero.

“Siamo stati in giro con Jo” disse Sam

“Mpf, questo l’avevo capito.” Bofonchiò Bobby.

Ci fu un lungo silenzio.

“Usciamo un attimo in cortile “ disse Bobby.

Dean e Sam lo seguirono, un po’ timorosi, ma determinati e decisi.
 
 

“Allora, che cosa vi ha detto?” chiese Bobby, senza preamboli.

“è la seconda volta che ci fai domande insistenti su cosa Jo ci dica o ci possa dire, suona spontaneo chiedertelo: temi qualcosa?” chiese Dean, ricambiandolo con la stessa sincerità.

Bobby lo guardò allibito, spiazzato dall’insolenza di Dean.

“Vi ho visti comportarvi in modo strano per tutto il pomeriggio, è normale che vi chieda se c’è qualcosa che non va “ rispose Bobby.

“A quanto pare, Jo sospetta che i morti stiano ritornando in questa città “ sospirò Sam.

Bobby fissò il terreno sotto di lui, con sguardo assente.

“Non sembri molto sorpreso” disse Dean.

“Basta con i giochetti “ ringhiò piano, Bobby.

“Come vuoi. Allora veniamo subito al punto: da quanto tu e Karen siete sposati, Bobby?” chiese Dean.

Quando Dean parlò, Bobby si senti le forze svanire.

“Sappiamo di Karen, Bobby…” aggiunse Sam, per rendere quel chiarimento meno pesante e opprimente di quanto non fosse già.

“Quanto….sapete?” chiese Bobby.

“Abbastanza….è morta 26 anni fa, in maniera brutale, e in circostanze misteriose. Il caso fu archiviato come incidente…ci ha detto che il resto è avvolto nella nebbia, ma che tu eri presente quando successe.” Disse Dean.

“L’hai vista morire….” Disse Sam, provando pena per l’uomo.

“Basta cosi, non voglio sentire altro…perché…perché mi state tormentando cosi? Avete idea di quello che mi state facendo?” disse Bobby, prendendosi la testa tra le mani.

“Noi sappiamo quello che tu stai facendo a te stesso. Non è naturale, Bobby. È morta. Se ti ostini a tenerla in casa con te, finirà col farti del male” disse Dean.

“è già successo con altri, all’apparenza sembrano normali, ma poi…impazziscono e aggrediscono i loro cari, cercano di ucciderli”  rincarò la dose Sam.

“Sta con me da due settimane e non ha avuto ancora un singolo scatto di rabbia!”

“Questo perché a volte ci vuole del tempo prima che manifestino la loro vera natura!!!” disse Dean a voce forse un po’ troppo forte.
 

Calò il silenzio, in cui Bobby rialzò lo sguardo su di loro e comprese in quel momento, di avere a che fare non più con dei ragazzini, gli amati figli del suo migliore amico, ma con dei cacciatori.

“Vi ho accolti nella mia casa….”

“Bobby, per favore…” disse Sam

“Non vi permetterò di farle del male, ho sofferto troppo quando l’ho persa “ disse Bobby, andandosene.

“Bobby, ti prego, è un mostro!! Stalle lontano prima che faccia lei del male a te “ disse Dean.

Bobby si riavvicinò di nuovo a Dean e gli disse: “Non chiamarla mai più cosi, portale rispetto. È sempre mia moglie. Ricordatelo.”
“Ma….”

“Sapete com’è morta? Un demone…era posseduta…”

Dean e Sam lo guardarono allibiti.

“Ma non è stato il demone ad ucciderla…no! sono stato io! Io l’ho uccisa!”

“Bobby…” disse Sam

“Io l’amavo…ma lei perse il controllo, cercò di uccidermi….e io non sapevo, non sapevo quello che so ora. Non sapevo come fare per salvarla “ disse Bobby, piangendo.

“Bobby” ripetè Sam, mettendogli una mano sulla spalla.

