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Autore: slytherin_394    26/06/2014    1 recensioni
Ricordo ancora il giorno in cui è iniziato tutto questo, o almeno la prima volta che è accaduto di fronte ai miei occhi.
E' già passato un anno...
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Ero sconvolta, mio caro lettore.
Avevo visto un sacco di film horror. Ne avevo spesso parlato con mio fratello, ma avevo sempre pensato fosse una storiella inventata, fino a d'ora.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero sconvolta, mio caro lettore.

Avevo visto un sacco di film horror e molti film sugli zombie, la mia base era the walking dead. Avevo spesso parlato con mio fratello su cosa fare se fosse accaduta una cosa del genere. Su come prepararci, su dove andare. Ma avevo sempre pensato che fosse una storiella inventata. Lui era a dir poco terrorizzato dagli zombie, non gli faceva paura niente, solo gli zombie. Non avrei mai potuto credere che la sua paura fosse una tra le più fondate. Spesso mi aveva fatto vedere che c'erano prove sulla loro esistenza e ogni volta avevo risposto che non poteva essere vero, che non esistevano. Ma ero io quella che non ci voleva credere, speravo che dicendo che non esistevano smentivo la realtà.

Non prendermi per una codarda, mio caro lettore, anche se forse in fondo lo ero. Ero solo incredula ; se tu fossi stato me quando ne parlavo con mio fratello penso che avresti detto pure tu che non poteva essere vero.

La sfortuna di noi umani è che non crediamo a qualcosa finché non la vediamo, e quando la vediamo tendiamo a negare l'evidenza.


 

Comunque la mia paura più grande si confermò quando sentì la moglie di John urlare terrorizzata : la bambina si era “svegliata” e l'aveva morsa al collo.

Le urla di terrore aumentarono sempre di più, mentre il panico si diffondeva in quella sala enorme, macchiandola di un rosso sangue brillante.

Presi velocemente Enrica per il polso e con tutto il resto a seguito cominciai a correre verso l'uscita, solo che per mia fortuna molti di quelli esseri si riversò dalle scale, arrivando esattamente davanti alle porte.

Eravamo bloccate all'interno dell'aeroporto.

Mi fermai di botto, guardandomi attorno. Chiara mi prese saldamente per mano, così da aumentare la possibilità di rimanere l'una attaccata all'altra

-Dobbiamo trovare un posto sicuro per adesso!- mi urlò cercando di sovrastare tutte quelle voci cariche di panico con la sua, altrettanto carica.

Molte persone avevano cominciato a correre con noi, ma quando ci fermammo continuarono a correre, colpendoci con spallate ma cercando di evitarci come meglio li poteva, andando dritti dritti nella tavola degli zombie.

Ci guardammo attorno, sempre tenendoci per mano. Sfortunatamente qualcuno mi cadde addosso, ma continuò la sua crosa dopo pochi secondi non curante su cosa/chi era caduto. Ero stesa a terra quando senti un dolore lancinante alla mano: solo allora mi resi conto che avevo un tacco spillo, penso fosse dodici, piantato sul dorso della mia mano. Senti qualcuno tirarmi su e notai che Chiara era tornata in piedi e mi stava aiutando. Imprecai contro quella ragazza coi tacchi a spillo quando una persona fu addentata alla giugulare da uno zombie-femmnina urlando dal dolore.

Se devo parlare francamente, caro lettore, non fu affatto uno spettacolo gradevole

Il sangue schizzò da tutte le parti, arrivandomi anche in faccia, mentre un altro zombie si buttava sul suo stomaco. Era un sangue brillante che si stava riversando sul pavimento monocolore griggio e sui vestit della ragazza in lacrime, morente. Quello stesso sangue donava un po' di vita a quei due zombie, che adesso stavano banchettando con il suo corpo, rendendoli vivi.
Tutto ciò stava accadendo esattamente a un metro dai miei piedi.
Fissai sconvolta la scena, reprimendo un conato di vomito quando un terzo zombie si unì, squarciandole letteramente lo stomaco e cominciand a mangiare l'intestino.
Nel frattempo Chiara stava cercando di farmi alzare, urandomi qualcosa, ma all'inizio ero troppo sconvolta per afferrare le parole
-Alessia!-urlò il mio nome mentre mi alzavo
Mi guardai attorno confusa, mentre la gente continuava a correre quando notai l'insegna del bagno. Mi girai verso di lei in un nano secondo e con le labbra mimai bagno, dopo di ché cominciammo a correre in direzione del servizio pubblico. Chiara prese il moccio che era stato abbandonato sul pavimento vicino al secchio, velocemente aprimmo la porta per poi chiuderla velocemente alle nostre spalle, bloccando la maniglia con il mocio.

