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Autore: MAMMAESME    26/06/2014    5 recensioni
La storia originale si interrompe poco prima della partenza dei fratelli Salvatore per nascondere il corpo mummificato di Klaus. Quello che avviene dopo è un miscuglio di “What if”, di scene trasposte e di personaggi noti … meno noti e inventati. Gli occhi che ci guideranno, la voce che racconterà non poteva essere che la SUA: una visione soggettiva, emotiva ed emozionante … almeno spero.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 26
…L’OSPITE…

21 dicembre, sera.

Li osservavo dalla finestra del pensionato … la stessa che avevo ridotto in frantumi: probabilmente Stefan l’aveva fatta sistemare.

Nel salone, illuminato dalla fiamma del camino, fervevano i preparativi per il compleanno dei gemelli, il loro ventesimo compleanno, quello che li avrebbe portati nel mondo dei normali … per modo di dire.
In alcuni angoli della casa aveva fatto la sua apparizione qualche decorazione natalizia: una stella di natale sulla scrivania … la ghirlanda sulla porta principale … piccole luci bianche e scintillanti sui rami degli alberi che si affacciavano sul viale d’ingresso.

Natale … non ricordavo l’ultima volta che avevo celebrato quella ricorrenza … forse ero ancora bambino.
Istintivamente cercai Stefan, l’ultimo con cui avevo festeggiato un Natale allegro e spensierato, l’unico con cui avevo trascorso quella giornata con un senso di appartenenza e di famiglia, dopo la morte di mia madre.

Il centro della sala non era ancora addobbato: il Natale non avrebbe dovuto togliere la scena a qualcosa di altrettanto importante per la famiglia: protagonisti della serata di festa dovevano essere i ragazzi; quello sarebbe stato il loro primo compleanno fuori dalla gabbia, il loro ultimo da esseri oltre il sovrannaturale.

Stefan e Reb stavano parlando con Cinthia: la giovane strega, nonostante tutto, non aveva perso la sua aria imbronciata, ma negli occhi un sorriso si sforzava di non raggiungere le labbra, mentre la zia le sistemava una ciocca di capelli dietro le orecchie.

Jeremy riattizzava il fuoco nel camino, affiancato da Elijah, mentre Kath era sprofondata nella poltrona: la gamba destra scompostamente appoggiata al bracciolo, una limetta per unghie tra le mani, l’atteggiamento fintamente annoiato e un lampo di luce nello sguardo malizioso rivolto al suo uomo, che si era voltato a guardarla, paziente e innamorato.

Oltre la porta della cucina s’intravvedevano Elizabeth e Bonnie, intente a mettere degli stuzzichini nei vassoi, mentre le figlie di Matt, decoravano la tavola con bianchi piatti di porcellana.

Alaric chiacchierava con Meredith mentre preparava uno dei suoi cocktail micidiali: stava mischiando liquori a caso, mostrandosi sicuro quanto Tom Cruise nell’omonimo film.

Per un attimo il respiro mi morì in gola: non riuscivo a trovare Elena.

Alaric fece un’acrobazia con la bottiglia di bourbon, che riuscì a riafferrare solo grazie alle sue capacità di vampiro e, spostandosi di un passo, mi permise di vederla.

Era accovacciata sul divano, con le gambe piegate sotto di lei, la testa sostenuta dalla mano sinistra, gli occhi velati da una dolce tristezza: stava leggendo … sorrideva malinconica. Riconobbi uno dei suoi diari ... sorrisi di riflesso: quale ricordo le stava accarezzando il cuore?
Era bellissima … anche da vampira era bellissima … tanto bella da farmi male.
-o-o-o-o-
11 novembre, notte
(Pheeb)
Le loro urla mi ferirono le orecchie, mi sconvolsero la mente: mia madre … Damon …

Senza pensare, senza riflettere, senza nemmeno accorgermene, assorbii ogni minima onda di potere che riuscii a percepire e fermai il tempo all’interno del perimetro della radura.

