Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: MrsSomerhalder    26/06/2014    2 recensioni
Durante il soggiorno per la prèmiere del film Sherlock Holmes, Miley Sullivan incontrerà l'attore Robert Downey Jr. La parte problematica di quell'uomo quasi perfetto porterà subito la ragazza a legarsi a lui, ma l'amore impossibile che sboccerà tra i due cambierà le vite di entrambi.
"Che ruolo stai interpretando, Robert? L'attore famoso infatuato della cameriera?" dissi, facendo per andarmene e lui mi trattene per il polso.
"Se mi proponessero una parte del genere, non l'accetterei." rispose con la sua solita ironia pungente, "Solo che adesso non sto recitando." concluse serio e con gli occhi lucidi.
"Non complicarti la vita con me."
"Le complicazioni sono il mio forte." sorrise, tirandomi a sè.
"Sarai la mia rovina, Robert Downey Jr."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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"Signor Downey, la prego, si vesta." balbettai avvampando violentemente. "Cosa? Chi?" mormorò confuso, "Dove mi trovo?" "All'hotel Palace, signore. Non ricorda nulla?" "Mh, credo di essermi sbronzato alla grande ieri sera." confessò grattandosi la testa. Mi voltai con cautela, tenendo gli occhi socchiusi. "In effetti quì sembrava essere passato il festival di San Patrizio." "Ho esagerato. Mi dispiace che tu debba pulire tutta sola." "É il mio lavoro, signor Downey. Peró la prego, si vesta!" frignai ansiosa. Era più che imbarazzante conversare sulla baldoria della notte precedente con un uomo sconosciuto, nudo per di più. Farfugliò qualcosa che somigliava ad un 'si' e prese a girovagare per la stanza. "Non trovo i pantaloni!" "Porca p..." imprecai, "Paletta." mi ripresi e lui si mise a ridere a crepa pelle. "Porca paletta?" ripetè retorico. "Non posso dire parolacce sul lavoro." risposi. "Fatto sta che non trovo i pantaloni, dovrai guardarmi in mutande." constatò guardandosi intorno. Presi a cercare quell'indumento, esterreffatta dalla naturalezza con cui si rassegnava a trovarsi mezzonudo con una cameriera. Frugai vivamente sotto le lenzuola e fra la mobilia, ma senza risultato. "Su forza...ehm, il tuo nome?" "Miley, signore." Mi prese per una spalla e mi fece alzare dal pavimento. Si mise davanti a me e mi riservò un sorriso ardente. Per la prima volta vidi Robert Downey Jr dal vivo ed era bello da perdere il fiato. Un battito cardiaco andò a farsi benedire quando i miei occhi puntarono i suoi. Aveva anche tredici anni più di me, ma di sicuro poco mi sarebbe importato. Se avessi avuto meno problemi e se fossi stata la Miley di mezzo decennio prima, non avrei perso tempo a baciarlo all'istante. Stentai ad abbassare lo sguardo verso la sua parte inferiore. "Bel nome. Piacere Miley, io sono Robert." mi strinse la mano, senza distogliere lo sguardo. "So chi è lei, signore." "Ti prego, chiamami Robert." mi chiese quasi in una supplica. Sarà stato anche un famoso attore hollywoodiano, ma sembrava un tipo piuttosto alla mano. "Signor...mh, Robert. Non dovresti essere giù con gli altri?" "Il bello di essere un attore, è che puoi fare la prima donna in ogni occasione." disse sarcastico. Trattenni goffamente una risata. "Mi sembra giusto." "Tu sei sicura di essere una cameriera?" "Si, certo. Perchè me lo chiedi?" domandai accigliata, mentre cominciai a rifare il letto. "Ti ho guardata a lungo e sembri piuttosto giovane. Troppo per stare quì a lavorare." si toccò il mento pensieroso, "Non sarai mica una fan che si è intrufolata in camera mia?" sbarró gli occhi. "Ma ovvio che no! Sto solo lavorando e la, volevo dire, ti prego di lasciarmi fare." esclamai stizzita. Non volevo avere probleni il secondo giorno di lavoro. Avevo ancora molto da fare e non potevo perdere tempo con le sue inutili paranoie. "D'accordo, ci crederó!" ghignò raggiungendomi. "Che stai facendo?" "Ti aiuto. A casa mia sono abituato a farmi da solo il letto." mentì spudoratamente e lo intuii da quel sorrissetto sghembo che gli si formò sulle labbra. "Naturalmente." risposi rassegnata. Aveva la fama di essere un burlone anche nella vita reale e lo lasciai fare, perchè in fondo mi piaceva