“Lei…lei non ricorda….non ricorda che sono stato io a ucciderla…e io…io sono felice di questo, sono felice di guardare il suo sguardo e non vedere odio nei suoi occhi…”

Dean lo guardò e comprese quello che voleva dire Bobby. Comprese tutto. Si ricordò di quando sognò che Sam aveva cercato di riportarlo indietro dall’inferno. Non ebbe dubbi che se avesse potuto, Sam lo avrebbe fatto davvero. Diamine!  Anche lui sarebbe andato all’inferno per Sam!

“Datemi….datemi un po’ di tempo per risolvere la situazione, vi sto pregando, aspettate prima di dirlo a vostro padre. Concedetemi almeno questo.”
E poi se ne andò.

“Sam, non posso credere che è davvero cosi ingenuo da pensare che papà non ne sapesse nulla”

“Neanch’io, Dean.”
 
 
 
 
 


Quella sera, dopo cena, Karen chiamò Dean in cucina.

“C’è qualche problema?” chiese Dean.

“Rilassati, Dean, volevo solo che vedessi le mie torte “
 

Ne aveva sfornate una decina. Erano tutte di piccole dimensioni.

“Mi sembrava che avessi detto di non avere appetito in questi giorni “

“è cosi, ma sono per Bobby. È andato sempre matto per le mie torte.”

Dean vide le piccole torte alla fragola con la glassa e all’istante dimenticò tutta la paura.

“Vorresti assaggiarle, vero?”

“Non è che mi avveleni , vero?” chiese Dean, facendo una risatina nervosa. Il proposito di suonare indifferente, fallito alla grande.
 

Sam era comparso all’istante in cucina, incapace di lasciare da sola Karen con Dean. Aveva paura.
 

“Sam, assaggiane anche tu un pezzo, non fatevi pregare.” Disse Karen, invitandolo.
 

Sam era a disagio , e divenne terrorizzato quando vide Dean mangiare grossi bocconi di torta alla fragola, ma poi quando vide che non succedeva nulla, si tranquillizzò e assaggiò. Era davvero buona.
 
 


“Credevate davvero che volessi avvelenarvi con le mele? Non sono la regina cattiva di Biancaneve “ cercò di scherzare Karen, una volta che ebbero mangiato la torta.

“Certo che no, che cosa ti viene in mente?” disse Dean, senza suonare convincente.

“Non mentire, Dean. Bobby mi ha detto tutto.” Sorrise tristemente Karen.

Dean e Sam si irrigidirono all’istante.

“Se ti ha detto…tutto…sai anche chi siamo noi…” disse Dean, con cautela.

“Cacciatori…lo so…”

“Ma….se lo sai, come fai a….a startene li seduta tranquilla a sfornare torte?” chiese Dean a disagio.

Karen fece una risatina. “Questa è la mia casa, Dean.”
 

Sarebbe dovuta sembrare forse una frase minacciosa, ma Dean la senti solo come molto triste. Quella donna era ancora aggrappata alla sua vecchia vita.
 

“So cosa vi preoccupa, ma io amo Bobby. Preferirei morirei che fargli del male. Ops, sembra una vecchia battuta. Chiedo perdono.” Disse Karen sorridendo.

“Non…non ti rendi conto di quanto lo metti in pericolo…” disse Dean.

Karen restò un po’ in silenzio, in riflessione, e poi disse seria :
“Bobby vi ha raccontato di come sono morta?”

Dean e Sam si mossero a disagio.

Karen comprese, e disse dolcemente: “Sapete, Bobby pensa che io non ricordo….ma io ricordo invece…”

“E allora perché….?” Chiese Dean, con una pena infinita.

“Perché lo amo.” Disse Karen semplicemente. “Perché se sapesse che io ricordo, ne soffrirebbe, e io non voglio che soffra. Capite?”
 
