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Autore: Sabhia    26/06/2014    1 recensioni
A volte si chiedeva come alcuni riuscissero a dare una svolta totale alla propria vita, come facessero a trasformare il desiderio di cambiamento in un atto vero e proprio..
Spesso anche lei aveva provato un simile sentimento, aveva provato a scegliere una strada diversa..
Ma non ci era riuscita; si sentiva quasi impantanata all'interno della propria vita..
Ma forse la realtà era che non ci aveva mai provato davvero. Non si era mai realmente sforzata per cambiare le cose.. Dopotutto aveva sentito dire spesso che solamente una volta raggiunto il fondo si è veramente motivati a risalire...
E lei si era veramente stancata di sguazzare nel fango.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Pansy.


 

 

 

A volte si chiedeva come alcuni riuscissero a dare una svolta totale alla propria vita, come facessero a trasformare il desiderio di cambiamento in un atto vero e proprio..


Qualcuno ha fatto le ore piccole stanotte?


Spesso anche lei aveva provato un simile sentimento, aveva provato a scegliere una strada diversa..


Ti sei divertita ieri alla festa, eh?


Ma non ci era riuscita; si sentiva quasi impantanata all’interno della propria vita..


Sappiamo tutti qual è il tuo modo per divertirti!


Ma forse la realtà era che non ci aveva mai provato davvero. Non si era mai realmente sforzata per cambiare le cose.. Dopotutto aveva sentito dire spesso che solamente una volta raggiunto il fondo si è veramente motivati a risalire...


Puttana!


E lei si era veramente stancata di sguazzare nel fango.

 

***

Era una tranquilla sera d’estate: il cielo stava volgendo verso una tonalità di blu più cupo, mentre il frinire dei grilli andava via via accentuandosi, andando a riempire uno spazio altrimenti vuoto ed immobile.

Quando Pansy si materializzò di fronte all’imponente cancello di Villa Malfoy si fermò per qualche secondo, respirando a pieni polmoni il profumo della campagna estiva; era da una vita che non si muoveva da Londra, dove l’unico rumore percepibile era un vociare caotico e cacofonico di persone in fermento, ed in quanto all’odore... beh, meglio soprassedere.

Si avvicinò di un passo verso l’inferriata, cercando invano di non far affondare i bassi tacchi delle scarpe nel terreno morbido, ed attese.

“Motivo della visita?”

La voce metallica non la sorprese minimamente: non era certo una novità per lei.

La prima volta in cui aveva varcato quel cancello aveva appena compiuto dodici anni; i padroni di casa avevano organizzato una festa a cui era stata invitata l’élite del mondo magico. L’ Élite purosangue ovviamente.

Non che la sua famiglia fosse particolarmente in vista, s’intende, non avevano niente a che vedere con gli esponenti dell’antica nobiltà in visita al Manor. Il padre della ragazza aveva guadagnato una discreta fortuna con il commercio delle scope volanti, e questo, unito al sangue rigorosamente puro dei suoi avi ed a giusti contatti con gentiluomini altolocati, le concedeva un biglietto d’ingresso per le occasioni mondane più disparate.

Quella era stata la sera del suo primissimo incontro con Draco, il discendente di un famigerato albero genealogico. Non che le avesse prestato molta attenzione: una borghese bruttina non avrebbe mai attirato lo sguardo di un principino viziato del calibro di Malfoy.

Poco male comunque visto che aveva potuto abbondantemente approfondire quella conoscenza una volta giunta ad Hogwarts. Abbondantemente ed intimamente, aggiungerei.

La mora si riscosse dai propri pensieri e rispose con voce chiara: “Ho ricevuto un invito.”

Con un cigolio l’uscio di ferro battuto si schiuse.

La proprietà non era cambiata affatto: il parco lussureggiante e le facciata spettacolare non erano stati modificati negli anni. Era tutto come quando, a dodici anni, aveva creduto di entrare nel castello dei propri sogni.

Una volta attraversato l’ampio giardino trovò l’entrata principale, già dischiusa, ed un elfo domestico ad attenderla; dopo essersi profuso in esagerati inchini Wimpy, Tipsi, o come diavolo si chiamava, la portò in un maestoso soggiorno.

Questo era arredato secondo un gusto raffinato; i mobili di legno scuro risaltavano sulla carta da parati dai colori pastello e sul velluto delle tende kilometriche.

Tuttavia lo sguardo attento della ragazza si soffermò solamente per un secondo su quei dettagli, poiché ad attenderla sul comodo divano al centro della sala c’era il motivo della sua visita: Draco Malfoy.

-Pansy.. – La salutò alzandosi ed andandole incontro.

Lei sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, avvicinandosi al ragazzo biondo e baciandolo su entrambe le guance.

-Vieni, siediti.. – Malfoy la condusse verso il sofà che aveva appena lasciato – da bere? –

La mora inarcò le sopracciglia leggermente perplessa: un vassoio d’argento su cui spiccavano due calici ricolmi di spumante – o era addirittura champagne? – troneggiava sul tavolino basso di fronte al tavolo.

