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Autore: GRACE_WHITE    26/06/2014    3 recensioni
Una ragazza di quasi diciassette anni, Grace Backl, è costretta a partecipare al Giorno della conoscenza, un avvenimento che la sua scuola organizza ogni anno per far socializzare tutti gli studenti, così che poi alla fine dell'estate lo studente dovrà portare un testo sui giorni passati insieme con il suo compagno. Non si può dire che in questa estrazione, la sua seconda, sia stata fortunata, perchè viene estratta da un ragazzino che odiava, Mark. Ma lei dovrà capire se quella è sfortuna o... fortuna :)
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Always
 
Ricevetti la notizia quella mattina, tre giorni dopo la festa a casa di Lola, la mia scuola stava per essere demolita. Mark mi aveva chiamato una ventina di volte, ma io non gli ho mai risposto, non avevo voglia di sentire la sua voce o le sue probabili spiegazioni. Robert mi aveva chiamato, stava per andare a ritirare il libri per il terzo anno, quando vide il cartello che avvertiva che la scuola stava per essere demolita. Mi chiese di andare a protestare con lui e con altri studenti che ritenevano la cosa ingiusta, per la prima volta da quando avevamo litigato la sua voce sembrava essere più tranquilla, più serena.
Io e Robert percorremmo la strada a piedi, in un silenzio imbarazzante, ma poi lui decise di aprire una conversazione, che non gradii molto- Senti, ho visto le foto della festa dove ti hanno taggato alcuni amici di Lola.- le avevano pubblicate non appena la festa finì, in molte c’ero io con Mark e gli altri, dove facevo bella figura con il mio vestitino. Nelle ultime tre, invece, mi si vedeva inondare dalla secchiata d’acqua che mi avevano lanciato- Mi dispiace.- aggiunse.
-Robert, avevi ragione… su Mark, intendo. Io non volevo farti arrabbiare, è a me che dispiace.- dentro c’era un senso di colpa che mi stava sovrastando
-Per quello che è successo a casa tua, ti prego di dimenticare tutto, ero mezzo ubriaco.- rimasi scioccata da quelle parole, Robert sbronzo? Nah! Magari voleva solo fingere perché si sentiva in imbarazzo, comunque io lo assecondai.
-Immagino che delirio avrai fatto.- gli presi la mano, da amica, ovviamente e lui sembrò capirlo che non ci poteva essere niente di più che un’amicizia profonda tra di noi.
Quando arrivammo trovai una folla di studenti ammassati all’entrata principale della scuola, era evidente che anche loro trovavano ingiusta la cosa. Degli uomini con in testa dei caschi gialli e delle divise di un arancione fosforescente spingevano indietro i protestanti, ma loro non sembravano mollare. Robert si unì a loro e io restai in disparte, appoggiata al cofano di una macchina li vicino, con le braccia incrociate. Iniziai a stufarmi dopo una trentina di minuti.
Un ragazzo si fece largo tra la folla e si diresse con fare amichevole verso gli operai. Una donna che faceva parte di quelli che si occupavano del progetto di demolizione della scuola iniziò a parlare e dopo aver zittito tutti i ragazzi e le ragazze- Avendo parlato con il rappresentante di istituto vi concediamo la possibilità di organizzare un ballo di fine anno, dopodiché la scuola verrà rasa al suolo, per la sua costruzione abusiva.-
Non ne avevo idea che la scuola fosse abusiva, che bella notizia! Mark passò tra gli studenti senza guardare nessuno dei loro sguardi, aveva un aria altezzosa. Robert lo afferrò per un braccio prima che potesse salire sulla sua auto parcheggiata davanti all’entrate. Pensavo che gli stesse per tirare un pugno così mi staccai dal cofano della macchina e feci per andare da loro, ma Robert si limitò a dire:- Grazie… per averci provato.- gli lasciò il braccio e Mark annuì con la testa e salì in macchina.
Si fermò davanti a me e tirò giù il finestrino- Ti accompagno a casa?- chiese, abbassò la testa ei suoi occhi fecero capolino da sopra gli occhiali da sole per guardarmi meglio.
Guardo Robert e lui, sorridendo, punta in un scatto il mento verso la Mercedes. Sinceramente non avevo voglia di rifarmi tutta la strada che portava da scuola a casa mia a piedi, così salii in macchina, ringraziando con lo sguardo Robert.
Durante il tragitto non parlammo, restammo entrambi in silenzio, Mark tentò di aprire una conversazione, ma appena vedevo che voleva iniziare a parlare con me, mi giravo verso il finestrino, sospirando e facendogli capire che non ero in vena di conversare… con lui.
Aprii la portiera non appena arrivai a casa e ringrazia Mark senza guardarlo, salii gli i gradini del portico di casa e tirai fuori le chiavi, di solito mia zia dormiva a quell’ora e non volevo svegliarla per venirmi ad aprire.
-Grace, aspetta!- corse verso la porta e mi sfiorò una spalla, ma io feci un passo indietro e lui mi lasciò- Ti ho detto che non sapevo di quello stupido scherzo che ti hanno fatto alla festa di Lola e, parlando di lei, noi non stiamo insieme!-
-Ah si? E lei lo sa?- ribattei. Scossi la testa immediatamente- Anzi, sai che ti dico? Non mi importa, né della festa, né di Lola e… né di te!-
-Ma perché? Che ti ho fatto?- mi chiese, quasi urlando. Mi sembrava  quasi esasperato.
-Perché ti interessa tanto di quello che penso?-
-Perché io tengo a te!- si irrigidì non appena lo disse. Serrò i pugni e fece un respiro profondo- Senti, so che non vuoi vedermi, sono stato un cretino ad allontanarmi da te, soprattutto da quando i tuoi e i miei genitori sono morti. Mi dispiace, qualunque cosa abbia fatto. Scusa.-
Cinque anni, erano passati cinque anni e solo in quel momento mi stava porgendo le mie scuse? Non potevo accettarlo- Sei scusato… ora sparisci Mark.- mi voltai ed entrai dentro casa, lasciandolo con la bocca aperta e, sperai, con il senso di colpa. Scese le scale del portico, si girò un’ultima vola e se ne andò con la sua Mercedes grigia.
Sbuffai e strisciai la schiena contro la porta, per poi scivolare fino a sedermi sul tappeto dell’entrata. Abbracciai le gambe e fissai un punto inesistente che i miei occhi non vedevano. Rimasi lì per qualche secondo, per qualche minuto finché la voce di mia zia non mi riportò alla realtà- Perché lo hai trattato così?-
-Zia, pensavo dormissi.- mi alzai e mi asciugai le mani sudate nei pantaloni.
-Non dormivo.- rispose lei, acida- Che ti ha fatto di male?-
Scossi la testa- Mi ha fatto affezionare a lui, di nuovo.-
-E che problema c’è, bambina?- mi sollevò il mento con la mano, con dolcezza.
-E’ come gli altri, ne sono sicura. E poi ci perderemo di vista non appena la scuola verrà demolita, ognuno prenderà la propria strada e non ci vedremo più, spero andrà così.-
-Io non ti capisco, perché devi allontanare le persone? L’unico che frequenti e Robert, e va bene, ma non c’è niente di brutto nel frequentare altre persone.- mi baciò sulla fronte e prese la sua borsa- E Mark secondo me è un bravo ragazzo, non si merita il tuo “odio”. Devo andare a lavoro, ci vediamo per sta’ sera.-
-Mi trovi qui.- dissi mentre usciva. Andai in camera mia e aprii il computer, entrai sul mio profilo e notai che mi era arrivato l’invito di un evento: Il ballo della scuola, evidentemente la notizia della demolizione era girata in fretta. Grugnii. Perché un ballo? Era una cosa stupida. L’invito me lo aveva spedito Lola, era così ovvio, lo aveva fatto apposta a baciare Mark alla festa così per farmi salire l’invidia e mi aveva invitato perché potessi vedere lei con Mark. Decisi di andarci, per far vedere ad entrambi che non mi importa ne dell’uno ne dell’altra, così cliccai sull’icona Accetta.
Chiusi il computer e mi sdraiai nel letto, presi il libro che stavo leggendo, I Doni della Morte. Dopo circa mezz’ora arrivai all’inizio della pagina 632... gli occhi mi si riempirono di lacrime e scorrevano lenti sull’inchiostro della conversazione di Albus e Severus.

