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Autore: rora02L    26/06/2014    2 recensioni
Otani e Risa ... la nostra coppia davvero strana, ma ormai ci siamo affezionati/e a loro. Che fine hanno fatto ? Avranno realizzato i loro sogni ? E la loro storia d'amore avanza senza ostacoli o cadute ? Questa è una FF che racconta di loro dopo ... (inventata da me, ovvio)
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Otani, Risa Koizumi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vuoi ballare o no ?!

Il ritorno a casa è calmo e silenzioso, nessuno dei due osa fiatare. Rovinerebbe il momento.                                                                                         
Io sono con la testa appoggiata alla spalla di Otani, mentre lui mi sorride ed accarezza le ciocche ribelli dei miei capelli, che a volte finiscono per solleticargli la guancia.                                                           
Penso che sia davvero strana come situazione, solitamente noi siamo una coppia chiassosa, che litiga ogni cinque secondi. Vedo Otani ridacchiare e mi chiedo se non abbia pensato lo stesso anche lui. Mi limito a sorridere senza dire nulla.                                                       
Mi piace questa tranquillità. Certo, non la voglio sempre, mi annoierei e non capirei più dov’è finito il ragazzo che mi punzecchiava sempre per la mia altezza.Perché io adoro tutto di Otani e non voglio che lui debba cambiare tanto per me.                                                                                                 
Dopo essere scesi dal treno ed usciti dalla stazione, Otani mi si avvicina e mi prende per mano. Arrossisco e cerco di incontrare il suo sguardo. Ma, quando i nostri occhi si rispecchiano tra loro, lui arrossisce e sposta lo sguardo.                                                             
Sembra che sia tornato il solito e non riesco a fare a meno di prenderlo in giro: “Otani, dov’è finito mister mi-spoglio-per-fare-il-bagno o il signorino spavaldo e rubacuori di prima ?”                                         
Lo vedo irrigidirsi e mi risponde stizzito: “E dai Koizumi ! Lo sai che io … non sono quel tipo di persona. L’ho … l’ho fatto per te. Ma non credo che troverò mai più l’audacia di comportarmi ancora così. Non so cosa mi è preso, io …”                                                                                          
Sospira rassegnato e lascia la mia mano per mettere la sua in tasca. Faccio una faccia imbronciata, non volevo questo.                                      
“E come mai sei stato così … diverso dal solito oggi ?” gli chiedo.  Lui fa spallucce e risponde: “Non lo so … ecco, io … quando ti guardo sento …”                                                                                                     
Non riesce a finire la frase. Mi chiedo proprio dove sia finita tutta quella spavalderia.                                                                                      
Ad un certo punto esclama, quasi spazientito e frustrato: “Insomma, è colpa tua se mi sono comportato così, Koizumi !”                                            
Io mi arrabbio e ribatto: “Che ?! Come sarebbe a dire ? Io non ho fatto –“                                                                                                                         
“Mi piaci troppo e mi fai impazzire !”termina lui, quasi urlando, con gli occhi chiusi. Mi blocco e lo guardo sbalordita.                                          
Mi avvicino di nuovo a lui. Ha ancora gli occhi serrati, come se temesse una mia reazione violenta. Gli domando dolcemente, incuriosita: “In che senso … ti faccio impazzire ?”                                 
Otani inizia a farfugliare: “Co-come sarebbe ? Nel senso c-che … che tu … m-mi farai diventare matto, ecco ! Con la tua gelosia, lo vuoi capire che voglio solo te ! E poi …”                                                                   
Gli prendo il polso della mano che aveva appena messo in tasca e la tiro fuori, intrecciando le nostre dita. Ogni volta mi sorprende come le mani del mio ragazzo siano sempre più simili a quelle di un uomo.                                                                                                                             
Lui mi guarda, cercando di capire perché lo sto facendo. Io sorrido e dico: “E poi …?”                                                                                              
Otani riprende a balbettare, indeciso su cosa dire: “ E-e poi … t-tu … non ti rendi minimamente conto dell’effetto che mi fai ! Ho voglia … ho v-voglia di stringerti a me e farti sapere che sei solo mia !”Forse ora intuisco di cosa sta parlando: il suo profumo mi arriva alle narici, il calore delle sue mani e la sua voce che mi parla mi fanno rabbrividire e una voglia strana si impossessa di me. Voglio baciarlo e credo che non ci sia nulla in grado di fermarmi.                                       
Lo attiro a me prendendolo per la camicia e lo bacio. Otani ha ancora gli occhi sbarrati per lo stupore, ma poco dopo si rilassa anche lui. Risponde, accarezzandomi la schiena fin dove riesce ad arrivare. Mugugna sulla mia bocca: “Ah … mi farai proprio … impazzire, Koizumi.”