Il biondo non attese risposta e ficcò in mano all’amica un flûte ricolmo di liquido dorato, concedendole un ghigno malizioso dei suoi e facendo un nuovo cenno verso il chiaro divano. A quel punto la ragazza si sedette automaticamente, aggrottando appena le sopracciglia e continuando a guardare il proprio interlocutore.. il quale si era accomodato esattamente a due centimetri da lei.

Si ritrovò a pensare che c’era qualcosa di assolutamente fuori posto in tutto ciò. Non tanto nella stanza, né nel vino; era Draco. Lo Sliteryn aveva qualcosa di diverso, di sbagliato.

-Ti trovo bene... – mormorò lui spezzando quella manciata di secondi di silenzio. – Sei.. Molto elegante oggi.-

La mora ghignò, in ottimo stile Sliteryn.

-Sai, un invito del genere deve essere senz’altro considerata un’occasione speciale – osservò per un secondo il bracciale d’argento che aveva indossato apposta per l’occasione, studiandone i contorni lisci. Solo dopo qualche momento riportò gli occhi verdi sul volto del biondo – Non ti si vede più tanto in giro, no? –

Draco deglutì. – Già.. – Commentò secco.

La ragazza dovette trattenersi da scoppiare a ridergli in faccia: la solita studiata calma dei Malfoy si era incrinata, eh?

Tutti sapevano che dopo la guerra, e soprattutto dopo che Lucius era stato rinchiuso ad Azkaban, il giovane si era rifugiato al Manor come un cucciolo impaurito: non era stato un buon mangiamorte e non aveva disertato del tutto il lato oscuro, da ambo le parti non poteva che essere considerato altro che un codardo.

-Ma ecco ... avevo voglia di vederti. – Continuò lui riacquistando la sua solita espressione tra il sarcastico ed il malizioso.

- Oh. - Chiosò la ragazza con finta sorpresa – Sarebbe la prima volta. –

Adesso fu Draco a rimanere perplesso.

Pansy si analizzò le unghie della sinistra con studiata lentezza, compiaciuta della propria risposta. Bevve un sorso dal proprio calice, fece ondeggiare il liquido contenuto al suo interno e solo allora puntò gli occhi sul viso del biondo.

-Insomma, a Hogwarts ero sempre io che venivo a cercarti alla fine, no? – Chiese con un falso sorriso.

Una scintilla di comprensione passò negli occhi verdi del ragazzo, il quale ebbe un secondo di smarrimento, ma non si scoraggiò più di tanto. –Ma che dici... – con un movimento fluido appoggiò il braccio sulle spalle della ragazza, tirandola leggermente più vicina a sé – Lo sai che mi sei sempre piaciuta, no? –

Bugiardo!!

Una vocina della sua testa le urlò di mandarlo al diavolo, di picchiarlo, di affatturarlo ed uscire da quella casa immediatamente. Non aveva il diritto di dire una cosa del genere, non dopo tutto quello che le aveva fatto passare.

Tuttavia si costrinse a rimanere calma; ma solamente per ottenere una vendetta più sottile e dolce.

-Ma davvero? – rispose la mora del tutto indifferente alla vicinanza di lui – Non l’avevo notato. -

Quando si era preparata per andare all’appuntamento aveva scelto cosa indossare con estrema cura, aveva scelto il vestito più elegante, le scarpe più belle e vi aveva abbinato gli accessori adatti. Inizialmente non aveva capito del tutto quale fosse il sentimento che la spingesse ad imbellettarsi a quel modo; certo, non che si fosse mai presentata meno che perfetta agli appuntamenti con Draco, nel periodo in cui si vedevano – o meglio, nel momento in cui facevano sesso – ma questa era stata una preparazione diversa. Quasi più calcolata.

Solo adesso aveva capito: voleva dimostrarsi cambiata, superiore. Non solo rispetto a quella che era poco più di un anno prima, ma anche rispetto allo Sliteryn stesso.

-Dopo tutto quello che abbiamo condiviso, come fai ad avere dubbi piccola? - Malfoy si era piegato leggermente verso di lei; ostentava una sicurezza del tutto fittizia, Pansy lo sapeva.

Aveva creduto di invitare nella propria casa una ragazza che non esisteva più. Una ragazzina follemente innamorata ed ingenua, una che gli aveva concesso tutta se stessa senza chiedergli niente in cambio.

Lui era sempre stato a conoscenza dei sentimenti della mora eppure, da bravo figlio di Salazar, aveva pensato bene di approfittarne, di usarla solamente per fare sesso, per poi scaricarla ogni qual volta metteva gli occhi su una preda più appetibile oppure la riteneva troppo appiccicosa.

Pansy in cuor suo era sempre stata consapevole del trattamento che Draco le riservava, dopotutto non era cieca e come avrebbe potuto non notare le occhiate che i suoi compagni di casa si scambiavano ogni volta che rientrava nel dormitorio troppo tardi? Come avrebbe potuto rimanere sorda agli insulti ed ai doppi sensi che le riservavano? Ma non si era mai sottratta a tutto questo; troppo ingenua e romantica.