scherzare con lui. "Quanti anni hai?" continuò a guardarmi insistentemente. "Robert, te lo ripeto, devo lavorare. Mi caccierò nei guai se non mi sbrigo." Di tutta risposta si gettó sul letto e sradicò nuovamente le coperte, sparpagliandole per tutta la stanza. Rimasi a bocca aperta e incominciai ad innervosirmi. "Che hai fatto?" tuonai furiosa. "Mi assumo io le colpe, tranquilla. Ci penso io con il tuo capo, ora siediti e conversa con me." disse sorridendo e cominciò a battere con la mano sul posto libero accanto al suo. Stetti a guardarlo per un pò, concentrandomi su quel bel sorriso e quegli occhi profondi. La barba era un pò incolta, ma dannatamente sexy. Mi sedei sul bordo del letto, guardinga e lontana quanto bastava per non cadere nella sua rete. "Ho 23 anni." "23? Scherzi?" "No, affatto." scossi la testa divertita. "Perchè lavori quì?" "Per necessità." ammisi secca, nascondendo volutamente parte della verità. "Capisco, argomento top secret. D'accordo, lo accetto." sorrise alzandosi dal letto. Senza troppi indugi, ripresi a lavorare. Robert andò in bagno e lo sentii canticchiare un motivetto orecchiabile. Una decina minuti dopo lo vidi con la coda dell'occhio uscire con un aspetto magnifico: indossava un gessato che gli calzava a pennello e aveva sistemato i capelli un pò di traverso. Dovetti far ricorso a tutto l'autocontrollo che avevo acquisito in quegli anni per non sbavargli davanti. "Come sto?" chiese allargando le braccia. "Perfetto. Farai un figurone." schioccai le dita. Abbozzò un sorrisetto e fece per uscire dalla stanza. Lo seguii con lo sguardo, senza farmi notare. "Anche domani ti ritroverò al mio risveglio?" si bloccò sullo stipide della porta e parlò con tono vibrante, come se si stesse sforzando, senza voltarsi. "Si." esclamai entusiasta, felice che me l'avesse chiesto. "A domani, Miley." mi lanciò un bacio volante. Quando sparì definitivamente, lo afferrai e me lo misi metaforicamente in tasca, intenta a conservarlo a lungo. Non potevo credere a cosa era appena successo. Stavamo flirtando? Io e Robert Downey Jr? Era impossibile. La sua fama da playboy era risaputa, magari ero un'altra pedina sulla sua scacchiera o, più semplicemente, aveva solo voglia di parlare. Ripresi a sistemargli la stanza senza troppi fronzoli per la testa, non potevo permettermi distrazioni. Ma cosa stavo pensando, che un attore del suo calibro si volesse mischiare con una cameriera? Assurdo. Uscii dalla camera di Robert con un paio di sacchi della spazzatura e incontrai nuovamente Kate. "Allora, come hai trovato la camera di Downey?" "Un disastro." le indicai i sacchi che avevo in mano, "Beve come un ossennato!" "Si, aveva parecchi vizietti in passato e naturalmente, in parte, lo seguono ancora." annuii con la testa. "Vizietti?" "Oh, lascia stare. Se hai tempo stasera, dai un'occhiata alla sua biografia." mi fece l'occhiolino e scendemmo insieme al piano della hall. Non sapevo dove si trovasse la sala ristoro dedicata ai vip, ma sicuramente non spettava a noi dare una ripulita. Non sapevo neppure cosa dovessero fare dopo la colazione. A dir la verità non sapevo un bel niente sul conto di Robert. Mi aveva domando solo questioni riguardanti la mia vita, ma di lui non aveva spiccicato parola. Tipico. Portai i sacchi della spazzatura fuori dall'hotel, passando per il vicolo sul retro. "É di questo che ti occupi?" domandò una voce vagamente familiare. Mi voltai e riconobbi la fonte di quella voce. "Michael!" constatai sorpresa. Era infondo alla strada, qualche metro distante da me e aveva appena finito di parlare al cellulare. "Complimenti, sei la cameriera più sexy che abbia mai visto." tirò le somme, guardandomi da capo a piedi. "Quanti complimenti!" "Scusa, ma è la verità. Hai un corpo mozzafiato per essere una mamma." aggiunse estasiato, girandomi attorno. "Potrei quasi pensare che tu ci stia provando con me." riflettei ad alta voce. "Non è così?" sorrise affabile. "Devo tornare dentro. Il lavoro mi aspetta." "Già. Il direttore dell'hotel mi starà cercando. Ci vediamo, Miley." mi salutò con un bacio sulla fronte. "A presto, Michael."
  
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