Dopo alcuni minuti, si stacca da me, dicendo che è un po’ troppo imbarazzante baciarsi in mezzo alla strada.                                                     
Lo canzono di nuovo: “Ah perché mangiare la panna dalle mie dita o spogliarti a caso invece non è imbarazzante ?”                                               
E ricominciamo a litigare come sempre: “Ma perché non te ne stai zitta, regina dei giganti ? Dovresti essere perennemente imbarazzata per la tua altezza, sembri King Kong che vuole attaccare la città ! Spaventerai tutti !”                                                                                       
“Sentilo, il nanetto di Biancaneve, dove hai lasciato i tuoi fratelli e la tua principessina ?”                                                                               
Continuammo il nostro solito gioco di battuta e risposta. Finalmente mi sembra che le cose siano tornate normali. Ma non posso fare a meno di pensare ancora a quel forte impulso che ho provato.                                                                                                                     
Mi ha percorso il corpo, forte come una scarica elettrica ed impellente, impossibile farne a meno. Mi chiedo cosa sia stato e se anche Otani senta la stessa cosa. Questo spiegherebbe il suo comportamento di prima.                                                                         
Arriviamo a casa di Otani e lui mi chiede: “Che vuoi fare ? Se vuoi ti accompagno a casa ...”                                                                                      
Io scuoto la testa: “No. Vorrei … vorrei stare ancora un po’ con te. Ti … ti va bene, no ?”                                                                                            
Lui arrossisce, per poi far finta di essere indifferente: “Se ti va … per me non c’è problema.”                                                                                    
Estrae le chiavi e mi fa entrare gentilmente.
                                                                *
Il divano è comodo, se accanto a me c’è Otani ancora di più. Non so bene cosa fare ora, so solo che voglio stare ancora insieme a lui. E mi sembra che lo stesso valga anche per il mio ragazzo.                        
Dopo un po’ Otani mi chiede: “C’è qualcosa che vorresti fare di preciso, Koizumi ?”                                                                                              
Io mi metto a pensare, finché non vedo lo stereo del soggiorno e gli chiedo: “Ti va di ascoltare insieme un po’ di musica ?”                              
Lui sa esattamente di cosa parlo e si alza con un sorriso, diretto verso lo stereo. Prende un CD e mette in play: una delle canzone di Umibozu invade la stanza con la sua melodia.                                              
Io ed Otani ci mettiamo a cantare insieme, facendo un duetto improvvisato. Così facciamo per tre canzoni, quando per sbaglio io, invece di mandare avanti il CD, accendo la radio.                                        
Inizia una musica in stile spagnolo, molto coinvolgente e sensuale. Rimaniamo spiazzati entrambi e, prima che Otani mi dica di spegnere e di rimettere le canzoni del nostro cantante preferito, mi giro e gli porgo la mano.                                                                                      
Lui mi guarda confuso, finché non gli chiedo timidamente: “Balliamo ?” Arrossiamo entrambi, ma so che lo vuole anche lui, in un certo senso. Infatti Otani mi prende per mano.                                                    
Non sa bene come mettermi, così gli appoggio io l’altra mano sul mio fianco. Ma le nostre altezze invertite ci fanno sembrare un po’ strani, con me che gli metto la mano sulla spalla e lui che arriva ì e no a metà del mio collo.                                                                                   
Ma non importa, ho voglia di farlo. Balliamo, anche se non sappiamo bene come. La musica diventa sempre più veloce ed il ritornello continua martellante, invogliandoci a lasciarci andare di più. Ormai anche Otani non sta più a pensare a come deve mettere i piedi per non pestare i miei o a quanto sia strano per noi ballare come una vera coppia di fidanzatini.                                            
All’improvviso, la canzone finisce ed noi due rimaniamo l’uno tra le braccia dell’altro. Ci guardiamo.                                                                            
Poi Otani si fionda sulle mie labbra ed io lo stringo a me per le spalle. Non mi importa quanto sia strano stare con un ragazzo più basso di me e nemmeno di quante ragazze cercheranno di portarmelo via: non rinuncerò mai a lui.                                                
Perché anche lui mi fa impazzire e non voglio perderlo, mi mancherebbe più di ogni altra cosa. Ho bisogno di lui come dell’ossigeno. E forse anche lui ha voglia di me nello stesso modo. 
