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Autore: Weightlessness    26/06/2014    4 recensioni
Il Cappellaio, con la sua figura contorta ed enigmatica, credo sia riuscito ad affascinare qualunque lettore e come gli altri strambi personaggi di questo strambo libro si è guadagnato una grande fama nei secoli. Ma chi è veramente? Quali piccoli segreti nasconde il suo celeberrimo indovinello? Cosa emerge dal suo personaggio e cosa no? Ho voluto provare ad inventare una risposta.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice, Cappellaio Matto, Lepre Marzolina, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Cappellaio diede un'ennesima occhiata al proprio orologio da taschino. Le sei. (Sempre solo le sei.)
-Dannazione, è l'ora del tè.
Farfugliò quasi incredulo.
ancora l'ora del tè, Cappellaio.
Lo corresse la Lepre-Marzolina afferrando l'orologio e intingendolo nel te come se si fosse trattato di un biscotto. Il Cappellaio si grattò il naso, osservando con sguardo obliquo e un tantino irritato prima il ghiro che sghignazzava nel sonno e poi il suo "compagno di tè" addentare il quadrante del suo orologio.
-Sarebbe più gustoso con un po' di burro, amico mio.
Constatò con aria arrogante il Cappellaio.
Alice aggrottò le sopracciglia, ma continuò a sorseggiare in silenzio il suo tè senza osar infierire, anche se non riusciva proprio a capire come la Lepre potesse trovare appetibile un vecchio orologio rotto: anche ammettendo che col burro fosse diventato commestibile e magari persino gustoso, di sicuro sarebbe stato pesante da digerire.
-Ticchetta, ticchetta!
Strillò l'animale dopo aver tentato di assaggiarlo.
-In tal caso, propongo un brindisi.
Annunciò entusiasta il Cappellaio con aria enfatica e altezzosa, sollevando in aria una tazza vuota e gonfiando il petto fino a che uno dei bottoni del consunto panciotto non schizzò via. La lepre lo imitò sollevando pomposamente la zuccheriera, ma non avendo il panciotto evitò di gonfiare il petto e preferì drizzare le orecchie. Anche Alice si alzò per partecipare al brindisi. 
-Agli orologi, ai mulini a vento e alle zuccheriere!
-E ai panciotti!
-E alle scrivanie!
Alice inclinò il capo.
-Chi mai brinderebbe ad una scrivania?
-Io!
Ribattè il Cappellaio battendosi fieramente una mano sul petto.
-Le scrivanie sono molto importanti.
-Giusto! Ben detto! ...Netto, affetto, corretto, grassetto, farsetto.
-Saresti in grado di spiegare perché un corvo è simile ad una scrivania?
 Senza attendere nemmeno un secondo alcuna risposta da Alice, si risedettero. E mentre il duo di matti si affaccendava a versare altro tè in ogni tazza per un nuovo brindisi, dalle siepi di moribes che accerchiavano il giardino della piccola pelosa casetta della Lepre-marzolina, spuntò tutto affaticato e ansimante un tre di quadri con una pergamena in mano.
-Oh guarda! Un messo reale!
Esclamò il Cappellaio.
-Chi ha messo cosa dove?
Domandò la Lepre strabuzzando gli occhi e finendo per guadagnarsi una cucchiaiata suo muso. La goffa ed esausta carta si piegò su se stessa per riprendere fiato. 
-Bambina, spostati di un posto, lascia al messo un posto a sedere.
-Ammesso dove?
Intervenne di nuovo con aria elettrizzata la Lepre, ma anche questa volta nessuno gli prestó attenzione. Dopotutto il suo sguardo stesso faceva ben intendere che nemmeno lui in realtà si aspettava una risposta.
Alice sbuffò incrociando le braccia sul petto. Le piaceva la poltrona sulla quale era seduta, era grande e comoda, non aveva nient'affatto voglia di spostarsi.
-Perché dovrei spostarmi? Ci sono tanti altri posti liberi!
-Proprio per questo, bambina, hai tanti altri posti in cui puoi sederti.
Alice pensò che in fondo il Cappellaio non aveva tutti i torti e scelse un'altra poltrona. Tutti gli altri scalarono di un posto e la carta di accomodò al posto lasciato libero da Alice.
-Vuoi altro tè?
Domandò con piglio galante la Lepre alla carta, saltando in piedi sulla sedia con una teiera rosa in mano.
-Come può volerne altro se non ne ha ancora preso?
L'obiezione di Alice indignò enormemente la Lepre.
-Non si deve rispondere ad una domanda che è stata fatta ad un altro, è scortese (marchese, olandese, riprese)... e non si può rispondere ad una domanda con un'altra domanda, è come se domandassi qualcosa con una risposta. Giusto?
Il ghiro aprì pigramente gli occhi per assentire; la carta si grattò il capo per rifletterci su; Alice si costrinse a star zitta perché le soggiunse alla mente un'altra domanda e, doveva ammetterlo, non poteva rispondere con una domanda.
-Quale buona brezza ti ha portato da noi quest'oggi?
Chiese gentilmente il Cappellaio al tre di quadri allungandosi sul tavolo per versargli il tè.
-La Regina convoca tutti i sudditi alla riunione annuale del Ciancia-Storie e a chi si rifiuta di partecipare verrà tagliata la testa.
-Che genere di ricorrenza è?
Chiese curiosa Alice alla carta.
-Da dove vieni bambina per non saper di che si tratta il Ciancia-Storie?
Alice avrebbe voluto ammonirlo e ricordargli che non si poteva rispondere ad una domanda con una domanda, ma fu preceduta in parola dal ghiro, che schiudendo gli occhi e stiracchiandosi iniziò a spiegare:
-Durante il Ciancia-Storie ogni partecipante è costretto a raccontare una storia e, se la storia non piace alla Regina, si rischia di perdere la testa.
-Cosa che non ci preoccupa, dato che abbiamo perso la testa già da un po'.
Ironizzò la Lepre-marzolina passandosi un dito sotto il mento per imitare il gesto della decapitazione. Il Cappellaio invece rabbrividì.
-Come posso fare? 
Si chiese coprendosi il volto con le mani.
-Ho già raccontato tutte le storie migliori che conosco.
Sembrava quasi che stesse per piangere.
-Cappellaio! Racconta la tua storia.
Propose il ghiro rigirandosi pigramente nel suo giaciglio di tovaglioli arrotolati. Il Cappellaio fece scivolare lentamente le mani dal viso e scoprì i suoi grandi occhi neri e scintillanti. L'idea doveva piacergli parecchio perché si alzò in piedi con un sorriso smagliante sulle labbra.
-Ebbene che aspettiamo?
  
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