Cinthia mi guardò senza stupore; eravamo connessi, legati a doppio filo, e sapeva bene cosa le avevo fatto fare.

Tutto intorno a noi si era immobilizzato.
Il braccio di mio padre era ancora tra le costole di mia madre, mentre il cuore pulsante di Damon era tra le mani sanguinanti di mio zio Kol.

La battaglia si era trasformata in un quadro, un’immagine immota di combattenti e vittime, di corpi lacerati sul terreno e soldati in assetto da guerra.

Avevo solo pochi istanti a disposizione, non sarei riuscito a tenere bloccato il tempo per molto: non eravamo mai stati tanto potenti, non lo saremmo stati mai più, ma bloccare il tempo richiedeva un dispendio di energie immane, troppe anche per me e mia sorella.

Vidi Cinthia dirigersi verso i nostri genitori e togliere la mano di mio padre dal corpo straziato di mia madre.
-Il cuore è fermo … - mi comunicò con lo sguardo preoccupato.

No, non poteva essere troppo tardi, non poteva averla già uccisa: se fosse morta, nemmeno il nostro sangue avrebbe potuto riportarla in vita. Le mani cominciarono a tremarmi per la rabbia e un grido mi morì in gola … avvertii potente il desiderio di staccare la testa a quello che, esclusivamente per una legge della genetica, avrei dovuto chiamare padre.

Una voce sconosciuta arrivò dal limitare della radura.
-Mi chiamo Meredith … sono un’amica di vostra madre ... sono un medico …-

Mi voltai perplesso: lei non era bloccata perché era fuori dalla portata dell’incantesimo.

-Elena ha in corpo il sangue di Damon … se è morta ...  entrerà in transizione: ha buone speranze di salvarsi… pensate a Damon. –

Come avremmo potuto salvare Damon? Il suo cuore era separato dal suo corpo, evento letale per un vampiro: non appena il tempo avesse ricominciato a scorrere, si sarebbe accasciato al suolo, essiccandosi.
Capendo i miei dubbi, la dottoressa mi chiese di poter entrare nella bolla temporale.

-Cosa vorresti fare? Sappi che non abbiamo molto tempo, – le disse Cinthia mentre correva verso il corpo di Damon.
-Vuole rimettergli il cuore al suo posto … vuole farlo vivere! – le gridai, capendo le intenzioni di Meredith.

Con uno sforzo non indifferente cercammo di farla entrare all’interno del perimetro che delimitava lo spazio “senza tempo”. La fatica era tale che rischiavamo di perdere il controllo e di vanificare i nostri sforzi: una frattura avrebbe potuto disgregare lo scudo che avevamo creato contro il ticchettio degli orologi e far ricominciare la battaglia.

Percepii la fatica di Cinthia, la vidi tendersi e finire in ginocchio accanto a Kol, nell’esatto istante in cui Meredith superava la barriera; aveva il fiato corto e i miei battiti erano notevolmente accelerati: questo calo di energie non ci avrebbe permesso di mantenere fermo il tempo ancora per molto.

-State bene? - ci domandò la dottoressa.
-Sì, ma non resisteremo ancora a lungo. – le spiegai.
-Basterà! Mi hanno detto che il vostro sangue ha doti curative …-
-Sì, - le risposi.
-Bene. Per sicurezza, fatene bere un po’ a vostra madre non appena si sveglia: non la riporterà in vita, ma la aiuterà durante la transizione, la guarirà più velocemente … -
- … e non avrà brama di sangue … - concluse Cinthia.
-Ok ragazzi … spostate Elena fuori dalla portata di Klaus … intanto vedo se posso riaggiustare questo vampiro … -

Senza perdere tempo con altre domande, presi tra le braccia il corpo esanime di mia madre e lo portai  al limitare della radura, cercando di tamponare la ferita che le aveva provocato mio padre. Dopo averla posata su un cumulo di foglie, mi guardai le mani lorde di sangue e maledii colui che mi aveva generato.