                                                      *
“Oh Risa ! Sono così felice per te, vorrei avere anche io un ragazzo così !” gongola Kagura appena finisco di raccontarle la mia giornata di San Valentino con Otani.                                                              
“Sì, ma devo ammettere che un po’ mi ha spaventata … non mi aspettavo si comportasse in quel modo …” le confido, ripensando a quanto mi ha fatto rabbrividire usando solo lo sguardo.La mia amica fa un sorriso furbetto, ammiccando: “Ma si sa, Risa … non potevi pretendere che rimanesse per sempre un bambino senza voglie. Ormai è quasi un uomo e … quando l’istinto chiama, c’è poco da fare.”                                                                                         
Io arrossisco appena capisco di che sta parlando: “Ma m-ma allora tu pensi c-che Otani voglia … ?”                                                                            
Lei annuisce, aggiungendo: “Magari non vuole farlo subito, ma la voglia c’è. E mi sembra che tu l’abbia provata in prima persona. Quel brivido che Otani ti fa sentire ha un nome: eccitazione.” Non posso crederci. Mi sono … eccitata per colpa di Otani ? Ed io … gli faccio la stessa cosa, anche senza volerlo ?
Sono imbarazzata, ma Kagura mi continua a dire che è normale, prima o poi in una coppia succede. Tutta colpa della biologia e della chimica: si mette a parlare di ormoni, sviluppo ed altre cose di cui non capisco molto.                                                                                                                          
Io non credevo di provare una così forte attrazione fisica per lui, pensavo fosse solo del puro ed innocente amore. Ma forse è solo l’altra parte della medaglia.Continua a pensarci per un bel po’, finché non esclamo esasperata: “Oh, non ci capisco nulla ! So solo che Otani … mi ha fatto sentire come non mi sono mai sentita prima. E mi è piaciuto, sì !”                 
Appena mi rendo conto di quello che ho detto, davanti a tutti, nella mensa scolastica, arrossisco e cerco di farmi piccola piccola, cosa che mi riesce piuttosto difficile, dato che sono più alta delle altre ragazze. Kagura intanto ride divertita e mi rassicura, dicendomi che nessuno mi ha sentita e che non devo vergognarmi così tanto. “La tua relazione con Otani si sta solo sviluppando, tutto qui. Non devi né spaventarti né vergognarti, anzi. Dovresti esserne felice, Risa-chan !” dice convinta, abbracciandomi. Ricambio, con un debole sorriso. Ancora non me ne sono pienamente convinta.
                                                      *
Esco da scuola sempre alla solita ora, con la testa piena di informazioni sulle varie proprietà dei tessuti, sui colori complementari e su degli strani ormoni che Kagome mi ha fatto vedere su internet. Rabbrividisco ancora al pensiero.Noto una strana chioma bionda a me famigliare, dall’altra parte del cancello. Appartiene ad una ragazza che mi sembra di aver già visto, ma non capisco bene chi è. Si agita, guardando a destra e a manca. Mi avvicino di più e finalmente la riconosco: è Sakura, ancora lei ! Sbotto indignata, sulla difensiva: “Se cercavi Otani, non è qui ! Cosa vuoi ? Vuoi forse prenderle, Sakura ?” Sibilo il suo nome, avvicinandomi a grandi passi minacciosamente.                                  