Fortunatamente il bastone era in ferro, se no avrebbe ceduto facilmente.


Giuro di aver visto John passeggiare tra i suoi compagni zombie assieme alla moglie e alla figlioletta. Certo i corpi martoriati, ma insieme.

Controllammo che tutti i bagni fossero liberi e lasciammo le valigie nel primo.

Ci guardammo in faccia, quel poco che basta, per renderci conto di cosa stesse succedendo.

Il panico si impadronì dei nostri corpi, sostituendo l'adrenalina che ci aveva fatto ragionare per tutto il tempo, portandoci a tremare -co..cosa sono?- chiese Chiara con un filo di voce

C'era solo una spiegazione, e dato che anche lei era una patita dei film horror, mi avrebbe dato ragione.

-sono zombie – dissi senza fiato

Chiara mi guardò, ci ragionò su un po' ed annuì -dobbiamo difenderci- mormorò in seguito

Annuì a mia volta e mi alzai, il bagno era composto da sei cabine sulla destra mentre sulla sinistra c'erano due specchi lunghissimi, sotto i lavandini ormai con il getto automatico, salviette e la macchina per asciugare le mani.

Tra i due specchi c'era un tubo di ferro attaccato al muro, grande e spesso a fare da divisore tra di loro.

Lo presi con entrambe le mani e lo tirai con forza, era attaccato ad una lastra sottile attaccata al muro con delle viti. Erano lente ma quel bastone non ne voleva proprio sapere si staccarsi. Ci lavorai per almeno un quarto d'ora o di più, in un silenzio religioso da parte di entrambe: all'esterno ci arrivavano le voci distorte delle persone e i grugniti degli zombie.

Proprio quando stavo perdendo la pazienza una parte di uno specchio, quella più vicina a muro infondo alla stanza, si mosse, aprendosi come una porta.

Terrorizzata cominciai ad armeggiare freneticamente con il bastone e solo quando cominciò ad uscire la figura riuscì a estrarlo, puntandolo immediatamente contro l'individuo.

Spuntarono due figure : un ragazzo dai capelli biondo grano e gli occhi verdi, indossava una felpa aperta rossa, sotto aveva una maglietta blu scuro, adornata di cappuccio e dei jeans, con delle scarpe da ginnastica blu scuro. Il bambino invece avevo una maglietta azzurra, dei jeans scuri e un paio di scarpe da ginnastica bianche . I capelli medi e marrone scuro e gli occhi marroni, con una spruzzata di lentiggini sul viso.

Il più grande si fermò subito non appena vide l'arma puntata contro di lui

-E' macchiata di sangue quella felpa?- chiese Chiara.

-Sopratutto è tuo quel sangue?- gli chiesi con la lancia ancora puntata contro di lui.

Non mi sentivo affatto minacciata dal ragazzo, sembrava sano per il momento, così come il bambino. E poi avevo la mia lancia , che nell'azione di staccarla avevo rotto la punta, rendendola bella affilata.

Ci fissò in silenzio 


Nota dell'autrice:
E anche un altro capitolo è finito yeee *spuntano arcobaleni alle sue spalle*
No seriamente, mi scuso per aver aggiornato solo oggi, volevo aggiornare il 18,  ma per alcuni problemi (malfunzionamento del wi-fi e perdita del caricabatterie del pc) non ho potuto.
Ho dimenticato di dire che questa storia mi è uscita di botto, quindi è originale al 100%
Le cose si stanno movimentando (o forse no). Fatemi sapere, al prossimo capitolo :)
_Safira_

  
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