 
 
 
 
 
 
*



“Come pensi che finirà questa storia?” chiese Dean mentre si metteva sotto le coperte.

“Non lo so. Non bene, immagino. Non posso credere che stiamo dormendo sotto lo stesso tetto con un fantasma.” Disse Sam.

Sam era in mutande, e gli dava le spalle, mentre si infilava la maglia del pigiama.

“Tecnicamente non è davvero un fantasma….” Disse Dean.

Sam non disse niente.

“Un po’ lo capisco, Bobby.” Si lasciò sfuggire Dean.

Sam lo guardò.

“Perdere qualcuno è troppo doloroso…quando succede, vorresti solo che ritornasse da te.”

Sam si avvicinò e senza dire niente, gli diede un bacio sulla fronte. Dean, restò immobile, godendo di quella tenerezza, tenendogli le mani appoggiate sui fianchi.
 
 
 
 
 
 
*



Il giorno dopo, Dean per la prima volta decise di portare una pistola con sé. Jo lo aveva indirizzato da una dei primi resuscitati. Una vecchia signora che viveva col marito. Tremava da capo a piedi, ma doveva dimostrare a sé stesso, a suo fratello , a suo padre, che poteva farcela. Che era pronto per questo.

A quanto pare l’invasione di zombie era arrivata al culmine negli ultimi due giorni, ed erano tutti in pericolo. Tremò all’idea di cosa sarebbe potuto succedere a Bobby, se loro padre non li avesse portati da lui proprio quel giorno.

Lo sapeva…lo sapeva… era il tarlo che cercava di ricacciare indietro.

La porta era aperta. Entrò in casa e trovò la vecchia signora sul letto. Tossiva. Sembrava davvero conciata male. Lo chiamò. Dean non voleva davvero avvicinarsi, ma se lo impose.

La signora continuava a fargli cenno con la mano di avvicinarsi di più. Voleva dirgli una cosa. Dean lo fece, ma quando avvicinò l’orecchio alla bocca della donna, quella cercò di sbranarlo. Lo aggredi. Aveva una forza gigantesca, ma Dean riusci con la forza della disperazione a sparargli.

La donna collassò al suolo, coperta di bava. A Dean veniva da vomitare. Ed era terrorizzato. Chiamò subito Sam.
 
 
 
 
*



Jodie si stava preoccupando per il suo bambino. Aveva la febbre e non voleva mangiare. Il marito era a vegliare su di lui sul divano.

Jodie andò a guardarlo. “Tesoro, devi mangiare qualcosa.” Disse Jodie accarezzandogli la guancia.

Il bambino era febbricitante e faticava a tenere gli occhi aperti.

“la minestrina in brodo che sto preparando ti rimetterà su, ne sono sicura.” Disse Jodie, tornando in cucina a mescolare.
 


Dopo alcuni minuti, un urlo squarciò l’aria.
Jodie accorse spaventata e trovò il marito a terra, in una pozza di sangue, e il bambino sporco proprio di quel sangue.
Jodie urlò.
 
 
 
*


Sam andò con Jo a trovare lo sceriffo nella sua casa. Era la prima volta che si separava da Dean, e si sentiva nervoso, ma era giunta l’ora di mettere fine a questa faccenda.

Suonò ma non venne nessuno ad aprire, e poi senti delle grida. Una dopo l’altra. Assieme a Jo, riusci a buttare giù la porta.

Trovò Jodie che guardava il suo bambino, esterrefatta. Il suo bambino con il mento sporco di sangue.
“Fuori di qui, presto” disse Sam facendola uscire dalla casa e scappando con Jo.

“Noooo. Mio marito!” gridava.

“è morto, ormai!” disse Sam

“Quello non era mio figlio.”

“Ha ragione, non lo era . Sceriffo, la città è in pericolo. Tutti gli abitanti sono in pericolo e noi dobbaimo salvarli “ disse Jo.
Jodie si scrollò i capelli, in lacrime.