Lei strabuzza gli occhi e risponde calma, ma stizzita: “Non ho alcuna intenzione di sporcarmi le mani con te, popolana gigantesca ed ignorante !” Digrigno i denti e le chiedo arrabbiata: “Allora che fai davanti alla mia scuola ?!”                                                                                                                     
Sakura alza il mento, con aria di superiorità, e dice: “Sono venuta per scusarmi per il mio comportamento disdicevole con il tuo ragazzo. Non avrei dovuto, ho mancato di rispetto sia a te che a lui. Mi dispiace, Koizumi.”                                                                                       
Sono decisamente sbalordita e rimango incantata per un po’. La fisso, stupita: “Ma … sul serio ?”                                                                     
“Certo. E non farmelo ripetere, perché non lo farò !” incrocia le braccia al petto e si volta leggermente verso destra.                                    
“Oh … -dico io, sollevata e piacevolmente sorpresa – accetto le tue scuse, Sakura. Spero che questa rivalità tra noi finisca…”                           
La biondina ribatte: “Ovviamente finisce qui, non ho intenzione di insistere con Otani. Per lui esisti solo tu … - arrossisco a quella affermazione di Sakura, chiedendomi come mai ne è così certa ora- Quindi, spero solo che tu lo renda felice al posto mio. Non è me che vuole e non lo sarà mai. Trattalo bene anche per me.”Mi fa un cenno con la mano e se ne va, lasciandomi a riflettere. Certo che doveva essersi presa proprio una bella cotta per quel nanetto. Sorrido e penso a quanto Otani sia fantastico.Persino quella smorfiosa piena di fronzoli e fissazioni, se n’era innamorata. Ma lui … non ha occhi che per me.  
Gongolo fino a casa, felice come una bambina appena tornata dal negozio di dolci. Mi sembra che quel sole pallido che riesce appena a passare tra le nuvole sia molto più brillante e luminoso. Arrivo a casa e stranamente trovo Otani davanti al cancello, guarda ansioso il cellulare che ha in mano. Lo saluto urlando il suo nome, felice.                                                                                                                         
Lui corre verso di me e mi chiede, preoccupato: “Tutto bene, Koizumi ? Ho sentito che Sakura era davanti alla tua scuola oggi, ero preoccupato … ti ha fatto qualcosa ?”Io sorrido come un ebete: “No … mi ha solo detto che rinuncia a te, perché  tu … non hai occhi che per me.” Otani sobbalza e arrossisce, per poi sbottare: “Ma chi ti ha detto una cosa del genere ? Sakura ?” Annuisco, agitando la testa. Lui sospira, sollevato: “Almeno non ti ha detto qualcosa di brutto o non ha preparato un attentato contro di te … meglio così.”                                                                                             
Io ridacchio: “Sei così tenero, Otani ! Ti sei addirittura preoccupato per me.” Arrossisce nuovamente e replica: “Naturale … sono il tuo ragazzo …”             
“Sì – esclamo io, abbassandomi- sei il mio ragazzo …” gli sussurrò, per poi lasciargli un delicato bacio sulle labbra.                                               
Ma poi ricominciamo il nostro solito battibecco: “Hai mai provato ad indossare le scarpe da uomo coi tacchi ? Magari qualche centimetro lo recuperi, così non devo abbassarmi ogni volta che voglio baciarti …” inizio io.                                                                                                  
Lui si altera subito: “Ma come ti permetti, gigantessa dei miei stivali ! Guarda che sei tu quella troppo alta, io vado benissimo ! Avresti potuto smettere di crescere quando eri ancora in tempo !”             
