Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: scapparsi    26/06/2014    5 recensioni
"[...] Vorrei solo potermi addormentare accanto a te e ritrovarti il mattino dopo, prepararti la colazione, svegliarti con baci e carezze e augurarti il buongiorno. Vorrei solo osservarti leggere uno dei tuoi libri mentre i tuoi occhi luccicano dall’emozione. Vorrei solo poterti portare al mare e ammirarti mentre la luce del sole mette in risalto i tuoi bellissimi occhi marroni. Vorrei solo farti perdere fra le mie braccia mentre guardiamo una delle solite commedie romantiche.
Da quando ti ho vista la prima volta colleziono sogni, desideri e speranze che resteranno tali perché sono uno stupido mortale che ha paura di affrontare la vita. Preferisco il mio piccolo angolino, lontano dal mondo, lontano dal resto, lontano da te. Ma, sai, voglio cambiare. Sono stanco, stanco, stanco e voglio lottare ma certe guerre non si combattono da soli. Ho bisogno di te, ma tu non ci sei. Il tuo cuore appartiene a lui."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo due.

Il sole era già alto quando uscì dalla sua stanza. La madre era intenta a lavare i piatti mentre canticchiava allegra. Oggi lui sarebbe tornato dopo un anno di servizio in Afghanistan; sarebbe tornato ad essere un uomo che ama sua moglie e le uniche figlie che gli erano rimaste.
Uscì. Il vento le scompigliò i capelli quel poco da infastidirla. Amava il vento perché era come se mettesse ordine nel suo cervello incasinato, ma allo stesso tempo creava caos all’esterno.
Le nuvole incominciarono a muoversi e a spostarsi coprendo il sole per poi farlo risplendere ancora e ancora …
Si sedette sul marciapiede intenta ad osservare le macchine che continuavano il loro percorso tranquillamente, senza preoccuparsi di fermarsi per qualche secondo permettendole di attraversare.
I suoi occhi caddero sulla vecchia panchina che si trovava esattamente di fronte a lei. Le venne voglia di leggere le scritte che c’erano, così si alzò e, appena ne ebbe occasione, andò dall’altro lato della strada. La panchina non era in ottime condizioni, a ricoprirla tante e tante frasi. Si fermò e immaginò quanti segreti custodiva: chissà di quanti baci rubati era stata testimone, o a quante promesse fatte e poi non mantenute aveva assistito.
La colpì molto una frase, era scritta in modo piccolo con una matita chiara e nessun’altra persona l’avrebbe notata: “Io non voglio che la nostra sia una relazione perfetta perché le cose belle finiscono prima o poi ed io non voglio che la nostra storia finisca. Io voglio una relazione imperfetta perché, si sa, quelle durano in eterno.”.
Sentì improvvisamente un vuoto pervaderle l’anima, accadeva spesso quando si fermava ad osservare qualcuno o una frase che lo descriveva. Alice si affezionava sempre a tutto e a tutti, ed era straziante incontrare una persona una volta soltanto; i dubbi le laceravano l’anima. Chissà che sta facendo quella vecchietta. Chissà se quella coppia ha fatto pace. Chissà se quella ragazza ha denunciato l’uomo che la picchiava. Chissà se quel bambino ha trovato il fiore che cercava per la sua mamma. Chissà se quella bambina prova ancora a volare, oppure si è arresa come ho fatto io. Domande che una volta fatte, la tormentavano. Odiava non trovare delle risposte e molto spesso immaginava un continuo non sempre bello, ma questo non la rendeva felice perché voleva rivedere tutte quelle persone che aveva incontrato nei diciotto anni della sua vita e faceva male sapere che non sarebbe mai accaduto. Ed ora, come sempre, si chiedeva se quella coppia continuava ad esistere negli anni, se lottava contro Dio che avrebbe fatto di tutto per separarli o se si erano lasciati andare, dando tutto l’amore che il loro cuore possedeva e scavarsi da soli la fossa. Perché quando ami troppo succede sempre che finisci con l’ucciderti senza accorgertene. Non c’è alcuna differenza tra l’amare e l’essere amato, in entrambi i casi la fine sarà sempre un passo prima di te.
 
