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Autore: Kange    26/06/2014    2 recensioni
"Io e la mia squadra eravamo stati creati per un unico motivo, vegliare sui bambini durante la notte, dovevamo sconfiggere i mostri che cercano di rubare le anime dolci dei bambini innocenti, iniziavamo a muoverci appena l’ultimo raggio di luce del tramonto scompariva e raggiungevamo ognuno la casa di un bambino per vegliarlo."
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Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IO SONO SHOU
 
Io sono Shou.

Sono un guerriero solitario, tutti i miei compagni sono caduti sotto la violenza di quei mostri che sono soliti ucciderci per divertirsi.

Io e la mia squadra eravamo stati creati per un unico motivo, vegliare sui bambini durante la notte, dovevamo sconfiggere i mostri che cercano di rubare le anime dolci dei bambini innocenti, iniziavamo a muoverci appena l’ultimo raggio di luce del tramonto scompariva e raggiungevamo ognuno la casa di un bambino per vegliarlo.

Ora sono rimasto solo io a svolgere questo delicato compito.

Ricordo bene una notte, un’ombra si era avvicinata troppo alla casa del mio protetto, un bambino di soli pochi mesi, era entrata attraverso l’armadio che si trovava nella stanza, chissà perché poi gli umani si ostinino a tenere in casa quegli oggetti che sono i portali più conosciuti ed utilizzati da tutti mostri esistenti.

Avevo stretto in mano la mia katana preparandomi all’attacco, il solo pensiero che volesse rubare l’anima ad un bambino così piccolo mi faceva salire una grande rabbia.

Lo vidi avanzare velocemente verso il letto pronto ad assorbirla, io lo colpii su quella che sembrava essere una coda, il mostro si mosse velocemente di lato  guardandomi con i suoni piccoli occhietti rotondi, strinsi la presa sulla mia arma pochi secondi prima che mi si lanciasse nuovamente contro, saltai il più in alto possibile riuscendo ad evitare per un pelo lo scontro.

Feci ruotare la mia arma in aria trafiggendo l’ombra sulla schiena.

Questa si dissolse scomparendo nel buio.

Sento delle risate, e vedo delle chiome uscire da una specie di duna di neve, capelli biondi, rossi, castani o neri, questa volta sono veramente in tanti, ne conto sei, due sono nuove, sembrano gemelle.

Hanno i capelli biondi e gli occhi grandi verdi, le lacrime agli occhi e si tengono per mano, indossano dei grossi cappelli di lana rosa e dei guanti sempre di lana e del medesimo colore.

“Guardatele! Stanno per mettersi a piangere!” i quattro bambini ridono di gusto “Ci tenete proprio tanto a quel coso eh?” le bambine annuiscono timidamente “Bene, allora guardate quanto ci mettiamo a buttarlo giù” dice quello dai capelli corvini facendo una grossa palla di neve.

Mi guarda sorridendo in modo cattivo “No per favore!” dice una di loro iniziando a piangere.

Quanto tempo è che qualcuno non piangeva per me?

Ricordo di aver versato io molte lacrime per i miei compagni, per lei, per l’unica persona che io abbia mai amato, non siamo stati molto insieme, ma il ricordo di quei momenti così dolci lo terrò per sempre nel cuore ed è proprio questo che mi accompagnerà nei miei ultimi attimi ed il suo nome sarà l’ultima cosa che dirò.

Si, perché so che questa volta tocca a me.

“Dai dai! Colpiscilo!” iniziano ad urlare gli altri due bambini continuando a ridere mentre le due gemelle si stringono in un abbraccio consolatorio.

“Per favore no!” urla nuovamente una di loro prima che il corvino mi lanci addosso la palla di neve che tiene in mano, mi colpisce all’altezza dello stomaco, fa male, tanto male, ma non mi muovo, non posso, ho questa capacità solo durante la notte, alle primi luci dell’alba la perdo tornando immobile.

“Accidenti non l’ho buttato giù!” urla mentre un altro bambino dai capelli rossi decide di tentare costruendo un’altra palla di neve, questa mi colpisce sul lato destro della mia testa facendola cadere a terra, mi è rimasto un solo occhio, ma riesco bene a vedere il terzo prepararsi all’attacco.

Le due bionde piangono, mi fanno tenerezza ma non devono essere tristi per me, sarò sicuramente più felice dall’altra parte che qui in questo mondo che non può darmi più niente.

La palla di neve parte veloce diretta verso di me, mi colpisce all’attaccatura della testa staccandomela, volo verso la terra di neve, una volta toccata morirò.

Quindi è così che finirà la vita di Shou il pupazzo di neve, sento una lacrima uscirmi dal mio occhio-bottone e rigarmi la guancia, ti raggiungerò presto Koko.



N.D.A. (Nota Dell'Autrice):

Saaaalve!
Questa micro storia partecipa al contest "Le basi del fantasy: Guerriero, Mago o Ladro?".
L'idea mi è venuta quando rimettendo a posto ho ritrovato una lettera che mi ero autoscritta (per divertirmi ovviamente) da piccolina quando durante l'inverno non era mai nevicato, così avevo fatto finta che me l'avesse scritta Fuffi il pupazzo di neve, quindi la lampadina, non potevo logicamente chiamarlo Fuffi data la storia che avevo in mente quindi ho utilizzato un altro nome che mi piaceva molto e che ho scoperto da poco: Shou che in giapponese significa volare o strumento del vento.
Spero che vi sia piaciuta ed ovviamente vi invito a lasciarmi una recensione.
Un abbraccio.
Kange :)
  
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