“Può farlo per noi?” chiese Sam
“Come…facciamo ad eliminarli?” chiese Jodie
“Un colpo alla testa.” Disse Jo.

“Serviranno delle armi…”
“Raduniamo tutte quelle che troviamo. Qual è un posto sicuro dove portare la gente?”

“La prigione…”

“D’accordo…Jo, resta con lei. Datemi solo un minuto…” disse Sam, guardando dentro la casa che si erano lasciati alle spalle. Dove era rimasto ancora dentro il bambino zombie.

Jody lo fermò con un braccio, atterrita.
Sam lo fissò compassionevole, e poi andò.
Jodie rimase li, a fissare la casa, immobile e spaventata.
Un altro sparo sferzò l’aria; Jodie chiuse gli occhi, mentre Jo l'abbracciava.
 
 
 
 
 
 
*


Dean telefonò al cellulare di Sam, ma non rispose, allora provò a quello di Jo.

“Jo, ho appena sparato alla tizia da cui mi hai indirizzato. Avevi ragione. È quasi l’Apocalisse, qui. Voi come state?”

“Dean…anche qui da noi la cosa è degenerata…”

“Che diavolo stai dicendo? Dov’è Sam??”

“Ha…ha appena sparato al figlio dello sceriffo Mills.”

“Diosanto. Jo, se gli è successo qualcosa, sei la prima che vengo a trovare!”

Jo non fece caso alla minaccia di Dean. Sapeva che aveva solo paura per Sam.

“Sam sta bene, Dean.”

“Passamelo.” Disse Dean, ma Sam sentendo e intuendo chi fosse dall’altro lato, era già arrivato.

“Dean…”

“Sam, stai bene? Sei ferito???”

“Sto bene, Dean…era…era solo un bambino…” disse Sam, prorompendo in singhiozzi.

“No, Sam no no no no non piangere, dimmi dove siete, vi raggiungo.”

“No, Dean! Devi pensare a Bobby…per favore, io ho Jo qui con me. Ti dico io dove raggiungerci, dopo che hai preso Bobby.” Disse Sam con le lacrime che gli scivolavano nelle guance
 
 
 
*



“Ho tanta fame, Bobby…” diceva Karen a letto, mentre Bobby gli teneva le mani nelle sue.
“Ti preparo qualcosa da mangiare…”

“No….lo sento, sto cambiando.” Disse Karen, febbricitante.
“Schhhh. Andrà tutto bene, tesoro.”
“Nooo. Non è vero” disse Karen in tono struggente , eppure cosi dolce.

Karen guardò la pistola sulla sedia.

“Coraggio, fallo.”
“No, non posso!”
Karen lo guardò tristemente.
“Io me lo ricordo….”

Bobby la fissò sbalordito.
“Ti ricordi cosa?”
“Quello che è successo…….il demone dentro di me, tu che mi uccidi….mi ricordo tutto….”

A Bobby vennero gli occhi lucidi.

“Allora capisci perché non posso…..farlo di nuovo…”

Karen lo guardò più triste che mai, e disse: “Ne hai passate tante..io volevo solo renderti un po’ felice…”
 
 
 
*



Dean entrò in casa di Bobby, e sentendo uno sparo, si spaventò.

Arrivò nella camera da letto e vide la moglie di Bobby, sdraiata sul letto, con una pallottola alla testa. Usciva sangue, tanto sangue. Bobby davanti di lei, brandiva ancora il fucile.

Si voltò verso Dean e lo guardò con gli occhi lucidi. Dean gli rimandò un’occhiata triste e desolata.



“Ora vi do un fucile, e quando vedete un mostro vivente, non importa che sia un amico, un vicino di casa, o. vostra moglie…sparategli in testa.” Disse Sam, con tono deciso. “è l’unico modo per sopravvivere.”

“Scusa, ma tu chi sei, ragazzino?” chiese un tizio grassottello, di nome Barney.