«Scusa, posso sedermi?»
Alzò lo sguardo ed i suoi occhi s’incrociarono con quelli azzurri del ragazzo. Arrossì leggermente, come ogni volta che i suoi occhi guardavano fissi quelli di qualcun altro, ma stavolta non distolse lo sguardo com’era solita fare. Non si sentiva in imbarazzo, bensì al sicuro, come se quegli occhi le appartenessero, come fossero parte di lei.
«Sì, certo che puoi!» balbettò. Non le piaceva molto parlare con le persone, per Alice il silenzio era la cosa più bella del mondo perché l’aiutava a capire com’era fatta una persona.
Si sedettero entrambi sulla panchina lasciando che il silenzio li accogliesse. Il ragazzo picchiettava le dita sulla gamba e si guardava intorno quasi cercasse qualcuno, o forse qualcosa. Alice era tranquilla, continuava a guardare le cose e le persone con curiosità; ogni giorno sembrava vedesse il mondo per la prima volta, ma il fatto interessante era che puntualmente coglieva cose che non aveva colto in passato. Sembrava una bambina.
«Che … che facevi prima? Quando ti ho chiesto di sedermi, intendo.» sparò lui a raffica.
La ragazza si girò per guardarlo meglio. Aveva paura. Il silenzio lo spaventava. Le scelte erano due: ragazzo abituato a stare in compagnia o ragazzo abituato a stare da solo che voleva qualcuno che cambiasse quella situazione.
«Leggevo le scritte.» gli rispose lei come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«Oh …» sospirò quasi «Anch’io ho scritto qualcosa qui sopra, una volta.».
Alice alzò la testa di scatto. I suoi occhi si persero in quelli del ragazzo seduto al suo fianco. Cercava delle risposte nei suoi, ma erano vuoti.
Non si dissero nulla, ma ormai quel silenzio sussurrava migliaia di parole.
«L’ho amata come solo un folle ama.» sussurrò lui quasi la sua voce disturbasse la quiete che si era impossessata dei loro cuori affranti.
Stavolta il suo sguardo non si alzò; rimase a fissare la terra. Le macchine, intanto, non passavano più, era tardi e di sicuro le persone erano tornate a casa per mangiare e riposarsi prima di rincominciare la propria routine.
«E’ dedicata ad una ragazza.» disse.
Alice aspettò paziente il continuo della storia, ma tardava ad arrivare e la curiosità le tormentava la mente che già immaginava situazioni assurde.
«Io la amo – incominciò a dire lui- e credo di non aver mai amato qualcuno come amo lei. È una ragazza meravigliosa ed ogni volta che la vedo è come se il mio cuore in mille pezzi si riaggiustasse per qualche istante. Quando c’è lei mi sento vivo.» la guardò per rigirarsi subito dopo.
«Perché hai usato il passato se ciò che provi esiste ancora. Avresti dovuto dire: “La amo come solo un folle ama”. Ma hai usato il passato, come se lei non ci fosse più.».
Il sole nel frattempo era tornato, ora riscaldava la loro pelle ed illuminava quella pallida della ragazza che guardava intensamente il ragazzo. Era perso nei suoi pensieri, l’aveva capito, di sicuro pensava a quella ragazza e non riuscì a non prendergli la mano.
«E’ strano, a volte mi capita di dire cose come per auto-convincermi; come se poi bastasse dire “L’ho amata” per smettere di farlo. Sono uno stupido.»
«Perché non vai da lei?»
Gli occhi del ragazzo si riempirono di lacrime e fece per alzarsi, ma poi rimase seduto al suo posto. Voleva scappare, urlarle che non erano affari suoi ma quando si voltò vide in quella ragazza la salvezza.

 

La testa le girava e si aggrappò ad uno dei pochi mobili che aveva per sorreggersi, ma le forze le mancavano. 
“Mangia” le diceva una vocina; “Non mangiare” ne diceva un’altra. 
Naomi era come un piccolo fiorellino dove bastava un filo di vento per essere spazzata via.
Da piccola voleva essere una margherita, ma crescendo decise di diventare una rosa perché queste sono superbe, arroganti, si mostrano dolci, belle, perfette ma in realtà sono false e quando stai per scoprirlo ti pungono con le loro spine.
La bellezza copre la bruttezza che si ha dentro. E lei dentro aveva tanti piccoli demoni da voler nascondere. vedeva ragazze che dicevano: “Ho fatto amicizia coi mostri che avevo sotto al letto” e si chiedeva perché i suoi fossero così poco socievoli. “Perché a me? Perché a me?” si chiedeva senza potersi dare delle risposte. 
Si prese la testa tra le mani e la voglia di arrendersi cresceva a mano a mano che il tempo, inesorabile, scorreva rendendola sempre più debole.
Le lacrime scesero così, senza chiedere un permesso, senza darle la forza di dire che no, non era il momento per piangere. Lasciò che queste le bagnassero il viso pallido e scavato che odiava tanto. Voleva che gli altri cambiassero, ma alla fine era cambiata lei; era diventata un mostro, lo stesso mostro che di notte la tormentava non permettendole di dormire. 
Pianse, urlò e se avesse avuto le forze avrebbe anche incominciato a correre.
Quando era piccola lo faceva sempre: correva, correva via dal dolore, dai problemi, dai ricordi che le facevano notare che ciò che c’era prima, non ci sarebbe stato ora e non ci sarebbe stato più. Per questo odiava il passato, passava ma intanto l’anima la trapassava e non c’era una via di fuga; non si può fuggire dal destino.
Cadde, ma trovò la forza per alzarsi. Uscì traballando dal suo appartamento cercando un aiuto che non si affrettava ad arrivare; le persone la vedevano ma per lei non facevano niente, non capivano che stava per crollare definitivamente, non capivano il suo sguardo smarrito e continuavano la loro vita guardandola come se fosse invisibile, le passavano accanto mentre i suoi occhi gridavano aiuto perché la voce le si era bloccata in gola.
Si appoggiò ad una panchina ma non riuscì a sorreggersi. Stavolta non si alzò.
Vide un ragazzo che la guardava preoccupato e che cercava di prenderla in braccio. Poi. Il buio.

 
 

Salve lettori... scusate per il ritardo ma, ehm, avevo gli esami e davvero ho passato tutto questo tempo sui libri! Un'ansia pazzesca, fortunatamente è andato tutto abbastanza bene!
Comunque sia, ecco il secondo capitolo che, vi chiedo scusa, non è molto lungo; non mi sono ancora ripresa dagli esami, ma mi sembrava davvero il caso di aggiornare! Ciò che ho scritto mi piace, non tantissimo, ma non lo trovo orripilante haha spero che la pensiate allo stesso modo. ☻
Lasciate qualche recensione, mi interessa sapere la vostra opinione^^
xxscapparsi☺
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: scapparsi