“A lui?” urlò Piton “Expecto Patronum!”

Lessi più sotto.

“Dopo tutto questo tempo?”

“Sempre” rispose Piton.

Ecco, stavo piangendo. “Stupidi film!” protestai tra me e me “Non fanno capire a fondo l’amore che Piton provava per Lily! Stupido Yates!”
Singhiozzavo come se mi fosse morto un parente, una lacrima cadde vicino al numero della pagina e mi accorsi che c’era una scritta a matita:
 
So che ci avrai messo un po’ prima di arrivare a questo punto, ma è il momento che preferisco di questo libro, ti ho scritto questo quella mattina in spiaggia, ricordi? Per questo ho deciso di scriverlo qui, invece che dirtelo a parole.
Tu sei il mio sempre, Grace White.
Con amore.
Mark.

 
Confusa. Arrabbiata. Felice. Stupida. Ecco come mi sentivo in quel momento
NOTA D’AUTRICE: NON SO VOI MA QUESTO E’ IL MOMENTO PIU’ AWWWWW DELLA STORIA, SECONDO ME E COME TUTTE LE STORIE CI DEVE ESSERE UNA FINE, UN “E VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI” O, COME I MIEI AUTORI PREFERITI-DISTRUGGI-FEELS PREFERISCONO DIRE, UN “E MORIRONO TUTTI INFELICI E CONTENTI.” VISTO CHE LA MAGGIOR PARTE DEI MIEI PERSONAGGI PREFERITI MUORE (no, non piangere ora, non ora… Piton… Fred... Finnick… Cinna… Luke… Bianca… Tris… Uriah…). Ma ora non è il momento di piangere. Il prossimo sarà l’ultimo e definitivo capitolo!
GRACE_WHITE <3
(oddio l'ho fatto troppo lungo!! *-*)

 
   
 
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