Allora ribatto: “Guarda che non è nemmeno colpa mia, da piccola sognavo un cavaliere alto sul suo cavallo bianco, non uno dei sette nani su un pony malandato !” Otani si arrabbia ancora di più: “E pensare che ieri ho fatto tutte quelle cose solo per te, che ingrata !”                                                      
Mi blocco, ripensando a ieri. Rimango in silenzio per alcuni istanti e Otani inizia a preoccuparsi: “Ehi, Koizumi ?! Tutto ok ? Non volevo dirlo, sai che non lo penso davvero, io …”                                                        
Decido di chiederglielo, devo saperlo: “Otani … -inizio decisa, catturando la sua attenzione- tu … -arrossisco, imbarazzata per quello che sto per dire – sei … sei per caso attratto f-fisicamente da me ?” Sgrana gli occhi ed il suo viso diventa più porpora del mio. Inizia a farfugliare frasi sconnesse: “M-ma c-che … ? Co-come mai … ? Koizumi, perché me lo stai c-chiedend-“                                                
“Rispondi e basta.” ribatto io, per farlo parlare. Lo guardo dritto negli occhi, determinata. Amo i suoi occhi, hanno un colore stupendo. E sono così luminosi...Lo vedo fare un leggero sorriso, mentre chiude gli occhi per un istante, prima di rispondere: “Sì.”                                                                  
Adesso sono io che non so cosa dire: “B-bene …” Ma a quanto pare, anche Otani ha qualcosa da chiedermi. Mi prende per il polso, avvicinandomi a se e mi sussurra: “E tu, Koizumi ? Tu … sei attratta anche tu fisicamente da me ?” Sento il suo respiro arrivare fino al mio collo e un brivido caldo percorre tutto il mio corpo.Lo vedo fare un sorrisetto divertito: “Non serve che rispondi … tanto lo so che è lo stesso anche per te. Non puoi certo negarlo …”                  
La sua voce mi sta facendo sciogliere, non so come ci riesca.. Otani mi accarezza il viso, delicato. Lo sento sospirare a tratti e mi chiedo che cosa sta succedendo in questo momento. Socchiudo pian piano gli occhi, quel tanto che mi basta per continuare a vederlo. Mi sta guardando, con occhi sognanti, come se fossi una dea. Bisbiglia piano al mio orecchio: “Vorrei tanto …”                                               
Una scossa elettrica si diffonde dal mio collo in giù, facendomi sentire un sacco di caldo in più. E dire che siamo a Febbraio.                                              
Non finisce la frase. La curiosità mi prende e gli chiedo: “Che cosa …?” Lui sorride, allontanandosi da me: “Niente, lascia stare. Ora devo andare. Ci si vede, Koizumi !”
Mette le mani in tasca, lasciandomi il polso. Lo vedo allontanarsi verso casa sua e gli urlo contro, infuriata: “Ti sembra questo il modo di comportarsi, nanerottolo ? Devi ancora dirmelo !”                                   
Lui mi ignora e mi fa un cenno con la mano per salutarmi. Ma poi si blocca in mezzo alla strada, all’improvviso. Lo guardo girarsi lentamente. Stupendo, non ci sono altre parole per descriverlo. Mi sorride, sicuro di sé, e mi urla: “Tu sei mia, regina dei giganti ! Ricordatelo, scema !”                                                                                 
Non so se essere arrabbiata o meno. In fondo, mi ha anche insultata. Così faccio come lui: “Vedi di non attrarre altre galline allupate, razza di nanetto scemo. Perché ti amo, idiota !”                         
Mi sorride ed io faccio lo stesso, mentre il sole cede il posto alla luna ed il buio comincia scendere. Penso di non aver mai visto un sorriso più bello del suo oggi. E voglio ricordarlo per il resto della vita.




Angolo autrice (me):
Mmh ... dovrei studiare per l'orale, non sarebbe una cattiva idea ...
Ma avevo finito questo capitolo, se avessi aspettato sarebbe uscito a Settembre ... quindi ho pubblicato ora, per la gioia di tutti/e ! * sì, non aspettavate altro, vero ?*
Detto questo, mi sembra che i personaggi siano, almeno un minimo, tornati alla "normalità" e spero che la spiegazione del cambiamento improvviso di Otani sia stata chiara, plausibile e soddisfacente ...
Ora vado, devo mettermi sotto !
A presto, mi auguro !
La vostra Rora-chan ! <3

 
  
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