Nel frattempo, la dottoressa aveva riposizionato il cuore di Damon nella sua cassa toracica, la capacità di guarigione dei vampiri avrebbe fatto il resto: il cuore pulsava, forse c’era una speranza.

-Datemi un po’ del vostro sangue … lo aiuterà a rimettersi in sesto. E' un vampiro: se le arterie si ricongiungeranno, dovrebbe guarire abbastanza in fretta, ma non abbastanza velocemente per difendersi da Kol. Aiutatemi a spostare anche lui … -

Cinthia si alzò in piedi, la faccia stravolta: impose le mani sul corpo di Damon per spostarlo, io le urlai di fermarsi.

-Hai bisogno di energie per fermare il cuore di Klaus … non sprecarle! –

Con un gesto della mano scaraventai il corpo di Damon dalla parte opposta della radura, mentre Meredith si appostava vicino ad Elena.

Recuperai la coppa rovesciata ai piedi dell’altare in frantumi: bastò una lieve pressione sul taglio appena rimarginato e il sangue ricominciò a fluire in quel calice maledetto. Cinthia fece altrettanto e affidammo il tutto a Meredith.

Il dispendio di potere stava allentando la presa sul tempo che stava lentamente ricominciando a scorrere.
Le persone cominciarono a muoversi come in una scena alla moviola.

-Corri vicino a Klaus, – urlai a Cinthia - e tieniti pronta.-

Tornai da mio zio Kol e lo misi fuori combattimento spaccandogli il collo: per un po’ non lo avremmo avuto in mezzo ai piedi.

Cercai Bonnie e la vidi accanto a Shane, con Car e Ty a farle da guardie del corpo.

Mi posi accanto a Cinthia nel momento esatto in cui tutti ricominciarono a muoversi a velocità normale.
Le mani di mia sorella erano saldamente ancorate al petto di Klaus che, incredulo, si ritrovò in una posizione ben diversa da quella in cui era, nella sua percezione, solo qualche secondo prima.

Cinthia, con le lacrime agli occhi, aveva cominciato a premergli la mano sul cuore, mentre Bonnie pronunciava il suo incantesimo, riversa sul corpo di Shane.

Dal canto mio, cercavo di proteggere mia sorella dall’attacco degli ultimi ibridi rimasti e, nel contempo, tentavo di dare una mano a chi continuava a combattere.

Sia Elijah sia Stefan si erano accorti che qualcosa era cambiato, nello spazio di un battito di ciglia. Entrambi i miei zii mi fissarono attoniti e poi rivolsero i loro sguardi all’altare.

Klaus si stava piegando su se stesso mentre il suo cuore rallentava i battiti … lo sguardo fisso negli occhi di mia sorella in una muta preghiera e una sorda minaccia.

-Sei potente ma sei giovane … troppo giovane e troppo ingenua … - le disse con un ghigno.

Nemmeno davanti all’evidente sconfitta si era arreso … nemmeno davanti alla ribellione e all’abbandono di chi lo aveva amato più di ogni altro essere al mondo, si dichiarava sconfitto.

Con la coda dell’occhio guardai in direzione di mia madre: era ancora priva di sensi. Dalla parte opposta anche Damon giaceva immobile … mi domandai se si sarebbe ripreso … se fossimo intervenuti in tempo. 
Indicai il corpo di Kol a Elijah, che corse verso di lui.

“Portalo lontano” gli dissi telepaticamente. “Penseremo a lui più tardi”

Zia Reb ebbe un sussulto nel vedere il fratello esanime: scosse la testa rassegnata e si rimise in guardia per respingere l’attacco di uno degli ultimi ibridi rimasti a combattere. Molti, sentendo il legame di asservimento che si stava affievolendo, avevano già abbandonato la battaglia.