“Un amico di Bobby Singer.”

“Quell’ubriacone?”

“Io…io credevo che l’ubriacone fosse leii..”

“E chi gliel’ha detto”?

“Bobby Singer…” disse sam, perplesso.

“Ahh.” Rispose l’uomo.
 
 
 
*



Dean e Bobby avevano raggiunto il deposito di macchine di Bobby , per caricare i fucili…proprio quando stavano caricandoli, furono raggiunti da altri zombie. Uno di essi, una donna con lunghi capelli biondi, aggredi Dean. Bobby imbracciò il fucile e gli sparò.

“Bobby, mi hai salvato…” gli disse Dean, grato.
“Non è tempo per i convenevoli…c’è un’Apocalisse da sventare!”
 



Purtroppo le cose non andarono come previsto. gli zombie si radunarono in massa e obbligarono Bobby e Dean a tornare a casa di Bobby e a rintanarsi nello sgabuzzino.

“Tranquillo. Sono Zombie. Non possono sapere come si apre una porta.” Disse Dean

In quell’istante , uno zombie tentò di forzare la serratura, con una forcina.
“Dicevi?” chiese Bobby.
 

Dean e Bobby decisero a quel punto di affrontare gli zombies. Aprirono la porta, e riuscirono a metterne al tappeto tre, colpendoli con il fucile, ma erano tanti. Troppi. Lo sapevano.

Per fortuna, in quel momento arrivò Sam, che gridò : “State giù.” E cominciò assieme a Jody, Ash e Jo, e, e agli altri ragazzi radunati,, a sparare a tutta la grande massa di Zombies, che li accerchiava.

Non era ancora sufficiente, però.

Un mostro quasi uccise Sam. Gli era proprio sopra. Dean lo vide appena in tempo. Sparò allo zombies, e poi fece alzare Sam.

“Stai bene?”
“Si…io…”

Erano troppi. Troppi. E Dean e Sam erano stanchi. Non potevano farcela, neanche con i rinforzi.

“Vi prego, continuate a sparare “ gridava Bobby.
 

Bobby…il caro dolce Bobby…che aveva dovuto uccidere la sua cara moglie, per la seconda volta. Non era giusto…neanche un po’… pensava Dean.

Forse fu li che trovarono la forza di continuare a combattere.

E mentre continuavano a sparare, arrivò qualcuno di inaspettato.
 

“Papà??” chiese Sam sbalordito.

Dean e Bobby si voltarono e quel gesto quasi lo pagarono caro.

John vide l’orda di zombies che stavano per precipitarsi su di loro, e sparò.
 

“Continuate a sparare!!!” ordinò.
 
 
 
 



Riuscirono a frenare l’invasione di Zombies e ad ucciderli tutti. Avevano vinto, e grazie al contributo degli abitanti, e di Dean, Sam, Bobby e John, riuscirono a portare fuori i cadaveri.

“è stata una lunga notte…e non è ancora finita…devo andare, ragazzi…ci sentiamo” disse Jodie, salutando i ragazzi e  Bobby.

“Jody, se non dovessimo rivederci….sappi che ci dispiace…per tuo figlio” disse Dean,

Mi dispiace” aggiunse Sam, e Jodie seppe a cosa si riferiva.

Jodie gli sorrise, accarezzandogli una guancia.

“Buona fortuna, ragazzi.”

E forse in preda a un’emozione che non poteva controllare, se ne andò.
 
 

Poco dopo Jo e Ash abbracciarono Dean e Sam, e salutarono Bobby e John (quest'ultimo, Jo lo guardò in cagnesco, chissà per quale motivo) e se ne andarono anche loro. erano sfiniti.


La casa era vuota, ma ridotta malissimo, grazie all’avanzata degli zombies. E i ragazzi avevano l’impressione che non fosse ancora finita.
Infatti, John avanzò nell’ombra.
Li guardò.