Era sempre stata considerata un’oca giuliva, buona solo per far sfogare i bassi istinti di qualche rampollo viziato.

Poi c’era stata la guerra, e le cose erano cambiate. La famiglia della ragazza, sebbene sostenesse appieno le idee di Voldemort, non si era mai trovata a contatto diretto con l’Oscuro Signore; nessuno era stato accusato, nessuno era caduto in disgrazia.

Si poteva dire lo stesso di quelli che la prendevano in giro? Certo che no.

La maggior parte dei suoi ex compagni viveva come Draco: segregato in casa, sempre attorniato da accusatori, sempre sul chi va là per paura di qualche vendetta.

Alla fine, chi aveva vinto?

La risata che aveva trattenuto fino a quel momento proruppe dalle sue rosee labbra; una risata amara, bassa e perfida si propagò per l’intero salone.

-Ti prego, smettila – Commentò dopo che quel suono si fu spento. – Sappiamo entrambi che mi hai sempre usata senza ritegno. Sai ci ho messo un po’, ma ci sono arrivata caro.- Svuotò con un sorso il proprio calice e, con tranquillità, lo appoggiò allungandosi sul vassoio.

- Ma questo non è.. – L’espressione di scetticismo della ragazza bloccò quella protesta sul nascere.

Osservò il giovane che per tanto tempo aveva amato; era sempre stato molto attraente, ma adesso qualcosa era cambiato.

Il suo viso era più pallido, le occhiaie più accentuate. Se lo si osservava attentamente si poteva notare che i muscoli che si era fatto con il Quidditch erano quasi del tutto scomparsi, che aveva una barba di re giorni, quando a scuola non aveva mai mancato di rasarsi, che i capelli erano meno curati.

La guerra e le sue conseguenze l’avevano sciupato.

Le faceva quasi pena.. quasi.

-E’ vero che sei fidanzato con la piccola Greengrass? - Chiese di getto.

Il biondo sgranò gli occhi e si allontanò da lei, quasi scottato.

-Co – Come l’hai saputo? –

-Oh, quindi è vero. – Commentò. Un sorriso amaro sempre ben presente sul proprio viso. – Vedi Draco – continuò alzandosi in piedi e facendo qualche passo verso il caminetto alla sua destra – Io dovrei essere molto arrabbiata con te. – Si fermò ad accarezzare il profilo della cappa, sovrappensiero. – Ma non credo di esserlo più. Sai perché? –

Si voltò verso il ragazzo che era rimasto sul divano, immobile. Aspettò che annuisse impercettibilmente prima di continuare.

-Vedi è tutto partito da te in realtà. Adesso che sei solo, escluso da tutti coloro che ti ritengono un codardo, incastrato in un matrimonio di convenienza, fatto solo per cercare di risanare i nomi di due famiglie in declino, tu hai deciso di vedere proprio me – Si voltò nuovamente verso di lui aprendosi in un sorriso splendente e sincero. – Che meraviglia. Probabilmente ero l’unica donna che avrebbe accettato di fare sesso con un ex mangiamorte, vero? Ahah –

Si avvicinò a Draco e gli sfilò dolcemente il calice, ancora mezzo pieno, dalle mani. – Oh, meglio, credevi che io lo fossi, giusto? – Commentò alzando scrollando le spalle e svuotando il secondo bicchiere.

-Se ero l’unica con cui poterti distrarre dalla prospettiva di un matrimonio triste, la prima di una serie di amanti da conservare anche dopo sposato oppure un modo per ricordare i bei tempi andati non mi interessa – Ammiccò – il punto, mio caro – continuò avvicinandosi al biondo fino a poggiargli un indice affusolato sulla guancia, in una carezza che non aveva niente di dolce – E che senza accorgertene mi hai dato un potere immenso.-

Lo Sliteryn era letteralmente paralizzato. Lui che calcolava sempre tutto, che non si faceva mai fregare da nessuno, alla fine era riuscito a danneggiarsi con le proprie mani. Aveva basato il suo piano sull’ingenuità di una persona che, a quanto pare, era più furba di lui.

-Aspetta – Riuscì a sbottare infine – In fondo... da un rapporto del genere potremmo trarre vantaggi entrambi, no? Infondo non mi pareva che fare l’amore con me ti dispiacesse molto.-

- Sesso. – Ribatté secca Pansy, ancora piegata sul volto del biondo. – Impara a chiamare le cose con il loro nome. – Sussurrò. – No, non lo farò. E’ vero, potremmo trarne vantaggi entrambi, ma appunto, chi ti dice che io voglia aiutarti in qualche modo? –

Ghignò compiaciuta prima di far scivolare la mano che aveva abbandonato sulla sua guancia fino al mento, alzò leggermente il capo del biondo e posò le labbra sulle sue, in un bacio senza sentimento.


-Non vedi Draco? Alla fine ho vinto anche te.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Sabhia

 

  
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