Stefan seguì i movimenti di Elijah: il suo volto diventò una maschera d’orrore nel vedere che Damon non era dove lo ricordava.

Si voltò verso di me, con lo sguardo inquisitore.

“Di là” indicai. “abbiamo tentato …”

Stefan si fiondò verso suo fratello, s’inginocchiò accanto a lui e raccolse la sua testa per mettersela sulle ginocchia.
La camicia di Damon era intrisa di sangue e ancora non dava cenni di ripresa.

Un guaito feroce sferzò l’aria. Tutti ci voltammo verso Klaus: il suo volto si trasfigurò e perse le sembianze umane per assumere quelle di un cadavere.

Il suo cuore, come quello di Shane, aveva smesso di battere.

-o-o-o-

Data ignota.

(Damon)

Alzare le palpebre non era mai stato tanto faticoso: sembravano sigillate col cemento, pesanti come piombo.

Annusai l’aria: l’odore che percepii non mi era nuovo, ma non riuscivo a trovare un’immagine corrispondente nei miei ricordi.

Non era odore di terra … non era odore di muschio … quindi non ero nella radura.

Avevo le mani bloccate; cercai di muovermi, ma ero come paralizzato.

Il cuore batteva lento e regolare … Kol non era riuscito a strapparmelo, alla fine …

Kol … la radura …

Elena!

Gli occhi si aprirono, strappando quel sigillo appiccicoso, con un colpo secco.

Elena!

Ero spaesato: mi trovavo in una stanza luminosa … troppo luminosa; sottili raggi di sole l’attraversavano in tutte le direzioni.

Mi resi conto di essere sospeso, come legato ad un palo immaginario … l’unica cosa che riuscivo a muovere erano gli occhi e, per quello che mi era permesso vedere, ero solo.

Ma i miei sensi mi dicevano qualcosa di diverso.

“Shh … calmo …”

Una voce rimbombava nella mia testa, una voce che conoscevo fin troppo bene … una voce che odiavo con tutto me stesso.
Tentai di parlare, di urlare quel nome, ma anche questo mi era impedito.

“Klaus …”
“E chi altri?”
“Dove sei? … Dove sono …?”
Non appena formulata la domanda, nella mia mente si visualizzò la risposta: ero nella camera degli ostaggi, bloccato dallo stesso incantesimo … prigioniero di Klaus.

Elena …

L’ultimo ricordo che avevo era la visione di lei sul quel maledetto altare, con la mano di quell’infido infilata nel suo petto.

Dov’è Elena? Tu, brutto bastardo di nome e di fatto, l’hai ammazzata? Ed io … io perché sono ancora vivo? Perche mi tieni prigioniero?”

“Non so dove sia la tua … mia moglie … non so se è viva o morta e, sinceramente, non mi importa …”

“E tu dove sei …? Abbi il coraggio di guardarmi in faccia mentre ti parlo … spiegami il perché di tutto questo … perché non mi hai lasciato morire?Perché questa tortura?”

Un sogghigno echeggiò nella mia mente.

“In effetti, tu non dovresti essere vigile … non dovesti poter pensare o sentirmi … tu non dovresti essere …”
“Ma che cazzo dici? Dove sei? Esci dalla mia testa e vieni dove ti possa vedere e parlare con la mia voce …”
“Se è la tua voce che vuoi sentire, ti accontento subito, ma non credo che ti piacerà quello che sentirai …

-Sono dentro di te … ho preso in prestito il tuo corpo: i miei figli e i miei fratelli mi … ti … ci ...tengono prigionieri per poterti liberare … per potermi ingabbiare in qualche mondo diverso da questo … -

Sentivo le mie labbra muoversi, il respiro uscire dai miei polmoni, la mia voce riempire la stanza vuota … ma non ero io a parlare … non ero io a formulare le frasi, a scandire parole.

“Come posso …?”

-Esatto: come puoi? È la prima volta che un mio “ospite” si risveglia e condivide il corpo che possiedo … la mente che occupo … sei un rompicoglioni anche in questo, Salvatore! -

“Quando?”