“L’hai sempre saputo, non è vero? Di Karen. Quando ci hai fatti venire qui, non è stato un caso.” Lo accusò Sam.

“Si…” fu l’ammissione di John.

La rabbia di Dean e Bobby proruppe incontrollabile, ma Dean fu più veloce, e agguantò il padre per la giacca…cosa che non aveva mai fatto.
 

“Non ci hai detto niente, ci hai mandati qui senza avvertirci, hai rischiato che ci uccidessero….hai rischiato che facessero del male a Sam” disse Dean rabbioso

Bobby scostò Dean con fermezza, e Dean pensò che volesse difendere John. Ma si sbagliava.

Bobby gli diede un pugno. Un pugno che quasi fece crollare John sul pavimento.

Sia Sam che Dean rimasero allibiti.
 
 

“ Figlio di puttana! Non ti è bastata la prima volta? Hai voluto che la uccidessi una seconda volta!”

Altro pugno.

“Bobby….” Gemette John, tenendosi il viso dolente.

Questo… è tutta colpa tua….” Sibilò Bobby furioso.
“No, è tua invece…” disse una voce alle loro spalle.

Per Sam, una voce famigliare……
 

“Tu…tu sei l’ometto della casa stregata…” disse Sam, indicandolo con il dito.

“Ehi, sottospecie di alce, come ti permetti? Ometto a chi?. Io sono Crowley

“Fergus….” Pronunciò Bobby, in trance.

“Insomma…che diavolo succede? Sei il tizio che ci ha aiutati nella casa stregata?” si alterò Dean. Ne aveva abbastanza di sorprese e emozioni, per quella notte. In più era sempre stato un po’ restio a credere nella sua esistenza.

Demone!” sibilò John, cercando di imbracciare di nuovo il fucile.

“No, lascialo stare!!” gridò Bobby, allontanando il fucile.

“Bobby, lascia il fucile, mollalo.” Diceva John, cercando di lottare, mentre Bobby gli era praticamente sopra ed erano caduti entrambi sul pavimento.

“Figlio di puttana! Non ti basta quello che mi hai già fatto??” chiese Bobby, mentre gli dava un altro pugno.

Intanto, Crowley se n’era andato.

“Sei soddisfatto?” gli sibilò John, mentre Bobby si rialzava.
 
 

“Papà….sappiamo della mamma….sappiamo che sapeva che cacciavi….” Disse Dean, che malgrado la tragedia degli eventi appena trascorsi, non riusciva a rimandare ancora quell’argomento.

“E tu hai fatto finta che non lo sapesse, quando ne parlammo in macchina” rincarò la dose Sam.

“Perché se n’è andata davvero? Per il fatto della caccia?” richiese Dean.
 

John, che era rimasto momentaneamente senza parole, davanti alle parole dei suoi figli, disse: “Ragazzi, questo non è proprio il momento di parlare di queste cose…siete impazziti?”

“Dobbiamo, perché dopo quello che è successo qui, devo dirtelo, papà. Io non so più a cosa credere. È anche la mamma , uno zombie, come Karen?”

“Ma che diavolo dici….”

“Oppure un demone, magari?” chiese Sam, incoraggiato dalle insistenze di Dean.
 
 


“Ma bene…….è questo che insegni ai nostri figli, John?”
 

Si voltarono tutti.

MARY.



 
 










  mi dispiace di aver fatto morire Karen, ma avevo deciso dall'inizio che le cose sarebbero andate cosi ç-ç ok forse non subito quando venne nominata a casa di John, ma poi quando Sam e Dean vanno da loro, sapevo che doveva finire cosi, e ho cominciato a dispiacermi troppo tardi xd

forse noterete che ad un certo punto ho fatto svolgere le cose come nel telefilm, eccetto piccole modifiche...

 il titolo del capitolo prende spunto dal Canto dei Cantici <3
   
 
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