-Quando mia figlia mi ha fermato il cuore. Credevate forse che non avrei previsto un’eventualità del genere? Ho progettato quel rito per venticinque anni e pensi che non mi sia preparato delle vie di fuga? Quando Bonnie aveva fatto l’incantesimo la prima volta, le avevo chiesto, imposto, di trasferire la mia anima nel corpo di Tyler … beh, questa volta ho chiesto a Caitlin di fare un incantesimo che mi predisponesse a trasferirmi in un altro corpo senza bisogno che qualcuno pronunciasse un contro incantesimo: bastava avere abbastanza magia attorno e la mia anima avrebbe avuto il tempo necessario per trovare un’altra sistemazione … e tu eri il più debole, non avresti opposto resistenza. Peccato che mio figlio sappia entrare nella mente altrui: si è accorto subito, quando il tuo corpo si è risvegliato, che non eri tu … ed ecco perché siamo prigionieri, legati da quello stesso incantesimo che bloccava tuo fratello …-

-Con chi stai parlando, Klaus? –

Sulla porta della prigione si affacciò Pheeb, accompagnato da Elijah e Stefan.

-Uh … guarda Damon … un comitato di benvenuto: carissimi … salutate Damon. – rise Klaus.

-Nemmeno da prigioniero ci risparmi le tue cazzate … - si arrabbiò Pheeb.

-Mmm frequenti gentaccia, figlio mio … senti che linguaggio da osteria … -

-E tu mi irriti notevolmente … devo dire a Bonnie di zittirti … gli ostaggi non parlavano … non capisco perché abbiamo deciso che tu possa avere questo privilegio …-

-Pheeb, calmati … - lo esortò Stefan. – Cos’è questa storia di Damon? – chiese.

-Si è stranamente risvegliato e scalpita per avere un po’ di spazio: stiamo strettini qui dentro … -

-Non è possibile, fratello, - intervenne Elijah.

-Lo credevo anch’io … ma questo testardo di un vampiro non rispetta le regole … mai! –

Il tono divertito aveva lasciato il posto a una rabbia repressa a fatica.

“Damon?” mi venne a cercare Pheeb.

“Sono qui … toglietemi questo stronzo dalla pelle … Elena?”

“Sta bene … insomma … meglio …”

-Lalalalalala smettetela di parlare voi due: mi state facendo venire mal di testa. – ci interruppe Klaus. – Avevo sentito il suo cuore fermarsi tra le mie dita … prima che Merlino e Morgana fermassero il tempo … -

Elena era morta … ma stava bene … “insomma … meglio”: che cosa voleva dire?

Stefan mi si avvicinò.

-Sì, Damon Elena è … il tuo sangue … - balbettò.

Si era trasformata … era una vampira … ed io non potevo starle accanto, aiutarla … vederla.

Era viva, in qualche modo: non trattenni un sospiro di sollievo.

-La dolce Elena ora è una sadica vampira … peccato non poter saggiare le sue nuove doti amatorie … - le parole di Klaus erano ciniche, corrosive come vetriolo.

“Non osare … non osare, maledetto!”

“Altrimenti cosa farai? Ti ucciderai?”

“Ringrazia il cielo che siamo bloccati qui, altrimenti avresti dovuto cercarti un altro corpo … o agonizzare con me in questo!”

-Damon … - Stefan mi cercò dentro gli occhi che non erano più solo miei. – Siamo venuti per portare via Klaus … dobbiamo metterlo fuori gioco finchè i non troveremo un modo per liberare te e imprigionare lui definitivamente … mi dispiace … -

Le sue mani si posarono sulle mie guance. La tristezza velò i suoi occhi.

Sentii le mie ossa sbriciolarsi: il mio collo non ebbe più la forza di sostenermi la testa.

E, ancora una volta, scese il buio.










  
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